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Letteratura italiana: Giovanni Pascoli
Storia: La prima guerra Mondiale
Chimica: Alcheni e alcoli
Diritto: Inquinamento idrico
crea un paesaggio che ha la fondamentale caratteristica di essere continuamente
soggetto di luce e quindi di colore col succedersi delle stagioni e delle ore del giorno.
L’obiettivo di Monet è di dipingere questo soggetto naturale, quasi metafora della vita
stessa, nella sua infinita varietà, mai uguale a se stessa. “Questa pozza d’acqua evoca
l’idea dell’infinito". "In essa si rispecchiano, come in un microcosmo, l’esistenza degli
elementi e l’instabilità dell’universo”. Queste parole dell’autore sembrano voler
rilevare che lo stagno delle ninfee appare quasi come pretesto per evocare variabilità del
reale e la tensione all’infinito. ~ 5 ~
3. Storia
La prima guerra mondiale, la guerra sottomarina
Il periodo che precedette il primo conflitto mondiale fu caratterizzato da un periodo
relativamente stabile e pacifico, che degenerò a partire dal 1914: il mondo intero fu
letteralmente sconvolto in proporzioni fino ad allora sconosciute.
Sono molte le ragioni per cui la Prima guerra mondiale, conosciuta anche con il nome di
“Grande guerra” si differenziò nettamente da tutte quelle che la precedettero. Per la
prima volta furono coinvolte in un conflitto nato nel cuore dell’Europa anche le potenze
extra-europee, come Giappone e Stati Uniti. Inoltre la Prima guerra mondiale fu
caratterizzata dall’utilizzo da parte di tutte le nazioni coinvolte, di uno spiegamento di
forze senza precedenti e dall’utilizzo di nuove armi: fu introdotto l’utilizzo delle più
devastanti armi chimiche, gli aerei, inventati pochi decenni prima, i carri armati e
sottomarini. Nel Maggio del 1915, l’U-boat U-20 tedesco affondò il transatlantico
RMS Lusitania. Delle 1.195 vittime, 123 erano civili americani . Questo evento fece
rivolgere l’opinione pubblica americana contro la Germania, e fu uno dei fattori
principali dell’entrata in guerra degli Stati Uniti a fianco della Triplice Alleanza. Il 31
gennaio 1917 la Germania dichiarò che i suoi U-boat si sarebbero impegnati in una
guerra sottomarina indiscriminata.
Il motivo principale che differenziò la prima guerra mondiale da tutti gli altri conflitti
precedenti furono gli effetti, si trattò proprio di una guerra “totale”, che coinvolse tutta
la compagine degli stati belligeranti, non solo a livello bellico ma anche economico,
amministrativo e politico. Notevole, inoltre, l’utilizzo di mirate campagne
propagandistiche. ~ 6 ~
Le cause del conflitto sono da ricercarsi, da una parte nella crisi dei rapporti
internazionali europei, dall’altra nella rapida ed espressiva ascesa della Germania a
potenza navale, con conseguenti ripercussioni sul mondo coloniale, ma anche nei
movimenti nazionalisti e irredentisti, specie nelle seguenti zone strategiche dell’Europa:
Balcani, Alsazia, Lorena, Trentino e Trieste. Il pretesto fu dato dall’attentato a Sarajevo,
ai danni dell’erede al trono d’Austria Francesco Ferdinando, da parte di un
indipendentista slavo. L’Austria mandò immediatamente un ultimatum alla Serbia, la
quale rifiutandosi di scendere a patti emise la dichiarazione di guerra il 28 luglio 1914.
Il sistema delle alleanze fu presto stabilito: da una parte si schierarono la Germania e
l’Austria, dall’altra la Russia, la Francia e l’Inghilterra, mobilitate in difesa della Serbia.
La Germania invase quindi la Francia passando attraverso il Belgio e violandone la
neutralità, cosa che suscitò molto scalpore soprattutto in Inghilterra, che per questo
motivo scese in campo al fianco delle truppe francesi. L’intenzione tedesca era di
portare avanti una “guerra di movimento” rapida e veloce, ma il tentativo fallì: il
conflitto si rivelò lungo ed estenuante con molte perdite tra i soldati in quel che fu
definita una ”guerra di trincea” quindi di posizione. Dopo l’avanzata tedesca in Francia
e il blocco continentale operato dalla flotta inglese, nel 1915 anche l’Italia entra in
guerra. In quel periodo l’opinione pubblica era divisa in due fazioni: da una parte i
Neutralisti e dall’altra gli Interventisti. Il 26 Aprile il governo italiano si alleò in segreto
con la Triplice intesa (Inghilterra, Francia e Russia) stipulando il Patto di Londra.
