LUIGI PIRANDELLO
Luigi Pirandello nasce vicino ad Agrigento,in una paese chiamato Caos,da una famiglia di origini borghesi. Quest’ultima possedeva una zolfatara, che però va in rovina a causa di un’alluvione,questo crea un crollo economico provoca l’esaurimento nervoso della moglie che verrà chiusa in un ospedale psichiatrico. Tema centrale dei romanzi di Pirandello è proprio la pazzia.
Pirandello scrive mentre la cultura è in crisi per mancanza di punti di riferimento sicuri ,e valori condivisi,delusione del positivismo,e anche del punto di vista storico tutte le speranze d’unità d’Italia svaniscono e i meridionali sono delusi. Egli è portavoce di questa delusione infatti nei suoi racconti parla di uomini che si fanno 1000 domande per trovare una spiegazione alle contraddizioni della loro vita.
Contraddizione:contrasto vita/forma
-la vita è un flusso continuo di energia e in questo divenire l’uomo perde la propria identità perche non sa più riconoscersi in se stesso,e ha quindi difficoltà a trovare una propria immagine in cui identificarsi e con cui presentarsi agli altri.
-la forma: ognuno di noi per vivere nella società ha bisogno di trovare una propria identità per presentarsi agli altri e comunicare con loro,ma questa è una semplificazione del proprio essere. La forma è necessaria perche non potremmo dare senso a noi stessi e nemmeno agli altri,è come una costrizione, una trappola o una prigione che da sono un’idea parziale di noi,e Pirandello chiama questa forma col il nome di maschera(immagine fissa che blocca il flusso vitale che continua),tutti la indossano,è quella parte che gli altri riconoscono di noi. Perciò ognuno di noi ha tante maschere quanti ruoli ha all’interno della società,allora tutto è relativo perche non c’è un’unica identità,c’è mancanza di certezza e risposte univoche. Secondo Pirandello se l’uomo si dovesse togliere tutte le maschere che porta e farsi conoscere per davvero,la gente lo considererebbe pazzo,ma i veri pazzi siamo noi che ci omologhiamo alla società e ci soffermiamo sull’apparenza. L’uomo pirandelliano è vittima delle convinzioni sociali da cui vorrebbe scappare ma non può,e siccome l’uomo è una maschera,la vita è come una pupazzata(recita).
Un romanzo scritto da Pirandello che mette in evidenza il contrasto tra realtà e apparenza è:
Uno,nessuno e centomila.
La vicenda narra di un uomo,Vitangelo Moscarda,che si stava guardando allo specchio e la moglie scherzosamente gli dice che il suo naso pendeva un po’ da un lato, il protagonista scopre che l’immagine che aveva lui di se non corrisponde affatto a quella che gli altri hanno di lui,infatti la tranquilla esistenza di Moscarda viene scombussolata quando egli inizia a riflettere sul concetto di identità che è puramente illusorio. Egli si rende infatti conto di non essere quell’ “uno” che aveva sempre creduto,ma di essere i “centomila”,tante identità in nessuna delle quali riesce però a riconoscersi.
Sentendosi prigioniero delle forme e delle maschere impostagli dagli altri,Moscarda decide di liberarsene compiendo degli atti folli,tanto che la moglie pensava che fosse pazzo.Il protagonista crea un rapporto di amicizia con un’amica della moglie chiamata Anna Rosa,ma tutto ciò sfocia in una tragedia poiché la donna spara Moscarda. La cittadina si convince che tra Vitangelo e Anna Rosa ci fosse una relazione,e per l’ennesima volta viene imprigionato con una maschera,quella dell’adultero. Egli decide cosi di devolvere tutti i suoi averi a un ospizio per poveri dove lui stesso va a vivere. Quando deve recarsi in tribunale per il processo di Anna Rosa,Moscarda si presenta con berretto,zoccoli e camiciotto,è ormai libero di vivere senza alcuna forma.
Commento:
Vitangelo Moscarda,nel rinunciare al proprio nome,non solo rifiuta le convenzioni sociali,ma anche le maschere impostagli dalla società, si immerge nel flusso della vita,della natura e questi due elementi non conoscono nomi perche,essendo un continuo fluire,non sopportano di essere inquadrate,definite e cristallizzate. Anche la rinuncia a ogni bene riflette il bisogno di Moscarda di distaccarsi da tutto ciò che in qualche modo lo “definisce”. Il protagonista arriva a distruggere la propria identità,senza alcuna pretesa di costruir sere un’altra. Rinuncia al suo nome dal momento che il nome è la forma. La vita invece non conosce nomi,è puro fluire,e alla fine della vicenda Moscarda è consapevole di non essere più di per se,ma rifiutando ogni maschera,accetta di alienarsi totalmente.
Il fu Mattia Pascal
Ne Il fu Mattia Pascal c’è il ricorso a nuove tecniche narrative: il discorso indiretto libero(non c’è l’inserimento di virgolette e la presenza del verbo introduttivo reggente); il monologo interiore (il personaggio rivela i suoi pensieri, anche quelli più nascosti, senza rivolgersi ad un destinatario né reale né immaginario); il flusso di coscienza (libero fluire di associazioni mentali, senza alcun segno di interpunzione e di apparente collegamento logico tra le idee).
