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St. dell'arte = IL BLU, periodo blu "Pablo Picasso"
Italiano = IL MAGENTA, "nubi COLOR MAGENTA" Eugenio Montale
Pianificazione pubblicitaria = I Colori nelle pubblicità
Inglese = The Psychology of Colours ( la psicologia dei colori)
IL COLORE
M A I L B I A N C O E I L N E R O ?
4 IL COLORE
COS’E’ IL COLORE?
Il bianco risulta dalla somma di tutti e tre i colori fondamentali, un oggetto che
riflette tutte le onde luminose appare bianco, ed il nero invece nasce dalla
mancanza dei tre colori, infatti un oggetto che assorbe tutte le onde luminose
senza restituirle a lla n ostra v ista c i appare nero. In p ittura ogni colore si p uò
schiarire o scurire: lo otteniamo unendoci del bianco o del nero.
Per molti anni, nella fotografia si è usato il bianco o nero riuscendo a riprodurre i
colori come tonalità di grigi diversi: osservando la stessa foto in bianconero o
a colori, si ha una sensazione completamente diversa: nella prima notiamo di
più la forma, l’illuminazione, il contrasto e la superfice, nella seconda il colore
ed i suoi vari accostamenti catturano integralmente l’attenzione e talvolta ci
trasmettono sensazioni immediate, di solitudine o di allegria.
Oggi le nostre riprese sono sempre a colori, ma spesso riprendiamo dei colori
che ci sembrano strani, non reali; questo perché si differenziano l’un l’altro a
seconda dell’illuminazione: p rendendo un foglio bianco, si può notare che
spostandolo in luoghi diversi ed in orari diversi assume delle leggere colorazio-
ni, esse cambiano se l’origine della fonte luminosa cambia: con illuminazione
al tungsteno (luce gialla), al tramonto del sole (rossiccia), in un bosco (grada-
zione verde).... perchè il foglio riflette la luce che riceve e quindi anche la sua
colorazione.
Il b ianco è forse i l colore più antico, q uello c he d a sempre h a investito dei
simboli più forti, più universali, e che ci parla dell’essenziale: la vita, il divino, la
purezza, l’innocenza.
E’ associato all’assenza: una pagina bianca (priva di testo), una voce bianca
(senza timbro), una notte bianca (senza sonno), assegno in bianco (senza im-
porto)…..
C’è un altro simbolo importante del bianco: quello della luce divina, Dio infatti
viene sempre percepito come la luce, bianca…
5 IL COLORE
“Il colore dice qualcosa di noi, della nostra storia, della nostra cultura, dice chi siamo e dove
andiamo, ma anche cosa vogliamo che sia il mondo che ci circonda.”
6
“NERO, il colore non colore che contiene tutti i colori”
IL NERO
7 IL NERO
SIMBOLOGIA DEL COLORE
Nero è il colore del v uoto primordiale. A l ui appartiene l’assenza”, il
caos, il nulla. Il nero, il colore non colore che contiene tutti i colori… Se
si mescolano tutti i colori in realtà, si ottiene una sorta di grigio. Chimica-
mente, il vero nero è difficile da ottenere.
Il nero appiattisce i nostri
sentimenti, perché come
i colori, l i include t utti. E’
noto il suo effetto depres-
sivo perché i mpedisce
alle emozioni di u scire e
alla l uce d i manifestarsi.
D’istinto, pensiamo s ubi-
to ai suoi aspetti negativi:
le alle paure infantili, le tenebre, la morte, e dunque il lutto (non presso
tutte le civiltà umane). Questa dimensione è onnipresente nella Bibbia:
il nero è irrimediabilmente legato ai funerali, ai defunti, al peccato.
E’ il colore del v uoto, del male, del dolore, della vergogna, del miste-
ro, della disperazione, della distruzione, della corruzione, della tristezza,
dell’umiliazione e della notte. E’ associato al pianeta Saturno e al nume-
ro 8 ma anche all’inferno, al diavolo, alla stregoneria e alla magia nera.
C’è poi anche un nero più pregevole, quello dell’eleganza, della tem-
peranza, e dell’umiltà.
