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Introduzione Cronistoria della crisi economica
Questa tesina di maturità descrive la crisi economica. I collegamenti che la tesina permette i seguenti collegamenti: in Economia Aziendale il sistema finanziario e bancario, in Diritto l'Unione Europea,, in Scienze delle Finanze la spesa pubblica e il debito pubblico, in Storia la crisi del '29, in Italiano D'Annunzio, in Inglese New York.
Collegamenti
Cronistoria della crisi economica
Economia Aziendale - Sistema finanziario e bancario.
Diritto - Unione Europea.
Scienze delle Finanze - Spesa pubblica e debito pubblico.
Storia - Crisi del '29.
Italiano - D'Annunzio.
Inglese - New York.
CRISI ATTUALE
(2008-2013)
Banche sotto il controllo
della BCE e SEBC
Altri organi dell’UE sono:
ECONOMIA AZIENDALE DIRITTO
(SISTEMA FINANZIARIO E (UNIONE EUROPEA)
BANCARIO) Il motivo della crisi dei
paesi europei è dato
Durante il 29 americano da:
in Italia Fascismo e la Ora welfare state, ma in
letteratura italiana precedenza, il Liberismo
vedeva arrivare alla fine ebbe un’altra crisi:
ITALIANO STORIA FINANZE
della propria vita :
(D’ANNUNZIO) (CRISI DEL 1929) (SPESA PUBBLICA E
DEBITO PUBBLICO)
Crisi del 29 ebbe origine
con il crollo di Wall Street
borsa valori americana
situata a:
INGLESE
(NEW YORK)
CRONISTORIA CRISI ECONOMICA ATTUALE
2007
Non si può datare precisamente l’inizio della crisi perché, andando a ritroso nel
ci si rende conto che c’è
tempo, sempre stata. Ciò che ha scatenato la recente crisi
finanziaria mondiale (settembre 2008, ma in realtà era già iniziata a gennaio 2008) è
stato principalmente un prodotto bancario, un tipo di credito che non si sarebbe mai
dovuto creare.
Negli anni 90’, negli Stati Uniti d’America, le banche hanno iniziato a concedere
mutui a persone non meritevoli di credito secondo i criteri di una normale banca.
Generalmente le banche prima di concedere un prestito devono verificare che, il
richiedente, abbia la possibilità di estinguere il suo debito con le proprie capacità
reddituali, e, in alternativa, e solo in ultima analisi, con il proprio patrimonio
personale. Perciò hanno bisogno di una garanzia. Invece, negli anni 90, le Banche
Americane, non tenendo conto di tale principio, iniziarono a hanno concesso i
cosiddetti mutui subprime, con un alto rischio d’insolvenza. Si sono ritrovate così,
nella condizione di doversi rivalere sul debitore pignorandogli quei pochi beni che
costituivano la “garanzia”. Le banche, pertanto, si sono trovate costrette a vendere
all’asta i beni pignorati (tra l’altro non sempre ottenuti) per cercare di recuperare, per
quanto possibile, il capitale perso dalla mancata riscossione del credito. Gli effetti dei
suddetti mutui hanno pesato sulla borsa mondiale nel 2007 proprio perché erano
prestiti rimborsabili a lungo termine.
Dagli anni 90 al 2006 la bolla immobiliare, ovvero una bolla speculativa che si
presenta periodicamente nei mercati immobiliari, si è gonfiata a causa dei tassi bassi
applicati in America per la concessione dei mutui e a causa delle scarse garanzie
Riporto sotto le serie di un popolare indice del prezzo delle case nelle citta’
richieste.
americane, il Case/Shiller Composite-10, e la differenza tra il FED-funds rate e il
una misura cruda della facilita’ del credito, che e’ controllato
tasso di inflazione,
direttamente dalla FED e che influenza per ovvie ragioni tutto il sistema finanziario e
del credito. 1
La Bolla immobiliare prima illustrata, ha iniziato a sgonfiarsi alla fine del 2006,
facendo però sentire ancor più gravi conseguenze, all’interno della borsa nel 2007 e
nell’anno successivo. l’improvviso crollo dato dalla
Il Grafico sotto riportato ci illustra, invece, borsa dalla
seconda metà del 2006 in poi. I due andamenti messi a confronto sono quelli del
S&PMIB (un indice azionario che racchiudeva le azioni delle 40
maggiori società italiane ed estere quotate sui mercati gestiti da Borsa Italiana) e del
FTSE-100 (un indice azionario delle 100 società più capitalizzate quotate al London
Stock Exchange borsa di Londra).