Mattia Pascal è un antieroe moderno che per sfuggire alla sorte che il destino gli ha affidato, approfitta di un malinteso per crearsi una nuova vita, una nuova occasione. Un’occasione impossibile da cogliere. Le vicende che lui stesso, in prima persona, narra al lettore, raccontano di un uomo inetto, mediocre, alle prese con la vita, in balia di domande esistenziali e disorientato davanti al corso, della propria esistenza. Non a caso nel finale del racconto il protagonista constaterà di non poter essere altro al di fuori di Mattia, anche dopo aver tentato di essere Adriano Meis, il suo alter ego attraverso il quale aveva cercato di vivere la sua nuova vita lontano da tutto quello che lo rendeva immobile, instabile e precario. Il protagonista si è illuso di poter rientrare nella “forma” originaria,tornato a Miragno,Pascal scopre che gli è ormai impossibile essere ciò che era,e infine si reca a meditare sulla sua tomba e a chi gli chiede chi sia risponde: “io sono il fu Mattia Pascal”.
STORIA
La propaganda nazista:la menzogna come strumento per il potere
Il modello fascista di Stato, fu imitato, dalla Germania nazista, anche dal punto di vista dello strumento che più di ogni altro, con la nascita del cinema e della televisione, venne utilizzato per la diffusione del regime tra le masse, ossia la propaganda, ma, a differenza di Mussolini, il fuhrer del grande reich, fu in grado di avvalersi di quello che può lecitamente e probabilmente definirsi come il più grande talento propagandista del secolo scorso, Joseph Goebbels.
Grazie a questo uomo, l’ideologia nazional-socialista divenne il punto di riferimento nella vita quotidiana di ogni tedesco, il fine a cui ogni ariano doveva arrivare.
Goebbels era uno straordinario oratore e il suo eccezionale talento contribuì non poco alla scalata al potere del nazismo, ossia di una piccola formazione politica che, nel giro di pochi anni, sarebbe stata in grado di conquistare l’indiscussa supremazia, prima sulla Germania, poi sull’intera Europa.
Negli anni che precedettero la sua nomina a cancelliere del reich, Adolf Hitler utilizzò sempre con maggior frequenza Goebbels, nell’opera di persuasione delle masse, completamente infervorate ed estasiate dai suoi arditi ed infuocati comizi, incentrati sulla necessità di riportare la Germania umiliata dalle potenze vincitrici, allo splendore di un tempo.
Nominato capo dell’ufficio della propaganda nel 1929, Goebbels concentrò nelle sue mani un potere smisurato, con la nomina a ministro della stessa e con l’assunzione, nel novembre 1933, della guida della neonata camera della cultura, avente l’assoluto controllo su cinema, musica, stampa, teatro, radio, arte e televisione.
Fu comunque la radio, sempre più diffusa nelle case dei tedeschi, lo strumento maggiormente utilizzato, per l’indottrinamento delle masse, da parte del potentissimo ministro, che, prima di ogni altro, colse la grandi potenzialità del nuovo mezzo mediatico.
Scopo del regime era di creare l’immagine di una potenza destinata al dominio assoluto sotto l’egida del suo fuhrer invincibile, guida e condottiero del supremo popolo ariano; nell’immaginario del ministero della propaganda, Adolf Hitler, doveva apparire, agli occhi dei tedeschi, come una divinità, come una entità al di sopra di tutti e di tutto, cui riservare cieca devozione.
La propaganda nazista produsse documentari e film, volti ad affermare le dottrine codificate nel Mein Kampf e dunque a persuadere i tedeschi circa la necessità di eliminare quelle che venivano considerate le razze etnicamente inferiori, ad inculcare la più totale devozione e fiducia nel proprio fuhrer e ad affermare la grandezza di un reich che sarebbe durato almeno 1000 anni.
Goebbels, che fu tra l’altro uno dei più fervidi sostenitori della persecuzione degli ebrei, che ideò la famigerata "notte dei cristalli", organizzò raduni di massa, affidando all’esteta del III reich Albert Speer, l’incarico di creare la giusta ambientazione, le giuste geometrie, improntate a mettere in rilievo l’idea di grandezza e di dominio; da questo punto di vista il raduno di Norimberga del 1934 rappresentò la massima espressione della megalomania e della maestosità voluta dal potentissimo ministro della propaganda.
Nella arena progettata e voluta da Speer, ispirata all’idea di grandiosità, di fronte ad una folla sterminata, di fronte alle milizie, schierate con i loro stendardi, preannunciato dal suono delle trombe, un unico uomo, Adolf Hitler, idolatrato come un Dio, attraversò quella massa di persone deliranti fino a raggiungere il palco, ove un complesso e particolare gioco di luci contribuì a fargli assumere una dimensione quasi soprannaturale; nulla fu lasciato al caso, ogni particolare, ogni minimo dettaglio fu studiato a tavolino, in maniera quasi maniacale, da Speer e da Goebbels.
Le riprese di quel maestoso raduno, furono affidate alla geniale regia di Leni Riefensthal e da esse nacque un autentico capolavoro "Il trionfo della volontà", ove la grande regista raggiunse in pieno lo scopo voluto da Goebbels, ossia quello di creare l’ immagine di un guerriero invincibile, indiscusso capo di una nazione stretta nella più totale devozione per la sua guida suprema.
Ma l’occasione più ghiotta, per far conoscere, agli occhi del mondo, la potenza e la grandezza del III reich, fu però rappresentata dalle olimpiadi di Berlino del 1936, la cui documentazione venne affidata di nuovo, dal ministero della propaganda, alla grande Leni Riefensthal, che, in quell’occasione, superò sé stessa, creando lo straordinario "Olympia", in cui si evidenziò la morbosa attenzione per ogni particolare volto ad esaltare il culto della perfezione fisica, incarnata nel mito della pura razza ariana.
Hitler affermò:
"Le masse sono abbagliate più da una grande bugia che da una piccola".
INGLESE
THE PICTURE OF DORIAN GRAY
Another period in which appearance and reality are dominating is the Victorian age.
Oscar Wilde (1854-1900) became the embodiment of the Aesthetic movement. He was born in Dublin by a wealthy protestant family; he attended the college in Dublin and then Oxford, following the lectures of the most important members of the Aesthetic movement, Ruskin and Pater. He was then accused of homosexual practices and was imprisoned for two years; when he was released he was poor and unknown.
