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successivamente degli sport. Con la dinastia Tang (618 d. C. 907 d. C.) si assiste ad un
incremento del benessere collettivo che porta l'imperatore ad istituire Il Giardino dei Peri, la
prima scuola di Arti dello Spettacolo. La crisi del circo in Cina si ha però con la dinastia
Ming che nel 1368 sale al potere e fa uscire dal gradimento della corte il circo.
Intanto in Occidente la pratica repressiva e limitante ad opera della chiesa continua ed infatti
le maggiori testimonianze vengono da atti ecclesiastici che puntavano ad interdire o ad
eliminare tutte le forme di rappresentazioni. Questo però ci mostra, dato l'elevato numero di
atti, come però il fenomeno fosse largamente diffuso. Con la nascita delle fiere cittadine e
l'affermarsi della loro importanza i giullari e i saltimbanchi iniziarono ad organizzarsi in
compagnie ed a spostarsi insieme. Fra il 1770 ed il 1780 l'inglese Philip Astley, ex ufficiale
dei cavalleggeri britannici, ritiratosi dalla carriera militare unì la sua perizia a cavallo con
delle coreografie, all'inizio era solo ad effettuare le performance presto però inserì un clown
per tenere vivo l'interesse fra un numero ed un altro. Dopo 2 anni di attività Astley iniziò ad
inserire anche animali addestrati(mai fiere però), giocolieri, acrobati, equilibristi sulla
corda....mettendo in piedi quello che da adesso viene chiamato Circo ed è considerata la
forma di circo classico. Le prime esibizioni di Astely avevano luogo in quella che adesso è
nota come area Waterloo, dapprima esse erano all'aperto ma col passare del tempo e col
crescere della fama Astley costruì anche delle sedute ed un soffitto creando l'Astley's
Amphitheatre . Grazie a questa origine molto vicina al mondo militare è facile capire perché
tutti i costumi degli esponenti del circo come i direttori di pista, i domatori, la banda e gli
inservienti di pista siano molto simili a delle divise militari. I primi spettacoli fatti da Astley
si svolsero a Londra ma presto egli eseguì spettacoli anche a Parigi, dove riscosse moltissimo
successo. Con l'inizio del 1800 molte città, sia italiane che europee, si dotarono di
costruzioni stabili per le rappresentazioni. In seguito essi diventarono dei politeama, ovvero
dei luoghi che, grazie alla forma potevano ospitare sia spettacoli circensi che non.
Le rappresentazioni circensi eseguite riscossero molto successo, le discipline singole erano
vecchie di millenni ma l'esecuzione nello stesso spazio contemporaneamente o
consecutivamente erano innovative ed attirarono il gradimento della popolazione europea,
spesso analfabeta, che sicuramente gradiva molto di più uno spettacolo visivo simile al circo
rispetto a qualsiasi altra forma di intrattenimento, che magari richiedeva un livello culturale
più alto per essere apprezzata.
Alla fine del 1800 tutte le capitali occidentali avevano almeno un edificio destinato alla
rappresentazione di spettacoli circensi.
La nuova capitale del circo divenne Mosca, dove i circhi russi ed europei avevano moltissimo
spazio e in questo terreno molto fertile si sviluppò un altro grande cambiamento per il circo:
la statalizzazione. Lenin, dopo la rivoluzione di ottobre, nel 1919, in accordo con il suo
Commissario per la Cultura Lunaciarsky, iniziò l'opera di statalizzazione che comportò un'
importante progresso per il circo. Infatti, se prima della rivoluzione erano presenti circa 15
circhi nazionali essi diventarono successivamente 86; alla creazione degli spettacoli circensi
venne dato l'apporto di figure professionali uscite dalle scuole di regia teatrale e tutto era
coordinato da un unico ente il Soyuzgoscyrk(Organismo del circo dell'unione sovietica).
Dopo il crollo dell'URSS però Mosca cessò di essere la capitale, abbandonando il ruolo
fondamentale che aveva avuto per più di mezzo secolo. Il circo russo vide calare molto il
numero dei suoi componenti.
