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Tesina - Premio maturità 2009
Titolo: Cos'è? Curiosità ?
Autore: Greco Eugenio
Descrizione: la curiosità è quella voglia che spinge a ricercare per il semplice gusto di capire. questa tesi non tratta argomenti già sperimentati integralmente da qualcuno, è il mio modo di vedere la curiosità . presento questa mia teoria avvalendomi di sostegn
Materie trattate: Matematica, Fisica, Letteratura, Arte, Filosofia, Inglese
Area: scientifica
Sommario: Matematica: integrali e derivate. Fisica: curiosità scientifica di Albert Einstein -relatività ristretta, di Richard Feynman -elettrodinamica quantistica, di Freeman Dyson -osservazione spaziale. Letteratura: la curiosità che porta alla conoscenza, Dante e Ulisse -Divina Commedia; nascita della curiosità , Giovanni Pascoli -Fanciullino, Digitale purpurea. Arte: dilemma del curioso, Picasso -sperimentazione cubista. Filosofia: curiosità in rapporto con la società , Karl Popper -falsificabilità del sapere; T.W.Adorno -Industria culturale. Inglese: il non curioso in musica, Metallica-The Unforgiven.
Bibliografia
Testi e documenti cartacei:
• La curiosità conta più dell’età Corriere della Sera, 15/11/’07, Francesco Giavazzi.
• Turbare l’universo Freeman Dyson, 1981 Boringhieri.
• “Sta scherzando Mr. Feynman!” Richard P. Feynman, 1989 Zanichelli.
• Pensieri di un uomo Curioso Albert Einstein, a cura di Alice Calaprice, 1997 Mondadori.
• Le 5 equazioni che hanno cambiato il mondo Michael Guillen, 2006 TEA.
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Capitolo 5, E=mc , la curiosità ha spento la luce.
• Feynman lectures on physics Richard P. Feynman, 1988 MASSON.
Ed. Bilingue ITA – ENG. Capitolo 15, 16 e 17 sulla relatività.
Testi scolastici:
• La Divina Commedia Dante Alighieri, a cura di Alessandro Marchi, 2005 Paravia.
Canto XXVI inferno, XXXIII paradiso, testo con analisi e critica.
• Itinerario nell’arte volume 3 Cricco-Di Teodoro, 2005 Zanichelli.
Capitolo 29, Il cubismo.
• QED la strana teoria della luce e della materia Richard P. Feynman, 2005 Adelphi.
• Itinerari di filosofia volume 3 Abbagnano-Foriero, 2003 Paravia.
Percorso storico 5, scuola di Francoforte, Adorno.
Percorso storico 6, Karl Popper.
• La letteratura volume 5 Baldi-Giusso-Razetti-Zaccaria, 2007 Paravia.
Percorso 5, Giovanni Pascoli.
File informatici:
• www.wikipedia.it per immagini e informazioni sul vangelo di San Giovanni, sulla
conoscenza, sul Logos nell’antica Grecia, (pensiero di Eraclito e Platone).
• www.gandalf.it/arianna/curiosi.htm, Curiosità pregio o difetto? Paolo Bassi, ottobre 2007.
• laral.istc.cnr.it/wiki/index.php/Sulla_Curiosità, Sulla curiosità Massimiliano Schembri.
• www.olokaustos.org/argomenti/esperimenti/ (capitolo curiosità malata).
Curiosità nello spazio: teoria e peculiarità.
Ognuno è curioso a modo suo, la natura in generale è curiosa, tende
sempre a cercare situazioni diverse, a evolversi. Nel bene o nel male
la curiosità è sintomo di voglia di cambiamento. La curiosità è ciò
che ci spinge a ricercare e capire come funziona ciò che ci circonda.
Dipende da come una persona vuole rapportarsi con la natura e da
come vuole usare il proprio saper ragionare. La curiosità è quella
voglia che spinge a ricercare per il semplice gusto di capire.
Prendiamo un soggetto, dire di esso che è curioso vuol dire che è
interessante o che è interessato? Entrambi i significati sono validi e sono
due modi di vedere la stessa cosa perché se un soggetto è interessante vuol dire che ha qualche
caratteristica particolare, che deriva dal suo essere interessato a cercare questa particolarità stessa.
La natura intera è curiosa e le persone sono curiose solo se c’è questo rapporto reciproco fra
interessante e interessato. La particolarità non avrebbe motivo di esistere se non per essere
valorizzata. Le caratteristiche di questa particolarità, cioè quelle che destano curiosità, sono quattro.
Tutto ciò che è imprevedibile, tutto ciò che è diverso da quello che conosco, tutto quello che non
conosco, tutto ciò che è novità.
