Anteprima
Vedrai una selezione di 6 pagine su 22
Colore, tesina Pag. 1 Colore, tesina Pag. 2
Anteprima di 6 pagg. su 22.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Colore, tesina Pag. 6
Anteprima di 6 pagg. su 22.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Colore, tesina Pag. 11
Anteprima di 6 pagg. su 22.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Colore, tesina Pag. 16
Anteprima di 6 pagg. su 22.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Colore, tesina Pag. 21
1 su 22
Disdici quando vuoi 162x117
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Sintesi

Introduzione Colore, tesina



L’argomento centrale della mia tesina di terza media è “il colore”. Ho scelto questo argomento perché, analizzando i cicli storici e culturali, mi sono reso conto che in ogni periodo ritroviamo concetti e movimenti di pensiero che si possono facilmente collegare al colore. Non c’è un periodo, infatti, in cui non si possa trovare un collegamento con esso. La tesina permette anche vari collegamenti interdisciplinari.

Collegamenti


Colore, tesina



Arte -

Impressionismo

.
Musica -

Impressionismo musicale, Debussy

.
Francese -

Mallarmé "L'Après-midi d'un Faune"

.
Scienze -

Mendel e la genetica

.
Letteratura -

Pascoli e il decadentismo

.
Storia -

Razzismo: Martin Luther King e la distensione

.
Geografia -

Stati Uniti d'America

.
Tecnologia -

Disegno CAD

.
Scienze motorie e sportive -

Olimpiadi

.
Estratto del documento

NICOLA MISCEO 3

Percorso d’esame

L’argomento centrale del mio percorso d’esame multidisciplinare è “il

colore”.

Ho scelto questo argomento perché, analizzando i cicli storici e

culturali, mi sono reso conto che in ogni periodo ritroviamo concetti e

movimenti di pensiero che si possono facilmente collegare al colore.

Non c’è un periodo, infatti, in cui non si possa trovare un collegamento

con esso…

● Fin dall’Ottocento a Parigi si sviluppò un movimento artistico e,

successivamente, anche musicale, letterario e cinematografico, la cui

pittura era caratterizzata da colori forti, vividi, che avrebbero fissato

sulla tela momenti della vita quotidiana e sensazioni del pittore.

Il colore stesso era usato in modo rivoluzionario in quanto i soggetti

acquisivano tinte insolite e il nero veniva quasi escluso, sostituito da

sfumature di blu scuro o marrone.

Una delle principali caratteristiche di questo movimento è la pittura

all’aria aperta (en plein air), a contatto col mondo esterno; perciò i

formati delle tele vennero ridotti per essere più facilmente trasportabili

e, inoltre, vennero inventati i tubetti di colore a olio e il cavalletto, i

quali facilitarono la pittura all’aria aperta. Una precedente invenzione

che non lasciò indifferenti gli impressionisti, fu quella della fotografia;

infatti con essa gli artisti riuscivano a catturare attimi ed espressioni

veloci e successivamente le rielaboravano su tela. I più noti esponenti

del movimento impressionista sono: Édouard Manet, Claude Monet,

Edgar Degas, Pierre-Auguste Renoir e Camille Pissarro. Ricordiamo di

“Impression del sol levante” (“Impression, soleil

Claude Monet il quadro

levant”) che diede il nome al movimento in questione e il suo intento di

catturare lo scorrere del tempo dato dal cambiamento della direzione

“Cattedrale di Rouen”).

della luce e dal susseguirsi delle stagioni ( Altri

soggetti molto frequenti nelle opere di Monet sono i paesaggi sia urbani

sia naturali e le ninfee, che dipinge moltissime volte per studiarne i

cambiamenti nel tempo.

Altri, come Renoir e Degas, si interessano, invece, alla figura umana in

movimento.

● Poco dopo la corrente artistica si diffonde e arriva a “toccare” tutti i

“rami” della

cultura, tra cui anche quello musicale.

Come i pittori utilizzarono il colore per trasmettere le loro sensazioni,

anche i musicisti decisero di comunicare con l’ascoltatore, attraverso le

varie sfumature del “colore” dello strumento, ovvero del suo timbro.

Strumento che più di tutti gli altri risponde a questa necessità è il

pianoforte, il cui suono viene sfumato a seconda della pressione del

tasto: ciò rese il pianoforte uno degli strumenti indispensabili durante le

feste e i ritrovi dei nobili e degli aristocratici e ne determinò la

vastissima diffusione; difatti il pianoforte dominò tutto il XIX secolo.

Anche nella musica si verificò, inoltre, un abbandono dei modi

tradizionali come la sonata e la sinfonia. A questo proposito ricordiamo

Claude Debussy, massimo esponente dell’impressionismo, e Maurice

Ravel; e come gli artisti creavano le loro opere all’aperto, i musicisti

rappresentavano, nelle loro composizioni, la natura e le “impressioni”

che essa faceva scaturire nel loro animo. I colori pittorici impressionisti

corrispondevano, quindi, ai colori timbrici strumentali.