His first book was a collection of fairytales, “The happy prince and other tales”. He became famous with his theater comedies (such as “The importance of being Earnest”)
His most famous work is “The portrait of Dorian Gray”. It’s the novel of the cult of Beauty, the emphasis of senses, the life as a work of art. In this novel, there’s the theme of dualism and even the contrast art-life; Dorian’s death can also mean that nobody can live among pleasures and crimes without moral implications, because in the end he has to pay for his sins.
Oscar Wilde writes and publishes “The picture of Dorian Gray”. He adopted the aesthetic ideal, looking for an escape from a reality that he doesn’t recognize in his beauty. Basil Hallaward, a famous English painter,is fashinated by the beauty of a young man,dorian gray, and decises to portrait him. At the beginning Dorian gray is still a very innocent man, but Lord Wotton introduces him to the philosophy of a new hedonism,a life of pleasure founded on youth and beauty. Dorian begins to think that beauty is the only worthwhile aspect of life. When the portrait was finished,Dorian wishes that the portrait would grow old in his place. While the young man’s desires are satisfied, including the one of eternal youth ,the sign of age,experience and vice appear on the portrait. Dorian lives only for pleasure,making use of everybody and letting people die because of his insensivity. Since its beauty consisted in his internal purity,the portrait in the picture grows as old as dorian’s soul gets stained of sins. When the painter seens the corrupted mage of the portrait, Dorian kills him. Later dorian wants to free himself of the portrait,witness to his spiritual corruption,and stabs it, killing himself. In the moment of death the picture returns to its original purity,and dorian’s face becomes “withered , wrinkled and loathsome”.
MATEMATICA
LA RICERCA OPERATIVA
L'uso della ricerca operativa nacque durante la seconda guerra mondiale. Attraverso l'uso della RO il matematico G.Monge affrontò un problema di trasporti esaminandone gli aspetti economici. Il progresso della RO è dovuto alla seconda guerra mondiale. I responsabili militari inglesi si rivolsero agli scienziati per chiedere il loro aiuto, quando iniziò l'attacco aereo tedesco sulla Gran Bretagna. L'aiuto specifico chiesto agli scienziati riguardava l'adozione del radar nella strategia di difesa aerea. Piccoli gruppi di scienziati, provenienti da diverse discipline, lavorarono su questi problemi con notevole successo nel 1939,1940.
Bisogna ricordare anche lo studio fatto dagli americani per fornire i reparti militari che operavano in Africa o in Europa, in modo da rendere minime le perdite causate dagli attacchi aerei tedeschi. Si trattava di scegliere tra convogli di grosse dimensioni e superdifesi e piccoli convogli con una difesa più agile e meno dispendiosa. Per la cronaca fu scelta questa seconda via. Dopo la guerra, questi operatori vennero, poco a poco, assorbiti dall'industria, dalle aziende di consulenza, da università e da organizzazioni statali. Oggi la maggior parte delle grandi imprese si serve della RO.
FASI DELLA RO:
1. Formulazione di un problema e la Raccolta Dati
E' necessario determinare gli obiettivi appropriati e i vincoli da porre. Questa fase è fondamentale, perché influenza molto le conclusioni dello studio e pota alla seconda fase dello studio cioè la raccolta dei dati.
2. Costruzione del modello matematico
Raccolti i dati bisognerà creare il modello matematico (rappresentazione della situazioni reale espressa in termini di simboli ed espressioni matematiche). Ci sarà sempre una funzione obbiettivo da massimizzare (ricavi, profitti, vendite) o minimizzare (costi, perdite, macchinari, infrastrutture); tale funzione dipenderà da una o più variabili d'azione di cui si dovranno determinare i rispettivi valori. Tutto questo sarà rappresentato nel modello da equazioni e da disequazioni.
3. Ricerca di una soluzione
Creato il modello matematico, si cerca, se esiste, la soluzione ottimale, o con i metodi della matematica classica, o con metodi di analisi numerica. Poiché un modello non è mai una rappresentazione perfetta del problema reale, la soluzione non sarà mai la migliore soluzione del problema.
4. Controllo del modello e della soluzione
Trovata la soluzione ottimale nel modello, bisogna confrontarla alla realtà e valutarla.
5. Attuazione e aggiornamento della soluzione
I risultati devono essere praticamente attuati, dopo essere stati accettati da coloro che devono prendere delle decisioni. A questo punto si fa l' ultima prova e valutazione della ricerca. Infine, se la decisione oggetto dello studio dovrà essere presa più volte, bisognerà controllare il modello in modo che si adegui sempre più alla realtà, e se occorre, aggiornarlo.
Classificazione dei problemi di scelta
Problemi discreti e continui
• Discreti: quando le variabili d’azione possono assumere solo valori interi all’interno dell’area ammissibile
• Continui: quando le variabili possono assumere tutti i valori reali dell’area ammissibile
Problemi in condizioni di certezza o di incertezza
• In condizioni di certezza: in cui i dati sono sicuri e frutto di indagini precise(problemi di scorte)
• In condizioni di incertezza: in cui i dati sono legati a eventi casuali,che hanno una certa probabilità di verificarsi (criterio del valor medio,pessimista e ottimista)
Problemi con effetti immediati o differiti
• Effetti immediati: se il tempo fra la decisione e la realizzazione non influisce sulle grandezze economiche in questione
• Effetti differiti: se invece è rilevante il tempo fra una scelta e i suoi effetti,come per esempio negli investimenti finanziari o industriali(criterio dell’attualizzazione)
Problemi di scelta nel caso continuo
Costi= spese per macchinari, mano d’opera, materiali, consumi energetici,affitti e possono essere:
• Costi fissi: non dipendono dalla quantità x dei beni prodotti e venduti
• Costi variabili: dipendono dalla quantità x dei beni prodotti e venduti
C(x)=costo totale
• Ricavo: è ciò che ottiene un’azienda dalla vendita dei suoi prodotti. Lo indichiamo con R(x),dove R(x)=p*x;cioè il prodotto del prezzo unitario di vendita p per la quantità x di prodotto venduto
• Profitto o guadagno o utile= Lo indichiamo con U(x). Abbiamo la relazione u(x)=r(x)-C(x): il profitto è la differenza fra il ricavo e il costo totale.