Rousseau diceva “si è curiosi nella misura in cui si è istruiti” quindi se si conosce, se si hanno in
mano gli strumenti per far fruttare la curiosità. Ma la voglia di istruirsi, non è anch’essa curiosità?
Senza curarsi del livello di conoscenza, l’istruzione ci permette di avere più orizzonti, il sapere ci
rende consapevoli della presenza di “qualcosa in più” che ci interessa scoprire personalmente, e
anche se è una scoperta di altri, vogliamo farla nostra per coglierne sfumature che “gli altri” non
avevano notato.
La curiosità è sempre accompagnata dalla creatività e dall’originalità, non da intendere come
stravaganza o stramberia, ma etimologicamente come capacità di dare inizio per combattere la
ripetitività. La curiosità non è stata mai materia di studio approfondito, in quanto molte persone
credevano che essa fosse solo un difetto, alcuni la ritengono una caratteristica superflua, pochissimi
la valorizzano. Io sono fra quei pochissimi. È però sbagliato dare torto alle persone che la criticano,
che la sminuiscono, che la reputano una stupidaggine, hanno ragione anche loro! Mi spiego meglio:
la lingua italiana è particolare perché per esprimere un concetto usa un’infinità di parole, nel caso
della curiosità fa però il contrario, con questo termine spiega modi di rapportarsi completamente
diversi!
Mi avvalgo degli aggettivi per sopperire a questa mancanza e definire sei tipi di curiosità.
Curiosità Innata
È una sorta di premessa per esser dei “buoni curiosi”, quella che partendo da
conoscenza “zero” ci fa apprendere pian piano sin da bambini la situazione
nella quale ci muoviamo, serve per esser consapevoli dei propri limiti, a
essere prima di tutto umili nei confronti della natura per poterla scoprire pian
piano.
Curiosità Primaria
Senza aver la presunzione di sapere, è quel tipo di curiosità che spinge a informarsi e a istruirsi,
denota il fatto di esser motivati e stimolati a voler ampliare i propri orizzonti di conoscenza,
fornisce gli strumenti necessari per poter fare qualcosa di concreto.
Curiosità Superflua
Di sicuro il tipo di curiosità più diffusa e indiscreta, è quello che spinge a ottenere informazioni
appunto superflue, tanto per il gusto di averle, non con fine utile, tanto per curiosare nei fatti degli
altri. Quindi è una curiosità che inutilmente fa perdere tempo.
Curiosità Costruttiva
È quella che intendeva Rousseau, senza considerare quella basilare. Questa è la migliore curiosità di
tutte, tale solo se ha delle solide basi culturali. Essa ci spinge a ricercare per scoprire il nuovo, in
qualsiasi ambito. Mira non in modo particolare all’obiettivo, bensì a cosa c’è prima e dopo, cioè la
motivazione vera che ci spinge ad analizzare il percorso e il dettaglio verso quell’obiettivo, e anche
ciò che dopo si ottiene, una soddisfazione pura, gratificante grazie all’impegno personale, senza
aiuto esterno, senza bisogno di un tornaconto personale o un riscontro pratico immediato.
Curiosità Morbosa
Versione degenerata della curiosità superflua, che la trasforma da inutile a fastidiosa. È quella che
spinge a scovare informazioni potenzialmente dannose per altre persone. Esasperata ricerca del
dettaglio compromettente, finalizzata anche alla divulgazione di fatti personali, per sfamare la
curiosità superflua della “gente”.
Curiosità Malata
Versione degenerata della curiosità costruttiva. Ha in generale le caratteristiche della buona
curiosità e porta anche a risultati concreti. Ma ha perso le premesse di curiosità umile, ed è
soddisfatta solo al raggiungimento dell’obiettivo, senza preoccuparsi dei mezzi usati. Non si fa
alcuno scrupolo, obbligatoriamente supera il limite del rispetto delle altre persone.
Voglio, in questa prima parte, -“Curiosità nello spazio”- presentare le caratteristiche intrinseche e
immutabili della curiosità.
Nella seconda, invece, -“Curiosità nel tempo”- analizzo il suo mutamento durante la vita dei curiosi
e la sua interazione sociale.
In entrambi i casi non vale la pena dedicare attenzione alla curiosità superflua e morbosa; per troppo
tempo è stato questo il concetto prevalente e più diffuso.
Credo sia arrivato il momento di smentire questo affronto alla principale ragione del progresso.
Conta l’impegno non l’obiettivo: Picasso e il dilemma del curioso
Da dove deriva la curiosità?
È innata, ma dopo un po’ si perde. Quella che nasce
insieme alle persone è la curiosità primaria, ma oltre a
farci capire in che ambiente possiamo muoverci, ci fa
inevitabilmente capire che questo ambiente ha un
determinato livello di benessere.