Inoltre, durante il settembre del 2007, vengono annunciati problemi di liquidità da
parte di molte agenzie di credito, questo fatto causa la corsa agli sportelli e rischia di
aggravare ancora di più la situazione del sistema bancario. La FED tenta di rimediare
tagliando i tassi d’interesse, ma ormai la bolla speculativa era scoppiata. 2
2008
Durante gli anni precedenti, i crediti, posseduti dagli Istituti concedenti i Subprime,
sono stati trasferiti a terzi attraverso diversi strumenti finanziari (venne
principalmente utilizzata la cartolarizzazione). Riuscirono così a scaricare, su altri
soggetti come investitori istituzionali, banche o risparmiatori, i rischi corsi
che spingeva l’utilizzo di questa tecnica era anche
concedendo tali finanziamenti. Ciò
l’alto guadagno dovuto alla creazione di titoli garantiti dai mutui ipotecari. La borsa
così invasa da titoli “tossici”.
mondiale veniva Una volta percepiti i danni causati
dall’immissione dei titoli derivati e una volta che essi iniziarono a svalutarsi, le
agenzie di rating, iniziarono a declassare grandi istituti di credito (come Lehman
Brothers e AIG) che furono ridotte al collasso; ma, la FED, tentò di metterle in
sicurezza immettendo liquidità. Anche alcune banche europee rischiarono la
bancarotta a causa dei titoli tossici ma vennero nazionalizzate o costrette a
ricapitalizzarsi.
Dopo mesi di debolezza e di precarietà il fenomeno collassò nel 2008 causando il
fallimento di numerose banche ed entità finanziarie. Il crollo fu accelerato dal tasso di
sconto operato dalla FED dopo la crisi dei mutui e dalla continua perdita di fiducia
nelle agenzie di credito. Il declino delle borse fu immediato e venne aggravato da una
crisi del credito dovuto dal clima di pessimismo e di diffidenza creatosi anche tra le
banche stesse. Si creò così anche una carenza di liquidità nel sistema economico.
La crisi dei mutui in pochi mesi colpì anche l'economia reale provocando recessione,
caduta degli investimenti e dei redditi e crollo dei consumi. La risposta più immediata
alla crisi del credito e alla crisi di fiducia apparve il massiccio intervento degli stati e
che provvidero a tagliare i tassi d’interesse e a immettere
delle banche centrali
liquidità nel sistema economico, cercando di incentivare gli investimenti e la rimessa
in moto dell'economia.
La Federal Reserve cercò di evitare il fallimento delle grandi agenzie di credito
americane acquistando gli asset tossici, ma questa tecnica usata come tentativo per
risanare l’economia fu un insuccesso per Lehman Brothers ed altre sette banche che
fallirono dopo aver bruciato miliardi di dollari incrementando, di conseguenza, i
licenziamenti (circa 26000).
–
Unione Sarda 16 settembre 2008 3
La Lehman Brothers, il quarto istituto di credito statunitense, non ricevendo più fondi
statali e capitali esterni, avviò le procedure fallimentari il 15 settembre 2008. Questo
fatto ebbe delle conseguenze a livello mondiale: le borse videro cancellati 1200
miliardi di dollari di capitalizzazione oltre l’intera capitalizzazione della sola borsa di
Milano.
La produzione industriale europea, a partire dall’autunno del 2008, calò bruscamente
e, di conseguenza, si ridusse ulteriormente anche l’anno successivo con una pesante
recessione che colpì il mondo occidentale, mentre le economie emergenti accusarono
solo lievi cali del PIL. 2008, le economie dell’eurozona si contrassero dello
Nel periodo Luglio-Settembre
0,2% e, nel quarto trimestre, del 1,6%.
Successivamente alla bancarotta della Lehman Brothers, gli Stati Uniti avviarono un
processo di nazionalizzazione trascinando sotto la propria protezione parte delle
banche a rischio di fallimento. Inoltre, gli USA, stanziarono 850 miliardi di dollari
con la Tarp (Troubled Asset Relief Program) per tentare il risanamento
dell’economia.
Al termine del 2008 La Fed aveva varato un piano da 200 miliardi di dollari per
erogare prestiti a fronte di cartolarizzazioni; altri 500 miliardi sono serviti all'acquisto
di obbligazioni emessi dalle agenzie federali.
L’immagine ci mostra le dimensioni dei derivati, delle obbligazioni, delle borse e del
pil mondiale. 4
2009
Con l’avvento del 2009 la crisi si allargò ancora di più su scala mondiale, si avviò
così un processo di recessione che colpì principalmente i paesi più sviluppati del
Durante l’anno in questione, il pil
globo. delle nazioni occidentali, subì crolli
un esempio ne è l’Italia
vertiginosi: come notiamo dal grafico sottostante. Durante il
primo trimestre del 2009, in base ai dati Istat, il Pil Italiano è calato del 3,6% e
durante l’arco dell’anno del 5,5%. Queste variazioni, come si può ben notare, si
riscontrano al culmine della crisi economica italiana.