Vincoli= sono le condizioni a cui sono soggetti le variabili d'azione, vengono espressi mediante equazioni o disequazioni e si possono classificare in: vincoli di segno, utilizzati per indicare che le variabili d'azione possono assumere valori positivi oppure non nulli e i vincoli tecnici, vengono utilizzati per indicare la massima disponibilità di risorse e sono espressi da equazioni o disequazioni.
Funzione obiettivo= la funzione obiettivo in un problema di scelta è una funzione di due o più variabili, dette variabili d'azione, ed esprime il fine in base al quale si intende effettuare la scelta.
Variabili d’azione=Sono le quantità che definiscono il problema e possono essere soggette a limitazioni, cioè non possono assumere tutti i valori reali o interi.
Applicazione della ricerca operativa
Problemi di scorte(certezza)
Il problema degli stock o delle scorte riguarda quindi i commercianti o tutti coloro che in qualche modo sono produttori di beni.
Se si vuole vendere un bene,bisogna che questo sia disponibile in quantità ottimale in magazzino.
1. I tempi di consegna siano nulli, cioè le consegne avvengano subito dopo l’ordinazione, rendendo possibile effettuare quest’ultima al momento dell’esaurimento delle scorte.
2. Il consumo sia costante per ogni unità di tempo, cioè la quantità di materie prime ordinata sia sempre la stessa e le ordinazioni vengano fatte ad intervalli regolari.
3. I prezzi di acquisto non subiscano variazioni nel tempo, cioè non influenzino l’acquisto di maggiori o minori quantità di merce.
1. Costo di ordinazione: ∙ Ogni ordinazione comporta una spesa che è indipendente dalla quantità ordinata &; è un costo fisso che deriva da spese di corrispondenza e trattative con i fornitori, da spese amministrative di carico e scarico, da spese legali. Nota la quantità di materia prima ;, occorrente in genere in un anno, < 3 è il numero = di ordinazioni da effettuare nello stesso intervallo di tempo. Il prodotto si chiama, appunto, costo di ordinazione, riferito ad un anno.
2. Costo di magazzinaggio:Decorre dal momento dell’ingresso della merce in magazzino sino al momento del prelievo e deriva dalle spese per la conservazione della merce (assicurazione contro danni o furti, sorveglianza, deperimento della merce). Esso si calcola in percentuale o proporzionalmente alla scorta media , media aritmetica tra la giacenza massima & e minima zero, prende il nome di giacenza media delle scorte in magazzino. Indicato con > il costo unitario della scorta nello stesso intervallo di tempo.
3. Costo di acquisto del materiale : è riferito ad ogni unità di merce acquistata ed è comprensivo delle spese di trasporto. Occorre distinguere il caso in cui è costante da quello in cui si prevedono riduzioni per acquisti superiori ad una certa quantità.
DIRITTO
IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
Il Capo dello Stato rappresenta l’unità nazionale(art.87 Cost),è il vertice ideale dell’organizzazione statale che ha alla propria base il popolo,è un organo costituzionale,garante della costituzione,è il simbolo dell’unità del popolo italiano.
L’elezione del Presidente della Repubblica avviene in modo indiretto,in quanto viene eletto da un’assemblea formata dal Parlamento in seduta comune,integrato da tre delegati per ogni Regione(tranne Valle d’Aosta). Di regola l’assemblea deve essere convocata,dal Presidente della camera dei deputati 30 giorni prima della scadenza del mandato presidenziale,però la convocazione deve avvenire entro 15 giorni dall’interruzione anticipata del mandato. L’elezione avviene a scrutinio segreto,viene eletto chi ottiene almeno due terzi dei componenti dell’assemblea in uno dei primi 3 scrutini oppure se nelle prime tre votazioni non si raggiunge il quorum,della maggioranza assoluta dei componenti dell’assemblea dal quarto scrutinio in avanti.
Per l’elezione del pdr sono necessari: la cittadinanza italiana,che abbia il godimento dei diritti civili e politici e almeno 50 anni d’età. Dura in carica 7 anni dal momento del giuramento, è rieleggibile,alla fine del mandato presidenziale diventa senatore di diritto e a vita. L’incarico di pdr è incompatibile con qualsiasi altra carica.
Se durante il corso del mandato il pdr non è in grado di svolgere le sue funzioni a causa di un impedimento può essere sostituito dal Presidente del Senato. Se l’impedimento è temporaneo, il Presidente del Senato svolge le sue funzioni da supplente,se invece è permanente,il Presidente della camera dei deputati deve convocare l’assemblea elettiva per votare il nuovo Capo dello Stato.
Al Presidente della Repubblica sono riconosciute le seguenti prerogative:
- irresponsabilità giuridica; il pdr non è responsabile giuridicamente per gli atti compiuti nell’esercizio delle sue funzioni(art.90 com.1 Cost.). l’irresponsabilità è integrata dalla controfirma ministeriale,con la quale i singoli ministri o il Governo si assumo la responsabilità degli atti presidenziali.
-la tutela penale: la legge punisce i reati di attentato alla vita,all’incolumità o alla libertà personale o di offesa nei confronti del pdr.
