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Nella mia tesina ho preso in esame la crisi dei valori nella società borghese nella prima metà del 1900, concentrandomi sugli anni attorno al 1929, anno della grande crisi economica. Ho deciso di affrontare questo tema nella mia tesina di maturità, in quanto molto attuale a causa della grave crisi economica che sta colpendo il mondo in questi ultimi anni. Leggendo i quotidiani o semplicemente ascoltando i telegiornali, è semplice capire come in questo preciso periodo vi sia una grande crisi dei valori, a partire dall’importanza della vita umana fino ad arrivare alla corruzione e al decadimento totale della politica italiana. Il percorso ha inizio con il romanzo Gli Indifferenti di Alberto Moravia, dove viene mossa una spietata critica all’inerzia e all’apatia borghesi e i temi principali sono la meschinità e l’ipocrisia di una società borghese legata solo ad ideali materiali, sesso e denaro, e priva di qualsiasi valore ideale. Sulla stessa linea si trova The Great Gatsby di Francis Scott Fitzgerald che mostra la corruzione della società e il grande potere che il denaro ha su essa, nel periodo di “decay of the american dream”, mostrando il contrasto tra ricchi e poveri che può essere visto nelle differenze tra le due baie. Altro esempio di degrado morale si può trovare nell’opera Trittico della Metropoli (Großstadt) del pittore tedesco Otto Dix che volle esprimere un’aspra critica confronti dei costumi berlinesi e mostrare il degrado materiale e morale dell’epoca attraverso tre diverse scene che rappresentano tre stadi di dissoluzione morale. La tesina si conclude con L’Étranger di Albert Camus dove il tema principale è l’indifferenza del protagonista a tutti gli avvenimenti della sua esistenza
Italiano - Gli Indifferenti di Alberto Moravia.
Inglese - The Great Gatsby di F.S. Fitzgerald.
Storia dell'arte - Il Trittico della Metropoli di O. Dix.
Tedesco - Großstadt, O. Dix.
Francese - L'Ètranger di Albert Camus.
INDICE
Introduzione
pag.3
Alberto Moravia, Gli indifferenti
pag.4
Francis Scott Fitzgerald, The Great Gatsby
pag.6
Otto Dix, Il Trittico della Metropoli
pag.8
Otto Dix, Großstadt
pag.10
Albert Camus, L’Ètranger
pag.11
Bibliografia e Sitografia
pag.13 2
INTRODUZIONE
Nella mia tesina ho preso in esame la crisi dei valori nella società borghese nella prima
metà del ‘900, concentrandomi sugli anni attorno al 1929, anno della grande crisi
economica. Ho deciso di affrontare questo tema in quanto molto attuale a causa della
grave crisi economica che sta colpendo il mondo in questi ultimi anni. Leggendo i
quotidiani o semplicemente ascoltando i telegiornali, è semplice capire come in questo
preciso periodo vi sia una grande crisi dei valori, a partire dall’importanza della vita
umana fino ad arrivare alla corruzione e al decadimento totale della politica italiana. Il
Gli Indifferenti
percorso ha inizio con il romanzo di Alberto Moravia dove viene mossa
una spietata critica all’inerzia e all’apatia borghesi e i temi principali sono la
meschinità e l’ipocrisia di una società borghese legata solo ad ideali materiali, sesso e
The Great Gatsby
denaro, e priva di qualsiasi valore ideale. Sulla stessa linea si trova
di Francis Scott Fitzgerald, che mostra la corruzione della società e il grande potere
che il denaro ha su essa, nel periodo di “decay of the american dream”, mostrando il
contrasto tra ricchi e poveri che può essere visto nelle differenze tra le due baie. Altro
Trittico della Metropoli
esempio di degrado morale si può trovare nell’opera
(Großstadt) del pittore tedesco Otto Dix che volle esprimere un’aspra critica confronti
dei costumi berlinesi e mostrare il degrado materiale e morale dell’epoca attraverso
tre diverse scene che rappresentano tre stadi di dissoluzione morale. Il percorso si
L’Étranger
conclude con di Albert Camus dove il tema principale è l’indifferenza del
protagonista a tutti gli avvenimenti della sua esistenza. 3 ITALIANO
ALBERTO MORAVIA
Alberto Pincherle (Moravia è il cognome della
nonna paterna) nacque a Roma il 28 novembre
1907, da una benestante famiglia borghese.
