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Sintesi
Introduzione Anatomia del sapere tesina


L’idea di questa tesina è di partire da un’analisi della struttura del cervello e delle sue funzioni per poi collegare ad alcune aree di Brodmann, ovvero aree associative, un aspetto particolare di tutte le materie trattate. Prima di affrontare questo argomento, è necessario però analizzare nella tesina di maturità la struttura del sistema nervoso: nel sistema nervoso possiamo individuare l’encefalo, formato dal cervello e dal cervelletto, e il midollo spinale. Dall’encefalo gli impulsi nervosi si propagano nel resto del corpo attraverso il midollo spinale, sfruttando una differenza di potenziale.

Collegamenti

Anatomia del sapere tesina


Latino - Emisfero destro ed emisfero sinistro: Binomio fede-ragione, concezione del tempo in Agostino e differenza con Seneca. Brano di classico latino ''Vita satis longa'' di Seneca.
Greco -Emisfero destro ed emisfero sinistro: Asianesimo e Atticismo, varie polemiche retoriche, Anonimo sul Sublime, leggi scritte e non scritte nell'Antigone di Sofocle con brano di classico ''Agone fra Antigone e Creonte''.
Filosofia -Area di Wernicke: Wittgenstein e il Tractatus Logico-philosophicus.
Italiano - Lobo frontale: Pirandello e le maschere.
Storia- Lobo frontale: avvento del fascismo, personalità di Mussolini.
Inglese- Sistema Limbico: Beat Generation e Jack Kerouac's ''On the Road''.
Storia dell'arte: Sogno causato dal volo di un'ape intorno a una melagrana un attimo prima del risveglio Salvadon Dalì(1944); cervello nel quadro ''La creazione di Adamo'' di Michelangelo; analisi del cervello attraverso i ritratti di Veermer.
Geografia astronomica- Orecchio interno ed equilibrio: i terremoti.
Matematica- Nodi di Ranvier: funzioni discontinue.
Fisica- Trasmissione degli impulsi nervosi: corrente elettrica.
Estratto del documento

Emisfero destro ed emisfero sinistro

Latino: Agostino binomio Fede-Ragione

Il problema a cui Agostino tenta di dare una soluzione è difficile dal momento che si

tratta di passare incolumi tra un estremo e l'altro, tra il fideismo che disprezza la

ragione e il razionalismo che esclude la fede. Lo sforzo intellettuale e pastorale di

Agostino fu quello di mostrare, senza ombra di dubbio, che «le due forze che ci

portano a conoscere», devono cooperare insieme.

Egli ascoltò la fede, ma non esaltò meno la ragione, dando a ciascuna il suo

primato:

-Intellige ut credas

-Crede ut intelligas

Scrisse un'opera, sempre attuale, sull'utilità della fede e spiegò che la fede è la

medicina destinata a sanare l'occhio dello spirito, la fortezza inespugnabile per la

difesa di tutti, particolarmente dei deboli, contro l'errore, il nido in cui si mettono le

penne per gli alti voli dello spirito, la via breve che permette di conoscere presto,

con sicurezza e senza errori, le verità che conducono l'uomo alla sapienza. Ma

sostenne anche che la fede non è mai senza ragione, perché è la ragione che

dimostra «a chi si debba credere».

Pertanto «anche la fede ha i suoi occhi con i quali vede in qualche modo che è vero

quello che ancora non vede». «Nessuno dunque crede se prima non ha pensato di

dover credere», poiché «credere altro non è che pensare con assenso ("cum

assentione cogitare")...» tanto che «la fede che non sia pensata non è fede».

Diversa concezione del tempo in Agostino e Seneca

TEMPO AGOSTINO: il tempo è in relazione a Dio. Dio crea il mondo quando è fuori dal tempo

MA il mondo creato da Dio è nel tempo. Il mondo non è eterno, è nel tempo. Il viaggio

dell’uomo si svolge nel tempo ma al termine del viaggio da esso si svincola per assurgere ad una

dimensione eterna. Agostino anticipò la dualità Essere e Tempo di Heiddeger.

