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Sintesi
Inglese: Product life cycle

Economia Aziendale: l'evoluzione della gestione strategica; la società Chanel S.A.
Estratto del documento

Gabrielle si ritrovò a passare le sue giornate nelle stalle dei purosangue del suo

amante giacché grande appassionato di corse e di cavalli. Imparò a cavalcarli e

probabilmente fu proprio la vita equestre che le ispirò in

seguito alcune delle sue creazioni.

Gabrielle iniziò a sviluppare una certa inquietudine verso la

vita e gli ospiti del castello e si mise a creare dei cappelli;

nonostante Balsan non comprendesse il suo desiderio

creativo e la sua voglia di lavorare, permise a Chanel di

trasferirsi in uno dei suoi appartamenti parigini. La rete di

conoscenze di Etienne permise a Gabrielle di formarsi una

propria clientela. In un’epoca dove vigevano cappelli

sontuosi i cappellini di paglia di Chanel, ornati da semplici

fiori in raso o singole piume, sbalordirono.

Grazie a Balsan, Chanel incontrò quello che è considerato

l’amore della sua vita, Arthur”Boy”Capel. Boy era un

industriale di Newcastle impegnato nell’esportazione del carbone. A differenza di

Balsan, Capel incoraggiò e finanziò il lavoro di Chanel. I due andarono a vivere insieme

Boy Capel e Coco

a Parigi, dove Capel le anticipò i soldi per permetterle di aprire la sua boutique al 21

Chanel

Rue Cambon. Il negozio era già ormai avviato da due anni, Chanel iniziò a vendere

oltre ai suoi capellini anche capi di vestiario come maglioni, gonne e qualche vestito.

In questo stesso anno, in circostanze ignote, venne a mancare la sorella maggiore di

Chanel, Julie. Coco si fece carico del nipotino Andrè di sei anni, che mandò al collegio

di Beaumont.

Nel 1913 Capel aprì per Chanel un nuovo negozio nella località balneare di Deauville.

Fu qui che ispirata dai marinai al lavoro, reinterpretò il loro abbigliamento e

realizzando i maglioni col medesimo scollo. Nell’estate del 1914 Chanel Modes decollò.

Le famiglie più facoltose della Francia trascorrevano il periodo estivo nella località

costiera di Deauville.

A fine Luglio, mentre l’Europa iniziava a muoversi verso il conflitto, Chanel vedeva la

sua clientela migrare di ritorno verso la capitale. Grazie ai suoi giacimenti carboniferi

Capel fu messo a conoscenza d’informazioni segrete. Chanel Modes stava per

chiudere, quando Coco ricevette notizie da Capel, che le suggerì di non interrompere

l’attività. Quando la guerra raggiunse la capitale francese, i giovani uomini si

arruolarono mentre le mogli fecero ritorno a Deuville.

Chanel era l’unico negozio di abbigliamento rimasto aperto e offriva capi di vestiario

che in quella situazione si presentavano pratici e adatti alle esigenze.

Lei stessa affermò che: “Finiva un mondo, un altro stava per nascere. Io stavo là; si

presentò un’opportunità, la presi. Avevo l’età di quel secolo nuovo che si rivolse

dunque a me per l’espressione del suo guardaroba. Occorreva semplicità, comodità,

nitidezza: gli offrii tutto questo, a sua insaputa”.

Sull’onda del successo di Deauville, il 15 luglio 1915 Chanel Modes aprì anche sulla

costa atlantica della Francia, a Biarritz al confine con la spagna neutrale.

Ha seguito di una fatalità negli anni ’20 lanciò la moda del capello corto. Una fatalità

perché essendosi accidentalmente bruciata i capelli su un fornello tagliò anche il resto.

Dopo poco tempo le giovani donne alla moda imitarono il suo taglio, dando via alla

cosiddetta pettinatura “alla garconne”.

In questi anni Chanel incontra Misia Sert (Maria Misia Sophie Olga Godebska Natanson

Edwards Sert), pianista polacca. L’incontro avvenne durante una serata e alla fine

dell’evento la donna polacca elogiò la giacca della stilista e Chanel se la levò di dosso

per regalargliela.

