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Sintesi
Introduzione Criminalità - Tesina


Questa tesina vuole descrivere il tema della criminalità, connettendolo a vari argomenti d'esame, tra cui: il fascismo e il prefetto di ferro in Storia, la Ricostruzione e Pasolini in Italiano, la Magistratura e il riutilizzo dei beni confiscati alle mafie in Diritto, la stretta creditizia e il fenomeno di "spiazzamento" del settore privato e l'attività di usura in Scienze delle finanze.
La tesina di maturità propone anche altri argomenti come: le banche e le funzioni dell'impresa bancari e la legislazione bancaria in Economia aziendale, forms of computer crime and how to ensure greater security in Inglese, in Matematica le condizioni di certezza con effetti differiti e gli investimenti finanziari e infine in Informatica il fenomeno degli hackers, il problema di sicurezza nelle reti aziendali e le tecniche di protezione.

Collegamenti

Criminalità - Tesina


Storia - Il fascismo e il prefetto di ferro.
Italiano - La Ricostruzione e Pasolini.
Diritto - La Magistratura e il riutilizzo dei beni confiscati alle mafie.
Scienza delle Finanze - La stretta creditizia e il fenomeno di "spiazzamento" del settore privato e l'attività di usura.
Economia aziendale - Le banche, le funzioni dell'impresa bancaria e la legislazione bancaria.
Inglese - Forms of computer crime and how to ensure greater security.
Matematica - Le condizioni di certezza con effetti differiti e gli investimenti finanziari.
Informatica - Hackers, il problema di sicurezza nelle reti aziendali e le tecniche di protezione.
Estratto del documento

L’opera procurò all’autore un processo per pornografia da cui ne uscì assolto. Una vita violenta (1959) narra la

vicenda esemplare di Tommaso di Pietralata che lentamente raggiunge una consapevolezza di sé e matura

politicamente. IL realismo di Pasolini è anche linguistico, egli fa spesso uso del gergo borgataro e malavitoso, più di

carattere estetico che morale. Il popolo lo affascina per la sua spontaneità e primitività.

Lo stesso vale per i primi film di Pasolini, da Accattone (1961) in poi.

LIMITI E PREGI DEL NEOREALISMO

Per avere un quadro completo del Neorealismo bisogna analizzare il contesto in cui esso fiorì : l’Italia paese povero,

distrutto dalla guerra da ricostruire interamente.

Molti autori sentivano il bisogno di dire qualcosa e logicamente i più sprovveduti privilegiavano i contenuti, il

messaggio rispetto alla forma e allo stile.

I meriti:

 Legame riconquistato fra Letteratura e Società

 Interessanti ricostruzioni d’ambiente

 L’attenzione e lo spazio concessi ai linguaggi popolari e al punto di vista dei ceti bassi

 Scoperta delle diverse Italie in una

CRIMINALITA’ PER PASOLINI

Per quanto riguarda la criminalità, in un suo intervento, l'autore individua un rapporto tra l'aumento della criminalità e

il cambiamento portato dalla società dei consumi. Pasolini critica radicalmente il modo di presentare la criminalità da

parte dei mass-media e per combattere la criminalità in Italia propone di abolire la scuola dell'obbligo e la televisione.

La stampa borghese, secondo l'autore indignato, parla della criminalità borghese come di qualcosa di interessante e

apprezzabile, mentre la criminalità dei proletari e dei sottoproletari è data per scontata e non merita una speciale

attenzione. Pasolini descrive i modelli dei proletari e sottoproletari, che sono proprio quei piccoli borghesi idioti e

feroci che essi, ai bei tempi, hanno tanto e così spiritosamente disprezzato come ridicole e ripugnanti nullità.

La conclusione non lascia alternative: il consumismo "ha distrutto cinicamente un mondo 'reale', trasformandolo in

una totale irrealtà, dove non c'è più scelta possibile tra male e bene".

Per eliminare la criminalità Pasolini propone allora di abolire la scuola dell'obbligo e la televisione.

La prima rappresenta per Pasolini un'iniziazione alla vita borghese, dove si insegnano cose inutili, stupide, false,

moralistiche: "chi ha fatto la scuola d'obbligo è prigioniero del proprio infimo cerchio di sapere, e si scandalizza di

fronte ad ogni novità". A questo modello di insegnamento Pasolini ne contrappone uno dinamico, che includa una

propria crescita individuale più libera e l'approfondimento da parte degli allievi. In quanto alla TV, non si tratta

secondo Pasolini di un insegnamento: i suoi sono "esempi", "modelli" che non vengono parlati ma rappresentati, che

non suscitano nessuna discussione, nessun legame vivo, emotivo con lo spettatore. Pasolini infatti sostiene che "la TV

ha concluso l'era della pietà e ha iniziato l'età dell'edonè", presentando modelli "irraggiungibili che portano i ragazzi

all'aggressività e alla delinquenza o alla passività e all'infelicità".

