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Letteratura: Futurismo – Filippo Tommaso Marinetti - Manifesto del Futurismo (20/02/1909) / Koushun Takami – Battle Royale (1999)
Microbiologia: Prova sperimentale - Competizione e aggregazione dei batteri Pseudomonas Aeruginosa
Biochimica: Azione di Piocianina e Pioverdina, prodotti chiave dei
P. Aeruginosa
Chimica: Separazione, essiccamento e spettrofotometria di Piocianina e Pioverdina
nascita e l’organizzazione dello stato come
“contratto sociale” tra gli uomini e le
caratteristiche che il sovrano di questo stato
dovrebbe avere.
Secondo Hobbes il principio fisiologico che
spinge l’uomo ad una qualsiasi azione è
l’autoconservazione e sotto questo impulso
sarebbe in grado di fare qualsiasi cosa. Però la
natura ha fatto gli uomini tutti uguali in facoltà
fisiche e mentali in quanto sono tutti mortali
allo stesso modo e anche il più forte può essere
infine sopraffatto, ed è da questa uguaglianza di
capacità che nasce anche un’uguaglianza di
possibilità di raggiungere i propri scopi. Questo
è chiamato lo stato di natura dell’uomo ed in
questa situazione ognuno ha la massima libertà
di metodi e mezzi per raggiungere i propri fini
e sono quindi tutti titolari di diritti della stessa
qualità e intensità che gli concedono un potere
illimitato su un qualsiasi oggetto, ma tutti questi poteri illimitati non fanno altro che creare
automaticamente una condizione conflittuale. Allo stato di natura si crea una condizione di
guerra di tutti contro tutti nella quale ognuno cerca di sopraffare gli altri per
accaparrarsi l’oggetto conteso, è la condizione descritta come Homo homini lupus
(l’uomo è lupo per gli altri uomini), nella quale non esiste giusto o sbagliato ma solo utile
o inutile, si ha la facoltà di fare ciò che si vuole nella più totale libertà e dato che non vi è
legge non vi è nemmeno ingiustizia.
Ma è proprio in questo clima competitivo che l’uomo comincia a ragionare e la paura della
morte, l’istinto di autoconservazione appunto, lo induce a sottoscrivere delle clausole di
pace, ovvero le leggi di natura, che lo obblighino a preservare la vita. Le leggi di natura,
in tutto 19, si basano sul diritto di natura cioè sul fatto che ogni individuo ha la libertà di
fare tutto ciò che è necessario per conservare la sua vita, anche agire a danno di qualcuno
che ci minaccia, ed è proprio per non dover applicare fino in fondo questo diritto che si
sono istituite le leggi di natura. La prima legge è quella fondamentale e obbliga a
“Cercare e perseguire la pace”, poi per procedimento logico derivano le altre e dettano
dei comportamenti che garantiscono il rispetto della prima legge, difatti la seconda
afferma che “si deve essere disposti a rinunciare al diritto su tutto e ci si deve accontentare
di avere tanta libertà verso gli altri quanta noi ne concediamo agli altri verso noi stessi”.
Le altre leggi concernono sempre a comportamenti da tenere nelle relazioni con gli altri e
si basano sul fatto che quindi tutti dovrebbero rinunciare al loro potere assoluto dello stato
di natura a favore del concetto “non fare agli altri ciò che non vuoi venga fatto a te”.
Appurato questo si entra nella seconda parte del libro, quella riguardante lo Stato, la sua
nascita e la sua struttura e organizzazione. 6
Stabilite le leggi di natura e la loro azione sorge
spontanea la domanda di come farle rispettare, dato
che allo stato di natura nessuno deciderebbe di
perdere il proprio potere. È a questo punto che si
rende necessario un contratto sociale di tutti gli
uomini nel quale decidano di trasferire tutto il loro
potere nelle mani di un solo uomo o di una sola
assemblea di uomini, in modo che tutte le volontà
vengano ridotte ad una sola ed è proprio questa
moltitudine unita in una sola persona che si chiama
Stato.
Lo stato quindi non è un fenomeno naturale ma
un’aggregazione dettata dalla ragione su impulso
dell’istinto di sopravvivenza che impara che l’unione
fa la forza (visibile anche nell’immagine della
copertina del libro riportata a fianco).