-le prerogative economiche le; comprendono un assegno personale per la carica ricoperta e una dotazione patrimoniale.
Il Capo dello Stato è responsabile per (art.90 com.1 Cost):
-alto tradimento: consiste nella violazione dell’obbligo di fedeltà della Repubblica
-attentato alla Costituzione: consiste in un’attività diretta a modificare in modo illegale il regie politico-costituzionale o a violare i principi della Costituzione.
Il Presidente della Repubblica è messo in stato d’accusa dal Parlamento in seduta comune a maggioranza assoluta,e se quest’ultimo decide di procedere nei sui confronti ,il pdr viene giudicato dalla Corte Costituzionale. Per gli atti privati viene giudicato dalla magistratura ordinaria.
Il Presidente della Repubblica viene giudicato da una Corte Costituzionale che viene integrata da 16 nuovi membri(sorteggiati: magistrati, prof.Universitari, avvocati) a maggioranza assoluta e a scrutinio segreto. La Corte Costituzionale può disporre in via cautelare la sospensione della carica del Presidente della Repubblica.
La procedura d’accusa:
-istruzione: è compiuta dal presidente della corte costituzionale e consiste nell’interrogatorio del Capo dello Stato
-udienza: dopo che il presidente della Corte ha esposto una relazione al collegio si svolge il dibattito tra accusa e difesa
-al termine del dibattito la Corte si riunisce in camera di consiglio e pronuncia a maggioranza una sentenza di assoluzione o condanna.
La Corte costituzionale,se ritiene che il Capo dello Stato sia responsabile dei due reati,oltre che alla decadenza della carica come sanzione di natura accessoria,può applicare al Capo dello Stato altre sanzioni costituzionali,civili, amministrative.
La sentenza della Corte deve essere pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale ed è definitiva,se invece da fatti nuovi risulta che i reati non sussistono si può richiedere la revisione della sentenza di condanna.
Nell’esercizio delle due funzioni il pdr emana gli atti presidenziali che possono essere:
-atti sostanzialmente presidenziali o in senso stretto; sono provvedimenti la cui competenza spetta in modo esclusivo al pdr e non richiedono il consenso del Governo. Se il Presidente del Consiglio si rifiuta di controfirmare un atto presidenziale,il pdr può sollevare un conflitto di attribuzione tra i poteri dello stato davanti alla Corte Costituzionale.
-atti formalmente presidenziali o governativi in senso stretto: sono provvedimenti che il pdr emana su iniziativa e consenso del Governo.
Per quanto riguarda il potere legislativo:
- sciogliere una o entrambe le camere
- indire le nuove elezioni e fissare la prima riunione delle nuove camere
- inviare messaggi
- promulgare o rinviare la legge alle camere
Riguardo al potere esecutivo:
- nomina il presidente del consiglio e i ministri
- autorizza la presentazione dei disegni di legge
- nomina gli alti funzionari dello stato
- presiede il consiglio supremo di difesa
- comanda le forze armate.
Per quanto riguarda il potere giurisdizionale:
- concede la grazia e communa le pene
- presiede il CSM
- nomina 5 giudici della corte costituzionale..
Per quanto riguarda la rappresentanza nazionale:
: - conferire le onorificenze della repubblica
- nominare i 5 senatori a vita Il presidente inoltre
-rappresenta lo stato nei rapporti con gli altri stati
- accredita e riceve gli ambasciatori degli altri stati
- ratifica i trattati internazionali
– dichiara lo stato di guerra deliberato dalle camere
ECONOMIA POLITICA
L’ELUSIONE FISCALE+CASO D&G
L’introduzione di un’imposta può provocare una reazione da parte del contribuente,il quale , se ne ha la possibilità, tende ad alleggerire o addirittura a evitare il peso dell’imposizione con diversi tipi di comportamento:
-continua a svolgere la sua precedente attività,ma riesce a sottrarsi al pagamento dell’imposta; ciò può avvenire con mezzi illeciti (evasione) o senza violare formalmente la legge (elusione).
- modifica la sua attività economica nel settore a cui si riferisce l’imposta: può ridurre la produzione o l’utilizzazione della ricchezza (rimozione negativa) o può aumentarla (rimozione positiva).
-paga l’imposta,ma ne scarica il peso su altri soggetti grazie a vari meccanismi di modificazione dei prezzi (traslazione, ammortamento, diffusione).
L’evasione consiste nella violazione d’’obbligazione tributaria mediante l’occultamento, totale o parziale, della materia imponibile. L’evasore totale non fornisce agli uffici fiscali le dichiarazioni,sottraendosi in tal modo all’imposta dovuta. L’evasore parziale,pur non omettendo le dichiarazioni fiscali,rivela solo una parte della materia imponibile, pagando le imposte solo per la parte dichiarata.
L’elusione si configura quando il soggetto pone in essere operazioni o atti che, pur essendo leciti, non hanno in se alcuna giustificazione economica e sono diretti esclusivamente ad aggirare(eludere) obblighi o divieti previsti dalle leggi fiscali in modo da ottenere un’indebita riduzione del carico tributario. Tale fenomeno, era già noto e studiato dalla dottrina tedesca verso la metà degli anni 50 del secolo scorso . Siamo, dunque, di fronte ad un comportamento voluto, non simulato, non vietato dall’ordinamento e consistente nell’impiego abnorme di un istituto consentito dalla legge ai fini di risparmio d‟imposta. Diversa è la reazione dei singoli ordinamenti nazionali al fenomeno dell’elusione . Alcuni, come quello tedesco e quello svizzero contengono da tempo una clausola generale (Generalklausel) che permette al fisco di applicare alla fattispecie elusiva il tributo corrispondente alla fattispecie elusa. L’ordinamento anglosassone ha elaborato degli standard di valutazione dell’illegittimità della elusione c.d. illegittima caratterizzati dalla irragionevolezza del comportamento secondo il business purpose (intento negoziale) e dallo smembramento del comportamento complessivo del contribuente nelle sue parti componenti. Nel nostro ordinamento mancavano, fino ad epoca recente, sia disposizioni che consentissero di distinguere tra elusione fiscale legittima ed illegittima sia disposizioni che indicassero la reazione dell’ordinamento nel caso di violazione di principi del sistema. Si è, quindi, iniziato a contrastare il fenomeno dell’elusione con il criterio casistico, nel senso che sono state legalmente previste e sanzionate le fattispecie elusive a mano a mano che esse emergevano dall‟esperienza pratica.