Il nero è da sempre visto anche come il colore del potere, in passato la
bandiera nera dei pirati, significava la morte. Successivamente è stata
poi ripresa dagli anarchici nel 1800 e ancora dopo è diventato il colore
del Fascismo. IL NERO
L’ASCESA DEL FASCISMO IN ITALIA
Nel 1919 Benito Mussolini fondò il movimento politico “I fasci di combattimen-
to” di orientamento nazionalista, anche se fino al 1914 aveva diretto il giornale
socialista “Avanti”. Nel 1921 questo movimento divenne un vero e prorpio par-
tito: il partito n azionale f ascista. I fascisti p raticavano la v iolenza contro g li
avversari politici, n on t anto per e liminarli q uanto per u miliarli, bastonandoli
dopo averli costretti a bere olio di ricino. Essi erano organizzati in vere e proprie
squadre con camicia nera, fez e mostrine con il simbolo del fascio littorio o del
teschio. I fascisti erano appoggiati dal ceto medio che rifiutava le proteste di
operai e contadini e vedevano in loro l’unico mezzo per reprimerle; dai pro-
prietari terrieri che si rifiutavano di distribuire le terre ai contadini e della borghe-
sia, cioè gli industriali che avevano paura della rivolta degli operai.
Nelle elezioni del 1921 Mussolini riusci ad entrare
in parlamento con 3 5 deputati g razie all’appo-
ggio di G iolitti. Nel frattempo i partiti a vversari
come quello s ocialista e popolare si stavano
indebolendo per delle divisioni interne: infatti dal
partito socialista si erano staccati il partito sociali-
sta unitario e il partito comunista. Il 2 8 ottobre
1922 Mussolini fece “una marcia su Roma” con
tutte le sue squadre per conquistare il potere. Il capo del governo Luigi Facta
chiese a l re di p roclamare lo stato d ’assedio e inviare l’esercito, ma V ittorio
Emanuele III a nzichè accettare q uesta p roposta n ominò Mussolini capo del
governo, convinto di poterlo controllare. IL NERO
L’ASCESA DEL FASCISMO IN ITALIA
Giunto in parlamento Mussolini durante il
discorso di insediamento del nuovo governo
fece capire che le forze di opposizione
restavano li solo per suo volere e che avreb-
be fatto quello che voleva in futuro. Nel
1923 istitui una milizia volontaria che dipen-
deva direttamente da lui e aumentò i poteri
del capo del governo. Nel 1924 ci furono
nuove elezioni che furono vinte dai fascisti in
alcuni luoghi falsificando i risultati elettorali.
Questo fatto fu denunciato in parlamento
dal deputato socialista Giacomo Matteotti, che pochi giorni dopo fu rapito e
ucciso. A quel punto i partiti di opposizione si rifiutavano di entrare in parla-
mento in quella che fu chiamata “secessione sull’Aventino”, ma queste pro-
teste non servirono a nulla perchè il re continuava ad appoggiare Mussolini. Il
3 gennaio 1925 quanndo Mussolini rivendicò in parlamento la responsabilità
politica nel caso Matteotti, iniziò la vera e propria dittatura. Tra il 1925/1926
Mussolini fece una serie di leggi antidemocratiche secondo le quali:
-Il capo del governo era responsabile solo di fronte al re;
-Venne abolita la libertà di stampa e i partiti antifascisti considerati fuori
legge;
-Lo sciopero fu proibito;
-I dipendenti pubblici furono obbligati ad iscriversi al partito fascista;
-I sindaci furono sostituiti dai podestà nominati direttamente dal partito;
-Venne istituito il tribunale speciale per processare e condannare gli opposi-
tori;
-Venne leggittimato il gran consiglio del fascismo che aveva molti poteri che
prima erano del re o del parlamento; IL NERO
L’ASCESA DEL FASCISMO IN ITALIA
-Venne introdotta una nuova legge elettorale che prevedeva un unica lista di
soli fascisti e che il voto non fosse più segreto.
Il fascismo può essere considerato un sistema totalitario nel senso che cercò di
ottenere il consenso della popolazione controllando tutti gli aspetti della vista
delle persone dal divertimento all’educazione. Per ottenere questo consenso il
fascismo u sò i m ezzi d i comunicazione come la “ radio” e i l “cinema” c he
ovviamente davano di Mussolini solo un’immagine positiva. Il partito istitui orga-
nizzazioni come l’opera dopo-lavoro che organizzava gite spettacoli e attività
sportive, e l’organizzazione delle massaie rurali per le donne. Cercò di monipo-
lare i giovani fin dalle scuole elementari in cui veniva usato un libro unico dove
il f ascismo veniva e saltato, poi con “ l’opera nazionale balilla” si o rganizzava
l’educazione dei bambini fino a 21 anni. Nel 1929 stipulò con la chiesa cattoli-
ca i “ Patti lateranensi” costituiti da 3 punti:
-Accordo d iplomatico, con c ui i l Papa r iconosceva la s ovranità dello stato
italiano con capitale R oma, e l o stato i taliano r iconosceva la s ovranità del
papa su città del Vaticano;
-Convenzione finanziaria, con questo patto lo stato italiano versava un risarci-
mento in denaro per i territori persi dal Papa;
-Concordato, il cattolicesimo veniva riconosciuto religione di stato e insegnata
obbligatoriamente nelle scuole.