È lecito interrogarsi se l'abolizione della scuola dell'obbligo porterebbe alla diminuzione della criminalità. La scuola

dell'obbligo non è una scuola per delinquenti, il problema forse è che molte volte sviluppa nell'uomo delle capacità e

delle credenze che sono discutibili. L'autore ha ragione sull'influenza della televisione: partendo dalla sua esperienza

con il cinema, non ritiene la TV cattiva di per sé. 3. DIRITTO

LA FUNZIONE GIURISDIZIONALE

Consiste nell’applicazione delle norme giuridiche generali e astratte ai casi particolari e concreti.

L’attività giurisdizionale si differenzia dalle altre attività pubbliche in quanto è

- Concreta, realizza praticamente l’osservanza delle norme giuridiche

- Imparziale, è rivolta a garantire il rispetto della legge da parte di tutti i soggetti pubblici o privati

Per risolvere una controversia sottoposta al suo esame, un giudice deve decidere solo in base alla legge.

L’applicazione delle norme giuridiche richiede, però, un’attività di interpretazione e questa risulta soggettiva e

discrezionale.

L’atto tipico della funzione giurisdizionale è la Sentenza, provvedimento con il quale il giudice dichiara che cosa

prevede il diritto al termine di un processo.

La giurisdizione può essere :

- Civile, ha come oggetto una controversia fra privati o tra un soggetto privato e un ente pubblico (quando esso

agisce come un normale privato) relativa alla violazione di un diritto soggettivo

- Amministrativa, si riferisce a una controversia tra un privato e la pubblica amministrazione relativa alla

violazione di un interesse legittimo

- Penale, riguarda una controversia fra Stato e una o più persone relativa alla commissione di un reato, atto

illecito particolarmente grave che danneggia un interesse della collettività

In base al processo si hanno diverse parti :

- Civile, vi è l’attore che presenta una domanda o citazione nei confronti dell’altra parte e il giudice deve

decidere chi ha ragione fra i due litiganti

- Amministrativo, il ricorrente chiede l’annullamento di un atto illegittimo dell’amministrazione e il giudice

deve decidere se annullarlo (controparte : resistente)

- Penale, il PM accusa e chiede la condanna di una persona accusata di aver commesso un reato (imputato) e il

giudice deve decidere se condannarla o assolverla.

I PRINCIPI COSTITUZIONALI RELATIVI ALL’ATTIVITA’ GIURISDIZIONALE

1. INDIPENDENZA, nell’esercizio delle sue funzioni il giudice non deve essere sottoposto ad altri poteri o ad

altri organi gerarchicamente superiori

Requisito fondamentale per il corretto esercizio dell’attività giurisdizionale in quanto per decidere in modo equo e

imparziale il giudice deve essere libero da qualsiasi forma di condizionamento.

Quindi vi è :

- Indipendenza esterna verso gli altri poteri dello stato, sancita dall’art 104 della Costituzione << [La

Magistratura è un] ordine autonomo e indipendente da ogni altro potere >>

A garanzia di ciò è stato istituito il Consiglio Superiore della Magistratura (CSM)

- Indipendenza interna verso gli altri magistrati appartenenti allo stesso ordine giudiziario, sancita dall’art 101

della Costituzione al I comma recita <<La giustizia è amministrata in nome del popolo>>, al II comma <<I

giudici sono assoggettati solo alla legge>>

Nell’esercizio delle loro funzioni non sono sottoposti ad altri organi o poteri

Secondo la Costituzione, art 107 <<i magistrati si distinguono fra loro solo per diversità di funzioni>> e non per grado

o per una diversa posizione.

La magistratura, pertanto, è un potere senza vertice, “diffuso” con una struttura di tipo orizzontale (e non di tipo

piramidale). I giudici di secondo e terzo grado svolgono la funzione di “riesame” dell’operato del primo.

L’indipendenza e l’autonomia dei giudici sono rafforzate da altre garanzie costituzionali quali

- Nomina dei magistrati mediante concorso consente una soluzione imparziale dei giudici in base alle loro

capacità (eccezione giudici onorari e i giudici popolari)

- Inamovibilità consiste nel fatto che i giudici possono essere sospesi dal servizio oppure destinati a un’altra

sede o ad un altro incarico soltanto con il loro consenso o in seguito ad una decisione adottata dal CSM per i

motivi e le garanzie previste dalla legge.

