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ISTITUTO TECNICO “P. SARACENO” -
MORBEGNO
ESAMI DI STATO 2015
Origini ed evoluzione della
crisi finanziaria dal 2007 ad
oggi
Nicola Ruffoni
Classe V, sez. B
Anno scolastico 2014-2015
Sommario:
1. Cause della crisi (come è iniziata) ……………………………………..…… p. 2
1.1. Le politiche di deregolamentazione finanziaria ………………….….….... p. 2 1
1.2. La crisi dei subprime e la bolla immobiliare……….………………..….…. p. 3
2. Diffusione della crisi (da crisi finanziaria a crisi dell’economia reale) ...… p. 6
3. Risposte di Governi e Banche Centrali per far fronte e risolvere
la crisi ………………………………………………………………….……….. p. 7
3.1. La situazione negli Stati Uniti ……………...………………....………….… p. 8
3.2. La situzione in Europa …………………...…………………….…………… p. 9
4. The 2007-08 Financial Crisis In Review ………………....……….………... p. 10
5. Biblio/sitografia ………………………………………………….…………….. p. 11
2
1. Cause della crisi (come è iniziata)
La grande recessione che stiamo vivendo, originatasi negli Stati Uniti nel 2007, è la
più grande crisi economico-finanziaria dagli anni ‘30 del secolo scorso. La crisi,
inizialmente solo finanziaria, si è trasformata in una grave crisi economica che ha
contagiato tutto il mercato mondiale e il cui esito è ancora incerto.
Questa crisi è giunta del tutto imprevista dagli economisti nelle sue dimensioni
globali; è memorabile al riguardo l’obiezione della Regina d’Inghilterra agli
economisti della Londo School of Economics: “Se questi fenomeni erano così grandi
ed evidenti, come è stato possibile che nessuno se ne sia accorto?” (fonte: La
Repubblica, 14 dicembre 2012) 3
1.1. Le politiche di deregolamentazione finanziaria
Durante gli ultimi decenni del secolo scorso, a partire dalla Gran Bretagna e poi
anche da parte di alcuni paesi europei, furono messe in atto politiche di
deregolamentazione, che facilitarono l’esplosione della speculazione, anche al punto
di renderla incontrollabile e di farne un elemento aggravante della crisi.
I principali provvedimenti in materia riguardarono:
il sollevo dall'obbligo di finanziare i debiti pubblici e l’indipendenza dal potere
esecutivo per le banche centrali;
l’aumento dei tassi di interesse dei finanziamenti bancari agli Stati (con
conseguente fallimento dei Paesi in via di sviluppo indebitatisi
precedentemente);
la privatizzazione di banche, fondi finanziari e fondi pensione;
la liberalizzazione della circolazione internazionale dei capitali, non più
sottoposti a controlli preventivi o a regole di movimentazione ( ad esempio
quelli dei massimali di credito, divieto di erogare credito oltre certe soglie, o
dell'obbligo di acquistare quote di titoli di debito nazionale per le istituzioni
economiche controllate dallo stato) .
Gli Stati adottarono anche misure che consentivano ai possessori di valute estere di
speculare liberamente sui loro mercati. Contemporaneamente eliminarono le
barriere tra i vari settori della finanza e dei mercati (assicurazioni, materie prime,
valute, ecc).
Questi fenomeni di deregolamentazione, che non furono l’unica causa della crisi, si
accompagnarono a eventi che fecero sviluppare il mondo finanziario a livello
mondiale. La creazione di nuovi strumenti finanziari, i progressi informatici, l'aumento
della frequenza dei flussi finanziari (high frequency trading) e quindi della liquidità
nell'economia internazionale e l'aumento del costo del petrolio, hanno contribuito a
rafforzare il ruolo della finanza all'interno del sistema economico tanto che, ad oggi,
la consistenza economica dell’attività finanziaria risulta di molto superiore a quello
dell’attività di produzione delle imprese.
Lo sviluppo e l’interdipendenza dei mercati mondiali hanno favorito la
globalizzazione dei flussi finanziari favorendo la nascita di sistemi bancari ombra
(dark pools) in spazi di contrattazione difficili da monitorare, finanziati da speculatori
che investivano nei nuovi mercati creando bolle speculative. Normalmente gli
investimenti consistevano in prodotti e sotto-prodotti finanziari strutturati, oltreché
derivati finanziari.