Mentre la crisi si sposta in Europa, facendo registrare sul mercato una improvvisa
contrazione del credito ( In soli 6 mesi, tra ottobre del 2008 e marzo del 2009, le
borse perdono oltre la metà del proprio valore), nell’altro versante atlantico, gli Stati
Uniti presentano un nuovo piano, per il sostegno del settore finanziario, volto ad
acquistare titoli tossici per 1000 miliardi di dollari.
Successivamente, nell’Aprile e nel Settembre del 2009, si riunì il g20, nel tentativo di
mobilitare le nazioni maggiormente industrializzate del globo verso uno scopo
comune, ovvero quello del superamento della crisi.
Nell’ultimo trimestre, la crisi del debito greco si fece più grave, il nuovo premier
George Papandreou, annunciò un piano di riforme fiscali, di lotta all’evasione, di
congelamento dei salari medio-alti e di un blocco parziale delle assunzioni.
Debito pubblico
greco e quello
medio europeo 5
2010
Il 2010 è caratterizzato da una parziale ripresa, favorita dall’aumento dei consumi e
dall’accumulo delle scorte. L’occupazione, però, non mostrava miglioramenti (il
9,7% della popolazione americana era disoccupata). Nel primo trimestre la ripresa
l’eurozona, invece, aveva
aveva segnato principalmente l’America, dovuto attendere
fino all’autunno del 2010 per poter vedere un miglioramento della situazione.
quell’anno l’economia mondiale era cresciuta
Durante del 12,4% rispetto al 10,9%
del 2009. Il pil mondiale, durante questo parziale periodo di ripresa, si era innalzato
apparente risanamento dell’economia lo possiamo constatare andando
del 5%. Questo
ad osservare il grafico sottostante.
Il grafico mostra la crescita del mercato ICT (ovvero il commercio tecnologico), e
mostra la ripresa avuta nel 2010 ma anche la situazione critica della Spagna e
dell’Italia.
Ma ancora più disastrata era la situazione greca, infatti, l’Unione Europea, non dava
ancora aiuto alla penisola ellenica facendo si che le agenzie di rating tagliarono il
giudizio sui suoi titoli di stato. Solo durante il mese di Maggio veniva avviato un
primo piano di sostegni alla Grecia, in cambio, lo stato, doveva attuare una politica di
austerità.
Veniva decisa anche la creazione di un fondo europeo Salva-Stati, con dotazione di
450 miliardi di euro. a contagiare l’Europa e i prezzi dei titoli di
Nel Novembre 2010 la crisi greca iniziava
stato di molti paesi del vecchio continente colavano a picco, correndo il rischio di non
6
L’Irlanda, a questo punto, avendo i conti
riuscire più a essere collocati sul mercato.
pubblici già dissestati dai salvataggi delle banche, entrava in crisi.
L’Italia, invece, iniziava ad accusare gli effetti dell’elevato debito pubblico, nel
periodo che va dal 2008 al 2010 si registrava un aumento dal 103,6% al 119,0% (in
rapporto al pil).
Il grafico mostra l’evolversi del rapporto percentuale tra debito pubblico e pil, ciò
mette in evidenza l’esponenziale crescita del debito pubblico dagli anni 70 in poi. 7
2011
2011 continua la fase di recupero ma, a differenza dell’anno precedente, subisce
Nel
un netto rallentamento, un esempio è il pil statunitense che ebbe una crescita
dell’1,7% contro il 3% del 2010. Questo andamento decrescente si arrestava
l’economia mondiale registrava
completamente nel terzo trimestre dove addirittura un
calo. Il pil italiano in particolare, dopo la crescita del primo e secondo trimestre 2011,
calava per un intero semestre, proseguendo nella discesa anche nel 2012 e
documentando lo stato di recessione dell'economia del paese.
In primavera la crisi travolgeva il Portogallo portandolo nel centro del mirino degli
speculatori. l’Italia e
Successivamente al declino della borsa di Lisbona, la speculazione colpiva
la Spagna. I prezzi dei bond governativi di Roma e Madrid colavano a picco e lo
spead (il differenziale tra i loro rendimenti e quelli dei titoli di stato tedeschi)
s’impennava, fino ad arrivare alla soglia dei 500 punti. I paesi a rischio fallimento