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Sintesi
Italiano: Italo Svevo (La Coscienza di Zeno);

Filosofia: Sigmund Freud;

Storia: Nazismo, Adolf Hitler;

Storia dell'Arte: Edvard Munch (L'Urlo);

Latino: Sant'Agostino (Le Confessiones);

Greco: Cosmopolitismo e Individualismo in Età Ellenistica;

Geografia: i terremoti.
Estratto del documento

ripercorrendone gli episodi salienti. Attraverso essi si disegna la figura

di un uomo inetto alla vita, "malato" di una malattia morale che

spegne ogni impulso all'azione e qualsiasi slancio vitale o ideale. Zeno

Cosini è un uomo che vive in un'indifferenza totale: invece di vivere la

sua vita, è quest'ultima che lo travolge decidendo per lui il destino. La

sua vita è fatta di decisioni prese e mai mantenute di cui sono simbolo

le tante "ultime" sigarette fumate: ogni volta egli si propone di

mettere fine al suo vizio ma trova sempre la scusa per fumare

un'ulteriore ultima sigaretta. Il capitolo, intitolato "la morte di mio

padre" è l'analisi di un difficile rapporto, fatto spesso di silenzi e

malintesi, fino a quando in punto di morte il padre, avendo male

interpretato un gesto del figlio, lo colpisce con uno schiaffo; un

equivoco che pone un doloroso sigillo alla vicenda. Zeno passa poi a

narrare la storia del suo matrimonio e di come, innamoratosi di una

delle tre sorelle Malfenti, Ada, si trovi poi, passivamente, a sposare

quella meno desiderata, Augusta. A quest'ultima Zeno rimane comunque legato da un tiepido

ma sincero affetto, installandosi nella comodità e nella sicurezza regolata dalla vita familiare.

Questo non gli impedisce di trovarsi un'amante: un'avventura insignificante con una certa

Carla, che in seguito lo abbandonerà per sposare un maestro di musica che Zeno stesso le

aveva presentato. In seguito la bruttezza di Augusta viene ridimensionata in quanto Zeno

capisce che quella donna che aveva sposato quasi per dispetto, dopo essere stato rifiutato

dalle due sorelle molto più affascinanti sarebbe stata l'unica possibile compagna della sua vita.

Infatti dalla sua prima apparizione, Augusta è la guida per il recupero della salute del marito: è

lei che fa rinchiudere Zeno in una casa di cura, per farlo guarire dal vizio del fumo. La saggezza

di Augusta viene però via via ridimensionata da successivi giudizi che Zeno dà su di lei, fino a

sembrare un miscuglio di egoismo e di superficialità molto simili ad una malattia morale. La

"storia di un'associazione commerciale" è la narrazione dei rapporti tra il protagonista e Guido

Speier, divenuto suo cognato. Guido è il rivale di Zeno nell'amore per Ada. Egli ha tutte quelle

doti di cui invece Zeno è privo e queste qualità unite alla giovinezza e alla ricchezza, fanno di

Guido una persona vincente. Invece agli occhi di Zeno, le vere caratteristiche di Guido sono la

mancanza di intelligenza, la meschinità e la vanità. Dopo un periodo di reciproca diffidenza,

causata anche dalla gelosia di Zeno perché Guido gli ha sottratto Ada, i due diventano amici;

l'azienda che costruiscono ben presto va in completa rovina. Guido finge così un suicido per

salvare l'onore e ottenere un ulteriore prestito dalla famiglia della moglie: purtroppo sbaglia le

dosi del sonnifero e per errore, muore davvero. Occupandosi dell'azienda e dei debiti del

defunto cognato, Zeno si avvicina nuovamente ad Ada, e fra loro sembra rinascere qualche

sentimento: ma è solo gioco della memoria, che ancora una volta non raggiunge la realtà. Nelle

ultime pagine il protagonista dichiara di voler abbandonare la terapia psicoanalitica, fonte di

nuove malattie dell'animo (infatti nella finzione del romanzo è lo psicoanalista che pubblica

questo diario, per vendicarsi del suo deluso paziente) incapace di restituire all'uomo la salute,

che è un bene che questo non potrà mai raggiungere.

NARRATORE

La coscienza di Zeno,

Ne Svevo abbandona lo schema ottocentesco del romanzo raccontato da

un narratore estraneo alla vicenda e fa sì che la sola voce che il lettore immagini di ascoltare

sia quella del nuovo «inetto»: Zeno Cosini. L’intero racconto scaturisce dalle parole del

protagonista ed il romanzo ha, pertanto, un impianto assolutamente autodiegetico.

