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Tesina - Premio maturità 2008
Titolo: Arsoratoria - l'eloquenza a servizio del potere
Autore: Antonio raffaele La forgia
Descrizione: Un excursus sull'arte del parlare dal grande retore Cicerone ad oggi.
Materie trattate: latino, inglese, francese, tedesco, filosofia, biologia, italiano, storia, arte.
Area: umanistica
Sommario: Nascita e formazione dell'uomo esperto nel parlare. Che la parola sia diventata importantissima nella vita dell'uomo è evidente, basta vedere come quest'ultima è usata nella politica per farsi un'idea dell'utilità di essa. Il primo a parlarci di quest'arte fu Cicerone. L'eloquenza contribuì all'ascesa di Cicerone per il titolo di homo novus (ricordiamo la sua frase 'cedant arma togae') e il Retore ne delineò i caratteri fondamentali nel De Oratore. Cosi veniamo a conoscenza di chi è realmente l'oratore, di cosa ha bisogno e come deve usufruire di questa dote. Il Vir Bonus cosi è: 'colui che, qualsiasi sia l'argomento da trattare con la parola, saprà parlare con prudenza, ordine, eleganza e buona memoria ma anche con un pò di dignità gestuale'. Come si configura l'elocutio ciceroniana allora?. Cicerone la divide in un primo momento in soli 3 stili: esile o tenue, medio o temperato, elevato o sublime. L'oratore deve cosi scegliere il suo stile in base all'argomento del discorso, dell'uditorio al quale si rivolge e delle circostanze della performance. Inoltre l'oratore, in rapporto allo stile scelto, deve saper probare, persuadere con rigore argomentativo, delectare, ossia intrattenere piacevolmente il pubblico, e flectere, cioè indurre gli ascoltatori a provare determinati sentimenti durante l'argomentazioni. La retorica ciceroniana si divide in ulteriori 5 atti, ossia inventio, che consiste nella catalogazione degli argomenti da sfruttare durante l'orazione, dispositio, che consiste nell'ordinare gli argomenti trovati ed ordinarli in modo coerente e ordinato; elocutio, che conferisce dignità di stile e lingua. Infine ci sono la memoria e l'actio, corrispettivamente alla capacità di ricordare i punti dell'orazione e alla performance della stessa. Ovviamente la scuola ciceroniana ha avuto un'impronta notevole nella vita di qualsiasi uomo che sceglie di tentare la fortuna nella vita forense e Quintiliano, ai tempi, assimilò meglio di chiunque altro gli insegnamenti di Cicerone dando il suo contributo alla formazione del perfetto vir bonus. Quintiliano, primo a gettare le radici della pedagogia, si interrogava però sul come evitare che l'eloquenza venisse usata per scopi amorali, associando cosi l'eloquenza ad un uomo malvagio, senza scrupoli. Essendo il vir bonus colui descritto da cicerone, doveva anche esistere la sua antitesi, ossia il vir malus. Se l'oratoria doveva essere impiantata nel giovane virgulto come si doveva evitare che quest'arte venisse usata per scopi amorali e strettamente personali?