Moravia non riuscì a compiere studi regolari perché
nel 1916, all'età di nove anni, venne colpito da
una seria forma di tubercolosi ossea che lo
costrinse a letto per ben cinque anni. La sua,
quindi, fu la formazione dell’autodidatta,
costruita attraverso vaste letture. Salì alla ribalta
nel 1929 con il romanzo Gli indifferenti, e
pubblicò nella sua lunga carriera più di trenta romanzi. I temi centrali dell'opera di
Moravia sono l'aridità morale, l'ipocrisia della vita contemporanea, e la sostanziale
incapacità degli uomini di raggiungere la felicità nei modi tradizionali. La sua scrittura
è rinomata per lo stile semplice e austero, caratterizzato dall'uso di un vocabolario
comune inserito in una sintassi elegante ed elaborata. Moravia fu sempre un uomo di
sinistra, ma di una sinistra laica e borghese, ed ha rifiutato la diretta militanza
comunista, traendo dall’ideologia marxista solo spunti critici. Nel settembre 1990
Moravia venne trovato morto nel bagno del suo appartamento in Lungotevere della
Vittoria, sempre a Roma.
GLI INDIFFERENTI
Gli Indifferenti
Per pubblicare nel 1929, in pieno Ventennio fascista,
Moravia dovette pagare di tasca propria. Il romanzo è infatti in
netto contrasto con gli ideali e i valori del regime e, come
denuncia il titolo stesso, costituisce una spietata critica
all’inerzia e all’apatia borghesi. Nel romanzo si delineano i due
nuclei tematici a cui Moravia resterà sempre fedele, il sesso e il denaro, visti come le
due componenti fondamentali intorno a cui si polarizza la vita umana. I personaggi del
romanzo riflettono proprio questi disvalori e sono vittime della corruzione generale sia
quelli che agiscono in piena consapevolezza sia quelli che vi si ritrovano coinvolti loro
malgrado. Gli obiettivi che la borghesia del tempo si prefiggeva, erano quelli di
raggiungere il piacere attraverso il conseguimento di una vita proiettata al benessere
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economico, tramite il Dio denaro, e alla soddisfazione fisica, attraverso
l’appagamento sessuale. La vicenda avviene in soli due giorni e ruota intorno a
quattro o cinque personaggi: Mariagrazia Ardengo, i suoi due figli Carla e Michele,
l’amante
della madre Leo Merumeci, e un’amica di famiglia Lisa. Ciò che Moravia mette in luce
è l’ipocrisia borghese: il tirare avanti senza mai ribellarsi e senza prendere in mano
la situazione. Egli soprattutto rileva la debolezza di volontà dei protagonisti, incapaci
di guidare veramente la propria esistenza perché svuotati e indifferenti. In Moravia
però l’indifferenza non è semplicemente l’impassibilità di fronte alle cose ma
l’incapacità di scegliere e realizzare tali cose. Carla cede a Leo per indifferenza,
perché spera di evadere da un ambiente che la disgusta. La stessa indifferenza è
quella che ha Michele quando, saputo della corruzione dell’intera famiglia, non
riesce a provare il disgusto che vorrebbe. Anche quando egli decide di uccidere Leo,
la sua stessa apatia gli fa dimenticare di caricare la pistola e perciò la tragedia non si
compie e tutti i personaggi ritornano alla propria esistenza. A differenza degli altri
però Michele non riesce a nascondere a se stesso il vuoto reale della sua esistenza o a
illudersi di avere degli scopi reali. La rivolta di Michele, come quella di Carla, fallisce:
la vita borghese riprende i suoi rituali, Carla sposa Leo e Michele presumibilmente si
adatterà ad avere una buona sistemazione grazie al cognato. Per un verso quindi
Michele rappresenta la coscienza critica all’interno del mondo borghese,
l’esigenza di autenticità in un mondo falso e degradato, cioè incarna una forma di
opposizione, ma, nella sua impotenza di intellettuale, finisce per essere subalterno
all’unico personaggio borghese interamente coerente, saldamente piantato nella
realtà. Il comportamento di Carla, invece, durante l’arco della narrazione, subisce
continue modifiche e porta ad una situazione nuova, seppure squallida, in quanto
ripugnante sia stata prima la sua seduzione da parte di Leo e, sempre moralmente
sporco, sia stato il capovolgersi di quella “sudicia avventura” nel decoroso
matrimonio borghese della ragazza con l’amante della propria madre. Anche in questa
occasione Michele tenta, debolmente come al solito, di influenzare il destino ma
inevitabilmente fallisce.