Classico esempio di benessere?
Una calda, comoda, tranquilla, intima spiaggia. Classico
esempio di curiosità morta. A molti piacerebbe essere su
quella spiaggia, a riposarsi oserei dire in eterno.
Questa spiaggia rappresenta un benessere statico, chi resta a prendere il sole nasce e muore con una
frivola felicità. Un curioso nota che c’è una montagna sullo sfondo, quindi perché non scalarla?
Vuol dire muoversi, raggiungerla, poi scalarla, fatica insomma, solo per capire cosa c’è dall’altra
parte. Molti rispondono “E chi me lo fa fare? Io sto bene qua dove sono”. Generalizzando, a che
serve farsi domande, esser curiosi se si sta bene nelle condizioni in cui si è capitati?
Fa bene chi sta fermo o chi parte per scalare? Belle domande, alcune delle tante che non avranno
mai risposta. C’è chi sta tranquillo a riposare, c’è chi in queste condizioni è irrequieto e ha voglia di
cercare, di scoprire; è disposto a fare fatica pur di soddisfare la sua curiosità che deriva dal non
sapere cosa c’è al di la della montagna, e appena si riesce a vedere oltre, a prescindere da quello che
vede, è contento e gratificato per l’impegno dedicato a questa impresa.
Chi rimane ad abbronzarsi non proverà mai questa gioia, ma sta bene di sicuro. Sì, perché c’è il
rischio per i curiosi di arrivare in cima e rimanere profondamente delusi. Non penso che la
soddisfazione derivi da quello che si ottiene perché il curioso sa che deve valorizzare appieno
l’impegno che mette nel dedicarsi alla ricerca del “nuovo”, e non farsi influenzare da come questo
nuovo si presenta.
La soddisfazione pura non dipende dal riscontro pratico e dal risultato, ma solo dall’impegno.
Se il nuovo è qualcosa di piacevole non aumenta la nostra soddisfazione, testimonia solo che
abbiamo fatto una buona ricerca. Se il nuovo delude, non bisogna scoraggiarsi, anzi è necessario
continuare ad esser curiosi per trovare una soluzione che oltre a colmare la delusione ci conduca a
una spiaggia migliore della prima. Questa è curiosità.
Voglio presentare uno dei migliori esempi di curiosità, a parer mio, capace di far fronte a una
tragica delusione.
L’Artista nel vivere una determinata situazione, ha deciso di scalare la montagna e arrivato in cima
ha visto questo.
Guernica, celeberrimo dipinto di Pablo Picasso, realizzato nel 1937 per l’esposizione universale di
Parigi adesso conservato a Madrid. Testimonia i bombardamenti dell’omonima città e mostra il
confuso insieme di corpi straziati mescolati con lo spazio circostante.
Il colore, sinonimo di vita, viene sostituito da un tetro bianco e nero che fa risaltare oltre che al
bagliore delle esplosioni, anche l’assordante rumore.
L’ambiente è un intreccio fra interno e esterno non solo secondo la visione cubista, ma anche per
rendere con violento realismo la tragedia del bombardamento, che demolisce palazzi e scaraventa
all’aperto l’intimità di ogni famiglia. Tutto è movimento, delusione, dramma.
Questo enorme dipinto (3,5 m x 8 m) riesce a parlare, a far sentire le grida di dolore e il susseguirsi
dei boati delle spietate esplosioni. Questo è quello che Picasso fa nascere dopo che i nazisti e
Francisco Franco si rivoltano contro la Repubblica Spagnola.
Per riprendere il paragone spiaggia e montagna, non è tanto ciò che Picasso vede oltre la cima , ma
è ciò che vede guardandosi le spalle, cioè una spiaggia oltremodo scomoda imposta dalla situazione
storico-politica.
La curiosità di Picasso sta principalmente nel volere usare l’arte come testimonianza, per far capire
che è necessario trovare situazioni diverse. Quindi la sua scalata è quella dell’impegno civile,
attraverso l’arte, per cercare nuove soluzioni, restando amareggiato per quella grandissima folla di
non curiosi che si accontentarono di una spiaggia che stava per esser travolta dallo tsunami della
Seconda guerra mondiale.
Il rendersi conto della situazione gli da la grinta per scalare la montagna, e si pone come obiettivo
l’incoraggiare gli altri tramite l’arte a fare lo stesso sforzo. Perciò egli è il precursore delle
avanguardie storiche, inventa e sperimenta una forma d’arte mai vista prima, il cubismo. Con esso
mostra la realtà da ogni lato, è in grado di aprire un universo di ricerca e sperimentazione, dove
l’arte non è più verosimile, ma reale. Nuova realtà che si differenzia da quella che comunemente