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Filosofia: Henri Bergson (il Bianconiglio)
Fisica: il campo magnetico terrestre (Pinco Panco, Panco Pinco)
Francese: Charles Baudelaire (il Brucaliffo)
Spagnolo: Don Juan Manuel (il Brucaliffo)
Latino: Lucrezio (lo Stregatto)
Arte: Vincent Van Gogh (il cappellaio matto)
Storia: Stalin (la regina di cuori)
Inglese: Queen Victoria (la regina bianca)
Inglese, La Regina
Bianca……………………...15
Conclusione…………………………
……...16
Bibliografia e
Sitografia………………………..17
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“Capita di Perdersi
anche quando si
conosce a Memoria il
Percorso””
Prefazione:
Il titolo di questa tesina è “Alice in Wonderland”, tratto dall’omonimo libro di Lewis
Carroll.
Ho scelto questo argomento perché è un libro che mi ha appassionato fin da bambina,
“Il paese delle meraviglie” ha sempre avuto un significato profondo e misterioso, e
sono sempre stata curiosa di scoprire cosa c’era al di là della semplice apparenza.
Crescendo, ho imparato ad apprezzare anche il film “Alice in Wonderland” di Tim
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Burton, un grande regista che attraverso semplici dettagli è stato in grado di
rappresentare una favola che fino ad allora solo i cartoni avevano saputo fare. Ed è
proprio dal film, e dai personaggi del film, che è nata la voglia di costruire il percorso
della mia maturità su questo argomento, così fantastico, così speciale, e così
misterioso, che mi ricorda un po’ l’infanzia. Perché alla fine si sa, come diceva il
Pascoli, in ognuno di noi c’è un fanciullino.
Introduzione:
Leggendo attentamente il libro, e soffermandomi sulle caratteristiche dei personaggi
nel film di Tim Burton, ho scoperto che i personaggi che da piccola mi sembravano
soltanto semplici animali parlanti, in realtà sono caratterizzati da qualcosa di interiore,
di più profondo. E così, all’inizio quasi per gioco, in seguito sempre più con impegno,
ho cominciato ad analizzare ogni personaggio, e mi sono accorta che ognuno di loro ha
delle peculiarità associabili ad alcuni argomenti svolti durante questo mio ultimo anno
scolastico.
E così ho associato il personaggio di Alice, che all’inizio del suo viaggio nella tana del
Bianconiglio, non riesce più a riconoscersi, e comincia a chiedersi chi è davvero, al
frantumazione dell’Io Pirandelliana.
problema della
L’orologio chiuso nel panciotto del Bianconiglio, sempre in ritardo, è strettamente
Bergson,
collegato alla visione del tempo di che si propone appunto, di dare una nuova
definizione al tempo.
Il duo formato da Pinco Panco e Panco Pinco rappresenta il paradosso del Paese
campo
delle Meraviglie, un mondo dove tutto è rovesciato, così come il paradosso del
magnetico terrestre che troviamo in fisica.
Il Brucaliffo è un animale molto saggio, pronto a consigliare Alice in ogni difficoltà, e
Don Juan
chi meglio di Patronio, servo saggio del Conde Lucanor, capolavoro di
Manuel, autore spagnolo del duecento, può rappresentare questo aspetto?? Inoltre si
Baudelaire,
dice che Carroll per “costruire” il Brucaliffo si sia ispirato a infatti il
brucaliffo fumando riesce a percepire cose che tutti gli altri non riescono a vedere.
Il completo straniamento dello Stregatto nei confronti della politica, si collega
Lucrezio,
perfettamente a che al contrario di Cicerone, seguendo gli insegnamenti del
maestro Epicuro, rifiuta completamente la politica e vede in essa una fonte di affanni e
di tormenti per l'anima umana. Van Gogh,
La pazzia apparente del Cappellaio Matto si collega alla pazzia del pittore
che a dire la verità, non era affatto pazzo, ma solamente incompreso da una società
troppo impegnata a pensare a se stessa.
La “dittatura” della terribile Regina di Cuori, è riscontrabile nella storia dell’ultimo
Stalin,
secolo, in particolare in dittatore senza scrupoli, il cui unico scopo era la
conquista del potere, raggiungibile eliminando oppositori ed alleati.
Ed infine, la Regina Bianca di “Attraverso lo specchio” per la sua bontà, il suo
altruismo e il suo essere sempre dalla parte dei più deboli, incarna alla perfezione la
Regina Vittoria
figura della durante l’Età Vittoriana.
