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La seguente tesina di maturità vuole mostrare quale argomento il biochimismo manipolato dei batteri, analizzando i seguenti aspetti: i caratteri generali, il Genoma Batterico, le mutazioni batteriche, gli effetti delle mutazioni, gli agenti mutageni, gli scambi genici e la ricombinazione genetica, il DNA sintetico, il PCR (Polymerase Chain Reaction), le ricadute pratiche della tecnica PCR, le applicazioni dell' rDNA.
Monografia di Biotecnologia - Le mutazioni genetiche.
Il Biochimismo
Manipolato
dei Batteri.
Caratteri Generali,
Il Genoma Batterico,
Mutazioni Batteriche,
Effetti delle Mutazioni,
Agenti mutageni,
Scambi Genici e Ricombinazione Genetica,
DNA Sintetico,
PCR (Polymerase Chain Reaction),
Ricadute Pratiche della Tecnica PCR,
Le Applicazioni del rDNA.
Caratteri Generali
Gli elementi essenziali della genetica delle cellule
eucariotiche e procariotiche sono:
• la struttura biochimica del DNA,
• duplicazione del DNA,
• codice genetico,
• sintesi dell’RNA,
• sintesi delle proteine.
Il Genoma Batterico
Il genoma è l’insieme dei geni di un organismo, in questo caso,
l’insieme dei geni di un batterio. Il genoma è organizzato su di
un solo cromosoma ad anello.
Il numero di geni si calcola nell’ordine di 3500 – 5000.
L’identificazione di un gene in termini di ubicazione sul
cromosoma e espressione proteica
prende il nome di “mappatura”.
La mappatura più completa che si ha riguarda Escherichia Coli.
Mutazioni Batteriche
Con questo termine si indica la variazione del codice genetico rispetto a quello
originario.
Si distinguono in:
Mutazioni Casuali: non intervengono su un gene in particolare e si dividono in:
• Spontanee: legate alla possibilità di errore correlata alla frequenza riproduttiva.
• Indotte: legate a Raggi X, UV e agenti chimici.
Mutazioni da biochimismo manipolato: intervengono su un gene specifico.
La mutazione che riguarda un singolo gene prende il nome di mutazione genica.
Può essere dovuto a: 1)Microlesioni, si dividono in:
• transizione: variazione
• inserzione: inserimento o dell’orientamento di una coppia di
perdita di basi puriniche con una di basi
una coppia di basi azotate. pirimidiniche (es. C-G con G-C, …), o
relativa sostituzione.
2) Macrolesioni, si dividono in:
۰ delezione: perdita di ۰ duplicazione:
ripetizione di
un segmento di DNA. un segmento di DNA.
۰ Inversione: rotazione di 180˚ di ۰ inserzione:
inserimento di un nuovo
un segmento di DNA. segmento di DNA.
Effetti delle mutazioni.
Le mutazioni si classificano in:
1) Silenti : non hanno espressione fenotipica, perché la proteina che ne è
influenzata non è rilevante nel metabolismo dell’organismo o perché
la proteina modificata è simile a quella originaria.
2) Mutazioni per i fattori di crescita : determinano organismi auxotrofi, cioè
non più in grado di sintetizzare una determinata molecola indispensabile per
la propria sopravvivenza, e che quindi dovranno ricevere tale sostanza nel
terreno di coltura.
3) Mutazioni letali condizionali : determinano la formazione di proteine
alterate che funzionano solo in particolari condizioni.
4) Mutazioni pleiotropiche : variano più caratteri nello stesso tempo.
5) Mutazioni strutturali : cambia fisicamente la forma del microrganismo.
Effetti delle mutazioni.
1) Analoghi di base : si inseriscono nella catena sostituendo o la timina o
l’adenina modificando in questo modo il codice genetico.
2) Prodotti alchilanti : sono in grado di fare appaiare la guanina con la timina.
(arancio di acridina e proflavina
3) Colori di acridina ): si inseriscono fra le basi
azotate distorcendo la struttura del DNA.
4) Radiazioni ionizzanti e UV, carcinogeni : fanno legare covalentemente due
molecole di timina adiacenti, determinando la distorsione
dell’elica per rottura dei legami fra timina e adenina.
Scambi Genici e Ricombinazione Genetica.
Lo scambio dei geni è una possibilità che possiedono quasi tutti gli esseri
viventi, ad esempio attraverso la riproduzione asessuata, a partire dal
crossing over prima della divisione cellulare e poi con la riproduzione per
meiosi, perché così si assicura ad ogni generazione quella variabilità
intraspecifica che è alla base del modello evolutivo darwiniano.
I batteri hanno possibilità molto ridotta, tuttavia essa viene lo stesso esercitata
attraverso le seguenti modalità:
1)Trasformazione : alcuni batteri riescono ad assorbire frammenti di DNA di cellule
che lo hanno perso ad esempio per lisi batterica, attraverso la membrana
cellulare.
2) Coniugazione : attraverso lo scambio di plasmidi.
3) Trasduzione : consiste nel passaggio del DNA di un batterio ad un altro tramite
un fago.
Il DNA Ricombinante (rDNA).
Con la tecnica del DNA ricombinante è possibile, individuato un gene
significativo per il genoma umano e la cui proteina corrispondente è di
grande importanza in campo ad esempio sanitario, inserirlo in un
microrganismo attraverso le seguenti fasi:
1) Individuazione del gene di interesse nel genoma umano
2) Purificazione del DNA genico
3) Fusione del DNA genico con DNA di trasporto
4) Inserimento dell’rDNA nel microrganismo
5) Coltivazione del microrganismo e conseguente utilizzazione del
Lo strumento attraverso il quale
tutto ciò è possibile è
rappresentato dagli enzimi di
restrizione.
Gli enzimi di restrizione vengono
utilizzati sia per separare il gene
dal genoma della cellula
eucariote, sia per interrompere il
plasmide che sarà usato come
vettore di clonaggio e al cui
interno sarà inserito il nuovo
gene. Il plasmide vettore di
clonaggio sarà poi appunto il
vettore del nuovo gene in un
batterio ospite, all’interno del
quale si esprimerà il nuovo
fenotipo.
Il DNA Sintetico.
Attraverso la tecnica del DNA ricombinante è possibile anche realizzare
del DNA sintetico, manipolando segmenti di oligonucleotidi. Questi
segmenti possono successivamente essere inseriti in un batterio
utilizzando un vettore di clonazione (plasmide) con la tecnica già
descritta descrivendo l’rDNA, osservando così la mutazione indotta.
PCR ( Chain Reaction)
Polymerase
“Reazione a catena della polimerasi”
Si tratta della tecnica di biologia molecolare che consente di ottenere
copie in grandi quantità dello stesso segmento di DNA senza l’utilizzo di
organismi viventi del quale si conoscano le sequenze nucleotidiche
iniziali e terminali.
Praticamente consente di ottenere in vitro molto rapidamente la
quantità di materiale genetico necessario per successive applicazioni.
Le tappe che consentono lo svolgimento della PCR sono le seguenti:
1) Devono essere disponibili i nucleotidi da polimerizzare, sotto forma di
desossiribonucleotidi trifosfati (dNTP);
2) Il DNA deve essere denaturato, ovvero le due eliche che
compongono i filamenti
devono essere già separate;
3) Il segmento da ricostruire può essere soltanto prolungato, ovvero
non è possibile sintetizzare un nuovo filamento a partire da zero;
4) Devono, inoltre, essere rispettate opportune condizioni di
temperatura, pH, ecc.