Circa Maurice Ravel, uno dei suoi componimenti più conosciuti è

“Bolero”, un brano con funzione di accompagnamento di danze e

balletti.

Per quanto riguarda Debussy, invece, una delle sue più famose

“Prélude à l’après-midi d’un faune”,

composizioni fu tratta da un noto

componimento poetico del poeta e scrittore francese Stéphane

Mallarmé.

● Stéphane Mallarmé, créateur de la poésie moderne et chef de file du

Symbolisme, donne expression à un nouveau langage poétique, qui se

fonde sur la recherche des associations, des sonorités dans le but

“L’après-

d’évoquer, de suggérer ce qui ne peut pas être dit: l’absolu.

midi d’un faune” est un poème publié en 1876 avec des illustrations

d’Édouard Manet et mis en musique par Claude Debussy comme

“Prélude à l’après-midi d’un faune”.

Le Faune

Ces nymphes, je les veux perpétuer.

Si clair,

Leur incarnat léger, qu’il voltige dans l’air

Assoupi de sommeils touffus.

Aimai-je un rêve?

Mon doute, amas de nuit ancienne, s’achève

En maint rameau subtil, qui, demeuré le vrais

Bois mêmes, prouve, hélas!, que bien seul je m’offrais

Pou triomphe la faute idéale de roses.

Réfléchissons...

ou si les femmes dont tu gloses

Figurent un souhait de te sens fabuleux!

Faune, l’illusion s’échappe des yeux bleus

Et froids, comme une source en pleurs, de la plus chaste:

Mais, l’autre tout soupirs, dis-tu qu’elle contraste

Comme brise du jour chaude dans ta toison?

Que non! par l’immobile et lasse pâmoison

Suffoquant de claleurs le matin frais s’il lutte,

Ne murmure point d’eau que ne verse ma flute

Au bosquet arrosé d’accords; et le seul vent

Hors des deux tuyaux prompt à s’exhaler avant

Qu’il disperse le son dans une pluie aride,

C’est, à l’horizon pas remué d’une ride,

Le visible et serein souffle artficiel

De l’inspiration, qui regagne le ciel.

“Il pomeriggio di un Fauno”

Il poema di Mallarmé costituisce una

“pietra miliare” del Simbolismo francese. È composto da centodieci

alessandrini, versi composti da un doppio settenario. Ogni

settenario costituisce un emistichio e due emistichi un alessandrino.

Esso fa parte, dunque, dell’insieme dei “versi composti” nella

metrica italiana.

La trama parla delle emozioni e dei sentimenti di un fauno al suo

risveglio da un sogno in un assolato pomeriggio attraverso una

sorta di monologo sognante.

● Sempre nello stesso periodo (seconda metà dell’Ottocento), un

monaco di nome Mendel osservò il colore del fiore e del seme del

pisello odoroso, pianta che coltivava lui stesso nel suo orto. In

questo fiore gli stami e il pistillo sono avvolti insieme nel calice,

ovvero è una pianta ermafrodite. Di conseguenza in natura il più

delle volte avviene l’autoimpollinazione, fenomeno che permette il

mantenimento di specie di linee pure. La domanda che si pose

Mendel fu: “Perché ci sono fiori di colore rosso e fiori di colore

bianco?” E per trovare una risposta isolò delle piante di linea pura e

iniziò a togliervi le antere (la parte superiore degli stami) con un

pennello e successivamente cosparse, con le antere di un fiore di

diverso colore, il pistillo, determinando così l’impollinazione

incrociata. b b

R Rb Rb

R Rb Rb

Fecondando una pianta di colore rosso di linea pura con una bianca

di linea pura Mendel si accorse che i semi producevano solo fiori

rossi, non manifestando più i fiori bianchi. Chiamò dominante il

carattere “fiori rossi” e recessivo il carattere “fiori bianchi”; chiamò

invece ibridi le piante ottenute dall’incrocio perché, pur

presentando il carattere “fiore rosso”, non appartenevano più a una

linea pura. Siccome ripetendo l’impollinazione incrociata tra due

piante di linea pura di colori differenti notò che il risultato rimaneva

invariato a quello delle sue prime sperimentazioni, formulò la prima

legge di Mendel che dice che:

“L’incrocio tra una pianta di linea pura con il carattere dominante e

una pianta di linea pura con carattere recessivo produce

discendenti tutti uguali che manifestano solo il carattere

dominante.”

