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Estratto del documento

mondo della povera gente emarginata e costretta a vivere in

condizioni di miseria nei vicoli e nelle strade della più grande città del

Sud. Natale in casa Cupiello segna l’inizio delle grandi commedie di

Eduardo.

NAPOLI MILIONARIA è una commedia scritta ed interpretata da

Eduardo De Filippo nel 1945 e inserita dall'autore come primo lavoro

Cantata dei giorni dispari.

nella raccolta La commedia venne

composta nel giro di poche settimane e fu messa in scena per la

prima volta il 15 marzo 1945 al Teatro di San Carlo a Napoli. Nel 1950

venne girato un film con la regia dello stesso Eduardo De Filippo, che

contribuì alla sceneggiatura e al cast cinematografico, basato sullo

stesso soggetto della commedia. Come tutte le commedie di De

Filippo anche questa fu rappresentata in molti paesi europei, ma la

rappresentazione forse più importante fu quella di Londra nel 1972.

Dalla commedia è rimasta celebre la frase entrata nell'uso comune

Ha da passa' 'a nuttata nel senso di dover sopportare le difficoltà

dell'esistenza con la speranza che si risolvano.

TRAMA

Gennaro Jovine, povero abitante di un "basso" napoletano, durante la

guerra, assiste impotente alla borsa nera che la moglie Amalia e i figli

fanno per sopravvivere, e, durante un sopralluogo della polizia, è

costretto a fingersi morto per non far scoprire la merce. Gennaro

viene fatto prigioniero e Amalia intrattiene un'amicizia, non solo

d'affari, con il giovane Errico Settebellizze, mentre la figlia Maria

Rosaria rimane incinta di un soldato americano, e il figlio diventa

ladro d'auto. Gennaro ritorna improvvisamente dalla prigionia, mentre

tutto il vicolo festeggia a casa sua il compleanno di Errico. Nell'euforia

generale nessuno vuole ascoltare le sue vicende. Gennaro abbandona

il pranzo e va a vegliare Rituccia, la figlia più piccola, gravemente

ammalata. A fornire la medicina giusta sarà il ragionier Spasiano, a

cui Amalia, con la borsa nera, ha tolto ogni bene: "ha da passà 'a

nuttata" per superare la crisi di Rituccia, della famiglia, di Napoli.

DIRITTO COSTITUZIONE REPUBBLICANA

La costituzione Repubblicana – La nascita della costituzione:

L’assemblea costituente, eletta il 2 giugno 1946, aveva il

compito di elaborare un nuovo testo costituzionale. Essa era

composta da 556 membri, ristretti a 75

deputati che si articolavano in:

1. Diritti e doveri dei cittadini.

2. Organizzazione costituzionale dello Stato.

3. Rapporti economico-sociali.

Il 1° gennaio 1948 la costituzione entrò in vigore 6

La struttura della costituzione: è composta da 139 articoli, ed è

distinta in due parti principali:

1. Principi fondamentali: sovranità popolare, diritti inviolabili, diritto al

lavoro, ripudio guerra…

2. Parte I, diritti e doveri dei cittadini: rapporti civili, etico sociali,

economici, politici ecc…

3. Parte II, ordinamento della Repubblica: competenze del parlamento,

presidente della repubblica, governo, magistratura, autonomie locali

(potere riconosciuto dallo Stato agli enti pubblici territoriali di

emanare norme giuridiche e di svolgere funzioni proprie), garanzie

costituzionali.

4. Disposizioni transitorie e finali: insieme di norme che consentono il

passaggio dal vecchio al nuovo ordinamento.

I caratteri della costituzione: la costituzione è la legge fondamentale

dello Stato che regola i rapporti tra i cittadini e stabilisce le norme per

l’organizzazione dello Stato stesso. Essa è:

1. Votata: votata da un’assemblea democraticamente eletta dal popolo.

2. Compromissoria: perché alla sua formazione hanno collaborato forze

politiche differenti, ma tutte unanimi nel ricercare un patto

democratico a tutela dei diritti umani.

3. Lunga: non si limita a disporre l’organizzazione dello Stato e a

garantire libertà civili e politiche ma riconosce altri diritti riguardo ai

rapporti etici, sociali ed economici.