Il fascismo adottò molti simboli presi dall’antica Roma per esempio “Duce” da
dux (condottiero). Nel 1938 introdusse le leggi raziali contro i cittadini italiani di
religione ebraica c he f urono espulsi dalle s cuole e licenziati. I l fascismo p uò
essere considerato “totalitarismo imperfetto” perchè in realtà non assorbi mai il
potere del re e della chiesa cattolica. IL NERO
L’ASCESA DEL FASCISMO IN ITALIA
IL NERO
“ a tredici anni dipingevo come Raffaello. Ci ho messo tutta la vita per imparare a
dipingere come un bambino” (Pablo Picasso)
IL BLU
IL BLU
SIMBOLOGIA DEL COLORE
È uno dei tre colori primari insieme
al giallo e al magenta
Per gli antichi greci e per i roma-
ni il blu non era un colore apprez-
zato, era il colore degli occhi dei
barbari, e quindi non era un colo-
re nobile.
Il blu è u n colore ampiamen-
te u sato in d iverse t onalità. Esso
significa: il classico, il tradizionale. Il
turchese ha un aspetto di moder-
nità e vivacità. Il blu riflette il signi-
ficato di pulizia perchè è il colore dell’acqua, quindi è immediato il suo
riferimento al cielo e al mare.
Rappresenta il colore dell’anima, dell’acqua profonda, della lealtà, in-
ducendo alla calma al silenzio e alla tranquillità. È anche il colore della
spiritualità.
Il blu è il colore più importante nella percezione visiva di sicurezza. Per
molto tempo è rimasto in secondo piano, perfino disprezzato dall’anti-
-
-
chità. Oggi ufficializzato è diventato in Occidente garante dei conformi-
smi, regna nei jeans e “fa la parte del leone” sulle bandiere dell’Europa
e dell’ONU…Pablo Picasso apprezza moltissimo questo colore, presente
in moltissime sue opere. Egli infatti ama dipingere in maniera monocro-
matica utilizzando prevalentemente il blu, in tutte le sue tonalità e sfu-
mature possibili IL BLU
PABLO PICASSO E IL PERIODO BLU
Pablo Picasso nasce a Malaga, in
Andalusìa, il 25 ottobre del 1881.
Viene educato all’arte fin da pic-
colissimo, e d imostra d a subito
uno s piccato talento, tanto c he
ad appena 1 4 anni espone g ià
il s uo p rimo dipinto a una mostra
di Barcellona, ottenendo i l mera-
vigliato consenso della c ritica. Il
padre, p ittore e p rofessore d i pit-
tura a ll’Accademia incoraggia
la dote del figlio. Nel 1891 Picasso
frequenta la S cuola d’Arti e M e-
stieri in Galizia, ma già nel 1895
viene ammesso all’accademia di
Belle a rti di B arcellona, c ittà a lla
quale rimarrà sempre legato, tan-
to da sentirsi catalano nel profon-
do dell’anima.
Nel 1896, comincia a produrre l e
sue prime opere, composizioni d i
carattere r eligioso e ritratti, con
uno stile tradizionale e realistico.
D’animo fantasioso, irrequieto e indipendente, l’artista nonostante la giovanis-
sima età, compie numerosi viaggi nell’amata Catalogna. Verso la fine dell’
800 è di nuovo a Barcellona. Questi saranno per lui anni di confusione interiore,
segnati dai primi di una lunga serie di amori intensi e burrascosi.
IL BLU
PABLO PICASSO E IL PERIODO BLU
Ma sono anche gli anni in cui Picasso getta le basi di quella che sarà la sua
straordinaria capacità di dedicarsi a qualsiasi tipo di espressione artistica.
Pablo Picasso durante la sua vita compie continui viaggi a Parigi e produce
opere che si spingono ad un’espressività sempre più decisa.
Nell’autunno 1901, la pittura di Picasso, che fino ad allora non aveva maturato
ancora uno stile personale, oscilla tra l’ammirazione di Cezanne e le temati-
che post impressioniste, ha una prima e decisiva svolta, conseguente anche
all’emozione suscitata nell’artista dal suicidio per amore dell’amico Carlos Ca-