La morte è la fine dell’esperienza umana della vita ma non della vita stessa.

Il passato non è più, il futuro non è ancora ma il presente non esiste poiché è un punctum che è

già svanito. Se il presente esistesse sarebbe l’eterno.

TEMPO SENECA: il tempo in Seneca è visto come ‘’corsa alla morte’’ , è un cotidie morimur. Il

tempo però non è breve ma è l’uomo a renderlo tale poiché non lo impiega nel modo corretto,

come afferma nel De brevitate vitae.

L’uomo, preso dagli impegni della vita pubblica, non dedica tempo a sé stesso e quindi lo perde.

Distingue tra vita e tempo:

-vita , lunghezza della durata della vita vissuta intensamente

-tempus, spazio cronologico sprecato nella banalità delle azioni quotidiane. Non exiguum

temporis habemus,sed multum perdidimus.

Brano di classico latino: De brevitate vitae I, Vita satis longa

[1] Maior pars mortalium, Pauline, de naturaemalignitate conqueritur, quod in exiguum aevigig

nimur, quod haec tam velociter, tam rapide datinobis temporis spatia decurrant, adeo ut excepti

sadmodum paucis ceteros in ipso vitae apparatu vitadestituat. Nec huic publico,ut opinantur,ma

loturba tantum et inprudens vulgus ingemuit:clarorum quoque virorum hic adfectus querellasev

ocavit. Inde illa maximi medicorum exclamatioest, "Vitam brevem esse, longam artem"; inde

Aristotelis cum rerum naturā exigentis minime

conveniens sapienti viro lis est:"aetatis illamanimalibus tantum indulsisse ut quina aut denasaec

ula educerent, homini in tam multa ac magnagenito tanto citeriorem terminum stare." Nonexig

uum temporis habemus, sed multumperdimus. Satis longa vita et in maximarum rerumconsum

mationem large data est, si tota beneconlocaretur; sed ubi per luxum ac neglegentiamdiffluit, u

bi nulli bonae rei inpenditur, ultimādemum necessitate cogente quam ire nonintelleximus transis

se sentimus. Ita est: nonaccipimus brevem vitam sed facimus nec inopeseius sed prodigi sumus.

Sicut amplae et regiae opes,ubi ad malum dominum pervenerunt, momentodissipantur, at qua

mvis modicae, si bono custoditraditae sunt, usu crescunt, ita aetas nostra benedisponenti multu

.

m patet

La maggior parte dei mortali, o Paolino, si lamenta della scarsa generosità della

natura, perché siamo generati per una breve esistenza, perché questi intervalli di tempo a

noi concessoscorrerebbero così velocemente, così precipitosamente, tantoche, esclusi molto po

chi, gli altri la vita li abbandona proprio nel preparativo della vita. Né a

questo generale malanno, come lo ritengono, solo la folla e il volgo ignorante ha rivolto i suoi

gemiti: questo sentimento ha suscitato le lamentele anche di uomini famosi. Da

ciò deriva quella esclamazione del più grande dei medici "La vita è breve, lunga l'arte"; da

ciò deriva la controversia di Aristotele che fa i conti con la natura,(controversia) per

nulla conveniente per un uomo sapiente: "Essa agli animali ha concesso tanto tempo che essi

allevano cinque o dieci generazioni, mentre per l'uomo, generato per fini così

numerosi e importanti sussiste un limite tanto più ridotto."Non

abbiamo poco tempo, ma molto ne perdiamo. È stata data una

vita abbastanza lunga e abbastanza generosamente per la realizzazione di

grandissimi risultati, se tutta fosse impiegata bene; ma quando scorre

via nel lusso e nel disimpegno, quando non viene spesa per nessuno scopo buono, alla

fine,costringendoci l'estrema necessità, ci accorgiamo che è passata(la vita) che non abbiamo

compreso che se ne stava andando. È così: non riceviamo breve la vita, ma la rendiamo, e

non siamo poveri di essa, ma prodighi. Come le ricchezze grandi e regali,quando sono

giunte ad un cattivo padrone, in breve si dissipano,e invece, per quanto modeste, se sono state

affidate a un buon custode, crescono con l'utilizzo, così la nostra esistenza per chi la

gestisce bene è molto ampia.