4. Rigida: le norme costituzionali non possono essere cambiate da leggi

ordinarie ma solo da leggi di revisione costituzionale.

5. Democratica: perché il popolo partecipa alla vita dello Stato e esercita

la sovranità.

6. Programmatica: perché consiste in un programma che le forze

politiche hanno il compito di attuare in modo da farne una

costituzione sostanziale.

L’attuazione della costituzione: 1. I primi anni ’50: pochi mesi dopo

l’entrata in vigore della costituzione si accese lo scontro tra la sinistra

e il fronte cattolico e alle elezioni dell’aprile del ’48 le sinistre furono

estromesse dal governo. Sono ricordati come in attuazione del dettato

costituzionale in quanto i governi di centro attuarono un cauto

riformismo (politica indirizzata a modificare solo alcuni aspetti della

struttura economica e sociale di uno Stato).

2. Seconda metà anni ’50: i principi astratti nella costituzione trovarono

una propria attuazione attraverso l’istituzione della Corte

Costituzionale (1956 la cui funzione fondamentale è di controllar e la

legittimità costituzionale, ossia se sono in contrasto con i principi

della costituzione, delle leggi ordinarie, in tal caso sono dichiarate

illegittime e cancellate dall’ordinamento giuridico.

3. Anni ’60: presero avvio i governi di centro-sinistra, si affermò il

consumismo, mentre i servizi sociali continuarono a essere trascurati.

Nazionalizzazione dell’energia elettrica (nascita Enel), introduzione

obbligo scolastico sino ai 13 anni e scuola media unica.

4. Anni ’70: approvazione dello Statuto dei lavoratori (nato in seguito

alla lotta dei sindacati, contiene i diritti dei lavoratori e le regole dei

sindacati), l’introduzione della legge per l’istituzione del referendum

abrogativo e l’istituzione delle regioni a statuto ordinario (con poteri e

autonomia particolari, Sicilia, Sardegna, Trentino, Friuli, Valle d’Aosta). 7

Ci furono anche importanti riforme (fisco, diritto di famiglia, sanità) e

diversi provvedimenti legislativi.

5. Anni ’80: i governi del pentapartito posero come tema essenziale del

loro programma le riforme istituzionali (modifiche ai principi

costituzionali relativi all’ordinamento della repubblica) mirate a

eliminare i limiti del bilanciamento dei poteri dello Stato (instabilità di

governo: governo sostenuto da maggioranza incerta che può venire a

mancare da un momento all’altro, anche senza finire la legislatura;

bilanciamento dei poteri: meccanismo costituzionale che tende a

realizzare un equilibro tra i poteri. Nel ’83 fu nominata una

commissione parlamentare per le riforme istituzionali.

6. Anni ’90: Il Presidente della repubblica (Scalfaro) proponeva di

formare un’assemblea costituente o di trasformare le camere in

organi costituenti. Nacque la lega nord che mira alla trasformazione

dell’Italia in Stato federale. Nel ’92 dopo “Tangentopoli” ha bloccato i

dibattiti e l’unica riforma di rilievo effettuata è stata quella della

modifica del sistema elettorale in senso maggioritario. Nel ’96 è stata

eletta una commissione bicamerale (deputati e senatori, in progetto

di modificare la seconda parte della costituzione). Per il

decentramento (trasferimento di funzioni legislative o amministrative

dallo Stato alle Regioni) è stata avviata la riforma della pubblica

amministrazione.

ARTICOLI 1-2-3

I fondamenti della costituzione: i principi fondamentali (democratico,

lavorista, solidarista, di uguaglianza e libertà) rappresentano i

presupposti della nostra società e i suoi obbiettivi. Nei primi articoli si

delineano la libertà, la fraternità, l’uguaglianza (1-2-3, della

rivoluzione francese).

La libertà, la solidarietà, l’uguaglianza: l’articolo 1 fonde il principio

democratico e lavorista. Repubblica democratica significa che tutti i

cittadini partecipano alla gestione del potere. È fondata sul lavoro

perché esso è alla base della vita collettiva. L’articolo 2 riconosce i

diritti del patrimonio di ognuno, sia come singolo (nome, libertà

espressione ecc.) sia come membro di organizzazioni sociali. I diritti

inviolabili sono diritti naturali per ogni persona nati prima dello Stato.