La Costituzione stabilisce una riserva assoluta di legge e quindi esclude che il Governo possa disciplinare questa

materia con atti normativi

APPROFONDIMENTO

Oggetto di studio e riflessione è la L. 109/96, approvata a seguito della raccolta delle firme di oltre un milioni di

cittadini e fortemente voluta da don Luigi Ciotti e dell’ Associazione da lui fondata, “Libera”. Questa legge impedisce

che i beni confiscati alle mafie possano essere rivenduti (e quindi riacquistati attraverso prestanome delle

organizzazioni malavitose) e realizza una sorta di travaso sociale della ricchezza, trasformando patrimoni illecitamente

acquisiti in fonti di reddito lecito e incentivando l’ imprenditorialità giovanile.

LA L. 109/96

INQUADRAMENTO STORICO-GIURIDICO

Il reato di associazione di tipo mafioso (art. 416-bis c.p.) e l’ obbligatorietà della confisca dei beni ai mafiosi furono

introdotti nel nostro ordinamento con la L. 646/82 (c.d. Legge Rognoni-La Torre) , approvata il 19 settembre di quello

stesso anno dopo gli attentati del 30 aprile e del 3 settembre in cui persero la vita il deputato e segretario regionale del

Pci siciliano Pio La Torre e il prefetto di Palermo Carlo Alberto Dalla Chiesa. Prima di quella data, il reato di

associazione mafiosa in quanto tale non esisteva.

L’art. 416-bis c.p. costituisce, di fatto, una specificazione del reato di <associazione per delinquere>, reato che, ai

sensi dell’ art. 416 c. p., prevede che <Quando tre o più persone si associano allo scopo di commettere più delitti,

coloro che promuovono o costituiscono od organizzano l’ associazione vengono puniti, perciò, solo con la reclusione

da 3 a 7 anni. Per il solo fatto di partecipare all’ associazione, la pena è della reclusione da 1 a 5 anni>. Il 416-bis,

aggravando la misura detentiva nei confronti di chi faccia parte di <un’associazione di tipo mafioso formata da tre o

più persone>, precisa che <L’associazione è di tipo mafioso quando coloro che ne fanno parte si avvalgono della forza

di intimidazione del vincolo associativo e della condizione di assoggettamento e di omertà che ne deriva per

commettere delitti, per acquisire in modo diretto o indiretto la gestione o comunque il controllo di attività

economiche, di concessioni, di autorizzazioni, appalti e servizi pubblici o per realizzare profitti o vantaggi

ingiusti per sé o per altri >.

L’ultimo comma allarga le disposizioni dell’ articolo <anche alla camorra, alla ‘ndrangheta e alle altre associazioni,

comunque localmente denominate, anche straniere, che valendosi della forza intimidatrice del vincolo associativo

perseguono scopi corrispondenti a quelli delle associazioni di tipo mafioso> .

L’ introduzione di misure di carattere patrimoniale nei confronti degli appartenenti alle associazioni mafiose, ha

rappresentato un importante passo avanti nella lotta alla criminalità organizzata,<perché il mafioso>, come ha

spiegato il Giudice dell’ udienza preliminare presso il Tribunale di Palermo Mario Conte, <mette in conto di essere

arrestato ma non sopporta in alcun modo di perdere il ‘frutto’ del proprio lavoro . La tutela della ‘roba’ di

verghiana memoria costituisce uno dei punti essenziali dell’attività di Cosa Nostra. Prima e meglio di tutti lo capì Pio

La Torre, che pagò con la vita questa sua intuizione assai lungimirante>.

Di fatto, le mafie della ‘pungiuta’ e della lupara rappresentano, ormai, la più grande holding italiana per fatturato ed

oggi, più che uccidere, riciclano e comprano: si sono insinuate nel sistema degli appalti e finanche nei salotti buoni

dell’ alta finanza.

Come ha dichiarato il Governatore di Bankitalia Mario Draghi, <complice la crisi economica, le mafie si stanno

infiltrando nel tessuto imprenditoriale italiano >, ed è significativo che il grido d’ allarme del Governatore sia stato

lanciato l’ 11 marzo 2011, giorno in cui si è avuta notizia dello scioglimento del Consiglio comunale di Bordighera

(Imperia) da parte del consiglio dei Ministri dopo la scoperta di legami fra politici locali e la ‘ndrangheta calabrese.

Diffusa, in particolare, è la presenza malavitosa nel settore dei pubblici appalti, dove il sistema del massimo ribasso fa

sì che aggiudicarsi i lavori siano spesso imprenditori (prestanome dei mafiosi) che, inquinando il mercato e mettendo

alle corde aziende sane, propongono ribassi fino al 40% ed oltre allo scopo di riciclare i fiumi di denaro sporco

proveniente da attività illecite come il traffico d’ armi e di stupefacenti,

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