Emisfero destro ed emisfero sinistro

Greco: Le polemiche retoriche

ASIANESIMO E ATTICISMO : Lo scontro partì da Egesia di Magnesia che cercò di imitare lo stile

di Lisia non riuscendoci. Creò uno stile totalmente nuovo, ricco di figure retoriche, con periodi

complessi..che prese il nome di asianesimo. A questo si contrappose poi l’atticismo, stile più

sobrio ed elegante ( Dioniso di Alicarnasso e Cecilio di Calacte).

PIANO LINGUISTICO: anomalisti vs analogisti

PIANO FILOSOFICO: stoici vs peripatetici

PIANO STILISTICO: teodorei vs apollodorei

La retorica è un’arte, dipende dalle L’oratoria è una scienza sostenuta

qualità soggettive dell’oratore, da leggi fisse e immutabili. E’

influenza gli ascoltatori, suscita necessaria una perfetta

intense emozioni grazie a toni conoscenza delle norme.

drammatici e patetici

L’anonimo Sul Sublime

Incerta attribuizione:

Dionigi di Alicarnasso

- Cassio Longino

-

Le fonti del Sublime:

1. Elevatezza del pensiero

2. Ardore del pathos

3. Capacità di servirsi delle figure di pensiero e di parola

4. Nobiltà espressiva

Ordine compositivo

5.

Il Sublime è una perfetta sintesi tra forma e contenuto che, raggiunta la massima

tensione emotiva, suscita un forte coinvolgimento emotivo al quale la razionalità

è estranea.

Brano di classico greco: L’agone fra Antigone e Creonte

CREONTE (Ad Antigone):

Dico a te, che il capo chini al suol: confessi

d'aver compiuta l'opera, o lo neghi?

ANTIGONE:

L'ho compiuta: confesso, e non lo nego affatto.

CREONTE (Al custode):

tu puoi andare dove ti piace: sei libero

della grave accusa.

(Ad Antigone)

E in breve tu

di', senza ambagi: il bando che vietava

di far ciò che facesti, era a te noto?

ANTIGONE:

Certo. E come ignorarlo? Esso era pubblico.

CREONTE:

E pur la legge vïolare osasti?

ANTIGONE:

Non Giove a me lanciò simile bando,

né la Giustizia, che dimora insieme

coi Dèmoni d'Averno, onde altre leggi

furono imposte agli uomini; né pensavo

che i tuoi decreti avessero tanta forza che tu,

essendo mortale, potessi trasgredire le leggi non scritte

e incrollabili degli dei. Infatti non affatto oggi

né ieri, ma da sempre vivono queste e nessuno sa da

quando apparvero .

E vïolarle e renderne ragione

ai Numi, non potevo io, per timore

d'alcun superbo. Che io dovevo morire

lo sapevo, e come no?, pur senza

l'annuncio tuo. Ma se prima del tempo

morrò, guadagno questo io lo considero:

per chi vive, com'io vivo, fra tante

pene, un guadagno non sarà la morte?

Per me, dunque, affrontar tale destino,

doglia è da nulla. Ma se l'uomo nato

da mia madre avessi abbandonato,

salma insepolta, allor sí, mi sarei

accorata: del resto non m'accoro.

E a te, se sembro per caso fare follie,

forse ad un folle devo questa follia.

CORO:

Si rivela dunque l’indole fiera della

figlia di fiero padre: di cedere ai mali non è capace.

CREONTE:

Però, sappi che l'indoli piú dure

s'abbattono piú d'ogni altra; e il rigidissimo

ferro temprato al fuoco, potresti vederlo più volte

spezzato e rotto, so che con piccolo freno

i cavalli impetuosi sono domati:

infatti non può essere orgoglioso chi è schiavo del prossimo.

