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Sintesi
Letteratura inglese: Il ritratto di Dorian Gray

Filosofia: Schopenauer - L'arte come via redentiva, Nietzsche e l'arte (musica)

Musica: Wagner e la musica dell'avvenire

Italiano: Gabriele D'annunzio, Il piacere

Scienze sociali: definizione dell'arte, l'arte come patologia, l'arte secondo Freud
Estratto del documento

Capitolo I

Maneggiare Con Cura

Personaggio eccentrico e raffinato, Oscar Wilde é considerato il massimo esponente del

Decadentismo inglese. Fu il prototipo del Dandy, ovvero colui che scandalizza l'opinione

pubblica con i suoi atteggiamenti contrari alla morale comune, con il suo modo di vestire e

di comportarsi, alla ricerca di una fama che sia preludio del successo artistico.

"La bellezza è l'obiettivo della letteratura e della vita. Questa deve essere la più grande

opera d'arte." Oscar Wilde

Il concetto è alla base del romanzo "the picture of Dorian Gray" (1890) in cui l'affascinante

protagonista, spinto dai consigli di lord Wotton, dedica l'esistenza alla ricerca del piacere e

del bello assoluto, senza rispettare alcun vincolo morale.

Di tutte le sue colpe si macchia il ritratto che l'amico Basil gli ha donato e quando

finalmente Dorian si accorge del mostro che è diventato, squarcia il dipinto che ritorna alla

purezza di un tempo, mentre Gray morente, si trasforma nel vecchio deformato dai vizi e

dai peccati che avrebbe dovuto essere.

L'arte mostra così di essere superiore alla realtà e la sua bellezza trionfa sulla morte.

Per secoli l'uomo ha tentato infatti di sfuggire alla vita tramite l'utilizzo di una realtà

artificiale che potesse concedergli qualche breve,ma significativo distacco con il mondo, in

evidente declino, che lo circondava.

L'arte è la fantastica intuizione che questo o quell'individuo ha donato a Gaia.

Essa racchiude quanto di meglio l'uomo abbia da offrire alla vita,ciò che i sensi non

sarebbero in grado di afferrare senza la sua esistenza.

L'arte è il fantastico mezzo che ha concesso a noi tutti di poter esprimere le nostre più

recondite fantasie, il nostro ideale di bellezza..

L'arte ci ha guidato in una dimensione parallela capace di allietare i dolori da cui

costantemente siamo bombardati.

Nell'opera di Wilde è evidente come il protagonista abbia basato tutta la sua esistenza

sull'apparenza,sulla bellezza,sulla ricerca efferata di qualcosa che potesse affascinarlo

sempre di più,fino a giungere nel peccato.

Già il ritratto in sè era per l'amico Basil il risultato di una così estrema passione che

avrebbe potuto rovinargli l'esistenza. E così è stato. Quel ritratto tanto fascinoso portava in

sè il peccato dell'amore rovente per un essere fuori dalla portata di qualsiasi altro uomo.

Ed è proprio a causa di quel dipinto che il pittore esala il suo ultimo respiro.

Era insopportabile per Gray accettare quanto fosse stato corrotto,ascoltare la voce

dell'amico che senza freni gli sbatteva in faccia la realtà. Lui era il dipinto. Il Dorian che

poteva ammirare allo specchio era semplicemente una maschera,ma questo sarà chiaro al

protagonista solo nel capitolo XX,quando egli si guarderà nuovamente e vedrà l'inganno

che per anni ha portato sul suo volto:

[...] "la bellezza l'aveva rovinato,la bellezza e la gioventù che aveva invocato.

La bellezza era stata solo una maschera." [...]

Numerosi sono gli esempi che è possibile riportare per sottolineare maggiormente

l'interesse estremo dell'arte per il nobile Gray, come nel capitolo VII:

[...]"ti ho amato perchè eri meravigiosa, perchè avevi genio e intelletto, perchè

ricreavi i sogni dei grandi poeti, perchè davi forma e sostanza alle forme

dell'arte. Senz'arte non esisti" [...]

Egli abbandona il suo grande amore, l'attrice Sybil Vane, perchè lei non è più arte,non è più

la magica creatrice d'arte che egli aveva conosciuto. Ora Sybil era una donna qualunque,

innamorata di lui follemente, questo è certo, ma pur sempre una banale donna qualunque.

