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Sintesi

Introduzione tesina Animali


La seguente tesina di maturità verte sugli animali e permette i seguenti collegamenti: in Latino: Fedro, in Italiano: Dante Alighieri (Bestiari Medievali), in Geografia Astronomica: gli animali e le costellazioni, in Filosofia: Ludwig Feuerbach (L'uomo è ciò che mangia), in Storia: il cambiamento del ruolo dell'animale nel corso della storia, in Fisica: Erwin Schrödinger (l'esperimento del gatto), in Matematica: l'andamento esponenziale dell'estinzione animale con calcolo della probabilità, in Storia dell'arte: Renè Magritte (The Portait), in Inglese: George Orwell (Animal Farm).



Collegamenti


Tesina Animali


Latino: Fedro
Italiano: Dante Alighieri (Bestiari Medievali)
Geografia Astronomica: gli animali e le costellazioni
Filosofia: Ludwig Feuerbach (L'uomo è ciò che mangia)
Storia: il cambiamento del ruolo dell'animale nel corso della storia
Fisica: Erwin Schrödinger (l'esperimento del gatto)
Matematica: l'andamento esponenziale dell'estinzione animale con calcolo della probabilità
Storia dell'arte: Renè Magritte (The Portait)
Inglese: George Orwell (Animal Farm)
Estratto del documento

« Peras imposuit Iuppiter nobis duas:

propriis repletam vitiis post tergum dedit,

alienis ante pectus suspendit gravem. »

« Giove impose agli uomini due bisacce:

mise quella dei vizi propri dietro la schiena,

quella carica dei vizi altrui davanti al petto »

( )

Fedro - Fabulae, IV, 10

Si è soliti dire che i protagonisti delle opere di Fedro sono uomini mascherati da animali. In

effetti essi agiscono come degli uomini ma mostrano sembianze animalesche. Sarebbe tuttavia

corretto affermare che sono gli animali a portare le varie maschere dell'uomo: l'ipocrisia, la

vanità…e non il contrario.

La difficoltà che risiede nel separare l'uomo dal suo alter ego animale, risiede nella vicinanza

che la nostra mente crea tra le due immagini.

Proviamo a guardare alcune tra le più celebri favole di Fedro:

A tutti è nota la favola della volpe e del corvo. La volpe si mostra furba ed ottiene il formaggio,

mentre il vanitoso corvo lo perde.

E la furbizia non è una caratteristica che solitamente richiama l'immagine della volpe? E'

innegabile come le immagini evocate da Esopo e da Fedro siano tanto potenti da lasciare una

traccia nella vita e nella letteratura.

“L'asino stolto”. Un'altra figura famosissima. In realtà l'asino è un animale molto intelligente e

coraggioso che, in Africa viene usato come animale da guardia contro cani e leoni. Ma

l'immagine evocata dai miti e dalle favole, dalle credenze popolari e dalla tipica mansuetudine

dell'animale, è un'immagine di stupidità.

Fedro diceva che:

“Le cose non sono sempre tali quali si mostrano; il loro primo aspetto inganna molti;

poche menti scoprono ciò che l'industria nasconde nell'intimo di esse”

Queste parole mostrano come la verità può essere facilmente celata. Il camuffare ed il

nascondere possono eludere la censura e i pregiudizi. Tramite l'ausilio degli animali Fedro può

condannare fatti sempre attuali senza esporsi inutilmente.

Altri autori hanno utilizzato gli animali per mostrare , tramite l'uso dell'analogia, sentimenti

Dante.

profondi e dure condanne. Uno su tutti:

Tesina scolastica di Andrea Presenti – VB – Liceo Scientifico G.Carducci

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Occhio d'Aquila

Alcuni dei testi più diffusi durante il medioevo erano i Bestiari. E non dobbiamo

sorprendercene.

Infatti, oltre ad avere praticamente il monopolio della trattazione zoologica, essi univano realtà

e mito.

Dalla lettura di tali pagine si poteva comprendere che il mitico Basilisco nasceva da un uovo di

gallina covato da un rospo.

E’ facile intuire il perché tali testi abbiano influenzato vari letterari, primo fra tutti Dante.

L'apparizione delle tre fiere nel primo canto dell'inferno è solo uno dei tanti episodi nella

Commedia basata sull’immagine metaforica degli animali.