Costei diede prova della sua protervia

quando le leggi imposte vïolò:

dopo la colpa, una seconda volta

proterva ora si mostra, che dell'opera

insuperbisce e ride. Ed uomo adesso

piú non sarei, ma questa uomo sarebbe,

se non avesse pena, anzi trionfo.

Ma figlia sia d'una sorella, o stretta

a me di sangue piú di quanti Giove

protegge sotto i miei tetti, all'orribile

sorte sfuggire non potrà, né con lei

la sua sorella: ché non meno di questa

dell'averlo sepolto io quella incrímino.

Chiamatela: ché in casa or ora la vidi,

furente, fuori di senno.

Or, chi nel buio trama infamie, l'anima

si lascia in frode innanzi tempo cogliere.

E chi, sorpreso nel delitto, vuole

con bei detti esaltarlo, io l'aborrisco.

ANTIGONE:

Di piú vuoi far che prendermi ed uccidermi?

CREONTE:

Io no: avendo questo ho tutto.

ANTIGONE:

Che dunque indugi? Delle tue parole

nessuna cosa m'è grata, e mai non mi sarà

grata: anche a te, cosí, piacer non possono

le mie. Ma donde mai gloria piú fulgida

acquistare potrei, che al mio fratello

dando sepolcro? E lode a me darebbero

tutti costoro, se terror le lingue

non rinserrasse: privilegi ha molti

la tirannide; e questo anche fra gli altri:

che dire e far ciò ch'essa vuole può.

CREONTE:

Tu sola vedi questo tra i Cadmèi

ANTIGONE:

Vedono anche questi, ma davanti a te ritraggono la bocca.

CREONTE:

E non ti vergogni se pensi diversamente da questi?

ANTIGONE:

Non è per niente vergognoso onorare quelli anti dalle stesse

viscere.

CREONTE:

Forse non era dello stesso sangue anche quello morto contro?

ANTIGONE:

Certo: d'un padre nato e d'una madre.

CREONTE:

E un onor che l'offende ad altro rendi?

ANTIGONE:

Non testimonierà questo il morto.

CREONTE:

Certo, se al par di lui tu l'empio onori.

ANTIGONE:

Non un servo è il caduto: è mio fratello.

CREONTE:

Assalí Tebe; e la difese Etèocle.

ANTIGONE:

Ade per tutti quanti i riti brama.

CREONTE:

Ma non che uguali il buono e il tristo li abbiano.

ANTIGONE:

Chi sa se pio questo non sembri agl'Inferi?

CREONTE:

Neppur morto sarà caro il nemico.

ANTIGONE:

Non sono nata per condividere l’odio, ma l’amore.

CREONTE:

Allora, dopo essere andata laggiù,

se devi amare,ama quelli: ma finchè io

vivo non comanderà una donna.

Area di Wernicke :

Wittgenstein

L' area di Wernicke è una parte del lobo temporale del cervello le cui funzioni sono

coinvolte nella comprensione del linguaggio e la scelta delle parole.

La filosofia di Wittgenstein è, in tutte le sue fasi, una filosofia del linguaggio. Egli nel

Tractatus Logico-philosophicus parte dalla domanda ‘’come fa il linguaggio a

rappresentare il mondo?’’

 Il mondo è la totalità dei fatti, non delle cose.

• Un fatto può essere atomico ( o stato di cose) o complesso.

• Il fatto atomico è una composizione di oggetti.

• Il fatto non rappresenta gli oggetti in modo indipendente ma la ‘’struttura’’

che li connette tra loro.

• Dei fatti che compongono il mondo noi ci costruiamo un’immagine.

• La proposizione è un tipo particolare di immagine.

• Possiamo distinguere proposizioni complesse e proposizioni elementari.

• Le proposizioni elementari sono costituite da nomi legati tra loro tramite delle

relazioni.

• Proposizione e fatto hanno la stessa forma logica.

• Possiamo distinguere le proposizioni in sensate o insensate e in vere o false.

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