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Tesina - Premio maturità 2008
Titolo: Albert einstein: monografia di un genio
Autore: Maria Zaccaro
Descrizione: la tesina ha l'obiettivo di descrivere la figura di a. einstein in una prospettiva interdisciplinare, giustificata dall'operato dello scienziato in più campi del sapere. necessaria risulterà , dunque, la lettura diretta dei documenti.
Materie trattate: letteratura italiana, latino, storia, filosofia, letteratura francese, fisica, astrofisica
Area: umanistica
Sommario: Cosa può spingere un ragazzo del Duemilaotto ad avvicinarsi alla figura di Albert Einstein? Forse un atto di riconoscenza sulla scoperta della relatività del tempo e dello spazio? Tutto qui? E, quand'anche fosse, ad un ragazzo di oggi, afflitto da un mondo in cui dilagano violenza e smania di potere e la lotta per la vita è come non mai dura, a cosa può servire il riconoscimento di tal fatta? Ebbene Albert Einstein non è "solo" lo scopritore della relatività , bensì un uomo che, dopo aver vissuto la brutalità di ben due guerre mondiali, si è battuto per la salvezza del mondo e del genere umano con il contributo offerto dal manifesto Einstein-Russel. Questo deve sapere un ragazzo del Duemilaotto prima di tutto per apprezzare una persona di così grande rilievo. Cosa potrebbe succedere se oggi, anziché disprezzare il mondo in cui ci troviamo, ci unissimo tutti insieme per difendere lo stesso mondo che causa tante sofferenze? Sarebbe fantastico! Ci porterebbe non solo a una convivenza pacifica tra i singoli uomini, ma anche ad un'accettazione serena del mondo in cui viviamo. E se il mondo piace, si prova piacere anche a conoscerlo, dando vita così a quella "sacra curiosità " di cui Einstein ha tanto parlato e che lo ha spinto ad una scoperta che ha cambiato le sorti di tutto il pensiero del Ventesimo secolo. Chissà , quindi, che una volta conosciuto il lato umano di questa grande personalità non si possa apprezzare anche la fisica! In un liceo scientifico, in cui coesistono scienza e umanesimo, non si può ignorare la più armonica sintesi tra un pensatore e uno scienziato, il cui emblema è proprio questo grande fisico, che prima di essere tale è stato un grande uomo. E perciò, malgrado la convinzione che qualunque sia il numero delle pagine che scriverò non sarà mai sufficiente a rappresentarlo in toto, mi accingo a parlarne, nella speranza che le mie riflessioni possano cogliere nel profondo la sua duplice essenza di uomo e di scienziato.
INTRODUZIONE
Cosa può spingere un ragazzo del Duemilaotto ad avvicinarsi alla figura di Albert Einstein?
Forse un atto di riconoscenza sulla scoperta della relatività del tempo e dello spazio? Tutto
qui? E, quand'anche fosse, ad un ragazzo di oggi, afflitto da un mondo in cui dilagano
violenza e smania di potere e la lotta per la vita è come non mai dura, a cosa può servire il
riconoscimento di tal fatta? Ebbene Albert Einstein non è “solo” lo scopritore della
relatività, bensì un uomo che, dopo aver vissuto la brutalità di ben due guerre mondiali, si è
battuto per la salvezza del mondo e del genere umano con il contributo offerto dal
manifesto Einstein-Russel. Questo deve sapere un ragazzo del Duemilaotto prima di tutto
per apprezzare una persona di così grande rilievo. Cosa potrebbe succedere se oggi, anziché
disprezzare il mondo in cui ci troviamo, ci unissimo tutti insieme per difendere lo stesso
mondo che causa tante sofferenze? Sarebbe fantastico! Ci porterebbe non solo a una
convivenza pacifica tra i singoli uomini, ma anche ad un'accettazione serena del mondo in
cui viviamo. E se il mondo piace, si prova piacere anche a conoscerlo, dando vita così a
quella “sacra curiosità” di cui Einstein ha tanto parlato e che lo ha spinto ad una scoperta
che ha cambiato le sorti di tutto il pensiero del Ventesimo secolo. Chissà, quindi, che una
volta conosciuto il lato umano di questa grande personalità non si possa apprezzare anche la
fisica!