Attraverso tale accordo l’Italia s’impegnava nella guerra contro l’Austria e la Germania
prima alleate, e in caso di vittoria le sarebbero state consegnate le Terre Irredenti del
Trentino, Alto Adige, Trieste, Istria e la città di Valona in Albania.
Il 23 Maggio le truppe italiane entrarono in guerra sul fronte italo-austriaco il conflitto
si presentò subito veramente lento, combattuto nelle trincee scavate nelle montagne del
Friuli da soldati reclutati tra le fasce più povere della popolazione. Nel 1917 si ribaltò la
situazione, con l’ingresso degli Stati Uniti a fianco della Triplice Intesa e il ritiro della
Russia, impegnata entro i propri confini con la rivoluzione. L’offensiva austriaca
divenne sempre più pressante finché l’esercito italiano subì la famosa sconfitta di
Caporetto, il 24 ottobre 1917, con gravi ripercussioni sulla vita economica e sociale del
paese. Ebbero, infatti, inizio una serie di scioperi e manifestazioni tali da costringere il
governo a fare grandi promesse ai soldati, al fine di risollevarne il morale, evitando
defezioni e ammutinamenti. Il 1918 fu l’anno decisivo del conflitto, che ne segnò anche
la conclusione con la vittoria della Francia. Sul fronte italo-austriaco, l’esercito italiano
guidato dal nuovo generale Armando Diaz riuscì a conquistare Trento e Trieste,
stipulando un armistizio con l’Austria, giungendo finalmente alla pace. La Conferenza
di pace di Parigi penalizzò duramente i paesi perdenti, in particolar modo la Germania,
~ 7 ~
facendo prevalere gli interessi delle due potenze europee Francia e Inghilterra. All’Italia
furono concessi i territori di Trentino, Alto Adige, Trieste ed Istria. Dallo
smembramento dell’impero austro-ungarico nacquero nuove realtà territoriali e
politiche: l’Ungheria, la Cecoslovacchia e la Jugoslavia. Rimase però sospesa la
questione della città di Fiume, poiché non venne prevista l’annessione all’Italia. Fu così
che nel Settembre del 1919 un gruppo di volontari guidati da Gabriele d’Annunzio
presero possesso della città, instaurandovi un governo definito ”Reggenza del Carnaro”.
In seguito la città di Fiume fu liberata con il Trattato di Rapallo, stipulato tra Italia e
Jugoslavia. A livello internazionale, ad ogni modo le soluzioni dei diversi trattati di pace
si dimostrarono poco rispettose nei confronti delle varie entità nazionali, alimentando le
cause che spinsero le potenze mondiali a scontrarsi in un nuovo e devastante conflitto
mondiale. 4. Letteratura Italiana
Giovanni Pascoli
Giovanni Agostino Placido Pascoli nasce a San. Mauro di Romagna il 31 dicembre
1855 ed è stato un poeta italiano e figura indicativa della letteratura italiana di fine
Ottocento.
Pascoli, nonostante la sua formazione eminentemente positivistica è, insieme a Gabriele
d’Annunzio, il maggior poeta decadente italiano. Dal fanciullino, articolo
programmatico pubblicato per la prima volta nel 1897, emerge una concezione intima e
interiore del sentimento poetico, orientato alla valorizzazione del particolare e del
quotidiano, oltre che al recupero di una dimensione infantile e quasi primitiva. D’altra
~ 8 ~
parte solo il poeta può esprimere la voce del “fanciullino” presente in ognuno, questa
idea consente a Pascoli di rivendicare per se il ruolo, per certi versi ormai anacronistico,
di poeta vate e di ribadire ,allo stesso tempo, l’umiltà morale (specialmente
consolatoria) e civile della poesia. Pur non partecipando attivamente ad alcun
movimento letterario dell’epoca, né mostrando particolare propensione verso la poesia
europea contemporanea (al contrario di d’Annunzio), Pascoli manifesta nella propria
produzione tendenze prevalentemente spiritualiste e idealiste tipiche della cultura di fine
secolo segnata dal progressivo esaurirsi del positivismo. Complessivamente, la sua
opera appare percorsa da una tensione costante tra la vecchia tradizione classicista
ereditata dal maestro Giosuè Carducci e le nuove tematiche decadenti, cui si
accompagna un notevole sperimentalismo metrico e fonetico.
