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Sintesi
Storia: Il villaggio Globale, la Globalizzazione;

Geografia: Globalizzazione;

Italiano: Mass Media;

Tecnologia: Multinazionali (Glocalismo e Pro e Contro Globalizzazione);

Musica: Globalizzazione nella musica, I Coldplay;

Arte: Il Realismo;

Scienze: L'inquinamento ambientale;

Francese: Energie Rinnovabili;

Ed. Cittadinanza: Attualità, la mafia;

Ed. Fisica: Attualità, l'atletica leggera;

Inglese: Il governo del Regno Unito.
Estratto del documento

La Globalizzazione

La parola globalizzazione indica l’unificazione del mondo dal punto di vista

economico, culturale, politico, sociale e dei consumi.

I nostri vestiti, i computer e i cellulari vengono fabbricati per lo più in Asia;

mangiamo cibo coltivato nell’Unione Europea o in Sudamerica; beviamo bibite

americane, ascoltiamo musica americana o inglese. Oggi grazie alla tecnologia,

possiamo parlare con l’altra parte del mondo e, per mezzo di treni, automobili e aerei,

possiamo compiere in poche ora viaggi per i quali una volta sarebbero occorsi giorni,

settimane o mesi. I mass-media ci fanno conoscere i fatti nel momento in cui

avvengono. Internet permette di accedere a informazioni di ogni tipo e di dialogare

con persone che si trovano dall’altra parte del pianeta.

L’opinione pubblica ha a disposizione moltissime fonti per potersi fare un’idea di ciò

che accade nel mondo. In un certo senso i confini tra gli stati non esistono più:

ognuno di noi è cittadino di un ‘Villaggio Globale’.

La televisione – a partire dagli anni Cinquanta del novecento – ha posto le basi dello

sviluppo globale: è stato il primo mezzo di comunicazione a portare le immagini del

mondo nelle case di tutti. I mezzi di comunicazione, specialmente grazie alla

pubblicità, diffondono ovunque gli stessi messaggi e condizionano i nostri consumi

(cioè le nostre abitudini di acquisto) e il nostro stile di vita.

Gli stili di vita che si stanno diffondendo nel mondo sono quelli occidentali, e in

particolare americani. Lo stile globalizzato è rappresentato bene dai entri commerciali

della grande distribuzione. Si tratta di strutture uguali in tutto il mondo che

espongono gli stessi prodotti, caratterizzati da identiche confezioni da un logo

immediatamente riconoscibile.

Mc Donald’s, Coca Cola, Nike sono i più famosi simboli della globalizzazione: è

possibile trovare i prodotti di queste aziende in qualsiasi parte della terra e

riconoscergli facilmente grazie al loro logo inconfondibile.

Come ogni cosa, anche la globalizzazione ha i suoi pro e contro; alcune conseguenze

che ne derivano possono esser considerate vantaggiose o svantaggiose a seconda dei

punti di vista.

Una prima conseguenza della globalizzazione è la concorrenza: essa induce a

crescere, sprona le aziende a migliorarsi e ad avere idee innovative; ma si rivela un

arma dal duplice taglio, in quanto molti Paesi poveri vengono esclusi dal commercio

mondiale non potendo competere con le grandi multinazionali, le vere protagoniste

della globalizzazione; in conseguenza di ciò cresce il divario tra Nord e Sud del

mondo. Per di più questi grandi colossi industriali sfruttano le risorse dei Paesi

asiatici e africani senza offrire ricchezza e sviluppo, anzi i lavoratori vengono

sottopagati e maltrattati, specie i minori. Infine la spietata concorrenza ha costretto

piccole e medie aziende a chiudere, anch’esse incapaci di accedere a questo grande

meccanismo planetario che addita alla quantità piuttosto che alla qualità. 4

La globalizzazione reca benessere ai paesi industrializzati, i quali controllano oltre la

metà del commercio e degli investimenti internazionali. Eppure anche nei paesi

“ricchi” i problemi non mancano: infatti la ricchezza non è distribuita equamente,

perciò aumentano le disuguaglianze sociali; inoltre la globalizzazione ha determinato

un calo dell’occupazione nel settore industriale, a causa del trasferimento di grandi

fabbriche in paesi dove il costo del lavoro è più basso.

Malgrado questo bisogna riconoscere un grande vantaggio derivante dalla

globalizzazione, ovvero lo scambio inter-culturale: oggi più che mai abbiamo

l’opportunità di confrontarci con culture e modi di pensare differenti, in modo tale da

accrescere le nostre conoscenze, allargare la mente e rendere più completi noi stessi.