L'arte è la sua sola fonte di gioia e di amore:

[...] "mi piacciono le belle cose che si possono toccare e palpare: possono dare

delle sensazioni" [...] capitolo IX

( )

L'arte è al tempo stesso l'amica che lo distrae dai suo peccati:

[...] " Questi tesori, come tutte le cose che egli aveva raccolto nella sua bella

casa, dovevano essere per lui un mezo per dimenicare, una ridda di pensieri

che gli permettessero di sfuggire, per breve tempo, al terrore che lo sovrastava

e alle volte diveniva insormontabile". [...] (capitolo XI)

Quell'uomo aveva perso se stesso: il suo buon nome era ormai infangato,i suoi amici lo

evitavano come se avesse avuto una qualche brutta malattia...solo Wotton e pochi intimi gli

erano rimasti accanto, ma questo non bastava a rendere Dorian un uomo felice.

Ora aveva capito qual'era la via da seguire per tornare allo splendore di un tempo,alla

purezza fanciullesca che lo aveva accompagnato fino ai vent'anni. Doveva però distruggere

il ritratto che molti anni addietro Basil gli aveva donato, per poter dimenticare tutti i suoi

peccati, per aver modo di ricominciare,ma di nuovo,mentre pugnalava il ritratto,non aveva

messo in conto che stava pugnalando la sua anima.

Così termina la strana storia di Dorian Gray, l'uomo che non era riuscito a cogliere l'arte

nella vita che lo circondava. Capitolo II

Un'Arte Filosofica

Paragrafo I

Una Trovata Geniale

Come è stato precedentemente enunciato,è necessario sottolineare come sia stato

importante nel corso dei secoli trovare una tecnica per sfuggire alle bruttezze dell'esistenza.

Ebbene, il nostro Dorian Gray ha sfruttato male la grande opportunità che gli era stata

concessa,diventandone completamente schiavo.

In realtà L'arte va maneggiata con cautela,poichè essa vuole aiutarci a vivere e non vuole

essere la nostra vita.

Ciò vuol dire che abbiamo trovato il mezzo attravero il quale poter esprimere più

semplicemente la nostra essenza.

L'arte nasce però nel lontano paleolitico con le pitture rupestri. Esse infatti sono state per

secoli la forma di comunicazione più diffusa tra i nostri antenati che sentivano il bisogno di

imprimere sulla pietra il segno delle loro conquiste e del proprio passaggio in quei luoghi.

Col passare degli anni quelle sono poi diventate dei mezzi attravero i quali gli shamani

dell'epoca compivano i propri riti religiosi segnando sulle pareti delle grotte momenti della

vita quotidiana ed in particolar modo quelli della caccia nella speranza di renderla profiqua.

Possiamo dunque pensare all'arte come la più antica forma di comunicazione.

Più avanti, pensatori illustri hanno ritrovato in essa qualcosa di magico, che fosse in grado

di scaturire il meglio di noi e che potesse favorire la nascita di qualche stupenda

esperienza emotiva.

In fondo la cultura del bello ha da sempre mobilitato i popoli: dagli Egizi,ai Greci,ai Romani

l'arte è stata il punto focale della vita ed è inoltre il mezzo attravero cui ognuno di questi si è

distinto dagli altri,creando una propria individualità ed uno stile che fosse in grado di

rappresentarlo. Paragrafo II

Il dolore della vita e l'arte redentiva

Schopenhauer

La nostra ricerca sull'importanza dell'arte nella storia in realtà parte da soli sue secoli addietro,ovvero

con Arthur Schopenhauer (Danzica 22/02/1788 – Francoforte sul Meno 21/09/1860)

filosofo da sempre criticato per il suo immenso pessimismo nei confronti della vita e

dell'universo. Egli, infatti nel suo capolavoro " il mondo come volontà e rappresentazione"

ritiene che il mondo sia semplicemente una rappresentazione soggettiva.

In breve il filosofo vuole spiegare che nessuno di noi è realmente consapevole della realtà

che lo circonda, ma sappiamo solo di poterla percepire. Se l'uomo non esistesse, non

sarebbe in grado di percepire il mondo stesso e perciò nemmeno quest'ultimo potrebbe

esistere.

Egli in realtà riprende la filosofia Kantiana riguardante Fenomeno e Noumeno, ovvero ciò

che appare e ciò che è (l'essenza delle cose).

La differenza che corre tra i due autori riguarda la scoperta nel Noumeno in quanto per

Kant è possibile solo conoscere il fenomeno,ciò che è percepibile dai nostri sensi; il

noumeno è qualcosa che l'uomo comune non è assolutamente in grado di svelare.

