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Inglese - Francis Scott Fitzgerald, The Great Gatsby
Storia dell'arte - Il movimento surrealista in generale e Il carnevale di Arlecchino di Juan Mirò in particolare
Fisica - Le onde elettromagnetiche e l'esperimento di Hertz
LES ANNÉES FOLLES
MONTPARNASSE
1919-1929
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TRA LE DUE GUERRE
contestualizzazione storica: tempi,
personaggi, luoghi ed eventi
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THE LONELINESS OF JAY LʼANTENNA PIÙ FAMOSA
GATSBY DEL MONDO
Fitzgeraldʼs masterpiece as a mirror of its age La Tour Eiffel e le onde
elettromagnetiche
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LA RIVOLUZIONE SURREALISTA
La libertà ricercata nellʼinconscio e il carnevale di Mirò
INTRODUZIONE 1
Ho scoperto la Parigi degli anni folli grazie a Midnight in Paris , film in cui la macchina da presa di
Woody Allen segue un uomo nostalgico, vagamente inetto e del tutto incompreso, attraverso un
surreale pellegrinaggio tra i negozi e i locali alla moda della Parigi del ventunesimo secolo e le
notti magiche della Ville Lumière degli anni Venti del secolo precedente. Sono rimasta affascinata
da quellʼatmosfera leggera, futile, eppure colta. In una scena del film il protagonista incappa in T.S.
Eliot e viene citata The Love Song of Jay Alfred Prufrock, una poesia che avevo di recente studiato
a scuola e che mi era piaciuta molto. Penso sia stato quello il momento in cui ho deciso che les
années folles de Paris sarebbe stato lʼargomento che avrei trattato nel mio progetto per lʼEsame di
Stato.
Cosa sono gli anni folli? Sono il primo vero decennio del XX secolo, un decennio in cui molti tabù
sono stati infranti, in cui le barriere sociali, nelle classi elevate, si sono attenuate e le differenze tra
vecchi ricchi e parvenu sono quasi scomparse. È un periodo in cui il mondo corre verso il futuro,
forse per lasciarsi alle spalle un passato di distruzione. È un periodo in cui la cultura diventa una
moda, superficiale e simulata, come tutte le mode, per i più, ma pur sempre una tendenza. Sono in
molti, a Parigi, i perdigiorno sedicenti scrittori che in realtà impiegano la maggior parte del tempo a
girovagare tra un café e lʼaltro condividendo con i loro simili forti opinioni sui grandi libri del
momento, libri di cui, peraltro, hanno solo sentito parlare: anche loro contribuiscono a creare
lʼatmosfera irreale che fu lʼessenza di quellʼepoca. Poi ci sono i veri scrittori, i veri artisti e, se non
sono più numerosi che in altre epoche, si concentrano tutti in un pugno di quartieri parigini
rendendo verosimili gli incontri di Midnight in Paris. Vivevano in mezzo ai lustrini senza lasciarsene
incantare, percependo il vuoto, la solitudine, lʼincapacità di comunicare che cʼera dietro a
quellʼebbrezza.
Gli anni folli furono, in sintesi,
una tregua destinata a prolungarsi non più di una decina di anni, ma gli uomini e
le donne della cosiddetta generazione perduta la vissero come se fosse per
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durare per sempre. Infatuati, eleganti e superficiali .
Chi visse gli anni Venti visse nʼavventura abbastanza lunga da farsi coinvolgere, abbastanza breve
da non sentire mai lʼamarezza della disillusione.
TRA LE DUE GUERRE
1 Midnight in Paris, reg. Woody Allen, Spagna, USA 2011, 100ʼ.
2 M , A , «La bella vita tra le due guerre», Il Mondo, 11 giugno 1949, p.8.
ORAVIA LBERTO 1
Gli anni folli parigini hanno confini ben delineati, sia per quanto riguarda il periodo temporale, sia
per i luoghi e i protagonisti.
Lʼinizio del secondo decennio del Novecento, così intenso, coincide con la vittoria della Francia
nella Grande Guerra, sancita dalla conferenza di pace tenutasi a Versailles dal giugno 1919 al
gennaio 1920.
Gli anni folli, tuttavia, non sono da considerare come una sorta di festeggiamento generale della
vittoria: anche la Francia, come tutti gli altri Paesi coinvolti in un conflitto inaspettatamente
trascinatosi per più di quattro anni, era stata lasciata in ginocchio dalla guerra: 1.350.000 morti,
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600.000 feriti e tutti i problemi caratteristici del dopoguerra a livello sia economico (ristagno
produttivo, debiti di guerra, inflazione), sia sociale (disoccupazione, reintegrazione dei reduci
ecc.).Dallʼaltro lato cʼera la casta militare che, avendo procurato la vittoria alla Francia, aveva
acquisito un potere enorme e intendeva fare degli anni Venti un decennio di lutto. Lʼ11 novembre
1920 la tomba con i resti di un soldato caduto in guerra non identificato veniva installata sotto
lʼArco di Trionfo in onore di tutti i soldati uccisi nel conflitto.