In un liceo scientifico, in cui coesistono scienza e umanesimo, non si può ignorare la più
armonica sintesi tra un pensatore e uno scienziato, il cui emblema è proprio questo grande
fisico, che prima di essere tale è stato un grande uomo. E perciò, malgrado la convinzione
che qualunque sia il numero delle pagine che scriverò non sarà mai sufficiente a
rappresentarlo in toto, mi accingo a parlarne, nella speranza che le mie riflessioni possano
cogliere nel profondo la sua duplice essenza di uomo e di scienziato.
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CAPITOLO PRIMO
1.1 BREVI CENNI BIOGRAFICI
Già dalla vita di A. Einstein si possono comprendere i tratti più significativi del suo
pensiero. Tale vita risulta infatti estremamente varia e complessa. Egli si trova ad affrontare
un secolo nuovo, che molto discostava dalle epoche passate, caratterizzato dall'abbandono
del pensiero positivistico-razionale in campo filosofico e ben da due guerre mondiali in
campo politico. Ma andiamo per gradi. Albert Einstein è nato a Ulma, in Germania, il 14
marzo del 1879.
Il padre, Hermann Einstein, di origini ebraiche, era proprietario di una piccola industria
elettrochimica, ed era un "Ottimista inguaribile"; era un uomo che non si preoccupava del
denaro, amava la campagna e la cultura classica. La madre, Pauline Koch, era
particolarmente equilibrata ed attiva, era in grado di superare persino con umorismo le
disastrose avventure economiche dell’azienda familiare. Anche lei, come tutti nella famiglia
Einstein, amava la cultura, l’arte e in particolare la musica. L’atmosfera nella quale visse il
giovane Albert non prevedeva però una forma di istruzione religiosa e per questo maturò in
lui un profondo distacco da ogni forma di religione rilevata.
Tra i vari aneddoti si narra che la vita scientifica di Einstein sia stata marcata da un evento
avvenuto all'età di cinque anni, quando egli capì che il moto dell'ago di una bussola,
mostratagli dal padre, dovesse essere influenzato da qualcosa che agiva sullo spazio vuoto.
Per quanto riguarda la formazione iniziale di Einstein, numerose sono le ipotesi. Emilio
Segré in “Personaggi e scoperte nella fisica contemporanea” scrive:
“Albert [...] per quanto desse ai familiari segni di ingegno precoce, non si distinse a scuola.
Giunto alle scuole medie, trovò disgustoso il sistema di insegnamento tedesco, e entrò in conflitto
coi professori che da parte loro lo maltrattavano. [...] Rovesci di fortuna fecero emigrare la
famiglia a Milano e Einstein, lasciato a Monaco a finire i suoi studi, si dette per malato e
raggiunse i suoi in Italia. [...] Poi cercò di essere ammesso al Politecnico di Zurigo, ma non
avendo la regolare licenza media fu rifiutato e non riuscì nemmeno a superare gli esami di
ammissione, per quanto eccellesse in matematica e fisica. Andò allora per un anno a fare studi di
riparazione al Gymnasium di Aarau [...] Finalmente, entrato al Politecnico di Zurigo, ..."
L'ipotesi che egli andasse male anche in matematica o in fisica, sostenuta dallo stesso Segré,
é contestata. Certo è che egli rifiutava il sistema di insegnamento tedesco, troppo
dogmatico.