Filosofia: Il
<<…-Santo cielo! Santo cielo! Arriverò in ritardo!-.Tuttavia,
Bianconiglio
quando il coniglio tirò fuori un orologio dal taschino del
panciotto, lo guardò, e poi riprese a correre>>
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Il Bianconiglio è il primo personaggio che Alice incontra, ed è proprio per seguire lui
che Alice intraprende il suo viaggio nel Paese delle Meraviglie.
Carroll non ne dà una precisa descrizione fisica, ma si sofferma più sul comportamento
del personaggio e sul suo modo di relazionarsi con Alice.
Nella storia infatti, il Coniglio Bianco è la figura dell’adulto ossessionato dal Tempo: il
tempo scandito al ritmo del mondo di chi è sveglio. Il tempo, ed il suo essere sempre in
ritardo è ciò che lo ha reso celebre.
Tuttavia anche lui cade nel “tranello” del contare il tempo in senso puramente
quantitativo. Bergson invece afferma che il tempo degli stati psichici, non può essere
ridotto ad una differenza puramente quantitativa, ma bensì qualitativa. Egli va alla
ricerca di una definizione di tempo diversa da quella accettata dal senso comune e dalla
scienza e distingue il tempo della scienza, una successione di istanti omogenei,
uniformi, reversibili e discontinui (metafora della collana di perle) e il tempo della
vita, inteso come un continuo fluire dal passato al presente attraverso la memoria, e
dal presente al futuro attraverso le anticipazioni e la progettualità (metafora del
gomitolo).
Nel tempo della vita non hanno senso le categorie della misurazione, l’ora, il giorno, il
mese ecc. poiché un avvenimento passato che torna nella coscienza è più presente di
un evento dell’oggi. Il tempo della vita è una successione di stati qualitativi della
coscienza gli uni diversi dagli altri ma nello stesso tempo, gli uni legati agli altri, infatti i
momenti precedenti si fondono ai momenti immediatamente successivi. Il tempo della
vita è qualcosa di concreto, interiore e si identifica con la durata. Bergson usa
l’espressione durata per indicare il tempo reale in contrapposizione al tempo
spazializzato della scienza.
La parola durata (durée) indica tanto il tempo quanto ciò che si svolge in esso. Da un
lato indica una permanenza ma nello stesso tempo implica anche un movimento
continuo. Bergson critica tutte le filosofie che hanno immobilizzato l’essere,
privilegiando ciò che è definitivo a ciò che muta (Platone, Parmenide, Aristotele ecc.) e
opera una rivalutazione del divenire inteso come uno stato dell’essere; possiamo dire
che la durata è la sintesi tra l’essere e il divenire; essa infatti è caratterizzata
contemporaneamente da un radicale permanere e da un altrettanto radicale
mutamento. Ogni stato, nella durata, conserva tutti gli stati precedenti, ma
contemporaneamente non si identifica con loro in quanto vi aggiunge sempre qualcosa
di nuovo; e non possiamo nemmeno dire che gli stati precedenti influenzano
necessariamente quelli seguenti poiché la vita spirituale è creatività e libertà, e non
segue il principio di causa effetto.
L’intelligenza che usiamo nella vita quotidiana lavora nel tempo spazializzato, per
questo non è in grado di cogliere il flusso di coscienza (durata). La durata può essere
colta solamente attraverso l’intuizione, una specie di ricongiungimento tra intelligenza
e istinto; l’intuizione va posta al di sopra della ragione intelligente, in quanto, non
risentendo della rigidità del pensiero razionale, è la via più genuina e umana alla
soluzione di ogni problema. 6
Possiamo concludere dicendo che è vero che all’inizio il Bianconiglio sembra
contare il tempo quantitativamente, ma alla fine anche lui finisce per agire
sempre nella qualità.
Italiano: Alice
<<…Vediamo un po’: questa mattina, quando mi sono
alzata, ero sempre la stessa? Mi pare quasi di
ricordare che mi sentivo un po’ diversa. Ma se non
sono la stessa, allora la domanda è: chi mai sono io?
Ah, questo è il mio problema>>
“ Ma se non sono la stessa, allora la domanda è: chi mai sono io?”.
ricerca della sua identità,
Comincia qui il gioco dello sdoppiamento di Alice, alla in
parte perduta per il senso di smarrimento che prova nel ritrovarsi in un mondo diverso,
se non nella forma, nella sostanza.