Lo Stato è quindi la forza che costringe l’uomo ad
essere socievole dato che è l’unico avente il potere per farlo. È in questo modo che si
genera il Leviatano, interpretato dal detentore dei poteri assoluti concessigli, al quale sono
affidate tutte le mansioni di pace e difesa degli altri uomini che hanno rinunciato a tutti i
diritti tranne quelli all’integrità fisica e alla vita, cioè la base del patto sociale. Di
conseguenza se il sovrano è lo Stato, i principi dello Stato stesso coincidono con i diritti e
le facoltà del sovrano, egli può quindi: stabilire le leggi, amministrare la giustizia, decidere
la pace e la guerra, scegliere cosa far insegnare e così via… I diritti del sovrano non sono
bilanciati da obblighi legislativi, in quanto lui stesso crea le leggi perché ne ha il potere,
decide il bene e il male e non può essere accusato di ingiustizia, ma da semplici doveri
morali dettati dal patto irrevocabile stabilito con gli altri uomini. Il principale dovere
morale è garantire la sicurezza e solo nel caso lui sia insolvente in questa mansione o
addirittura ne minacci l’incolumità allora il patto decade e i sudditi non sono più costretti
ad obbedire al sovrano, sia esso in forma monarchica (la più accreditata da Hobbes perché
garantisce l’unità della condotta politica), aristocratica o democratica.
Quindi in questo contesto la naturale competizione porta all’aggregazione dell’uomo in
strutture organizzate, più forti del singolo e in grado di tenerlo al sicuro. Perciò i due istinti
sono funzionali l’uno all’altro in una stretta relazione di dipendenza dettata dal fatto che
uno è la miglior risoluzione dei problemi causati dall’altro.
Avendo compreso questa struttura puramente ideale e filosofica si può procedere
all’analisi degli effetti dell’impulso di autoconservazione su soggetti studiati da vicino e
la migliore deduzione di questo processo l’ha avuta Charles Robert Darwin descritta
nell’opera “L’origine della specie” sotto il nome di evoluzionismo biologico e selezione
naturale che gli permisero di sconvolgere la teoria creazionistica cristiana.
7
Biografia:
Charles Robert Darwin nasce a Shrewsbury in Inghilterra
il 12 febbraio 1809, da scolaro lesse il libro The Natural
History of Selburne, testo diffuso in quel tempo, contenente
le osservazioni di campagna scritte dal naturalista Gilbert
White, considerato uno dei padri fondatori della storia
naturale. Darwin ne restò affascinato ed iniziò a
collezionare insetti, rocce e minerali, ad osservare gli
uccelli dei dintorni del paese e a praticare la caccia .
Nel 1828 dopo aver lasciato gli studi di medicina fu
mandato nel Christ's College a Cambridge e lì Darwin fu
fortemente influenzato da personalità scientifiche
quali William Whewell e il botanico ed entomologo John
Stevens Henslow. Questa esperienza, unitamente
all'interesse per le collezioni di coleotteri, che raccoglieva durante le sue frequenti
escursioni in campagna, lo indirizzò verso la storia naturale. Finiti gli studi il ragazzo fu
raccomandato da Henslow come accompagnatore di Robert Fitzroy, capitano della
nave Beagle che era in partenza per una spedizione cartografica di cinque anni attorno alle
coste del Sud America. La possibilità di lavorare durante la spedizione direttamente sul
campo d'indagine gli permise di studiare di prima mano sia le caratteristiche geologiche di
continenti ed isole, sia un gran numero di organismi viventi e fossili. Nel lungo periodo
trascorso tra mari e terre, egli ebbe modo di sviluppare quelle capacità osservative e
analitiche che gli hanno reso possibile la formulazione di un principio biologico
rivoluzionario apparentemente contro intuitivo, ma che doveva rivelarsi l'unico modo
veramente scientifico di interpretare le dislocazioni e le varietà delle specie viventi nei
differenti contesti. Dopo la pubblicazione delle sue teorie venne acclamato come il grande
rivoluzionario che era, ricevendo onorificenze e approvazioni dalle più importanti
comunità scientifiche e muore infine a Londra il 19 aprile 1882.