All'età di dodici anni perde il padre, ucciso da una fucilata sparata da ignoti, la famiglia
è così costretta a lasciare la tenuta che il padre amministrava e perde la tranquillità
economica di cui godeva. Nei successivi sette anni Pascoli perde la madre, una sorella e
due fratelli, prosegue gli studi a Firenze e poi a Bologna.
Qui aderisce alle idee socialiste, fa propaganda e viene arrestato nel 1879 e nel 1882 si
laurea in lettere. Insegna greco e latino a Matera, Massa e Livorno, cercando di riunire
attorno a se’ i resti della famiglia e pubblicando le prime raccolte di poesie: "L'ultima
passeggiata" (1886) e "Myricae" (1891).
L'anno seguente vince la prima delle sue 13 medaglie d'oro al concorso di poesia latina
di Amsterdam. Dopo un breve soggiorno a Roma, va ad abitare a Castelvecchio con una
sorella e passa all'insegnamento universitario, prima a Bologna, poi a Messina e a Pisa,
pubblicando tre saggi danteschi e varie antologie scolastiche. La sua produzione poetica
prosegue con i "Poemetti" (1897) e i "Canti di Castelvecchio" (1903). Sempre nel 1903
raccoglie i suoi discorsi sia politici (si era intanto convertito al credo nazionalista), che
poetici e scolastici nei "Miei pensieri di varia umanità". Rileva poi la cattedra di
letteratura italiana a Bologna, succedendo al Carducci riallacciandosi al suo
insegnamento e pubblicando gli "Odi ed inni" (1907), le "Canzoni di re Enzo" e i
"Poemi italici" (1908-11). Nel 1912 la sua salute peggiora e deve lasciare
l'insegnamento per entrare in cura a Bologna, dove muore poco dopo, il 6 Aprile 1912.
Il profilo letterario: la sua rivoluzione poetica
L’esperienza poetica pascoliana si inserisce, con tratti originali, nel panorama del
decadentismo europeo e segna in maniera indelebile la poesia italiana: essa affonda le
proprie radici in una visione pessimistica della vita in cui si riflette la scomparsa della
fiducia, propria del Positivismo, e in una conoscenza in grado di spiegare
compiutamente la realtà. Il mondo appare all’autore come un insieme misterioso e
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indecifrabile tanto che il poeta tende a rappresentare la realtà con una pennellata
impressionistica che colga solo un determinato particolare reale, non essendo possibile
per l’autore avere una concreta visione dell’insieme. Coerentemente con la visione
decadente, il poeta si configura come un “veggente”, mediatore di una conoscenza
aurorale, in grado di spingere lo sguardo oltre il mondo sensibile: nel Fanciullino,
Pascoli afferma quanto il poeta fanciullo sappia dare il nome alle cose, scoprendole
nella loro freschezza originaria, in maniera immaginosa e alogica.
La poesia come “nido” che protegge dal mondo
Per Pascoli la poesia ha una natura irrazionale e con essa si può giungere alla verità di
tutte le cose; il poeta deve essere un poeta-fanciullo che arriva a questa verità mediante
l’irrazionalità e l’intuizione. Rifiutando quindi la ragione e, di conseguenza, rifiuta il
Positivismo (che era l’esaltazione della ragione stessa e del progresso), approdando al
decadentismo. La poesia di così diventa analogica, cioè senza apparente connessione tra
due o più realtà che vengono così rappresentate; ma appunto, solo apparentemente, in
realtà c’è una connessione (a volte anche un po’ forzata) tra i concetti e il poeta stesso
che volentieri è costretto a “voli vertiginosi” per comunicare questi concetti. La poesia
irrazionale o analogica è una poesia di svelamento o di scoperta e non di invenzione. I
motivi principali di questa poesia devono essere “umili cose”, cose di vita quotidiana,
modeste o familiari. Nella vita dei letterati italiani degli ultimi due secoli ricorre
pressoché costantemente la contrapposizione problematica tra mondo cittadino e mondo