Dopo la crisi dovuta alla dinastia Ming, in Cina, con Mao TseTung il circo riprese molta
importanza. Anche qui esso venne nazionalizzato anche se ogni compagnia doveva
mantenere i caratteri e le tipicità della regione di provenienza. La grande importanza del
circo cinese ha consentito che, anche in periodi di difficili relazioni internazionali, gli
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acrobati cinesi fossero benaccetti in molti paesi.
Negli Stati Uniti invece lo sviluppo è un po' diverso, accanto ai circhi itineranti si creano
strutture fisse controllati da cartelli (trust) che hanno però lo più l'indirizzo di spettacoli di
varietà.
Dal dopoguerra fino agli anni '70 in Europa il circo era accolto con feste e felicità e,
specialmente in Italia, le famiglie circensi erano grandi conoscitrici dei luoghi e delle strade.
Dopo questo periodo però, con l'avvento dello spettacolo riprodotto (cinema, televisione....),
i circhi hanno perso di importanza e sono stati obbligati ad aumentare il numero di spettacoli
per riuscire a mantenersi. Un'iniziativa molto interessante è stata quella di Jack Lang,
ministro della cultura francese, che nel 1985 promosse la nascita della prima scuola di arti
circensi (Centre National des artes du Cirques) riconosciuta dallo stato. A questo esempio ha
fatto seguito l'Italia con l' Accademia di Arte Circense fondata nel 1988. Ancora in Francia è
da segnalare il festival del circo di Montecarlo dove la famiglia reale, a partire dal principe
Ranieri, ha incoraggiato le esibizioni circensi e ha scoperto e segnalato molti talenti,
l'esibizione o la vittoria a Montecarlo sono molto importanti per un circense, consentono
infatti di avere un ottimo biglietto da visita.
L'ultima capitale del circo è Montreal dove è stata fatta l'ultima rivoluzione e dove il circo ha
acquisito un nuovo modo di essere. A Momtréal nasce il Cirque du Soleil, dove non esistono
numeri con animali, tutta l'atmosfera è magica e sognante, la musica e la coreografie hanno
un'importanza fondamentale e, cosa molto diversa rispetto ai circhi tradizionali, è forse
l'unico circo che non deve chiedere di esibirsi ma è richiesto dalle autorità. Il Cirque du
Soleil ha diverse compagnie itineranti e alcuni teatri stabili in varie parti del mondo, la sua
importanza è tale che ha influenzato anche le scuole tradizionali ed ha “obbligato” le città
che ospitano i teatri stabili a crescere attorno ad essi.
Da questo breve percorso storico si evince che il circo, come lo intendiamo oggi, è nato negli
anni '70 del 1700 ad opera di un exmilitare, il quesito successivo e la conseguente
riflessione invece riguardano i molteplici aspetti del circo. Esso, come vedremo adesso, non
è solo un fenomeno ludico, ma ha anche un vasto ed importante aspetto sociale tanto da far
nascere una pratica educativa e terapeutica che si rifa ad esso:il Circo Sociale.
Circo Sociale
Boal ed il teatro sociale
Le prime idee di applicare uno spettacolo al sociale risalgono ai primi anni '60 del 1900, a
opera di Augusto Boal, un attore, regista e politico Brasiliano. I luoghi dove venne applicato
furono: prima il Brasile e poi l' Europa dove il regista/attore visse per lunghi anni a causa
dell'esilio impartito dalla dittatura brasiliana. Boal individuava all'interno del suo libro
“Theatre of the Oppressed” il rapporto oppressoreoppresso presente nel teatro dell'epoca.
Questo rapporto,secondo Boal, esisteva in quanto lo spettatore durante la rappresentazione
teatrale è passivo e subisce lo spettacolo. Per spezzare questa condizione il regista ricorreva a
diversi tipi di rappresentazione che miravano a rendere partecipe lo spettatore,
coscientemente o inconsciamente, all'interno dello spettacolo e a risolvere pacificamente i
conflitti che si potevano presentare trasponendoli nelle rappresentazioni. In alcune delle
forme praticate lo spettatore, quando la rappresentazione giungeva ad un punto in cui era
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necessario risolvere un problema, era chiamato a proporre una soluzione. Spesso le
problematiche presentate erano problematiche che lo spettatore avrebbe trovato all'esterno
del teatro, nella vita di ogni giorno. Egli, memore della soluzione trovata, probabilmente si
sarebbe comportato come durante lo spettacolo risolvendo pacificamente il conflitto. Questo
metodo veniva applicato attraverso diversi tipi di teatro:
Teatro immagine
Teatro forum: dalla rappresentazione di situazioni oppressive riconoscibili dal pubblico alla
trasformazione dello stesso in attoreprotagonista; dall'idea alla lotta sul palcoscenico con gli
attoriantagonisti; dall'azione individuale al dibattito.
