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Sintesi

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Cinema:tra realtà e rappresentazione,tesina



Storia - le origini del cinema
Italiano - Neorealismo
Storia - Surrealismo
Inglese - Hollywood
Estratto del documento

e danno vita a degli stabilimenti di produzione cinematografica che faranno di quel sobborgo un

luogo mitico e un modello del cinema mondiale.

Prodotto della modernità, il cinema offriva contemporaneamente, la

riproduzione di una realtà virtuale che affascinava, ma creava sgomento

negli spettatori più avveduti e sensibili. Perché il cinema, anche quando

riproduce fedelmente la realtà che passa davanti la macchina da presa,

come nel caso dei cortometraggi che ne segnarono la nascita, non è la

realtà.

Anche quando vediamo un gruppo di operai che escono da una fabbrica

non stiamo vivendo quella realtà; le immagini sullo schermo ci

consentono di vivere delle esperienze altrimenti impossibili, ma solo in

modo virtuale. Il cinema, più di ogni altro, crea l’illusione della realtà,

sollecitando contemporaneamente più sensi (vista e udito).

Louis e Auguste Il rapporto tra cinema arti e cultura della tradizione (dalla letteratura alla

Lumière pittura, dalla musica al teatro) non fu univoco, ma sicuramente d’influenza

reciproca: come la narrativa influenzò il cinema, così il cinema influenzò la narrativa. Il cinema non

ha solo partecipato alle maggiori correnti artistiche del secolo, dall'Espressionismo al Surrealismo al

Post modernismo: talvolta le ha anticipate e lanciate, come dimostra esemplarmente, in Italia, il

Neorealismo, un filone cinematografico e letterario del primo dopoguerra. Nel campo del cinema

d'arte, invece, una delle tendenze principali fu quella dell'avanguardia surrealista.

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IL NEOREALISMO

Non è facile dare una definizione di Neorealismo, dal momento che non si tratta tanto di un

movimento culturale o di una corrente letteraria dal manifesto poetico ben definito, come nel caso

del Futurismo marinettiano, o dalle caratteristiche comuni, quanto di una tendenza e di un "clima"

complessivo della cultura e della narrativa italiana degli anni ‘40-’50. Si può quindi parlare di un

orientamento di diversi autori verso un rinnovamento tematico, contenutistico e linguistico della

letteratura e del "fare" letteratura.

Questa esigenza di cambiamento coincide del resto con il mutamento della situazione politica

italiana, con il passaggio dal fascismo alla repubblica, attraverso la drammatica esperienza del

secondo conflitto mondiale e della guerra di Liberazione .

La produzione neorealista - richiamandosi sin dal nome alle esperienze del realismo ottocentesco e

del verismo verghiano - si caratterizza per l'inedito tentativo di descrivere la realtà contemporanea

di un Paese di fronte a sconvolgimenti epocali; l'attenzione per il reale (e la riscoperta di piccoli

mondi regionali e locali, prima osteggiati dalla propaganda del regime) si unisce con l'intento di

testimonianza etica e civile attraverso lo strumento del romanzo e della narrazione. Questo interesse

per i localismi, evidente nelle ambientazioni di molte opere, si esprime innanzitutto nella scelta di

dialetti e forme linguistiche regionali per far parlare i propri personaggi. Spesso poi, la trama e il

mondo rappresentato riguardano eventi assai vicini a chi legge: gli eventi sono quelli drammatici e

cruenti dell’esperienza partigiana (cui partecipano direttamente molti scrittori neorealisti) e della

liberazione dal nazifascismo, oppure delle lotte operaie e contadine; la letteratura diventa così anche

uno strumento di denuncia e, al tempo stesso di espressione di sé.