Continuò i suoi studi incrociando, questa volta, due ibridi a fiori rossi

e

osservò la ricomparsa del carattere recessivo R b

“fiori bianchi”. Questo perché dall’incrocio di due R RR Rb

caratteri recessivi c’è il 25% di probabilità che il

carattere recessivo si separi da quello dominante b Rb bb

e possa manifestarsi. Sulla base di queste

osservazioni formulò la seconda legge di Mendel:

Dall’incrocio di due individui ibridi nascono nel 75% dei casi

individui ibridi con carattere dominante, nel 25% dei casi individui

con il carattere recessivo”.

Formulate le due leggi, Mendel decise di spingersi vr vr

oltre: prese in considerazione non solo un G GvL GvL

L

carattere dominante e uno recessivo r r

(rispettivamente “fiore rosso” e “fiore bianco”), G GvL GvL

ma due caratteri dominanti e due recessivi che L r r

riscontrava nel seme di pisello odoroso

(rispettivamente “seme giallo e liscio” e “seme verde e rugoso”).

Dal loro incrocio nacquero, in GL Gr vL vr

conformità alla prima legge, tutti G GGL GGL GvL GvL

semi con i caratteri dominanti “seme L L r L r

giallo e liscio”; nella seconda G GGL GGr GvL Gvr

generazione, invece, ricomparvero r r r r r

tutti e quattro i caratteri in tutte le v GvL GvL vvL vvL

possibili combinazioni. L L r L r

v GvL Gvrr vvLr vvrr

r r

A quel tempo gli studi di Mendel non vennero presi in

considerazione perché non se ne conosceva l’importanza; vennero

riconsiderati molto più tardi e verificate scientificamente con gli

apparecchi odierni. Da queste verifiche risultò l’esattezza e

l’attendibilità degli studi di Mendel e quello che noi sappiamo oggi

sulla genetica e la trasmissione dei caratteri lo dobbiamo a Mendel.

Infatti oggi noi chiamiamo il fattore ereditario (ciò che permette che

il carattere si trasmetta nelle generazioni) gene, che può esistere in

due forme, ovvero in due alleli: carattere dominante e carattere

recessivo. Negli individui di linea pura gli alleli sono uguali (RR e

bb), mentre negli ibridi gli alleli sono differenti (Rb). Chiamiamo,

quindi, omozigote l’individuo che possiede gli alleli uguali e

eterozigote l’individuo con alleli differenti. Da ciò ne possiamo

dedurre che il carattere recessivo può esistere solo se l’individuo è

omozigote.

● Sempre in questo periodo, verso la fine dell’Ottocento e inizi del

Novecento, incontriamo un autore molto importante nella

letteratura italiana e che fa uso del colore per esprime le sue

impressioni, le sue sensazioni e per attribuire significati simbolici ai

vari soggetti delle sue poesie: Giovanni Pascoli, massimo

esponente, insieme a Gabriele D’Annunzio, del primo periodo del

decadentismo.

Il decadentismo è un movimento letterario sviluppatosi in Europa a

partire dalla seconda metà dell’Ottocento e terminato agli inizi del

“décadent”,

Novecento. Il termine decadentismo deriva da di

origine francese. Il termine ha un’accezione negativa al fine di

delineare la società dell’epoca in decadenza e i cosiddetti “poeti

maledetti”, per la loro vita disordinata e ribelle. Essi, però, non si

sentirono offesi, ma accettarono questo appellativo perché definiva

adeguatamente il loro stato d’animo: stanco, annoiato, senza

speranze nel futuro (al contrario del realismo); considerarono

l’aggettivo “decadente” come una loro personale caratteristica che

li avrebbe distinti dal “grigio gregge”, ovvero da una società in

decadenza che aveva creduto in tante speranze e illusa da esse.

Per capire le cause che hanno portato alla venuta del decadentismo

dobbiamo analizzare con precisione il periodo storico e, di

conseguenza, il movimento culturale appena precedente: il

realismo.

Il realismo è un movimento culturale che si diffonde in tutta la

cultura (non solo in letteratura) e che rispecchia il periodo storico

nel quale si è sviluppato: in Italia, ad esempio, si sperava in un’unità

stabile del Paese; a ciò conseguirono le rivoluzioni del 1846-48, che,

purtroppo, fallirono, ma che diedero prova della determinazione del

popolo italiano, che comunque riuscì ad ottenere nuove riforme dal

re. Questa fu la prima “vittoria” degli italiani prima dell’unità

d’Italia, tanto che questi due anni passarono alla storia come il

“biennio delle riforme”.

Questo non si verificò solo in Italia, ma anche in tutta Europa.

Accenno giusto un altro episodio, quello della Francia, che insieme

all’Italia furono le maggiori “culle del realismo” (Verga e Zola):

anche in Francia il popolo era esausto dal dominio autoritario di

Luigi Filippo D’Orléans che, nonostante fosse stato eletto dal

popolo, finì per favorire solo gli aristocratici e i banchieri. Vi fu,

Dettagli
Publisher
22 pagine
14 download