È introdotto anche il principio di solidarietà politica, economica (non

pensare solo al proprio tornaconto ma considerare anche gli altri) e

sociale, e di solidarietà nei confronti della collettività che ci impone di

pensare ai meno fortunati. L’articolo 3 nella prima parte enuncia il

principio di uguaglianza, formale in quanto esseri umani (assenza di

norme discriminatorie). Non bisogna però considerare uguali a noi le

persone in condizioni inferiori alle nostre (handicappati). La

costituzione affida allo Stato il compito di rimuovere gli ostacoli di

ordine economico e sociale che impediscono l’uguaglianza,

realizzando l’uguaglianza sostanziale. Lo stato combatte

l’analfabetismo, la disoccupazione assicurando il diritto all’istruzione

al lavoro alla protezione sociale.

ARTICOLO 5

Unità e decentramento dello Stato: l’articolo 5 riconosce l’unità e

l’indivisibilità dello Stato formato dopo le guerre. I costituenti hanno

introdotto, tenendo conto delle differenze tra le parti del paese, il 8

principio autonomista in base alle quali alle comunità locali è

riconosciuto il diritto di regolamentarsi e gestirsi autonomamente

riguardo a determinate materie. Si cerca così di diminuire le distanze

tra i cittadini e la Pubblica Amministrazione con il decentramento.

L’articolo 5 oltre a riconoscere il comune e la provincia promuove la

regione, e le regioni a statuto speciale (che hanno poteri e autonomia

maggiori). Dalla fine degli anni ’70 si sono costituiti movimenti per

una riforma in senso federale dello Stato che hanno incitato i cittadini

delle regioni più ricche alla secessione (separazione di una parte o di

un gruppo da un complesso politico o sociale unitario, lo Stato). Per

necessità di ulteriore decentramento nel ’97 le leggi Bassanini si è

dato avvio al processo di riforma delle autonomie locali, e al principio

della sussidiarietà in base al quale il cittadino deve essere

amministrato dagli enti che sono più vicini alle sue esigenze. Lo stato

ha subito una riforma federalista, nei limiti dell’articolo V, ridefinendo

le competenze tra lo stato e gli enti locali ampliandone le funzioni.

ARTICOLI 10-11

Principio internazionalista: negli articoli 10 e 11 si ritrova il principio

internazionalista: il primo comma sanziona l’apertura dello Stato

verso la comunità internazionale della quale accoglie le norme e i

trattai internazionali. La seconda parte prende in considerazione

giuridica dello straniero al quale viene riconosciuto il diritto d’asilo

(diritto di rimanere nel nostro Stato se nello stato d’origine non sono

garantiti i diritti umani). Il nostro paese si impegna a accogliere gli

stranieri e ad assicurare a chi è perseguitato per motivi politici, il

diritto a non essere estradato (portare un criminale in un paese

straniero nel proprio paese). I cittadini dell’UE hanno tutele particolari

rispetto ai cittadini extracomunitari. L’immigrazione ha tre

problematiche, economiche, giuridico (regolamentazione dei flussi

immigratori che sono stati in quest’ultimo ventennio disciplinati da

normative, tra le quali la Bossi-Fini che ha previsto norme più severe

per l’espulsione degli immigrati che commettono reati dall’Italia, e

che obbliga gli immigrati ad avere un contratto di lavoro regolare per

potere rimanere in Italia) e sociale (questa riguarda l’integrazione

dell’immigrato nella società).

Libertà nella costituzione: la costituzione riconosce i diritti inviolabili

nei principi fondamentali ma nel titolo I della parte prima li ordina

trattando in particolare di:

1. libertà personale, di domicilio, di corrispondenza, di circolazione e

soggiorno, riunione e assoc.

2. libertà religiosa.

3. libertà d’espressione del pensiero, garanzia della capacità giuridica

(acquisita al momento della nascita, persa alla morte, possibilità di

diventare titolati di diritti e doveri), cittadinanza e del nome, principio

di legalità delle prestazioni personali e patrimoniali (solo la legge può

stabilire determinati obblighi personali e/o economici), diritto di

azione e difesa, principio del giudice neutrale di irretroattività della 9

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