Era credenza, e naturalmente viene riportato nei bestiari, che l'aquila potesse guardare

direttamente il sole e, non solo non veniva ferita della luce, ma ne veniva rafforzata:

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Riporto testualmente:

L’aquila è la regina degli uccelli, colei che riesce più di tutti a volare in alto e a fissare il sole più a

lungo e più drittamente di tutti. Dopo aver partorito i piccoli, li stringe con le zampe e li conduce fino al

sole, quando esso è più luminoso, e fa sì che lo fissino. “l’aquilotto che essa vede guardare più fisso il

sole, lo considera del suo lignaggio e lo cura amorevolmente e saggiamente, mentre quello che distoglie

lo sguardo dal sole smette di nutrirlo e lo abbandona ad un destino di morte. Si tratta di un racconto

moralizzato: l’aquila è l’allegoria di Cristo che vede il Padre (sole) apertamente, così come accadrà per

i veri cristiani dopo la morte. Gli aquilotti sono gli uomini, portati al cospetto di Dio dagli angeli e questi

” (Ps)

accoglierà solo le anime degne e abbandonerà gli empi.

Come possiamo vedere da queste parole la figura dell'animale viene riportata su piani umani, e

il mito che gli aleggia intorno si fonde con il messaggio morale o con l'insegnamento che deve

essere accolto dal lettore. In questo caso il messaggio si fonde con la dottrina cristiana

trasformando l'aquila in messaggero.

Inoltre l'aquila rappresenta l'umiltà, altro sentimento cardine della religione cristiana. Non

deve stupire quindi che l'insieme dei valori abbia portato Dante a paragonare la stessa Beatrice,

simbolo della Teologia, ad un Aquila nel momento in cui fissa il sole.

Questo naturalmente è solo un altro utilizzo degli animali, anche solo nell'ultima cantica.

Per rappresentare la calma egli utilizza le pecore, e per mostrare una scena toccante fa uso delle

formiche.

Naturalmente la Commedia sarebbe stata un capolavoro ugualmente, anche senza l'utilizzo di

immagini “bestiarie” ma, in un momento dove la forma della poetica diventa elevata e difficile,

dove il lettore perde il contatto con la tangibilità delle cose, Dante ci viene in soccorso

illustrandoci l'argomento tramite l'immagine di un'animale conosciuto, di una figura con cui

tutti abbiamo più o meno confidenza.

Ovviamente gli uomini divengono “animali” anche in opere d'oltralpe. In Gran Bretagna, ad

esempio. Tesina scolastica di Andrea Presenti – VB – Liceo Scientifico G.Carducci

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Più Uguale

“Tutti gli animali sono eguali, ma alcuni sono più uguali di altri”

Paradosso? No, solo un capolavoro di Orwell che con la “Fattoria degli Animali” veste animali

da cortile con le ipocrisie e le debolezze di un popolo che vive la realtà dopo la rivoluzione.

In questo caso il simbolismo è da ricercare negli atteggiamenti di alcuni animali e nei nomi di

altri.

Eclatante è l'utilizzo del nome “Napoleon” (Napoleone) per il maiale che guida la rivoluzione e

ottiene il potere usando l'astuzia e la violenza.

Ovviamente il clima che si respira in quest'opera rasenta il grottesco, ma è anche un forte grido

di protesta verso le rivoluzioni sanguinarie che collocano dittatori alla guida di paesi.

La scelta degli animali potrebbe apparire casuale, ma non lo è. I maiali sono animali

estremamente intelligenti e rappresentano certamente l'élite, per capacità mentale, tra gli

animali da cortile. E infatti comandano gli altri animali tramite l'utilizzo dell'inganno. L'asino

lavora senza protestare, così come il cavallo, dando un'immagine limpida dell'indole reale

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dell'animale.

E' interessante vedere come alcuni temi si rivelino ricorrenti nelle opere di Orwell. In “1984”,

divenuta famosa per il personaggio del Grande Fratello, uno dei mezzi usati per controllare il

popolo è il cambiamento degli avvenimenti tramite i giornali e l'opinione pubblica.

Nella “Fattoria degli Animali” le leggi decise democraticamente vengono stravolte in maniera

subdola e tuttavia sottile: ad esempio la legge “Nessun animale berrà alcolici” diviene “Nessun

animale berrà alcolici in eccesso” ed ecco come il cambiamento di qualcosa passato va ad

influenzare il presente.

E' però pericoloso umanizzare eccessivamente gli animali. L'umanizzazione nell'opera di Orwell

diviene palese alla fine quando i maiali agiscono e pensano come uomini, anche se nell’opera

gli animali vengono umanizzati sin dall'inizio con pensieri e sentimenti normalmente estranei

al regno animale.

L'opera può essere vista come una critica contro la rivoluzione russa e francese.

Ed ecco che le leggi degli animali vanno a illustrare i principi di uguaglianza e fratellanza che

erano alla base dei moti del 1789.