Il neorealismo come dice il termine stesso significa nuovo realismo: parte da alcune componenti

del nostro realismo (cioè il Verismo) rivissuto attraverso le nuove esperienze di vita sociale e

politica del primo novecento. Cronologicamente si potrebbe porre questo movimento tra il 43 e il

50, cioè negli anni della guerra di resistenza fino alla formazione del nuovo stato italiano. Ma

alcune premesse, come la visione reale della società, possiamo riscontrarle nel romanzo “Gli

indifferenti” del giovane Moravia(1927) e quindi in pieno ventennio fascista. Con questo romanzo

infatti egli mette a nudo la borghesia e la vita dell’epoca attraverso il personaggio centrale di

Michele che non riesce a staccarsi, a ribellarsi alla corruzione e alla ipocrisia della sua famiglia e

del suo ambiente :la madre Maria Grazia è innamorata di Leo un affarista che si è preso tutti i suoi

beni e vuole ora anche Carla sua sorella che alla fine gli cede. Lui tenta di ostacolare Leo, compra

una pistola ma dimentica di caricarla per cui non riesce ad ucciderlo e la vita continua con l’

ipocrisia di sempre e l’ apparente felicità come accade nelle famiglie borghesi dell’epoca . Dopo

l’ennesimo fallimento Michele esce per le strade, cammina fra la gente, ma rimane indifferente a

tutto quanto lo circonda: “Gli pareva di essere solo, miserabile, indifferente”. Moravia denuncia

quindi l’incapacità dell’uomo di sottrarsi agli schemi convenzionali, la verità e il cinismo di certa

classe borghese, l’amore visto come erotismo disperato e infine l’indifferenza di fronte al tale realtà

e non vede per l’uomo alcuna possibilità di salvezza.

Moravia parte dall’idea che l’intellettuale non è altro che il testimone del suo tempo, il suo

compito non è cambiare il mondo, ma rappresentarlo così com’è. Egli afferma di essere nato in

ambiente borghese di conoscere meglio quel mondo e quindi quello vuole descrivere .Un autore

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scomodo che secondo i critici manifesta troppa monotonia delle problematiche presentate ed una

mancanza di ideali alternativi e positivi. A 20 anni, mentre la cultura ufficiale era impegnata a

rappresentare una borghesia rispettabile e di sana moralità, egli fa uscire il suo primo romanzo

(subito ritirato dalla censura fascista ) svelando invece la corruzione e il disfacimento della società

alto-borghese, denunciando la realtà sociale del tempo e profetizzando uno dei mali più grandi del

nostro ultimo decennio: l’indifferenza. Egli capisce che nessuno nella società contemporanea si

sente parte di un contesto globale per cui si abitua alla passività e alla delega per scarsa fiducia in se

stessi e perché non ci si riconosce nella realtà in cui si vive.

Dagli anni Cinquanta, si assiste al graduale superamento della poetica neorealista, che nel frattempo

si è estesa anche al cinema, con nomi quali Roberto Rossellini, Vittorio De Sica, Luchino Visconti,

Cesare Zavattini, Giuseppe De Santis e Pietro Germi.

Un celebre esempio di film neorealista è “Ladri di biciclette”, in cui vi è appunto la volontà di

rappresentare la tragica realtà del Dopoguerra.

Un operaio disoccupato trova un posto d'attacchino

municipale. Per riscattare la bicicletta al monte di pietà,

la moglie impegna le lenzuola. Ha appena iniziato il

lavoro che un giovane gli ruba la bicicletta. L'attacchino

si aggira tra i mercatini di bici usate, con il figlioletto;

una domenica intravede il ladro e attraversa tutta Roma

per inseguirlo. Esasperato dall'indifferenza e dall'ostilità

della gente, l'attacchino pensa di rifarsi rubando a sua

volta una bicicletta incustodita ma viene subito colto sul

fatto. Solo il pianto del figlio lo salva dall'arresto.

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SURREALISMO

Il Surrealismo fu un movimento artistico e letterario che, sviluppatosi soprattutto in Francia tra il 1919 e

il 1939, ebbe tuttavia un respiro internazionale, facendo sentire il suo influsso fino a tutti gli anni '60. Il

movimento nacque ufficialmente a Parigi nel 1924, anno di pubblicazione del Primo Manifesto del

Surrealismo scritto e firmato da André Breton.

Propugnò un radicale rinnovamento nella concezione della natura dell'uomo e dei suoi rapporti col

mondo, rivendicando il valore dell'esperienza onirica, dell'inconscio e dell'istinto, dell'immaginazione e

della fantasia, eliminando ogni remora razionalistica.

