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Sintesi

Tesina - Premio maturità  2009

Titolo: Dall'Estetismo ai nostri giorni

Autore: Nazzaro Martina

Descrizione: viaggio dall'estetismo,le rivoluzioni industriali alle conquiste dei nostri giorni

Materie trattate: Italiano,Storia,Economia Aziendale,Diritto,Francese,Inglese,Matematica

Area: umanistica

Sommario: Italiano:D'Annunzio,Estetismo,Decadentismo,Superuomo,Dannunzianesimo,Il Piacere,L'Innocente,Il Trionfo della morte Storia: Seconda rivoluzione industriale e Prima Guerra mondiale Economia aziendale:La Revisione contabile Diritto:L'assicurazione contro i danni e l'assicurazione sulla vita Francese: Les assurances et assurance transport; Notre-Dame de Paris Inglese: Decolonisatin Matemtica: proprietà  specifiche della funzione

Estratto del documento

Estetismo

L'Estetismo è una poetica che si sviluppa in seno al Decadentismo. Questo movimento

trova il suo massimo splendore grazie alle opere di Gabriele D’Annunzio.

Il principio fondamentale dell'Estetismo — l'arte per il gusto dell'arte — consiste nel

vedere l'Arte come rappresentazione di se stessa, possedente una vita indipendente

proprio come il Pensiero. Essa non ha alcun rapporto con l'epoca in cui si sviluppa, anzi è

spesso contraria ad essa. Altra dottrina molto importante per gli esteti è questa: “nel

momento in cui l'Arte rinuncia alla fantasia per la realtà, rinuncia a se stessa”. È la vita ad

imitare l'Arte, e questo deriva dal fatto che il fine della vita è quello di trovare

espressione nell’arte. Anche la Natura stessa si modifica a immagine dell'Arte; gli unici

effetti che essa può mostrarci sono quelli visibili grazie alla poesia o ai dipinti. In questo

consiste il fascino della Natura, ma anche la sua debolezza. L'Estetismo presenta un

continuo invito a godere della giovinezza fuggente, un edonismo nuovo cioè il piacere

individuale costituisce il bene più alto.

La vita

Gabriele D’Annunzio nasce a Pescara nel 1863. D'Annunzio è una personalità di livello

europeo nel panorama culturale del primo Novecento. Egli viene adottato da un ricco

zio dal quale prende il nome. La sua formazione culturale inizia a Prato con gli studi

liceali, seguita dall’esperienza universitaria alla facoltà di lettere a Roma, dove non

giunse mai alla laurea e solo nel 1919 gli venne conferita la laurea “honoris causa” .

Qui inizia la sua carriera da giornalista e dopo essere stato collaboratore di alcuni

periodici, diventa cronista della società aristocratica. Il poeta vive alla “Capponcina”

una vita ricca di piaceri senza porsi la minima preoccupazione economica. Egli si

indebita ed è costretto a fuggire in Francia per scappare dai suoi creditori. A Parigi

D'Annunzio diventa in poco tempo una celebrità e quindi riesce a mantenere

inalterato il suo stile di vita. Allo scoppio della Prima Guerra mondiale, ritorna in Italia

e partecipa al conflitto. Successivamente si ritira a Gardone Riviera nella vil

la “ Il Vittoriale” lontano dalla società, dove muore nel 1938. I suoi amori furono

tempestosi come la sua vita ( Eleonora Duse). 3

La poetica

La poetica e la poesia di D’Annunzio sono l’espressione più appariscente del

Decadentismo italiano.

Il personaggio di D’Annunzio nasce in opposizione a quella cultura scientifica che si

stava sviluppando e che aveva portato ad una svalutazione dell’artista. Per questo

D’Annunzio allo stesso modo degli altri decadenti, ne rifiuta ogni concezione creando

un proprio modello in grado di recuperare i valori tradizionali. Dà origine così ad una

poetica del tutto nuova sui palcoscenici della letteratura, in grado di stupire, di colpire

e allo stesso tempo di esaltare la propria figura al cospetto di una società non

protagonista, ma che dovrà essere soggetta alla figura del superuomo.

Il Dannunzianesimo

Per dannunzianesimo si intende il complesso degli atteggiamenti che influenzarono la

vita pratica, letteraria e politica degli italiani del suo tempo.

Nella vita pratica D’Annunzio suscitò interesse e curiosità in certa aristocrazia e

borghesia parassitaria e sfaccendata, e ne influenzò il costume con i suoi atteggiamenti

estetizzanti, narcisistici, immorali e superomistici.

