Anteprima
Vedrai una selezione di 14 pagine su 62
Crisi economiche dal Novecento ad oggi - Tesina per tecnico commerciale Pag. 1 Crisi economiche dal Novecento ad oggi - Tesina per tecnico commerciale Pag. 2
Anteprima di 14 pagg. su 62.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Crisi economiche dal Novecento ad oggi - Tesina per tecnico commerciale Pag. 6
Anteprima di 14 pagg. su 62.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Crisi economiche dal Novecento ad oggi - Tesina per tecnico commerciale Pag. 11
Anteprima di 14 pagg. su 62.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Crisi economiche dal Novecento ad oggi - Tesina per tecnico commerciale Pag. 16
Anteprima di 14 pagg. su 62.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Crisi economiche dal Novecento ad oggi - Tesina per tecnico commerciale Pag. 21
Anteprima di 14 pagg. su 62.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Crisi economiche dal Novecento ad oggi - Tesina per tecnico commerciale Pag. 26
Anteprima di 14 pagg. su 62.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Crisi economiche dal Novecento ad oggi - Tesina per tecnico commerciale Pag. 31
Anteprima di 14 pagg. su 62.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Crisi economiche dal Novecento ad oggi - Tesina per tecnico commerciale Pag. 36
Anteprima di 14 pagg. su 62.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Crisi economiche dal Novecento ad oggi - Tesina per tecnico commerciale Pag. 41
Anteprima di 14 pagg. su 62.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Crisi economiche dal Novecento ad oggi - Tesina per tecnico commerciale Pag. 46
Anteprima di 14 pagg. su 62.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Crisi economiche dal Novecento ad oggi - Tesina per tecnico commerciale Pag. 51
Anteprima di 14 pagg. su 62.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Crisi economiche dal Novecento ad oggi - Tesina per tecnico commerciale Pag. 56
Anteprima di 14 pagg. su 62.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Crisi economiche dal Novecento ad oggi - Tesina per tecnico commerciale Pag. 61
1 su 62
Disdici quando vuoi 162x117
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Sintesi
Scienze delle finanze: i cicli congiunturali, le crisi economiche, la teoria keynesiana, la finanza funzionale;

Economia aziendale: la cartolarizzazione, le banche, i mutui subprime, le agenzie di rating;

Matematica: il problema dell'investitore, la regola del 72;

Storia: la crisi del '29, i dopoguerra;

Geografia economica: il fordismo, la crisi del sud - est asiatico, la globalizzazione.
Estratto del documento

INDICE

1. PRESENTAZIONE

2. I CICLI ECONOMICI

L’ANDAMENTO

3. EFFETTIVO

3.1. LA MALEDIZIONE DEL 1907

LE DIFFICOLTA’ DEL PRIMO DOPOGUERRA

3.2.

3.3. LA GRANDE DEPRESSIONE DEL 1929

3.4. 1945: LA STORIA SI RIPETE –

3.5. LO CHOCK PETROLIFERO DEL 1973 1974

IL “LUNEDI’ NERO” (19 OTTOBRE 1987)

3.6. –

3.7. LA CRISI DEL SUD EST ASIATICO

3.8. LA BOLLA DI INTERNET DEL 2000

3.8.1. LE BOLLE SPECULATIVE

3.9. LA CRISI ARGENTINA

3.10.LA CRISI DEI SUBPRIME

LA CRISI DEL ‘29

4. “THE ROARING TWENTIES” (I RUGGENTI ANNI VENTI)

4.1.

4.2. LE FASI

4.3. USA: LE RISPOSTE

4.4. LA DIFFUSIONE

EUROPA: LE RISPOSTE DEI PAESI PIU’ COLPITI

4.5.