I nuovi sviluppi e la rapidità dei movimenti della finanza mondiale misero in ginocchio
la capacità di controllo e sorveglianza degli stati che non riuscirono più a tutelare i
risparmiatori e i lavoratori. 4
1.2. La crisi dei subprime e la bolla immobiliare
La causa principale che ha fatto nascere la crisi è stato il dissesto dei mutui
subprime negli Stati Uniti.
Ma cos’è effettivamente un mutuo subprime?
Si tratta di un mutuo che la banca concede a persone con un reddito basso e/o
insicuro. Il mutuo subprime è un’operazione rischiosa per la banca, in quanto non è
certo che i mutuatari riusciranno a ripagare il debito. Le banche hanno concesso
credito ad alto rischio a possibili soggetti insolventi spinte da diverse cause che le
avrebbero comunque garantite dalle perdite:
1. L’andamento del mercato immobiliare;
2. I bassi tassi di interesse USA;
3. Il meccanismo finanziario della cartolarizzazione.
1. L’andamento del mercato immobiliare:
All’inizio degli anni 2000, negli Stati Uniti per assicurare la ripresa economica dopo lo
scoppio della bolla speculativa nel mercato azionario, la FED abbassò i tassi
d’interesse e si cominciò a parlare di “American dream”: una casa di proprietà per
tutti. A partire dal 2000, fino a metà 2006, il prezzo delle abitazioni USA crebbe
moltissimo (15% in media l’anno), creando una cosiddetta “bolla immobiliare”.
Grazie ai mutui subprime si dava la possibilità a tutti di ottenere credito da investire
nel mercato immobiliare, anche a coloro che in un sistema con una
regolamentazione più prudente non avrebbero mai avuto accesso al credito. “Per
realizzare il sogno americano di una casa per tutti, nel 2004 il 14 Dipartimento di
Housing and Urban Development (cioè il ministero per le politiche sull'abitazione)
diede esplicito mandato a Fannie e Freddie di aumentare i prestiti ad alto rischio.
Anche il Congresso ebbe un ruolo importante, e non solo con riferimento alle due
agenzie governative. Nel 2003 fu approvata una legge, l'American Dream
Downpayment Act, che sussidiava l'acquisto di abitazioni quasi interamente
finanziate con prestiti, cioè senza che l'acquirente dovesse mettere soldi suoi. Di
fatto, era un sussidio agli acquisti irresponsabili.” 5
Andamento dei prezzi delle case dal 1990 al 2008, Stati Uniti (fonte: Quattrogatti.info):
Il continuo aumento dei prezzi delle case favorì gli istituti di credito che non si
preoccuparono della possibile insolvenza dei debitori ai quali avevano concesso il
denaro poichè i mutui subprime prevedevano come garanzia l’ipoteca della casa.
Com’è intuibile, più i prezzi delle case aumentavano, più le banche traevano profitto
in caso di mancato rimborso del mutuo da parte dei debitori, il valore del mutuo
concesso era inferiore al valore dell’immobile ipotecato. l trading dei subprime
I
crebbe dai 145 miliardi del 2001 ai 635 miliardi del 2005.
Esempio: differenza tra il prezzo di un’abitazione ipotecata e il valore del mutuo
(fonte: Quattrogatti.com): 6
2. I bassi tassi di interesse USA:
La bolla immobiliare fu favorita dai tassi d’interesse molto bassi prevalenti negli USA
dal 2001 al 2004: tassi che avrebbero consentito l’uscita dalla crisi di inizio millennio.