Tra le opere più celebri dell’artista vi è “La persistenza

della memoria”(1931). La tela, seppur di piccole

dimensioni, è di grande potenza suggestiva ed allude, in

modo simbolico, all’aspetto psicologico del tempo il cui

trascorrere, nella soggettiva percezione umana, assume

una sua precisa connotazione interna, che segue

esclusivamente la logica dello stato d’animo e della

memoria.

I vari orologi segnano, infatti, tutti un’ora diversa proprio

perché la memoria è sottoposta ad alti e bassi, ad alterne

situazioni, a volte funziona, come nell’orologio integro, a

volte non funziona più, e quindi ecco l’orologio mollo che

segna un’ora imprecisa, indeterminata. Durante il sonno la memoria conserva solo una traccia della sua

funzione, è per questo che la testa umana, disposta a terra, ha le ciglia chiuse ad indicare che dorme: sono

dunque rappresentate le due immagini della memoria, quella da svegli e quella da addormentati, che non

funziona più o confonde le cose.

La novità portata dai Surrealisti sta principalmente in una differente valutazione delle possibilità offerte

dal dispositivo cinematografico che diventa un interessante campo di sperimentazione ricco di inedite

possibilità. Valorizzando le analogie che esistono tra cinema e sogno, tra i meccanismi della visione

filmica e i meccanismi dell’inconscio, il Surrealismo ha avuto un ruolo fondamentale nel suggerire le più

libere sperimentazioni in campo cinematografico. Molti rappresentanti del cinema surrealista provengono

direttamente dal campo della pittura, come nel caso di Salvador Dalì. Altri sono invece fin dall’inizio

coinvolti nello sperimentalismo cinematografico, come Luis Buñuel. In “un cane andaluso”, del 1928, il

primo film di Buñuel realizzato in collaborazione con Salvador Dalì, l’uso del montaggio e la tecnica di

costruzione delle sequenze sono l’equivalente filmico della “scrittura automatica”, cioè il libero

accostamento, secondo i percorsi seguiti dall’inconscio e senza controllo razionale, di immagini prese dai

più disparati contesti. Nel celebre prologo del film, ad esempio, gli autori accostano due fotogrammi

razionalmente inconciliabili: il primo mostra una nuvola lunga e sottili che passa davanti alla luna, mentre

il secondo, provocando un fortissimo shock emotivo, fotografa l’immagine di una lama di un rasoio che

seziona in due l’occhio di una donna. Buñuel scriverà:

“Un cane andaluso è nato dall’incontro fra due sogni, uno mio e uno di Dalì, la sceneggiatura fu scritta

in meno di una settimana secondo una semplicissima tecnica: non accettare alcuna idea, alcuna

immagine in grado di portare a una spiegazione razionale, psicologica o culturale. Aprire la porta

all’irrazionale. Accogliere solo le immagini che ci colpivano, senza cercare di capire perché ”.

HOLLYWOOD

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Hollywood is the capital of the film industry. It is district of Los Angeles, California.

It is notable for its role of home of the entertainment industry thanks to its legendary studios. Its

name has come to represent the motion picture industry of the United States and the world. Today

the major business centers of filmmaking are concentrated in the United States, India and China.

The Hollywood film industry is a mix of technological

and commercial institutions of filmmaking. It generally

consists of film production companies, film studios,

cinematography, film production, screenwriting, pre-

production, post production, film festivals, actors,

directors, and film personnel.

The history of the Hollywood Film Industry probably

started with D.W. Griffith when the Biograph Company

of New York sent him and his crew to film in California.

They started filming on a vacant lot in downtown Los Angeles in early 1910. Soon the company

decided to explore new territories and discovered that the region was quite friendly and enjoyable

for shooting.

Therefore, Griffith filmed the first ever movie shot in Hollywood. The title of the film was "In Old

California".

From 1913 on wards this wonderful place came into the limelight and moviemakers started heading

to the west. The first feature film made in Hollywood was called 'The Squaw Man" This film

marked the birth of the Hollywood Film Industry. Nestor Studio, founded in 1911 was the first

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