Tutte le sue teorie sorte durante il viaggio sulla Beagle vennero poi messe per iscritto nel
suo libro “L’origine della specie”, pubblicato il 24 novembre 1859, che ora andrò ad
esporre e spiegare. L’origine della specie e’ frutto delle riflessioni dell’autore maturate a
seguito del lungo viaggio intorno al mondo (1832-1836), in cui aveva potuto studiare
personalmente il comportamento e la struttura di molte varietà di animali e piante,
raccogliendo una ricca documentazione. 8
I due temi fondamentali della sua ricerca furono: l’evoluzionismo biologico, secondo cui
le specie vegetali e animali non sono immutabili ma derivano per evoluzione da antenati
più semplici o comunque lontani nel tempo, e la selezione naturale, secondo la quale
nella “lotta per la sopravvivenza” prevalgono gli organismi più forti e adattabili
all’ambiente, i quali continuano a sopravvivere e riprodursi. Darwin raccolse interessanti
osservazioni durante il lungo viaggio di circumnavigazione della terra: particolarmente
stimolanti risultarono quelle effettuate alle Galápagos, un gruppo di isolette vulcaniche nel
pacifico, vicinissime tra loro con spiccate diversità nella flora e
nella fauna. Qui Darwin evidenziò piccole variazioni tra alcune
specie di animali (testuggini che presentavano differenze da
un’isola e un’altra, fringuelli con becco più grande o piccolo
ecc..) e fu proprio in queste isole che cominciò a nutrire i primi
dubbi sulla teoria del fissismo, secondo cui le varie specie
possiedono i caratteri che li definiscono fin dall’origine, cioè a
partire dalla creazione divina, concezione antichissima che gli
uomini di chiesa e molti esponenti del mondo scientifico
facevano risalire alla Bibbia. Ma Darwin, non poteva accettare
questa teoria e ritenne, invece, che le differenze dipendessero
sia dalla relazione dinamica tra l’ambiente e gli organismi
viventi e anche da variazioni che insorgono in modo spontaneo, casuale e accidentale in
alcune specie (fattori genetici). Una volta raggiunta l’intuizione dell’evoluzionismo
biologico, Darwin si chiedeva quale fosse il meccanismo attraverso il quale avviene
l’evoluzione ed ebbe l’intuizione che lo portò alla risposta leggendo il libro
dell’economista Thomas Robert Malthus: “Saggio sul principio della popolazione”.
Malthus sosteneva che la popolazione tende naturalmente ad accrescersi con ritmi molto
più rapidi di quelli con cui si accresce la produzione dei mezzi di sostentamento e tale
fenomeno determina la lotta per l’esistenza in cui sopravvivono solo i più forti, ossia
coloro che hanno una capacità maggiore di adattamento all’ambiente. Ciò comporta nella
società il verificarsi di crisi periodiche in cui, a causa del peggioramento delle condizioni
di vita, si assiste all’aumento della mortalità presso le classi più umili e quindi vi e’ la
diminuzione della popolazione. Darwin colse un’analogia tra la concezione di Malthus e la
biologia, tanto che ne estende i principi al proprio campo d’indagine. Aveva infatti
osservato che la variazione delle condizioni ambientali e l’accrescimento numerico degli
individui di un stessa specie pongono agli organismi viventi problemi di adattamento tali
da spingerli a ingaggiare un vera e propria lotta per l’esistenza. Quelli che si dimostravano
più adatti alle nuove condizioni sopravvivevano e quelli che invece non riuscivano
arrivavano all’estinzione. 9
Quindi Darwin riuscì ad arrivare alla formulazione più precisa della legge della selezione
naturale, che costituisce una risposta all’interrogativo sulle modalità dell’evoluzione
biologica. Questa legge si svolge sostanzialmente in 3 punti: 1) Vi sono organismi che, per
motivi accidentali, riescono a produrre alcune variazioni nella loro organizzazione
biologica e nelle loro funzioni, che li rendono più adatti alle mutate condizioni ambientali;
2) Tali organismi, nella lotta per l’esistenza che caratterizza il mondo naturale sono quelli
che sopravvivono, cioè che risultano vincenti rispetto agli altri, che invece si riducono
fino ad estinguersi; 3) Negli organismi che sopravvivono i nuovi caratteri si stabilizzano e
vengono acquisiti in modo irreversibile trasmettendosi, per via ereditaria, ai discendenti.
Per Darwin, quindi, le variazioni insorgono dapprima in modo spontaneo e casuale poi