In seguito egli stesso dirà:
“Lo studio per gli esami finali ebbe su di me un tale effetto deterrente che...l'idea di trattare un
qualsiasi problema scientifico mi disgustò per un anno intero. È quasi un miracolo che i moderni
metodi di istruzione non abbiano già soffocato del tutto la sacra curiosità dell'indagine, poiché
questa delicata pianticella ha soprattutto bisogno di libertà oltre che di stimoli: altrimenti è
destinata a perire”. 3
Einstein cominciò a studiare matematica insieme a un amico di famiglia, Max Talmud, che
gli procurò testi scientifici come gli “Elementi” di Euclide ma anche filosofici come la
“Critica della ragion pura” di Kant. All'età di dieci anni iniziò a frequentare il Luitpold
Gymnasium ma si rivelò ben presto insofferente al rigido ambiente scolastico, seppur
riportando comunque buoni voti sia in matematica che in latino.
Tra gli altri aneddoti si racconta che suo zio Jakob lo metteva spesso alla prova con problemi
matematici che risolveva brillantemente "provando un profondo senso di felicità". A causa
dei continui problemi economici la famiglia Einstein dovette trasferirsi spesso, sin da
quando il piccolo Albert non aveva nemmeno due mesi di vita; prima a Monaco, poi nel
1894 a Pavia, in Italia, dove scrisse il suo primo articolo scientifico, e, due anni dopo a
Berna, in Svizzera. Quando la sua famiglia si trasferì in Italia Einstein, quindicenne, restò in
Germania per proseguire gli studi ma presto li abbandonò invece di diplomarsi e seguì la
sua famiglia. Il suo fallimento all'esame d'ingresso presso il Politecnico di Zurigo fu una
dura battuta d'arresto; fu mandato dalla sua famiglia a Aarau, in Svizzera, per concludere gli
studi superiori, dove ricevette il diploma nel 1896. Qui, all'età di diciassette anni rinunciò
definitivamente alla cittadinanza tedesca. Nell'ottobre dello stesso anno superò l'esame di
ammissione al Politecnico di Zurigo, vi si iscrisse e vi concluse i suoi studi con un esame ad
agosto del 1900.Nel 1898, Einstein incontrò e si innamorò di Mileva Marić, una sua
compagna di studi serba (amica di Nikola Tesla ). Mileva era l'unica donna ammessa a
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frequentare il Politecnico Federale svizzero e fu presentata da Tesla ad Einstein. Nel 1900 gli
fu garantito un diploma da insegnante dall'Eidgenössische Technische Hochschule e fu
accettato come cittadino svizzero nel 1901.[6] In questo periodo Einstein discuteva dei suoi
interessi scientifici con un ristretto gruppo di amici, inclusa Mileva. Lui e Mileva ebbero
una figlia, Lieserl, nata nel gennaio 1902. I loro genitori erano contrari ad un loro
matrimonio e considerarono la piccola Lieserl una figlia illegittima. La bambina morì di
scarlattina. Quel parto illegittimo compromise gli studi della giovane e promettente Mileva,
che pure volontariamente decise di sacrificarsi per la famiglia e la carriera accademica di
Albert. Nel 1903, Albert e Mileva si sposarono in Municipio ed in seguito Mileva diede alla
luce altri due figli: Hans Albert (1904) e Eduard (1910). Dopo il diploma Einstein trovò un
lavoro all'ufficio brevetti di Berna. Insieme al suo amico Michele Besso fondò un gruppo di
discussione chiamato "Accademia Olimpia" dove Einstein discuteva con i suoi amici di
scienza e filosofia.
Nel 1905 Einstein ottenne il dottorato.