Alice non riesce più a capire chi è, dove si trova, sa solo che non è più la stessa
persona che si è alzata quella mattina, ha un CRISI D’IDENTITA’, ed è ciò che accade
anche all’uomo post-moderno.
Distrutti i vecchi schemi della cultura positivistica, rinnegati i miti consolatori dell’800,
immerso in un mondo sfiduciato nelle prospettive della scienza e della vita politica e
sociale, posto di fronte all’ascesa vertiginosa della borghesia capitalistica che impone
un modello di società tutto basato sulla logica del capitale e del profitto come unici
valori, l’uomo di cultura del primo ‘900 vive una profonda crisi d’identità, avverte
chiaramente la fine di un’epoca e l’avvento di una nuova, e prende coscienza della
perdita del suo tradizionale ruolo sociale che era quello del “creatore di valori”.
Pirandello è uno dei primi che prende in considerazione questa crisi, e la trasforma in
uno dei punti cardini della sua poetica.
LA VISIONE DEL MONDO E LA POETICA
Alla base della visione del mondo pirandelliana vi è una concezione vitalistica: la realtà
è un perpetuo movimento vitale, inteso come eterno divenire, flusso continuo. Tutto
ciò che si stacca da questo flusso e assume una forma distinta e individuale, si
irrigidisce, comincia , secondo Pirandello, a “morire”.
Così avviene all’identità personale dell’uomo. In realtà noi non siamo che parte
cristallizzarci in
indistinta nell’universale ed eterno fluire della vita, ma tendiamo a
forme individuali, a fissarci in una realtà che noi stessi ci diamo. In realtà questa
personalità è un’illusione e scaturisce solo dal sentimento soggettivo che noi abbiamo
del mondo.
Non solo noi stessi però ci fissiamo in una forma. Anche gli altri, vedendoci ciascuno
secondo la sua prospettiva particolare, ci danno determinate forme. Noi crediamo di
essere UNO, per noi stessi e per gli altri, mentre siamo tanto individui diversi, a
seconda della visione di chi ci guarda.
costruzione fittizia,
Ciascuna di queste forme è una una MASCHERA che noi stessi ci
imponiamo e che ci impone il contesto sociale. Sotto questa maschera non c’è un
fluire indistinto
volto definito: non c’è NESSUNO, o meglio vi è un e incoerente di stati
in perenne trasformazione, per cui un istante più tardi non siamo più quelli che
eravamo prima. 7
La presa di coscienza di questa inconsistenza dell’io suscita nei personaggi
smarrimento e dolore.
pirandelliani L’avvertire di non essere nessuno, l’impossibilità
angoscia ed orrore.
di consistere in un’identità, provoca L’individuo soffre anche ad
essere fissato dagli altri in FORME in cui non può riconoscersi. Queste forme sono
trappola
sentite come una in cui l’individuo si dibatte, lottando invano per liberarsi.
costruzione artificiosa e fittizia,
La società gli appare come un’enorme che isola
irreparabilmente l’uomo dalla vita, lo impoverisce e lo irrigidisce, lo conduce alla morte
anche se egli apparentemente continua a vivere.
UNO, NESSUNO, CENTOMILA
In questo romanzo è presente il tema centrale della visione pirandelliana, la crisi
dell’identità individuale. Il protagonista, Vitangelo Moscarda, scopre casualmente che
gli altri si fanno di lui un’immagine diversa da quella che egli si è creato di se stesso,
scopre cioè di non essere uno, come aveva creduto sino a quel momento, ma di
essere centomila, nel riflesso delle prospettive degli altri, e quindi nessuno.
Questa presa di coscienza fa saltare tutto il suo sistema di certezze e determina una
crisi sconvolgente.
Vitangelo ha orrore delle forme in cui lo chiudono gli altri e non vi si riconosce, ma ha
anche orrore della solitudine in cui piomba allo scoprire di non essere nessuno. Decide
perciò di distruggere tutte le immagini che gli altri si fanno di lui, in particolare quella
dell’usuraio, per cercare di essere UNO PER TUTTI. Ricorre così ad una serie di gesti
folli e sconcertanti, come vendere la banca che gli assicura l’agiatezza. Ferito
gravemente dall’amica della moglie, al fine di evitare lo scandalo cede tutti i suoi