Nella vita letteraria, con i suoi virtuosismi lessicali e stilistici, diventò il modello di tanti

poeti del suo tempo.

Al tempo dell’impresa di Fiume, influenzò il fascismo, al quale il dannunzianesimo fornì

gli schemi delle celebrazioni esteriori, dei discorsi roboanti e vuoti, dei messaggi e dei

motti . 4

Il superuomo

La personale concezione del superuomo viene interpretata da D’Annunzio nel senso

del diritto di pochi esseri eccezionali ad affermare se stessi, disprezzando le leggi

comuni del bene e del male tendendo ad una nuova politica aggressiva dello stato .

Un personaggio raffinato che basa la vita sull’estetismo, che mira al piacere

immediato, il tutto integrato in una vita inimitabile, fatta ad opera d’arte, che deve far

scalpore tra la gente al fine di diventare un vero e proprio mito di massa.

Da qui vengono messe in evidenza le sue contraddizioni, espresse nel disprezzo verso

la massa che minaccia la borghesia, ma che nonostante ciò cerca di persuadere con il

suo stile.

Queste contraddizioni possono essere risolte solo facendo coincidere l’Arte e la vita, il

linguaggio e la fortuna, tesi che si realizza ne “ Il Piacere”.

Il Piacere, L’Innocente, Il Trionfo della Morte

Al centro del romanzo si pone la figura di un esteta, Andrea Sperelli , il quale non è che

il “doppio” di D’Annunzio stesso in cui l’autore proietta la sua crisi e la sua

insoddisfazione .

Andrea è un giovane aristocratico in cui il principio di fare della vita come un’ opera

d’arte,diviene una forza distruttrice.

La crisi trova il suo banco di prova nel rapporto con la donna.

L’eroe è diviso tra due immagini femminili, Elena Muti , la donna fatale , che incarna

l’erotismo lussurioso, e Maria Ferres, la donna pura, che rappresenta ai suoi occhi

l’occasione di un riscatto e di un elevazione spirituale.

Ma in realtà Maria è oggetto di un gioco erotico più sottile e perverso, fungendo da

sostituta di Elena, che Andrea continua a desiderare e che lo respinge.

Andrea finisce per tradire Maria, ed è abbandonato da lei, restando solo con il suo

vuoto e la sua sconfitta.

L’ altro romanzo importante di D’Annunzio è “ Il trionfo della morte”. Il protagonista

vive spesso tra abulia e momenti di autoaffermazione che si ripongono tematiche

decadenti ed è ancora una volta “ l’ alter ego” del poeta, il superuomo che non sa

sottrarsi al proprio destino, la contraddizione tra il proprio io e la sua inettitudine.

Tra questi due romanzi si colloca ”L’ innocente”.

Tullio Hermil, ex diplomatico e ricco proprietario terriero, è da sette anni sposato con

Giuliana, dalla quale ha avuto due figlie. Egli, tipico superuomo dannunziano, dai gusti

raffinati e privo di moralità, ha un temperamento inquieto e sensuale e tradisce la

moglie di continuo. Una grave malattia di Giuliana sembra riavvicinarlo a lei, ma è

un'illusione. Qui apprende che lei lo ha tradito a sua volta e aspetta un figlio da uno

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scrittore. Il nascituro viene visto dai due come un elemento di disturbo del loro

improbabile amore.

Ma la gravidanza è difficile e i coniugi sperano che il bimbo muoia prima di venire alla

luce, oppure lo uccideranno loro stessi, sollevandosi da un grave problema. Venuto al

mondo l'innocente, Giuliana si fa silenziosa complice del piano disumano del marito.

Tullio, approfittando della breve assenza della governante, espone il bambino al gelo

di una notte natalizia. Questo ovviamente si ammala e muore poco dopo, fra la

disperazione dei parenti e dei servitori.

In questo romanzo dominano le tinte forti e il gusto dei sentimenti contrastanti e

torbidi da cui emergono ancora le tematiche del decadentismo. 6

Storia

LA SECONDA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE

Negli ultimi decenni del secolo XIX e nel primo del XX, lo sviluppo industriale raggiunse

la sua piena maturità, tanto che si è potuto parlare di una "seconda rivoluzione

industriale" diversa dalla prima, quella iniziata in Inghilterra nella seconda metà del

secolo XVIII.

Questa seconda rivoluzione ebbe inizio con una improvvisa crisi di sovrapproduzione,

caratterizzata da una prolungata caduta dei prezzi.