Il 1915 è un anno importante per la fisica teorica: in tale anno infatti, Einstein propose una
teoria relativistica della gravitazione, indicata come Relatività generale, che descriveva le
proprietà dello spaziotempo a 4 dimensioni. Inizialmente gli scienziati erano scettici perché
la teoria derivava da ragionamenti matematici e analisi razionali, non da esperimenti o
osservazioni. Ma nel 1919 le predizioni fatte dalla teoria furono confermate dalle
misurazioni di Arthur Eddington durante un'eclissi solare, che verificarono che la luce
emanata da una stella era deviata dalla gravità del Sole quando passava vicino ad esso. Le
osservazioni furono effettuate il 29 maggio 1919 in due posti diversi, rispettivamente in
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Sobral, che si trova in Brasile, e nell'isola di Principe. Einstein non aveva alcun dubbio sulla
veridicità della sua tesi tant'è che disse su Max Plank:
“
Max Planck non capiva nulla di fisica perché durante l'eclissi del 1919, è rimasto in piedi
tutta la notte per vedere se fosse stata confermata la cur vatura della luce dovuta al campo
gravitazionale. Se avesse capito davvero la teoria avrebbe fatto come me e sarebbe andato a letto”
(Archivio Einstein 14-459)
Nel 1921 ottenne il Premio Nobel per la Fisica (anche se diede la Nobel lecture nel 1922
essendo stato in viaggio in Giappone l'anno precedente) per il suo lavoro del 1905 sulla
spiegazione dell'effetto fotoelettrico.
Si trasferì in America a causa delle persecuzioni antisemite che già imperversavano in
Germania e in Europa.
Infatti quando Adolf Hitler salì al potere nel gennaio 1933, Einstein era professore ospite
all'università di Princeton. Nel 1933 i Nazisti promulgarono "La Legge della Restaurazione
del servizio Civile" a causa della quale tutti i professori universitari ebrei furono licenziati, e
durante gli anni trenta fu condotta una campagna dai premi Nobel Philipp Lenard e
Johannes Stark che etichettò i lavori di Einstein come “fisica ebrea", in contrasto con la
"fisica tedesca" o "ariana". Einstein rinunciò alla cittadinanza tedesca e ottenne quella
statunitense. Di fronte alla minaccia rappresentata dal regime nazista egli rinunciò alle
posizioni pacifiste e nel 1939 scrisse assieme a molti altri fisici una famosa lettera indirizzata
al presidente Roosevelt, nella quale veniva sottolineata la possibilità di realizzare una bomba
atomica. La lettera segnò l'inizio dei piani per la costruzione dell'arma nucleare.
Al termine della seconda guerra mondiale, Einstein si impegnò attivamente nella causa per
il disarmo internazionale e più volte ribadì la necessità che gli intellettuali di ogni paese
dovessero essere disposti a tutti i sacrifici necessari per preservare la libertà politica e per
impiegare le conoscenze scientifiche a scopi pacifici.
Morì a Princeton nel 1955.
1.2 EINSTEIN E IL SUO TEMPO (mappa cronologica)
Come si è visto, il periodo storico in cui Einstein vive è marcato da una moltitudine di
eventi, tra cui ne ricordiamo alcuni di estrema importanza riassunti all'interno della
seguente cronologia:
1873-1896: A partire dal 1873 tutto il mondo vive un periodo (protrattosi fino al 1896) di
forte deflazione e riduzione dei consumi. Nota come la grande depressione, questa stagione della
storia economica se da un lato causò numerosi fallimenti e sofferenze, da un altro costrinse
l’economia mondiale a rivedere i propri rapporti di forza e a riorganizzarsi dal punto di vista
produttivo attraverso concentrazioni oligopolistiche. L’egemonia finanziaria e commerciale della
Gran Bretagna cominciò a spostarsi verso gli Stati Uniti e la Germania.
1889: A Parigi viene inaugurata la torre Eiffel.
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1894: 1)Alfred Dreyfus, ufficiale francese di origine ebraica, viene condannato per alto
tradimento. Scoppia l’Affaire Dreyfus.
2) Il barone De Coubertin organizza a Parigi il Comitato Olimpico Internazionale.
1895: 1) Alfred Nobel istituisce il premio che poi prese il suo nome.
2) Con la prima proiezione cinematografica pubblica dei fratelli Lumière nasce il
cinema.
3) Guglielmo Marconi compie le prime esperienze di trasmissione di impulsi elettrici a
distanza.
1896: Ad Atene si svolgono le prime Olimpiadi moderne.