Abbiamo quindi visto come la letteratura sia satura di immagini di animali. Ma quali sono gli

altri aspetti della vita in cui ne troviamo l'utilizzo? Basta volgere lo sguardo verso le stelle.

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Nel Segno dell'Orsa

Fin dalla notte dei tempi, il bisogno di orientarsi è stato uno dei più urgenti, e difficoltosi.

Abbiamo notato lo spostamento del sole sulla sfera celeste e con esso abbiamo definito il tempo.

Abbiamo visto che alcune stelle rimanevano “fisse” nel cielo e con esse ci si poteva orientare.

Ma da un problema risolto ne nasceva un altro: come riconoscere le stelle? Nacque così la

necessità di dare un nome agli insiemi delle stelle che venivano viste dalla Terra.

Quale nome se non quello di animali? E fu così che nacque la costellazione del cancro, del toro,

l'orsa maggiore e minore, e molti altri.

Questo cominciava ad accadere nell'antica Grecia e da allora le stelle vengono usate come punti

di riferimento, per precisare l'orario oppure semplicemente per assistere ad uno spettacolo

eccezionale. Tesina scolastica di Andrea Presenti – VB – Liceo Scientifico G.Carducci

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Ma vediamo l'importanza delle costellazioni negli altri aspetti della vita.

Oltre ad essere diventate lo strumento dell'Astrologia, le costellazioni ci permettono di definire

le stagioni astronomiche, e di scandirne la durata. Le stagioni astronomiche vengono infatti

collocate tramite l'apparente movimento del sole lungo la volta celeste. Se il sole si trova in una

data costellazione, la renderà invisibile, mentre potremo osservare quelle opposte.

costellazione

Una è ognuna delle 88 parti in cui la sfera celeste è convenzionalmente

suddivisa allo scopo di mappare le stelle. I raggruppamenti così formati sono delle entità

esclusivamente prospettiche, a cui la moderna astronomia non riconosce alcun reale significato,

infatti le stelle che compongono una costellazione possono trovarsi a distanze incalcolabili

l'une dalle altre. Esse non hanno forma tridimensionalmente, ma esistono solo in maniera

bidimensionale, dove l'occhio umano, volto verso l'alto, le riconosce come allineate.

E' questo dunque un altro degli innumerevoli aspetti della vita dove ritroviamo le figure di

animali. Continuiamo ad esplorare la figura di animali nei vari aspetti sociali, rivolgendo in

particolare lo sguardo sul cambiamento del ruolo dell'animale nella storia.

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Fante, Cavallo e Re

E' interessante osservare come il ruolo degli animali sia cambiato nel corso dei secoli.

Osserviamo, ad esempio, la figura del cavallo. Esso è sempre stato una delle figure più

importanti nelle varie civiltà che hanno cambiato, in un modo o nell'altro, il corso della storia.

Volgendo lo sguardo al passato vediamo come la figura del destriero fosse alla base nelle

formazioni di battaglia dei grandi imperi: da quello macedone all'Impero Romano.

Alessandro Magno conduceva la falange macedone in battaglia sul dorso del suo Bucefalo.

Questo cavallo era talmente importante per il giovane imperatore che, alla sua morte, venne

Alessandria Bucefala.

creata

Proseguendo lungo la linea del tempo e spostandoci nella penisola italica, vediamo gli Equites

Equites

romani spezzare le linee nemiche aggirandole ai fianchi. Gli erano la cavalleria

“Extraordinarii”.

romana che veniva guidata da dei cavalieri scelti chiamati

E' chiaro quindi come i cavalli avessero un ruolo chiave nella potenza dei grandi imperi.

Ovviamente essi venivano anche utilizzati a scopo alimentare e allevati come animali da soma,

ma generalmente si poteva osservare l'animale come alleato, più che come strumento.

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Lasciamo la Roma Imperiale per volgerci verso l'America, dove gli Aztechi gridano alla divinità

Conquistadores

vedendo i in sella ai loro cavalli. Ciò non bastò a fermare la loro brama di

potere e ricchezza, come purtroppo sappiamo, che portò al genocidio di uomini e animali.

Il cavallo ricopriva un ruolo chiave anche nei successi militari. Allora viene da chiedersi:

quand'è che la situazione è cambiata?

E' cambiata quando il nitrito del cavallo ha lasciato il posto al fischio del vapore. Abbiamo visto

il passaggio da “macchina da guerra” a “vezzo nei maneggi” e le macchine hanno preso

lentamente il posto degli animali, e infine degli stessi uomini.

I buoi con il giogo sono stati rimpiazzati dal trattore e l'artigiano dalla macchina automatica.

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