4.6. EUROPA: I CASI PARTICOLARI

4.7. LA FINANZA FUNZIONALE

“LA TEORIA GENERALE DELL’OCCUPAZIONE DEGLI INTERESSI E

4.8. DELLA MONETA” DI KEYNES

5. LA CRISI DEL 2007

5.1. LA GLOBALIZZAZIONE

5.2. IL SISTEMA BANCARIO

5.3. LE ORIGINI: I MUTUI SUBPRIME E I TITOLI TOSSICI

5.3.1. I DERIVATI

5.3.2. LA CARTOLARIZZAZIONE

5.4. LE FASI

5.4.1. IL CASO LEHMAN BROTHERS

5.5. LA DIFFUSIONE

5.5.1. I PIIGS

5.5.1.1. IL CASO SPAGNA

5.5.1.2. IL CASO IRLANDA

5.5.1.3. IL CASO PORTOGALLO

5.5.1.4. IL CASO GRECIA

5.5.1.5. IL CASO ITALIA

“MERKOZY”: L’ACCOPPIATA GERMANIA –

5.5.2. FRANCIA

LE CRITICHE RIGUARDO LE POLITICHE ANTICRISI DELL’EUROZONA

5.5.3.

5.5.4. LA RISPOSTA STATUNITENSE

6. OSSERVAZIONI E CONSIDERAZIONI

6.1. LA DISOCCUPAZIONE E IL LAVORO

6.2. LA CRISI DEL WELFARE STATE

6.3. I BRICS

I “CAMBI DI ROTTA” POLITICI

6.4. DELL’INVESTITORE

6.5. IL PROBLEMA

6.5.1. LE AGENZIE DI RATING

6.5.2. GLI HEDGE FOUND

CONFRONTO TRA LA CRISI DEL ’29 E QUELLA ATTUALE

6.6.

7. LA LEZIONE DELLA CRISI

8. BIBLIOGRAFIA

9. SITOGRAFIA 1. PRESENTAZIONE

Questa tesina nasce dal mio interesse e dalla mia curiosità per il mondo economico e della

finanza. Negli ultimi anni si sente sempre più frequentemente fare

riferimento a termini (per lo più in lingua inglese) inerenti

il mondo dell’economia ed in modo particolare il settore

finanziario. Il problema a mio avviso è la tendenza a dare le

notizie usando parole troppo specifiche e dati puramente

matematici (ad esempio: “lo Spread è ulteriormente

cresciuto, si attesta a valori vicini a quota 500”; oppure:

“Merkozy traballa”…).

Queste frasi mi hanno spinto ad approfondire certi

argomenti e ho in tal modo appreso nozioni affascinanti e

l’esistenza di alcuni meccanismi economico-finanziari di

cui, pur essendo alla base del sistema in cui viviamo, non

ne conoscevo l’esistenza.

All’inizio la mia intenzione era quella di approfondire tutti i

collegamenti tra le varie crisi economiche e la vita reale (non sulla carta) del mondo capitalista.

Procedendo con la ricerca e la stesura, però, ho potuto costatare come non fosse possibile

indicare tutti i rapporti causa-effetto che si creano dalle congiunture economiche, in quanto esse

influenzano praticamente tutti gli ambiti della società. Mi sono dunque vista costretta a

sostanziali “tagli” e sintesi dei contenuti.

Al di là di questo lavoro, posso affermare che

tali approfondimenti sono molto utili per

capire meglio i meccanismi del nostro

sistema economico e sociale. Ora posso di

dire di comprendere meglio le notizie

economiche “criptate” dai giornalisti in

termini finanziari.

2. L’ANDAMENTO CICLICO DELL’ECONOMIA

La crescita in economia non è mai stata del tutto lineare. Essa è stata anzi contraddistinta da

variazioni momentanee o fluttuazioni riguardanti in genere brevi periodi, che costituiscono

l’essenza della congiuntura, senza che le strutture siano profondamente modificate. Il termine

stesso di ciclo economico fa pensare alla presenza di fasi diverse che gli economisti hanno da

tempo definito in modo sufficientemente preciso:

 Fase di crescita, nella quale il PIL e/o l’occupazione crescono abbastanza rapidamente e

di conseguenza il benessere dei consumatori tende ad aumentare;

 Fase di recessione, nella quale il PIL e/o l’occupazione prima smettono di crescere poi

diminuiscono per almeno due trimestri consecutivi;

 Fase di depressione, nella quale il PIL ristagna su livelli bassi e molti lavoratori risultano

disoccupati;

 Fase di ripresa, nella quale PIL ed occupazione riprendono a crescere, in genere prima

lentamente e poi a ritmi più elevati.