5

I MASS MEDIA

I mass-media hanno contribuito allo sviluppo della globalizzazione.

I più importanti sono: la televisione e il quotidiano (da non dimenticare

assolutamente la pubblicità, internet e la radio), che ci permettono di venire a

conoscenza di fatti accaduti in luoghi, lontani o vicini in tempo reale.

La televisione italiana, la Rai, nasce il 3 Gennaio 1954: la TV viene vista solo in

Piemonte, Lombardia, Liguria, Lazio, Toscana e Umbria; ma già nel 1961 raggiunge

il 97% degli italiani. Le trasmissioni durano alcune ore del giorno e la pubblicità non

esiste.

Nei giorni feriali, alle 17.30, iniziano le trasmissioni con La TV dei ragazzi che dura

un’ora e mezza; poi s’interrompono per riprendere con il Telegiornale (Tg) delle

20.45 e trasmettere sino alle 23.00. La domenica, invece, vengono proposti

programmi a partire dalle 11.00.

Nel 1957 viene introdotta la pubblicità con il Carosello anche se il tempo dedicato

allo spettacolo continua a prevalere sullo spot pubblicitario. In un anno infatti si

trasmettono 1.312 spot, circa 4 al giorno!

La Tv è anche strumento di educazione e informazione.

Negli anni Cinquanta l’analfabetismo è un fenomeno ancora molto diffuso. Nasce

così, nel 1960 una trasmissione intitolata Non è mai troppo tardi, condotta dal

maestro elementare Alberto Manzi. Il programma riproduceva in televisione vere e

proprie lezione di scuola elementare, con metodologie rivoluzionarie per l’epoca. Si

stima che circa un milione e mezzo di persone abbiano potuto conseguire la licenza

elementare grazie a queste innovative lezioni a distanza.

Le trasmissioni avvenivano nel tardo pomeriggio, prima di cena. A poco a poco

aumentano le ore di trasmissione quotidiana, fino alle 11, e sale la percentuale di

programmi dedicati alla cultura, sceneggiati originali, di racconti e romanzi ridotti

appositamente per il piccolo schermo, persino di opere liriche. Pochi i film, telefilm

6

e cartoni animati, perché i produttori non vogliono concedere alla TV i diritti di

trasmissione. Ciò che rende la TV molto popolare è l’intrattenimento: il primo

programma che appassiona gli italiani è Lascia o Raddoppia?, condotto da Mike

Bongiorno.

Nel 1961 nasce la seconda rete Rai, che privilegia la trasmissione di film, a differenza

della prima rete sulla quale vengono trasmesse prevalentemente opere teatrali. Nel

1962, la TV italiana si può collegare in diretta, via satellite, con l’America. Fino al

1968 gli eventi sportivi erano trasmetti sono in differita, ma con le Olimpiadi del

Messico inizia la diretta intercontinentale. Nel Giro d’Italia compaiono per la prima

volta le telecamere, montate sulle motociclette che seguono la corsa.

Nella seconda metà degli anni Settanta avviene la svolta: nascono le emittenti private,

prima radiofoniche, poi televisive che però hanno ancora il divieto di andare oltre

l’ambito locale. Prima del 1975 le uniche emittenti private che si potevano seguire

erano Telemontecarlo, TV Svizzera e TV Capodistria, poi le emittenti private si

moltiplicano: da 68 nel 1976 a 600 nel 1981! Trasmettono 24 ore su 24 e, a causa di

questa forte concorrenza, la Rai subisce una profonda trasformazione: viene

introdotto il colore e nasce la terza rete Rai, aumentano le ore di trasmissione (oltre

19) e la pubblicità, vengono limitati i programmi culturali e privilegiati gli spettacoli

di intrattenimento e d’informazione, vengono acquistati dagli Usa quasi tutti i film.

Nel 1984, poi, viene realizzato il televideo. Nel 1987, il 90% della programmazione

Fininvest (canale 5, Italia 1 e Rete 4) è dedicato allo spettacolo. Ma nel 1994 i

palinsesti, cioè l’insieme dei programmi trasmessi dalla Rai e dal gruppo Fininvest,

diventano molto simili.

Dopo la Fininvest cambia il suo nome in ‘Mediaset’. (Logo Fininvest – Mediaset).