Coscienza di Zeno

La non è il solito romanzo. Il libro è l’autobiografia di Zeno, di cui non

sappiamo niente che non abbiamo appreso da lui stesso. Tuttavia, lungi dal confidarci con lui,

dubitiamo ora della sua lucidità, ora della sua buona fede. Dice la verità, vuole ingannarci o si

inganna lui stesso? Noi non ne sappiamo niente. Non riusciamo a giudicare Zeno, non

riusciamo neanche a identificarci con lui. Egli rifiuta infatti la complicità che istituisce

abitualmente l’uso della prima persona, e si rivolge al lettore come a un testimone che vuole

convincere. Probabilmente, con un umorismo che costituisce una delle maggiori attrattive del

racconto, Zeno stesso denuncia la sua doppiezza.

TEMPO E STRUTTURA

L’insicurezza che si crea così nell’”io” narrante produce una serie di dubbi e di interrogazioni

nel lettore. Pertanto Zeno non può condurre ordinatamente la narrazione, seguendo il

cosiddetto “tempo oggettivo” del romanzo ottocentesco. Il tempo della narrazione diviene

quindi il tempo interiore della coscienza, un “tempo misto” poiché gli avvenimenti sono

sempre alterati dal desiderio del narratore. Significativo di come Zeno percepisca la realtà in

rapporto alla propria nevrosi è come la malattia abbia come sola cura possibile un’illusione.

Queste nuove tematiche permeate sulla nevrosi e sul rapporto realtà-coscienza vengono

affrontate attraverso nuove strutture narrative. Viene così adottata la “struttura aperta”: la

vicenda si sviluppa seguendo un percorso tematico, affrontando questioni diverse legate alla

nevrosi del protagonista. Infatti dopo la prefazione del dottor S. ed un preambolo in cui Zeno

racconta i propri tentativi di risalire alla prima infanzia, gli argomenti del vari capitoli sono: il

vizio del fumo e i vari sforzi per liberarsene, la morte del padre, la storia del proprio

matrimonio, il rapporto con la moglie e la giovane amante, la storia dell’associazione

commerciale con il cognato Guido Speier; alla fine si colloca il capitolo Psico-analisi, in cui Zeno

sfoga il proprio livore contro lo psicoanalista e racconta la propria presunta guarigione.

FILOSOFIA :

SIGMUND FREUD Quando Freud comincia a lavorare come neurofisiologo è

segnato dalla tendenza a spiegare i processi psichici e i

disturbi mentali su base fisiologica e neurofisiologica. C’è però

un fenomeno che sembra contraddire questo quadro

esplicativo: l’isteria, una manifestazione patologica che si

presente sotto forma di disturbo somatico, ma per la quale

non è possibile rintracciare delle alterazioni organiche. Proprio

per queste caratteristiche essa mette in crisi la spiegazione

neurofisiologica sul suo terreno. Il sintomo isterico viene quindi

inteso come il risultato di vicende psichiche che non stanno al

centro della coscienza e che è necessario portare alla luce.

L’isteria era una malattia che in passato colpiva in particolar

modo le donne a causa dell’inibizione sessuale a loro

imposta dalla società e dalla famiglia. Tanto è vero che nella

società odierna in cui la sessualità è libera, i casi di isteria

sono rarissimi.

Questo permette a Freud di aprire una prospettiva completamente diversa, in cui emerge il

concetto di inconscio inteso in una concezione del tutto nuova, che fa riferimento ai

meccanismi difensivi, i quali cominciano a funzionare sin dall’infanzia: il bambino infatti si trova

a dover contrastare una serie di fattori vissuti come colpevolizzanti in base a esempi e modelli

di comportamento che trova affermati intorno a sé. Nell’evoluzione del suo percorso scientifico

Freud impara che in certi casi un disturbo psichico può essere curato tramite l’ipnosi, utilizzato

per favorire l’abbandono delle difese, così da far emergere dal paziente parole ed emozioni che

possano contribuire a far luce su suo passato. Secondo lo psicoanalista la malattia mentale non

è altro che la conseguenza di un contrasto fra varie forze attive all’interno di un soggetto

umano. La conflittualità tra l’azione desiderata e l’impedimento di essa porta alla nevrosi, che

può essere curata solo risalendo all’indietro per scoprire il “trauma psichico” che ne è

all’origine, ovvero un evento la cui carica emotiva è troppo forte perché l’apparato psichico del

soggetto possa assimilarlo. Di qui la rimozione del ricordo di tale evento, mentre l’energia

psichica non “canalizzata” continua a essere attiva e a manifestarsi attraverso il sintomo. Freud

allora si ripropone di portare alla luce l’evento traumatico, riconnettendo ricordo ed emozione e

aiutando il paziente a elaborare ciò che in precedenza era stato ignorato.