Secondo la normativa italiana quindi, non sono opponibili all'amministrazione finanziaria gli atti, fatti e negozi, anche collegati tra di loro, che siano contemporaneamente: privi di valide ragioni economiche, diretti ad aggirare norme tributarie e volti a ottenere una riduzione del carico fiscale altrimenti indebita.
Al verificarsi di tali condizioni, l'amministrazione finanziaria può disconoscere l'effetto fiscale riveniente da tali operazioni richiedendo al contribuente le maggiori imposte che avrebbe pagato compiendo l'operazione direttamente senza l'aggiramento elusivo.
L'amministrazione finanziaria, prima di emettere un avviso di accertamento al fine di applicare la fattispecie impositiva elusa, deve instaurare (a pena di nullità dell'atto impositivo) un contraddittorio con il contribuente, in modo tale che quest'ultimo possa fornire chiarimenti, sull'eventuale esistenza di valide ragioni economiche degli atti, fatti, negozi giuridici posti in essere, entro sessanta giorni dalla richiesta dell'amm. finanziaria. L'avviso di accertamento deve poi essere motivato tenendo conto anche delle spiegazioni fornite dal contribuente (art. 10-bis, commi 6, 7 e 8 della legge 27 luglio 2000, n. 212).
Dopo le recenti pronunce della Corte di Cassazione l'elusione ex art. 37-bis D.P.R. 600/1973 poteva essere sanzionata sia amministrativamente sia penalmente (si veda Cass. pen., 28 febbraio 2012, n. 7739 leading case D&G).
La norma antielusiva prevede come "sanzione" il solo disconoscimento dei vantaggi fiscali ottenuti in assenza di valide ragioni economiche (art. 10-bis, comma 1 della legge 27 luglio 2000, n. 212). La giurisprudenza aveva interpretato, anche se in forte contrasto con una parte della dottrina, la normativa vigente come sanzionabile sul piano penale e amministrativo, sostenendo che il giudice in sede penale doveva valutare se applicabili gli articoli 4 e 5 del D.Lgs. n. 74 del 2000 (rispettivamente dichiarazione infedele e omessa dichiarazione).
Glie effetti dell’elusione sono: la riduzione del gettito delle imposte, sperequazione nella distribuzione del carico tributario e distorsioni nella concorrenza. Infine il contribuente può rivolgersi all’Agenzia delle entrate per un parere sulla correttezza fiscale di determinate operazioni che intendono compiere(istanza di interpello).
IL CASO D&G
Ho approfondito un caso concreto di elusione fiscale conclusosi nel 2015,il caso riguardante la famosa casa di moda italiana D&G,accusata di elusione e reato di omessa dichiarazione a causa della riorganizzazione imprenditoriale relativa ai marchi “D&G” e “Dolce&Gabbana”. Le due società italiane erano state collegate a due società di nazionalità lussemburghese( Dolce&Gabbana Luxemburg e la Gado s.a.r.l). La prima controllava la totalità di quote della seconda,che aveva acquisito non solo i marchi di nazionalità italiana,ma anche la tutela e la gestione di essi. Il fisco e i giudici di primo e secondo grado avevano ritenuto esterovestita la società Gado s.r.l., in quanto la modifica della struttura societaria italiana non era stata accompagnata inizialmente dell’assunzione del personale dipendente e le direttive imprenditoriali apparivano sempre definite dalle società italiane che non gestivano più i marchi. Quindi, se ne deduceva che l’operazione di ristrutturazione avesse come unico interesse quello di un ingente risparmio d’imposta,ovvero pagare sulle royalties solo il 4% al fisco lussemburghese. Le sentenze dei giudici di primo e secondo grado accusano i due stilisti di estero vestizione e reato di omessa dichiarazione. Ma la sentenza definitiva della Corte di Cassazione penale ha ritenuto reale ed effettivo il trasferimento della proprietà dei marchi della società estera Gado s.a.r.l. e di conseguenza non sussistenti gli elementi oggettivi della contestazione. Soprattutto, ha affermato il principio che la circostanza che una società venga creata in uno stato europeo per fruire di una legislazione fiscale più vantaggiosa non costituisce abuso della libertà di stabilimento né che,per ciò solo, si possa presumere l’elusione fiscale.
ECONOMIA AZIENDALE+CASO PARMALAT
Il bilancio d’esercizio è un documento contabile che fornisce informazioni sulla situazione patrimoniale,finanziaria ed economica della società,è uno strumento di conoscenza della gestione,e di comunicazione delle informazioni ai soggetti interni all’azienda(azionisti e personale dipendente) e a quelli esterni(banche,risparmiatori,fornitori,clienti ecc).