Schopenhauer invece trae dalle filosofie orientali l'idea che tra i due aspetti del mondo vi

sia una sorta di barriera, definibile "velo di Maya", che è possibile squarciare per poter

scoprire l'essenza di qualsivoglia entità.

Ma il mondo non è solo fenomeno e noumeno. Esso è volontà di vivere. È infatti la volontà

la sostanza intima di ogni cosa,il nocciolo duro della realtà,l'essenza stessa del mondo.

Espressioni di questa brama di vita sono tutte le attività che mirano all'affermazione della

propria individualità. Tale volontà non è circoscritta alla natura umana,ma si estende a tutte

le cose. Tutto dipende da questo cieco e irresistibile impeto che pervade l'universo intero e

ogni singola cosa.

Essa prevede però delle caratteristiche ben definite:

 è inconsapevole: un impulso naturale che precede la coscienza

 è eterna: al di là del tempo,indistruttibile e unica,cioè non individuale

 è cieca: non ha nessuno scopo o fine,non segue altri fini che la pura e

semplice affermazione di sè: esiste e basta,senza una ragione che la

giustifichi.

Ma questa "Volontà di vivere" porta l'uomo in uno stato di oscillazione tra dolore e noia in

quanto egli incentra la sua vita sulla ricerca continua dei piaceri e dell'appagamento dei

desideri che però consentono di trovare solo una felicità effimera che poi ricade

nuovamente nella noia e nel dolore per la consapevolezza di non essere in grado di

trovare una condizione che lo appaghi eternamente.

Il filosofo allora ritiene necessario ricercare una via di salvezza da questa condizione

insopportabile è cioè nella Noluntas ovvero la Non volontà,l'esperienza del nulla.

E nel cammino per arrivare alla forma più alta di redenzione vediamo riccorrere

nuovamente L'arte. Essa è infatti la prima forma di liberazione dal desiderio.

Grazie all'arte l'uomo è in grado di dimenticare il proprio dolore sottraendosi alla catena

degli avvenimenti almeno per un breve periodo di tempo.

In particolare Schopenhauer si riferisce alla tragedia che è la forma più elevata di arte.

Essa infatti ricopre un ruolo catartico,mostrando all'uomo che la osserva tutte le passioni

più radicali. In questo modo l'uomo può capire che il proprio dolore è essenzialmente il

riflesso del dolore di ogni altro essere vivente e superare la propria individualità.

Anche la musica è, per il filosofo, fonte di distacco dalla realtà,il mezzo attravero il quale è

possibile attingere all'essenza profonda delle cose.

Paragrafo III

L'arte perduta

Nietzsche

Ma le teorie riguardanti l'arte non solo soltanto una prerogativa di Schopenhauer. Egli

infatti è stato mentore del più giovane Friedrich Wilhelm Nietzsche (Rocken 1844 – Torino

1900) il quale ha sviluppato nei confronti dell'arte un'attrazione tale da renderla il mezzo

capace di armonizzare il mondo in sè.

Egli in particolare riprende le teorie sulla musica concepita come esaltazione dell'universo

ed essenza di tutte le cose.

Ma Nietzsche non approva il pessimismo Schopenhaueriano poichè questo depotenzia

l'uomo, anzicchè ridargli quell'energia vitale propria della cultura greca espressa nella

tragedia di Eschilo. E proprio qui che Nietzsche scopre l'incontro dei due principi fondanti

della sua filosofia, ovvero Apollineo e Dionisiaco.

Sotto-paragrafo: Apollo e Dioniso

Apollo è la divinità solare che rappresenta l'equilibrio,la stabilità,l'ordine della vita. Secondo

il filosofo è proprio l'apollineo ad aver preso il sopravvento da Socrate poichè egli ha

mortificato l'aspetto dionisiaco della vita altrui in quanto quest'ultimo rendeva l'uomo

schiavo del male.

In realtà è importante fare riferimento altresì a Dioniso, dio del vino e della musica,

dell'abbondanza o meglio la rappresentazione dell'uomo libero da regole morali e

convenzioni sociali.

È evidente come Apollo e Dioniso siano due opposti impulsi che però, lavorando in

simultanea, sono capaci di dar luogo ad una forma perfetta di vita.

È vero che per essere felici bisogna essere liberi,bisogna poter esprimere la propria anima

ed il proprio spirito, ma è vero altresì che senza l'ordine e la perfezione, l'uomo non

sarebbe in grado di ricreare qualcosa di magnifico ed armonioso.

Apollineo e Dionisiaco sono per Nietzsche il mix perfetto per dar luce a qualcosa di

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