Gli altri personaggi del romanzo ci appaiono più integrati in questo tipo di mondo, del
tutto proiettati al raggiungimento dei valori tipici della borghesia di quel particolare
periodo. Quindi, anche se a prima vista ci sembrano cinici, approfittatori e
completamente privi di moralità, in realtà anche loro, in quanto partecipi di un tale
ambiente, sono fatalmente tarati, cioè non sono altro che il prodotto di un certo
contesto storico al quale si sono del tutto uniformati. Tra questi, primo fra tutti, è
senz’altro, Leo: egli, appartenente ad un mondo radicalmente corrotto, è uno dei tanti
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uomini perfettamente integrati in esso, che vivono di nuda avidità e di cinica
libidine. Egli ha ridotto la propria esistenza al
raggiungimento delle sole realtà irrinunciabili: il sesso e
il denaro. Egli rispecchia la mentalità del borghese,
sicuro di sé, incurante delle esigenze altrui, bugiardo
e calcolatore, privo di qualsiasi spessore morale. Leo
entra in casa come amante della madre,
successivamente insidia la figlia, che cede al suo gioco
calcolatore, prima facendosi sedurre e poi addirittura
sposare. Anche Mariagrazia è un personaggio che ha
assimilato la morale del periodo senza porsi tanti
problemi, infatti negli atteggiamenti di Michele e Carla
vede “capovolto” il suo mondo per cui non può aspirare che a raddrizzarli “se no chi sa
dove si andrebbe a finire”. Infatti, di fronte al loro contegno l’unico consiglio che un
borghese potrebbe dare è quello di “fare di Leo un buon marito e dare
a Michele un’amante giovane” per togliere ai due protagonisti “ogni ansia e desiderio
di rivolta”. INGLESE
FRANCIS SCOTT FITZGERALD
F. S. Fitzgerald was born in 1896 in Minnesota. He studied in a Catholic boarding
school in New Jersey and, in 1913, he went to Princeton University to complete his
education. When the United States entered the First World War, he joined the army
This Side
and began to work at his first novel, which he published in 1920 with the title
of Paradise. The novel was an extraordinary success; it gave him fame and money. In
1921 he married Zelda Sayre, they settled in New York where they led a glamorous
life spending a lot of money on amusement, parties, alcohol and drugs. For this reason
Fitzgerald worked hard to keep up with their expensive standard of life. In 1922 the
Fitzgeralds went to Europe and spent some time in Paris and on the French Riviera,
The Great Gatsby,
where Scott finished writing published in 1925. Though regarded as
his finest work, the novel was not a commercial success and marked the beginning of
the decline of the author’s popularity. Back to the United States, Fitzgerald started to
write film scripts to pay his debts. He was by now an alcoholic and his wife suffered
Tender is the Night
from mental instability. In 1934 Fitzgerald published where he dealt
with the failure of the dreams and ideals in the Twenties. In 1939 he died of a heart
attack. 6
THE GREAT GATSBY
The protagonist of the novel, James Gatz comes from a humble Mid-western family.
He makes every effort to rise above poverty, he even changes his name into Jay
Gatsby. While in the army, Jay falls in love with Daisy, a beautiful but superficial
young woman who, though returning Jay’s love, eventually marries Tom Buchanan, a
wealthy, brutal man. Gatsby later makes a fortune as a bootlegger and through other
illegal activities. He then rents a magnificent mansion on the fashionable shore of Long
Island, on the opposite side of the bay to Daisy’s house; he gives fabulous, wild
parties, open to everybody, in the hope that he will see Daisy turn up one day. Nick
Carraway, a young stockbroker from the Midwest, is Gatsby’s neighbour and Daisy’s
cousin. Thanks to him, Daisy and Jay meet again and have an affair. One day Daisy has
a fight with her husband and, while driving back to Gatsby’s house, she runs over
Tom’s mistress, Myrtle Wilson. She does not stop, and Gatsby hides the car. Myrtle’s
husband finds out that the car which killed his wife is Gatsby’s. Gatsby does not
protest his innocence because he wants to defend Daisy, but she deserts him and
goes back to her husband. Gatsby is finally shot in his garden by Myrtle’s husband.
Only Nick tries to defend his name and arranges his funeral but, unlike his parties,
nobody comes.
JAY GATSBY AND NICK CARRAWAY
Jay Gatsby is the protagonist of the novel, and he is
presented as a mysterious character, since he never
takes part in the lavish parties he organises. Rich and
attractive, with some secret hidden in his past, he has the
stature of a romantic hero who dies for his dream; but he
also embodies the self-made man who tries to recreate
the past through the power of money and is finally
destroyed. In spite of his crimes Gatsby retains the
original innocence of the American dream that the reader
cannot help but admire. The narrator of the novel is Nick
Carraway, from whose point of view all the events and
characters of the story are presented. Nick is at the same time observer and
participant in the novel; he is a retrospective narrator who, after going through an
experience, looks back on it with a better understanding. Fitzgerald rejects
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chronological order and uses the fragmentation of time and frequent flashbacks to
represent the inner world of his characters and the way knowledge is normally
acquired in real life. Gatsby’s personality, therefore, is not developed
THE DECAY OF THE AMERICAN DREAM
The novel is 'an exploration of the American Dream as it exists in a corrupt period of
history.' The main themes in the book are the decay of morals and values and the