Sulle cause delle crisi e sui modi per evitarle sono state formulate innumerevoli teorie e, nel

corso della storia, è stato fatto continuo ricorso alla ricerca di regolarità empiriche nella durata

che permettessero di prevedere l’andamento futuro. “Business

Una notevole influenza in materia è stata esercitata da Joseph Schumpeter che, nel suo

del 1939, aveva sottoposto a verifica empirica l’esistenza

cycles” di tre cicli principali.

Il ciclo massimo o maggiore o “ciclo Juglar” (dal nome dell’economista francese che per

1. primo, nel 1860, ha analizzato la nozione stessa del ciclo): esso ha durata compresa fra i

sette e gli undici anni ed è stato successivamente ripartito nelle quattro fasi di recessione,

depressione, ripresa e boom (a metà di questo ciclo scoppiano in genere le classiche crisi

di sovrapproduzione).

Il ciclo minore o “ciclo Kitchin” (dal nome dello statunitense che l’ha scoperto nel 1923):

2. è un ciclo congiunturale che mostra un andamento sostanzialmente simile a quello delle

scorte di prodotti finiti tenute dagli operatori.

I movimenti di lungo periodo Kondratieff o “onde lunghe”: esse sono state individuate

3. dal russo Nikolai Kondratieff nel 1922 e durano 45-50 anni, essendo caratterizzate da due

fasi all’incirca della stessa lunghezza, una ascendente e una discendente.

Secondo Schumpeter, l’andamento ciclico costituisce l’essenza stessa del processo di sviluppo

capitalistico: la sua spiegazione delle fluttuazioni ha un carattere fortemente dinamico. Egli

sottolinea che “lo sviluppo generato dal sistema economico è per sua natura ciclico, visto che il

il mondo economico”.

progresso rende instabile Le fluttuazioni sono dunque, a suo parere, la

conseguenza necessaria della rottura dell’equilibrio stazionario e rappresentano la forma che lo

sviluppo assume nell’era del capitalismo.

In realtà non è per nulla detto che le fasi si alternino con regolarità: in economia non esistono

regole che possano ragionevolmente garantire che una fase di recessione duri poco e che venga

seguita da una fase di espansione più lunga e con un totale recupero delle posizioni perdute.

Altro problema, forse più rilevante, riguarda le cause che portano ad orignare le fasi alterne che

costituiscono il ciclo economico. Jevons, uno dei padri fondatori della scuola neoclassica, nel

corso dell’Ottocento attribuì la responsabilità ai cicli delle macchie solari che provocavano

conseguenze sugli andamenti climatici e quindi sui rendimenti agricoli. Tale ipotesi, senza

dubbio suggestiva, non è in grado di spiegare la ciclicità economica industriale. Un contributo

fondamentale è quello apportato da Keynes che, nella sua complessa analisi economica, fa

riferimento ai soggetti che operano nel tessuto economico e al loro comportamento, che si

diversifica nel tempo, producendo così fasi di espansione e depressione.

È comunque fondamentale che la realtà si discosti sempre dalle teorie, per quanto esse possano

essere ritenute più che valide e decisamente verosimili.

3. L’ANDAMENTO EFFETTIVO

In effetti, analizzando i dati relativi all’ultimo secolo, si ossserva il ripetersi di momenti di

– – – –

recessione, i più importanti dei quali si sono registrati negli anni: 1918 1929 1945 1973

1997 2007. senz’altro una difficoltà conseguente ai conflitti

Da una prima analisi di tali date, si osserva

mondiali, ma anche epoche diverse, che dimostrano un susseguirsi (ogni 20-25 anni) di crisi

economiche indipendenti da situazioni di guerra. Esse dimostrano come i momenti di declino

siano necessari per un nuovo slancio economico, soprattutto tramite innovazioni (come

un trend positivo, ovvero un’andamento

sosteneva lo stesso Schumpeter) che consentano

economico generale in crescita.

3.1. LA MALEDIZIONE DEL 1907

Centocinque anni fa il grande panico del 1907 fu la prima crisi “globale” del Novecento. Nel

solo mese di ottobre l’indice azionario di Wall Street

perse il 37% del suo valore, in tutta l’America folle

di risparmiatori diedero l’assalto agli sportelli delle

banche fra sene di violenza e di disperazione e il

sistema del credito rimase paralizzato per settimane.