Grazie a quest’amicizia, Chanel poté fare la conoscenza di figure come Pablo Picasso,

Igor Stravinsky (col quale, ebbe una relazione nel 1921), Max Jacob, Jean Cocteau e

Paul Morand ( fu lui che, alla fine della guerra, si occupò della sua autobiografia che

prese il nome di Allure de Chanel, pubblicato solamente nel 1976). 5

Nel 1918 Chanel riuscì a rendere al suo amante la

somma completa che le aveva prestato. Nello stesso

anno Capel si sposò con una giovane per rafforzare la

sua posizione sociale. Tuttavia anche dopo il

matrimonio, Capel e Chanel non interruppero la loro

frequentazione. La relazione si protrasse fino al 1919

perché nella notte tra il 22 e il 23 dicembre Capel ebbe

un grave incidente stradale e perse la vita. A causa della

grave perdita Coco si buttò a capofitto nel lavoro.

Il 1920 fu l’anno di un’altra perdita: la sorella minore di

Gabrielle, Antoinette, morì a causa di un’epidemia

spagnola. Le rimanevano solo Alphonse e Lucien. Dal

momento del suo decollo finanziario, Chanel non volle

più riconoscere i suoi fratelli, ma inviò comunque loro

del denaro, fino a che non fu costretta a chiudere Coco Chanel e il duca di

l’attività, a causa della seconda guerra mondiale. Westminster

In questi anni Coco intraprese una relazione col Granduca Dimitri

Pavlovitch, cugino dello zar Nicola II, che conobbe a Biarritz.

Nel 1923 uscì sul mercato il suo profumo Chanel N°5, messo a

punto con l’aiuto del profumiere Ernest Beaux, presentatole da

Pavlovitc. La fragranza era del tutto innovativa, in un’epoca in cui

iniziavano a farsi timidamente largo i profumi di sintesi.

Il profumo di Chanel fu realizzato artificialmente, con molecole

sintetiche. Nasceva così un nuovo ideale di profumo frutto di una fabbricazione che

odora di donna: “Perché una donna deve odorare di donna e non di rosa”. Il N°5 non fu

innovativo soltanto però struttura sintetica della fragranza, ma per la novità del nome

e l’essenzialità del flacone, diventato famoso per la sua linea pulita e il tappo tagliato

come uno smeraldo.

Nel 1924 Chanel entra in società con i fratelli Paul e Pierre Wertheimer (che diventò il

suo amante), proprietari della casa dei profumi e cosmesi Les Parfumeries Bourjois,

che acquistarono i diritti sulla produzione di profumi e prodotti di bellezza col marchio

Chanel. In seguito alla fondazione della società e all’enorme successo dello Chanel

N°5, Gabrielle rivendicò i diritti sul suo profumo. Le azioni legali andarono avanti negli

anni ma Chanel non ottenne mai un incremento della sua percentuale iniziale. Al N°5,

seguirono il N°22 nel 1922, Gardénia nel 1925, Bois des îles nel 1926, Cuir de Russie

nel 1927, Sycomore, Une idèe nel 1930, Jasmin 1932, Pour Monsieur nel 1955 e per

finire il N°19 nel 1970.

A metà degli anni venti Chanel incontra il Duca di Westminster, Hugh Richard Arthur

Grosvenor noto come Bendor, a Montecarlo. Fu lui che fece nascere in lei l’interesse

per il tweed scozzese. La relazione tra i due durerà circa cinque anni. Cinque anni di

sogno. Perché si vedevano di rado e solo per crociere su panfili, visite in meravigliosi

alberghi di altrettanto meravigliose città o soggiorni in residenze del XVII secolo. Poi,

finite le vacanze, finita la relazione. Ed è Coco stessa che consiglia a Bendor di

sposarsi. Lui, tra l’altro, vuole un erede che lei non può dargli.

Bendor vuole a tutti i costi che Gabrielle conosca la prescelta, la fidanzata, la futura

terza duchessa di Westminster: Loelia Mary Ponsomby.

A raccontare l’incontro è Loelia che ci fa sapere che:“Mademoiselle Chanel è all’apice

della fama. I suoi abiti sobri, ordinati, semplici sono considerati il top dello chic.

Piccola, bruna e felina, il suo vestito (il tubino nero) le si addice alla perfezione.

Quando l’ho incontrata, portava un tailleur blu marine e una camicetta candida, anzi,

immacolata, con calze molto chiare (le calze chiare erano uno dei suoi dogmi). Stando

a questa descrizione, si potrebbe pensare che avesse l’aria da scolaretta, ma in realtà

dava l’impressione di un’estrema sofisticatezza. Portava numerosi collier e braccialetti

che urtavano tra di loro e tintinnavano al più piccolo movimento.” 6

Il 1926 fu il debutto del piccolo vestito nero che la rivista americana Vogue dell’epoca

elogiò. Il piccolo vestito nero (petit robe noir) era un corto abito nero con polsini e

colletto bianco, semplice ma sempre di gran eleganza, che venne subito elogiato da

tutti.