Teatro invisibile: punta a rendere coscienti le persone riguardo determinate problematiche
attraverso azioni teatrali nelle quali la gente è inconsapevolmente coinvolta.
Teatro giornale: la lettura pubblica di notizie per rendere coscienti gli uditori.
Flic dans la tete (poliziotto in testa): tecniche utilizzate per il lavoro su oppressioni di tipo
psicologico.
Teatro legislativo: una struttura che utilizza il metodo teatrale di Boal per fare in modo che la
popolazione sia coinvolta nella vita politica del paese e proponga leggi che sente necessarie.
Tutto ciò è anche affiancato dal fatto che il tipo di teatro proposto da Boal ha anche un fine di
liberazione personale, intesa come sfogo di tensioni in maniera pacifica.
Quanto descritto sopra riguarda il primo accostamento di una forma di teatro e di
intrattenimento all'ambito sociale. L'aspetto però che a me interessa analizzare è quello del
circo sociale in alcune delle possibili forme.
Circo sociale
Innanzitutto cos'è il circo sociale?
Il circo sociale è l'applicazione delle tecniche e degli esercizi circensi a situazioni di disagio
mentale o fisico. In pratica quindi consiste nel lavorare principalmente con bambini in ambiti
di disagio come per esempio nelle favelas di Rio de Janeiro, in carceri minorili, in quartieri
detti “a rischio”, a volte in intere città. L'obiettivo del circo sociale è sviluppare e
incrementare nei giovani la consapevolezza di sé, l'autonomia, l'autostima, l'autodisciplina,
l'autocontrollo, il rispetto di sé e degli altri, la cooperazione e molti altri valori, al fine di
trasformare le prospettive e le capacità di ognuno di loro.
Seguono adesso delle descrizioni di varie applicazioni del circo sociale in vari ambiti che
verranno poi confrontati.
Il Cirque du Monde
La prima applicazione che affronteremo è forse quella più ampia ed organizzata ovvero
quella del Cirque du Monde.
Segue un estratto da un'intervista fatta a Michel Lafortune, direttore del dipartimento del
Cirque du Monde (pubblicata su Juggling Magazine n.38, marzo 2008)
"Il circo sociale è davvero di recente esplorazione, è un mezzo d’intervento sociale, perché il
Sociale è un settore dove bisogna innovare. Ma oggi queste esperienze diventano sempre più
solide e diffuse, con tanto interesse anche in ambienti accademici e di ricerca sociale. Circo
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Sociale per noi significa usare il circo per sviluppare autostima e abilità circensi, dare
l’opportunità ai ragazzi di esprimere se stessi di essere più creativi, cambiare attitudine da
vittima a protagonista, da pubblico ad artista, essere attori della loro vita, sviluppare una
pedagogia che sia nuova e una buona opportunità per andare oltre l’esperienza delle arti
circensi ed avvicinarsi anche all’apprendimento della lettura, di aprirsi alla cultura. E’ anche
l’opportunità di creare un collegamento tra le persone che vivono nel disagio e la società,
dargli una possibilità di esprimersi e di venire ascoltati, capire le proprie potenzialità e dare il
loro contributo come cittadini del mondo. Non vogliamo reinserirli, vogliamo anzi che la
loro marginalità contribuisca ad arricchire il tessuto sociale, devono solo apprendere un
linguaggio che gli permetta di farlo e il circo, come la danza, il teatro o altro, sono uno
strumento che gli consente di relazionarsi con il mondo degli adulti con un’esperienza
diversa. E alla società chiediamo di venire ed ascoltarli, percepirli in modo diverso da come
hanno fatto finora. Noi siamo un’interfaccia, gettiamo un ponte tra queste due realtà. Usiamo