La tv può essere ‘buona’ o ‘cattiva’ maestra. Nella generazione di oggi, i bambini

guardano la tv per 4-5 ore, per questo bisogna di tanto in tanto spegnerla e creare

7

un’alternativa.. Accade che la sera quando la famiglia è riunita a vedere il programma

in onda su quel determinato programma, il bambino assiste alle scene di violenza, che

possono essere interpretate come la realtà dei fatti. Per il genitore è obbligo

commentare queste scene dicendo che sono solo finzione e non realtà in modo da

rassicurare il bambino.

Il giornale, un tempo, era inteso esclusivamente a stampati che ogni giorno

informano sui più recenti fatti accaduti. Oggi i veri e propri giornali sono definiti

quotidiani, mentre settimanali, quindicinali, mensili e bimestrali prendono il nome di

periodici. La ripartizione in sezioni, dedicate ad argomenti e settori diversi, e il

criterio con cui viene impaginato un quotidiano contribuiscono a definire la

fisionomia.

 La prima pagina di un quotidiano è riservata alle notizie e ai problemi più

importanti della giornata.

 Nelle pagine successive troviamo una serie di sezioni riconducibili a precisi settori

dell’informazione e della cultura.

 Nei quotidiani compaiono inoltre diverse rubriche fisse: le previsioni del tempo, i

consigli per i turisti, i programmi radio e TV, le inserzioni economiche, la

corrispondenza con i lettori e altro ancora.

 Le più importanti testate uniscono al quotidiano inserti speciali e supplementi

settimanali, in giorni fissi della settimana. Essi approfondiscono temi specifici

riguardanti: scienza, economia, musica, medicina e salute, libri, viaggi e turismo,

arte…

Vediamo di seguito com’è strutturato la prima pagina di un quotidiano: 8

Come possiamo notare, la prima pagina si suddivide in tre parti: taglio alto, taglio

medio e taglio basso. Possiamo trovare nel taglio alto la Testata che sarebbe il titolo

del giornale, poi al lato della testata abbiamo delle manchette di pubblicità.

Abbiamo il Titolo di Apertura accompagnato da una vignetta. L’Articolo di spalla

è collocato alla destra del titolo di apertura. Nel taglio medio troviamo: a sinistra

della pagina è collocato l’Articolo di fondo, ovvero un articolo di commento a fatti o

fenomeni, che viene scritto da qualche autore, giornalista o da un uomo di cultura, le

civette, i contornati e i sommari. Nel taglio basso troviamo: vari articoli di

seconda importanza e il corsivo.

In un quotidiano i titoli sono molto importanti, perché devono fornire una prima idea

degli argomenti trattati e catturare immediatamente l’attenzione del lettore. Tutti noi,

infatti, sfogliamo il giornale e ci soffermiamo a leggere soltanto gli articoli i cui titoli

suscitano il nostro interesse. Quando la notizia ha un certo rilievo, il titolo è

composto in genere da tre o quattro elementi.

Come vediamo c’è l’occhiello ovvero un ‘sovratitolo’, introduce l’argomento

dell’articolo. Il titolo sintetizza la notizia principale o ne evidenzia un particolare

aspetto, ritenuto fondamentale, può essere caldo o freddo, ovvero i titoli caldi sono

quei titoli che cercano di suscitare il lettore al livello emotivo, mentre quelli freddi

sono quei titoli che ‘enunciano’ l’argomento. Poi abbiamo il sottotitolo che non è

presente nella foto ma serve per precisare che cosa dice il titolo. Infine abbiamo il

sommario che riassume brevemente i contenuti dell’articolo o fornisce una ‘chiave’

di lettura. 9

La globalizzazione anche nella musica: I Coldplay

La globalizzazione si è verificata anche nell’ambito musicale: i brani musicali

vengono trasmessi dalle radio di tutto il mondo così come i CD che riproducono i

brani.

Un esempio di diffusione della musica a livello mondiale è rappresentato dal gruppo

dei Coldplay.

Nel 1996, in occasione della festa delle matricole alla University

College di Londra, Chris Martin e Jon Buckland, due ragazzi con la passione della

musica in comune decidono di costituire un piccolo gruppo.

Chris a 5 anni impara a suonare il pianoforte, a 11 fonda la prima band, al liceo è il

chitarrista dei Rocking Honkies, band soul.

Jon invece è quasi agli inizi, in quanto ha fatto parte di una band rap, scrivendo testi e

cantando.

Accanto a questi due personaggi, si affianca la figura di Phil Harvey, amico di Chris.

L'idea originaria è quella di costituire una boy band con il nome di Pectoralz. Chris e

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