Infatti la grande crescita economica subì un rallentamento: l’economia mondiale

entrò in un periodo di difficoltà che durò oltre vent’anni. I contemporanei ed alcuni

Grande depressione.

storici hanno chiamato questo periodo

Questa crisi fu un colpo durissimo per tutta l’agricoltura europea; fu provocata dalla

concorrenza dei prodotti agricoli, in primo luogo i cereali. La crisi

fu un colpo durissimo per tutta l’agricoltura europea; fu provocata dalla concorrenza

dei prodotti agricoli, in primo luogo i cereali. Riguardò anche il settore industriale. Alla

base del fenomeno stava un eccesso di produzione rispetto a quanto il mercato era in

grado di assorbire; si entrò, quindi, in una fase caratterizzata da difficili sbocchi di

mercato.

Sia la crisi agricola sia la crisi industriale furono crisi di sovrapproduzione: esse vennero

infatti causate dall’eccesso di merci immesse sul mercato e non dalla mancanza di

beni. La Grande depressione non fu tuttavia un periodo esclusivamente negativo: al

suo interno maturarono infatti innovazioni tecnologiche e organizzative.

Della seconda rivoluzione più rapidi furono gli effetti, più prodigiosi i risultati che

determinarono una trasformazione decisiva nella vita e nelle prospettive dell'uomo.

Essa fu caratterizzata dall'espansione dalle scoperte e le invenzioni che resero più

agevole l’industrializzazione a paesi come l’Italia o il Giappone, sprovvisti di risorse

minerarie, ma ricchi di cultura tecnica, di capacità professionali, di desiderio di

emergere.

La seconda rivoluzione industriale trasforma anche la società di fine Ottocento, ci si

avvia verso la società di massa, nasce una nuova classe sociale, gli operai di fabbrica

che si oppongono alla borghesia.

Lo sviluppo industriale fu sostenuto anche questa volta da invenzioni scientifiche e da

processi tecnologici che consentirono un migliore sfruttamento delle materie prime ed

una più elevata resa della produzione. Nel campo della metallurgia il "convertitore"

sperimentato nel 1879 da Thomas consentì un notevole risparmio di tempi e di costi

nel processo di trasformazione in acciaio dei materiali ferrosi.

La turbina a vapore progettata negli anni Ottanta in Inghilterra e in Svezia rivoluzionò

le vecchie macchine a vapore rendendo possibili notevoli risparmi nelle spese e nei

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rifornimenti di combustibile. Un largo impiego di elettricità, quale fonte di energia

meccanica, poté essere ottenuto con la costruzione di potenti centrali idroelettriche.

L'introduzione dell'elettricità nei più diversi settori produttivi portò profondi

mutamenti nell'economia dei singoli paesi e rinnovò molti procedimenti tecnici.

La prima rivoluzione industriale era fondata essenzialmente sulla macchina a vapore

mentre la seconda dall’invenzione del motore a scoppio, risultato di una serie di studi

e di esperimenti. Ma solo nel 1885 due ingegneri tedeschi Daimler e Benz riuscirono a

montare dei motori a scoppio, più potenti e meno ingombranti di quelli a vapore,

realizzando così le prime automobili.

L'invenzione della lampada a filamento di carbone, dovuta all'americano Edison

(1879), rese possibile l'illuminazione elettrica delle grandi città nelle quali,

gradatamente venne eliminata l'illuminazione a gas che pure era sembrata, qualche

decennio prima, un'importante simbolo di modernità. Anche l'industria chimica

realizzò un rapido sviluppo con l'invenzione di nuove procedure nei campi dei

coloranti, dei concimi artificiali, degli esplosivi, dei medicinali.

Il "sistema di fabbrica", per usare un'espressione che si diffuse verso la metà del

secolo, decollò decisamente quando cominciò a diffondersi il "sistema industriale

americano", celebrato nell'Esposizione di Londra del 1851. Si trattava d'un largo

ricorso alle catene di montaggio ed ai supporti elettromeccanici nelle diverse fasi

lavorative della costruzione e dell'assemblaggio, ma soprattutto si avanzava l'esigenza

di razionalizzare i gesti dell'operaio secondo cadenze attentamente studiate.

Cosi che, beni la cui produzione era stata fin allora assicurata solo dal piccolo

artigianato o dall’industria domestica cominciarono a essere prodotti in serie e

venduti attraverso una rete commerciale sempre più estesa e ramificata: cominciò

allora la produzione di massa. Le esigenze della produzione in serie per un mercato di

massa spinsero le imprese ad accelerare i processi di meccanizzazione e di

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razionalizzazione produttiva. Nelle grandi fabbriche, a partire dal 1893 fu introdotto un

nuovo sistema di organizzazione del lavoro messo a punto dall’americano

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