Secondo l’art.2423 comma 2 del codice civile,la clausola generale enuncia che il bilancio deve essere redatto con chiarezza e deve rappresentare in modo veritiero e corretto la situazione patrimoniale, finanziaria ed economica della società. Inoltre i principi di redazione sono:
-principio della prudenza
-principio della continuità aziendale
-principio della prevalenza della sostanza sulla forma
-principio della competenza economica(matching principle)
-principio della valutazione separata
-principio della costanza dei criteri di valutazione
I principi contabili si distinguono in due categorie:
-principi contabili generali o postulati che riguardano il bilancio nel suo complesso
-principi contabili applicati che concernono le singole voci
I principi contabili italiano vengono stabiliti dall’ OIC (organismo italiano di contabilità).
A livello internazionale invece ricordiamo lo IASB(international accounting standards board) e ha elaborato i nuovi principi contabili internazionali denominati IFRS(International financial reporting standards)
Il bilancio di un’azienda è composto di “dati oggettivi“, riferibili cioè a valori numerici riscontrabili nei fatti, e di “dati di stima“. Questi ultimi riguardano valori che l’azienda attribuisce a voci di bilancio che devono essere aggiornate ogni anno in considerazione delle variazioni dei mercati d’interesse.
Quindi per alterare il bilancio si usano due tipi di falsificazioni: il “falso materiale”, realizzato manipolando i dati oggettivi e il “falso in valutando”, realizzato attraverso l’alterazione dei dati di stima.Esistono anche altre classificazioni del reato come il “falso qualitativo” e il “falso per induzione”. Il primo si attua alterando dati che non modificano il risultato economico o l’entità complessiva del capitale, ma cambiano comunque la rappresentazione che viene fornita. Il secondo si ha quando si manipola un bilancio attraverso l’inclusione di dati falsi provenienti da bilanci di altre società, questo si verifica spesso nei gruppi. La figura del revisore contabile ha il compito di controllare la correttezza e la veridicità del bilancio preparato dall’azienda. Questi possono essere accusati di cattiva qualità dei controlli o addirittura di complicità o favoreggiamento con gli amministratori che hanno preparato quel bilancio.
FINI DEL FALSO IN BILANCIO
Falsificando i bilanci, attribuendosi crediti o garanzie che in realtà sono inesistenti o minori di quanto pubblicamente evidenziato, si vuole migliorare la reputazione commerciale dell’azienda al fine di ottenete più agevolmente i finanziamenti ricercati. In questo modo si truffano le banche, gli istituti di credito e i fornitori che devono valutare le condizioni di pagamento da concedere all’azienda.
Un altro scopo del falso in bilancio consiste nel raggiungere accordi e alleanze con altre aziende, presentando loro un quadro falsamente ottimistico sulle potenzialità dell’azienda. In questo modo s’inganna chi acquisisce nuove quote di proprietà basandosi su quelle false informazioni e s’inganna il mercato borsistico. Il falso in bilancio ha anche effetti sulla distribuzione dei dividendi commisurati ai risultati aziendali dichiarati, alterabili quindi in vantaggio o in debito degli azionisti.
Inoltre la falsificazione contabile è usata per la creazione di una liquidità parallela e illecita (nascosta e non ufficiale) dell’azienda: i cosiddetti fondi neri, spesso utilizzati per commettere reati come la corruzione o il riciclaggio di denaro sporco, l’evasione fiscale e l’indebito arricchimento di soggetti capaci di appropriarsi delle somme occultate.
FALSO IN BILANCIO NELL’ORDINAMENTO CIVILE
Nel 2002 il governo Amato inviò al Parlamento un disegno di legge su questa materia. L’anno successivo il Governo Berlusconi riprese quel disegno di legge, il Parlamento lo modificò e lo approvò, depenalizzando di fatto il reato. Il decreto legislativo del 2002 divise in due il reato:
• Il primo reato (denominato "false comunicazioni sociali") era regolato dall'articolo 2621 del codice civile e riguardava il comune falso in bilancio e lo sanzionava con l'arresto fino ad 1 anno e 6 mesi.
• Il secondo reato (denominato "false comunicazioni sociali in danno della società, dei soci e dei creditori") era regolato dall'articolo 2622 del codice civile e riguardava invece il falso in bilancio che provocava dei danni alla società, ai soci ed ai creditori e lo sanzionava con la reclusione da 6 mesi a 3 anni. Nel caso in cui il reato fosse commesso da società quotate in borsa esso era punito con la reclusione da 1 a 4 anni. Il reato, inoltre erano punibile solo a querela della società, dei soci o dei creditori.
In entrambi i casi il reato non era punibile nei casi in cui:
• le falsità e le omissioni non alteravano in maniera sensibile la rappresentazione della situazione economica, patrimoniale o finanziaria della società o del gruppo al quale essa appartiene;
• le falsità e le omissioni non determinano una variazione del risultato economico di esercizio, al lordo delle imposte, non superiore al 5%;
• le falsità e le omissioni non determinano una variazione del patrimonio netto superiore all'1%
• le falsità e le omissioni sono conseguenza di valutazioni estimative che, singolarmente considerate, differiscono in misura non superiore al 10%
LEGGE N. 69/2015
Il falso in bilancio è oggi regolato da quattro articoli del Codice Civile:
• l’articolo 2621 (“false comunicazioni sociali”)
• l’articolo 2621-bis (“fatti di lieve entità”)
• l’articolo 2621-ter (“non punibilità per particolare tenuità del fatto”)
• l’articolo 2622 (“false comunicazioni sociali nelle società quotate”)
Il 27 maggio del 2015, con la Legge n. 69/2015, conosciuta come “Legge anti corruzione”, in materia di delitti contro la pubblica amministrazione, di associazioni di tipo mafioso e di falso in bilancio, il Governo Renzi ha riscritto completamente il reato di falso in bilancio, eliminando la depenalizzazione del 2002 e riportando il reato in ambito penale. La nuova norma oggi distingue tra:
Il reato di false comunicazioni sociali ( art. 2621 cc.) è posto a carico dei promotori, dei soci fondatori, degli amministratori, dei sindaci, dei direttori generali e dei liquidatori che "fraudolentemente espongono fatti non rispondenti al vero sulla costituzione o sulle condizioni economiche della società o nascondono in tutto o in parte fatti concernenti le condizioni medesime,le società vengono sanzionate come reati di “pericolo” e non più di “danno”,ciò vuol dire che,mentre prima per verificare l’esistenza del falso in bilancio era necessario che qualcuno chiamasse in giudizio la società per il danno subito,oggi invece è possibile per il giudice procedere d’ufficio,su semplice segnalazione di reato anche motivata dall’Agenzia delle Entrate o dalla Guardia di Finanza.