Soprattutto nel sogno Freud individua la via maestra per

accedere al dominio dell’inconscio. Il sogno è infatti costituito

non solo da riferimenti alla vita presente, ma anche da

fantasie e pensieri legati alla vita profonda, alle esperienze

passate dell’individuo, in grande misura a desideri inappagati

nell’esistenza reale. Nell’attività onirica possiamo distinguere

due aspetti, il contenuto manifesto e il contenuto latente. Il

primo è la storia “ufficiale”, ovvero quello che l’individuo

racconta per come se la ricorda; il secondo è ciò che

l’individuo ignora, o meglio crede di ignorare. Il compito

dell’analista è quello di comprendere perché il sogno

manifesto va a coprire quello latente. Ciò avviene perché

l’individuo vorrebbe esprimere determinati contenuti che si

agitano nel profondo della psiche, ma inconsciamente se ne

vergogna e dunque li esprime in modo allusivo e mascherato.

Lo scopo del sogno è quindi consentire alla coscienza di

“mollare” provvisoriamente i suoi freni offrendo uno sfogo ai

desideri inconsci, così da allentarne la pressione., di

consentire al soggetto di dormire e di restaurare le energie

psichiche. La stessa cosa accade nei tic, nei lapsus, nelle

Psicopatologia della vita quotidiana”,

dimenticanze, nelle gaffe, che Freud analizza nella “ dove

mette in luce come sotto questi atti a prima vista innocenti, si nascondano contenuti in qualche

modo “pericolosi”, che solo con l’inganno, eludendo il controllo vigile della coscienza, riescono

a manifestarsi. Rifiutando la concezione intellettualistica dell’Io come

unità semplice riportabile a quell’unico centro unificatore

che è l’Io cosciente, Freud afferma che la psiche è

un’unità complessa composta da un certo numero di

sistemi, Es, Io e Super-io. L’Es è il luogo della vita

pulsionale dell’individuo, che tende a soddisfare i bisogni

egoistici, ed è dunque la dimensione degli istinti. Il

Super-io rappresenta la coscienza morale, che interviene

con atteggiamento censorio a giudicare e frenare gli

impulsi istintivi, rappresenta quindi la coscienza morale.

Tra queste due figure si colloca l’Io, che Freud definisce

“servo di tre padroni”:

come l’Es che preme per la

realizzazione dei desideri e degli impulsi inconsci, il

Super-io che nega la possibilità di soddisfare tali desideri,

e il mondo esterno, ovvero la situazione oggettiva in cui

l’individuo vive e che pone dei limiti. In questo modo,

secondo lo psicoanalista viennese, la psicoanalisi ha inferto una terza e più profonda ferita

narcisistica alla coscienza umana, dopo quelle dell'eliocentrismo di Copernico e

dell'evoluzionismo di Darwin. Se Copernico aveva infranto la credenza nella centralità cosmica

dell'uomo come abitante della Terra e Darwin quella della superiorità della specie umana

rispetto al mondo naturale, Freud ritiene di aver abbattuto la credenza nel dominio dell'io

cosciente sul comportamento dell'uomo. STORIA :

NAZISMO LA VITA DI HITLER

Figlio di un padre autoritario e repressivo, Adolf Hitler

nasce in una piccola cittadina austriaca nel 1889. La

precoce morte della madre (a cui era estremamente

legato), inoltre, lascia profonde ferite nel suo animo.

Iscrittosi alla scuola Reale di Linz, è un allievo

problematico e dal rendimento non certo brillante. Il

risultato è che di lì a qualche anno abbandona l'istituto.

Si trasferisce allora a Vienna cercando di entrare

all'Accademia di Belle Arti, spinto da certe tendenze

artistiche. L'Accademia però lo respinge per ben due

anni consecutivi, generando in lui notevole frustrazione,

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