Chanel procedeva nella sua ascesa e nel 1928 la sua maison parigina si trasferì da

Rue de Cambon 21 al numero 31, dove occupò ben tre piani. Qui propose i suoi

celeberrimi tailleur, diventati simbolo di sobrietà ed eleganza.

Nel 1927, gli abiti sportivi firmati Chanel arrivarono anche oltremanica, nel quartiere di

Mayfair a Londra, dove fu aperto il nuovo negozio di Coco.

Fu grazie al Duca che Coco incontrò Samuel Goldwyn, il quale la invitò negli Stati Uniti

per realizzare i costumi da impiegare nei suoi film. Chanel accettò soprattutto perché

risentì della Depressione che si stava diffondendo in Europa a causa del crollo di Wall

Street. Così Chanel, nell’aprile del 1931, partì alla volta di Hollywood in compagnia di

Misia Sert. il contratto sottoscritto da Chanel prevedeva che realizzasse abiti per

l’attrice Gloria Swanson, che tuttavia rifiutò di indossare sempre abiti della stessa

stilista. La carriera americana di Chanel si ridusse a un solo film.

In questi stessi anni Chanel ampliò la sua produzione iniziando a creare gioielli. Fino a

quel momento la stilista aveva proposto (in abbinato ai suoi capi) pezzi di bigiotteria,

come i gioielli di cristallo, pietre finte, collane di perle false e catenelle dorate, bijoux

che potevano permettersi molte delle signore appartenenti alla sua clientela e

diventati parte dello stile inconfondibile di Coco.

Due anni dopo rientrò a Parigi e fu allora, a partire dal 1934, che propose alla sua

clientela gioielli veri. Affiancata dai disegnatori Etienne de Beaumont e Fulco de

Vedura, Chanel espose le creazioni nella sua casa di Faubourg Saint-Honoré. La

maison alla metà del decennio contava 20.000 dipendenti, 34 profumerie e realizzava

28 mila modelli all’anno.

Dopo la relazione con il Duca, Chanel intraprese una relazione con Paul Iribe,

caricaturista basco, che insieme all’amico della stilista, Cocteau, fondò la rivista “Le

Mot”. La relazione iniziò intorno al 1933 e si protrasse fino al 1935. Quell’anno Paul

muore giocando a tennis sotto gli occhi di Chanel,

che inconsolabile dopo la perdita dell’amante, per

combattere le sue insonnie si mette ad abusare di

Sédol, un ipnotico a base di morfina del quale presto

non si potrà più liberare.

Lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale impose

un’improvvisa battuta di arresto; Chanel chiuse la

maison, subì scioperi dai suoi lavoratori e così fu

costretta a chiudere tutto dando una mano come

infermiera per le truppe, per riaprirlo solo alla fine del

conflitto nel 1954. Chanel decise però di tenere

Rue de Cambon 31 aperto il negozio per la vendita dei profumi.

Lo sciopero che più la convinse a chiudere fu quello del 1936. Durante questo sciopero

Chanel venne addirittura chiusa fuori dal suo atelier dalle

lavoranti. Fu per lei un dolore immenso.

Dopo l’invasione nazista, Coco vide la sua rivale Elsa

Schiapparelli, raggiungere i cuori di Parigi e dell’alta moda

internazionale.

Nel 1939, fuggì da una Parigi bombardata, per farvi ritorno

nell’agosto del 1940. In questi stessi anni, Coco intraprese

una relazione con un membro del controspionaggio

nazista, Hans Günter von Dincklage, detto Spatz, e in

seguito si legò a uno dei giovani capi delle SS, Walter Chanel e Von Dincklage

Schellenberg.

Chanel voleva servirsi degli agganci che aveva nell’ambiente inglese e in quello

tedesco per mandare in porto la sua strategia di pace, escogitata insieme a Theodor 7

Momm. L’operazione prese il nome di Modellhut. Il piano prevedeva

che la trattativa si dovesse svolgere in Spagna.

Lì però l’accompagnatrice di Chanel (Vera Bate Lombardi) la tradì

denunciandola all’Intelligence come un’agente tedesca. In seguito

all’operazione Modellhut, nel 1944 le FFI (Forze Francesi dell’Interno)

arrestarono Chanel, proprio per le sue relazioni con spie nemiche.

Venne rilasciata dopo un interrogatorio di tre ore.

Nel 1945, Chanel raggiunse Spatz in Svizzera, dove rimase in

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