Andamento dei tassi di interesse americani: (fonte: Quattrogatti.com)
3. Il meccanismo finanziario della cartolarizzazione: 7
Un’altra garanzia che le banche concedenti i mutui subprime svilupparono, e che
peggiorò la situazione dopo lo scoppio della bolla immobiliare, fu quella della
securization (cartolarizzazione). La securitization è una tecnica promossa dalle
grandi banche, diffusasi a partire dagli anni novanta, essa consiste nella
trasformazione dei prestiti in titoli (CDO, CMO, CLO, ABS, il cui valore raggiunse la
cifra dei 60.000 miliardi di dollari nel 2008) che possono essere venduti sui mercati
ad un ampio numero di acquirenti . Il fenomeno della concessione di prestiti non per
riscuoterli a scadenza dal debitore, ma per trasferire ad altri il rischio, hanno reso
infetto l'intero sistema finanziario mondiale di questi titoli, denominati con efficace
metafora "tossici". Attraverso la cartolarizzazione le banche passano dal classico
modello “originate and hold” al nuovo modello “originate and distribute ”. Con un
mutuo tradizionale la banca presta dei soldi al mutuatario per comprare una casa. La
banca ne trae un profitto, ma deve aspettare che il mutuatario ripaghi le rate per
ottenere indietro l’intera somma prestata più gli interessi (originate and hold). Grazie
alla cartolarizzazione, invece, la banca rivende il mutuo ad una società veicolo,
“liberandosi” del rischio (originate and distribute). Attraverso la società veicolo, la
banca recupera immediatamente i suoi soldi, incassa un profitto e può ricominciare
ad offrire altri mutui. Le società veicolo “trasformavano” i debiti dei mutui in titoli
obbligazionari (Abs) che a loro volta erano rivenduti sul mercato finanziario.
Un’obbligazione è uno strumento facilmente negoziabile. L’emissione veniva
organizzata da una banca di investimento, che divideva i titoli a seconda della classe
di rischiosità, e questi venivano poi sottoposti al giudizio delle agenzie di rating
(Moody's, Standard & Poor's, Fitch). In base ad un rapporto del Fmi il 75% dei mutui
subprime vennero trasformati in titoli, e l’80% di questi era classificato con la tripla-A
(che sta ad indicare un titolo con rischio pressoché nullo). Quindi, questi titoli,
promossi come investimenti sicuri, essendo redditizi in un’epoca di bassi tassi di
interesse alternativi, sono stati comprati da tutti gli investitori finanziari, in America
prima, e nel mondo intero poi, attraverso la cartolarizzazione. Il guaio è che questi
titoli a un certo punto diventavano tanto complicati e rimescolati che nessuno capiva
più cosa ci fosse dentro, inoltre per favorire gli investimenti e promuovere la
circolazione dei nuovi titoli il governo americano ha posto delle garanzie su di essi.
Tra il 2005 e il 2007, accertata la ripresa economica, la FED portò i tassi di
riferimento dall'1,5% al 5,25%, nel tentativo di frenare la speculazione e drenare
liquidità dal sistema economico. Nel 2006 il numero dei pignoramenti (1,7 milioni) e
delle insolvenze da parte dei subprimer si moltiplicò come effetto dell'aumento delle
rate dei mutui. Gli Stati Uniti, entrati in una grave crisi creditizia e ipotecaria, patirono
anche lo svilimento del valore del dollaro molto basso rispetto all'euro e ad altre
valute. La bolla immobiliare a quel punto esplose facendo precipitare il prezzo delle
case. La diminuzione dei prezzi delle case americane ha comportato delle perdite
per le banche in quanto il valore della casa che eventualmente pignoravano era
inferiore alla somma di denaro prestata con il mutuo subprime tempo addietro. 8
Andamento del prezzo delle case (fonte: Qattrogatti.com):
2. Diffusione della crisi (da crisi finanziaria a crisi dell’economia
reale)
Le insolvenze e la crisi immobiliare generarono delle perdite sia nelle banche che
hanno concesso i mutui, sia nelle banche che avevano comprato i titoli derivati. Le
Società Veicolo non ebbero più entrate con cui pagare gli interessi sui titoli emessi, i
quali iniziarono a perdere valore.
Fra la fine di luglio e l’inizio di agosto 2007 in quattro giorni gli indici delle borse
azionarie mondiali crollarono facendo scoppiare una crisi di fiducia sui mercati.
Di conseguenza le Società Veicolo, in crisi di liquidità, si rivolsero alle banche, per
ottenere le linee di credito loro garantite con cui ripagare gli interessi agli investitori.
Alcune banche andarono in difficoltà e cercarono di finanziarsi ricorrendo al prestito
di altre banche, ma questo comportò un impennata del tasso di interesse