Il terzo comma del nuovo art. 2621 recita che: "La punibilità è esclusa se le falsità o le omissioni non alterano in modo sensibile la rappresentazione della situazione economica, patrimoniale o finanziaria della società o del gruppo al quale essa appartiene"
IL CRAK PARMALAT
Si tratta di uno dei più grandi casi di bancarotta fraudolenta a livello mondiale. Il buco si aggira intorno ai 14 miliardi di Euro, 7 dei quali riguardano prestiti obbligazionari. I risparmiatori italiani coinvolti sono circa 130.000 tra azionisti, che si sono visti praticamente azzerato il valore del loro patrimonio, e sottoscrittori di obbligazioni per circa 2 miliardi di Euro.
Il direttore Calisto Tanzi viene invitato a fornire al mercato maggiori informazioni circa la situazione economico finanziaria del gruppo Parmalat, ma lo stesso glissa la richiesta adducendo che l'imminente approvazione del bilancio riferito all'esercizio del 2002 avrebbe dissipato ogni dubbio. Ma proprio il bilancio del 2002, approvato a fine Marzo, alimenta i dubbi della comunità finanziaria. La società pur dichiarando una liquidità superiore a 4 miliardi di euro continuava a richiedere finanziamenti, soprattutto sotto forma di prestiti obbligazionari.
L'anomalia viene giustificata dalla Parmalat sulla base che l'elevato grado di liquidità avrebbe consentito al gruppo di consolidare la sua politica di espansione, poiché, solo grazie a somme prontamente disponibili, si sarebbero potute cogliere le opportunità d'investimento che si fossero presentate sul mercato. Una balla abbastanza evidente. Tuttavia tale giustificazione ai più è parsa sufficiente, infatti né il collegio sindacale (organo di vigilanza interno alla stessa società), né le società di revisione del bilancio esprimono alcun rilievo critico in merito alla situazione della società. Tantomeno le agenzie di rating accennano ad un declassamento. Anche la Consob ci va con i piedi di piombo, quasi avesse timore a smascherare un'evidente colossale frode societaria. L'autorità di vigilanza tuttavia richiede con sempre maggiore insistenza chiarimenti ed informazioni.
Viene prodotto un documento falso, che attesta disponibilità liquide presso la Bank of America per 3,95 miliardi di euro. Nonostante ciò a smascherare lo scandalo non è né l'evidenza dello stato dell'arte né le ispezioni e le verifiche, ma il normale corso degli eventi. Il 9 Dicembre Parmalat deve rimborsare un prestito obbligazionario di 150 milioni di Euro ma prende tempo fino al 15 Dicembre. Com'è possibile che una società che dichiara 4 miliardi di pronta liquidità non riesca a rimborsare 150 milioni di Euro? Finalmente la Consob (apriti cielo) chiede alla Gran Thornton, una delle due società di revisione, di verificare l'esistenza della liquidità presso la Bank of America sottoponendo alla stessa il documento che attestava l'esistenza del saldo di conto corrente.
Il 17 Dicembre la Bank of America comunica che quel documento è falso, quindi i soldi non esistono. Il 18 Dicembre vengono informate le procure di Milano e di Parma, vista la rilevanza penale di molti dei comportamenti emersi. Parmalat è insolvente ed il buco è colossale. L'intervento dello Stato italiano ha salvato la società dal fallimento ma non i singoli risparmiatori dalle perdite subite. Dalle successive indagini giudiziarie è emerso che il buco, da qualcuno, giustamente, definito voragine, ha origini ben lontane, si parla di fine anni 90. Com'è possibile che nessuno abbia mai rilevato anomalie?
Eppure i segnali c'erano, anche a fronte di bilanci falsati. Ad una rapida crescita del gruppo non è mai corrisposto un aumento della redditività, semmai un suo progressivo deterioramento accompagnato da un livello d'indebitamento sempre più elevato, per non parlare di una vasta rete di società collegate costituite tra i Caraibi e le isole Cayman, rivelatisi il perno della mega truffa. Insomma il gruppo Parmalat non ha mai brillato in trasparenza, ma nessuno sa o hai mai saputo, tant'è che persino a ridosso del default, il 29 Settembre del 2003, veniva effettuata l'ennesima emissione obbligazionaria accompagnata da un rating come sempre elevato. E i soggetti che avrebbero dovuto controllare quali: il collegio sindacale, le due società di revisione, la Consob, dov'erano? Dalle indagini giudiziarie sono emersi importanti e stretti legami tra Tanzi e vasti settori della politica che probabilmente hanno influito sulle coperture di cui il gruppo ha goduto. Sul fronte giudiziario Calisto Tanzi è stato condannato in primo grado a 18 anni di reclusione, per tutti gli altri imputati una serie di proscioglimenti e pene minori. È stata riconosciuta la responsabilità delle due società di revisione: la Gran Thornton e la Deloitte and Touche, che hanno nel frattempo risarcito migliaia di parti civili. Sul fronte dei risparmiatori nulla da fare per gli azionisti, mentre gli obbligazionisti stanno ottenendo risarcimenti solo parziali.