Le ripercussioni furono immediate e profonde anche

e l’Inghilterra dovette accorrere in aiuto

in Europa,

agli ex sudditi americani con una spedizione navale

di lingotti d’oro. L’eco di quegli avvenimenti non si

è mai spesa e i superstiziosi investitori chiamarono in

causa la “maledizione del 1907” quando, 80 anni

dopo, Wall Street subì un altro dei peggiori crolli della sua storia, il 19 ottobre 1987.

DIFFICOLTA’

3.2. LE DEL PRIMO DOPOGUERRA

All’indomani della Grande Guerra (1914/1918) quasi tutti i paesi europei conobbero momenti di

difficoltà, dovuti agli sforzi di una lunga guerra di resistenza

in trincea. In particolare la Germania, considerata la

colpevole maggiore del primo conflitto mondiale, fu

costretta a pagare pesantissime indennità agli stati alleati,

che servirono a pagare le pensioni ai mutilati, agli orfani e

alle vedove dei soldati mandati al fronte, si vide obbligata a

chiedere dilazioni di pagamento e a fare i conti con una

terribile inflazione. La Russia, uscita dal conflitto a causa

dei disordini causati dalla rivoluzione del 1917, dovette

fronteggiare inflazioni pesantissime (si calcola che il costo della vita era cresciuto di circa il

700%, a fronte di un aumento salariale di soli 300 punti percentuali) e mancanza di beni di prima

necessità, che si andarono a sommare alle condizioni di arretratezza agricole ed industriali di cui

Ma anche nel Regno d’Italia la situazione economica fu

già soffriva prima del conflitto.

altrettanto priblematica e confusa: sotto il profilo finanziario il nostro Stato, uscito vincitore dal

conflitto, era di nuovo sprofondato in un abisso, con le spese passate da 2 miliardi e 501 milioni

(1913-1914) a 30 miliardi e 857 milioni (1918-1919); analogamente, il debito pubblico (insieme

tramite l’emissione di titoli) era salito dai 14.089

dei prestiti che lo stato ottiene dai cittadini

milioni di lire nel 1910 a 95.017 milioni in dieci anni. Le conseguenze furono inevitabili: la

pesante svalutazione della lira, che perse valore nei confronti delle altre valute, provocò un

nei prezzi da sostenere per l’importazione dall’estero e l’inflazione divorava i redditi

rincaro

fissi, le rendite e i salari.

3.3. LA GRANDE DEPRESSIONE DEL 1929

Probabilmente si tratta della più famosa crisi

il cui emblema è il “giovedì

finanziaria della storia,

nero” del 24 ottobre 1929, in cui si è avuto un crollo

delle quotazioni in borsa di oltre il 13%, seguito da un

ulteriore 11% alcuni giorni dopo. Il crollo fu dovuto

all’esplodere di una bolla speculativa, che

coinvolgeva principalmente le nuove industrie che

stavano sorgendo in quegli anni, in modo particolare

in ambito automobilistico. Il minimo venne raggiunto

nel 1932, con una perdita degli indici vicina al 90%: per tornare ai valori del 1929 ci vollero più

di 25 anni. L’aspetto caratterizzante della “grande depressione” è il fatto che abbia coinvolto

un’ampia fetta della popolazione (gran parte del ceto medio investiva in borsa) e si riflesse anche

in Europa, nell’arco di qualche anno.

3.4. 1945: LA STORIA SI RIPETE

L'Europa, una volta uscita dalla seconda Guerra mondiale, rimane in crisi per molti anni, senza

riuscire a recuperare la sua potenza. Come già era avvenuto per il primo conflitto mondiale,

anche in questi anni i Paesi che furono coinvolti e risentirono dei bombardamenti, videro crollare

i livelli di produzione e dovettero fronteggiare una repressione agricola. Solo attorno agli anni

Cinquanta c'è una lieve ripresa economica e tornano alla luce le correnti europeiste che

intendono unificare il vecchio continente.

La Gran Bretagna, in paricolare, si trova in un periodo di profonda crisi: il suo declino si

Dettagli
Publisher
62 pagine
115 download