Tuttavia, la generazione che in quegli anni compiva diciottʼanni non aveva nessuna intenzione di
seguire la moralità austera imposta dai generali della Grande Guerra. Gli anni Venti furono
battezzati “anni folli” per lʼeffervescenza di pochi: è, infatti, necessario restringere il campo ed
escludere dal gruppo coloro che vivevano in provincia: la campagna era ancora ferma al modello
sociale ottocentesco, secondo il quale la transizione dalla giovinezza allʼetà adulta avveniva
abbastanza precocemente attraverso i riti di passaggio del servizio militare e del matrimonio,
facendo sì che i giovani passassero direttamente dalla casa natia al tetto coniugale. La situazione
non era molto diversa per i ceti operai. I veri protagonisti degli anni folli furono, dunque, i giovani
borghesi che, impegnati negli studi universitari, vivevano in una fase transitoria sconosciuta ai ceti
meno elevati durante la quale, pur continuando a dipendere economicamente dalla famiglia,
conducevano una vita autonoma, spesso lontani da casa. Prima della guerra tale condizione era
riservata ai ragazzi: le ragazze borghesi non andavano allʼuniversità e rimanevano a casa ad
imparare dalla madre la gestione domestica. Nel dopoguerra, lʼinflazione fece vacillare la sicurezza
economica delle famiglie borghesi e, dunque, anche le ragazze iniziarono ad intraprendere gli
studi superiori in vista dellʼeventuale necessità di dover, un giorno, cercare un lavoro e raggiunsero
i loro coetanei nelle grandi città. Il vecchio sistema basato sulla separazione dei sessi durante la
giovinezza cominciò a vacillare: i giovani si incontravano al di fuori del controllo delle famiglie e si
diffuse il matrimonio dʼamore.
3 C , M , «Entre deux guerres (1919-1939)», in I ., Histoire culturelle de la France: 1918-1958, Paris, SEDES
OINTET ICHELE D
CDU, 1988, pp.11-29. 2
Ai giovani borghesi si aggiunsero gli stranieri che decidevano di lasciare il loro Paese per andare
in Francia, la quale, oltre ad essere patria dei diritti dellʼuomo, accoglieva bene gli immigrati
poiché, avendo la guerra praticamente distrutto una generazione di uomini, necessitava di forza
lavoro per uscire dal ristagno economico e dalla crisi postbellica. Parigi in quegli anni è la città più
cosmopolita del mondo; lì italiani e russi trovano rifugio dai totalitarismi e, soprattutto, lì gli
americani scappano dal proibizionismo.
Ad aver vinto davvero la guerra furono gli Stati Uniti che, anche loro vincitori senza essere stati
campo di battaglia, uscirono dal conflitto come nuova potenza mondiale. In primo luogo, erano i
creditori principali di Francia e Gran Bretagna cui, durante la Grande Guerra, avevano inviato
rifornimenti e accordato prestiti finanziari. In secondo luogo, il ristagno produttivo europeo e la
momentanea difficoltà a convertire la produzione bellica in produzione di beni di consumo resero il
vecchio continente un importante mercato di esportazione statunitense.
Allo stesso tempo, però la ricca America conosce una fase di ripiegamento su se
stessa e di irrigidimento morale, in difesa dei valori tradizionali che ritiene
minacciati. Già nel 1919 il Congresso vota la legge sulla proibizione dellʼalcol.
Subito si sviluppa un gigantesco contrabbando, mentre le grandi città diventano il
campo di battaglia di bande di gangster che si disputano il mercato della vendita
illegale di alcolici. (...)
Molti scrittori e artisti, beneficiando di una moneta forte, scelgono di vivere in
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Europa, in particolare in Francia, che appare loro unʼoasi di pace e libertà.
Così gli americani sbarcarono in Francia e con loro arrivarono “il jazz, i balli, le sigarette, le
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bevande”.
Non tutta Parigi, tuttavia, fu travolta dallʼatmosfera festosa: la follia, e con essa il fermento artistico
e culturale, rimase perlopiù confinata a Montparnasse, sulla riva sinistra della Senna e, in parte, a
Montmartre, quartiere più popolare rispetto a Montparnasse, divenuto una sorta di museo della
Belle Époque. Su quei quartieri si riversarono dai trenta ai cinquantamila americani, portando
dollari e benessere. Per soddisfare tale clientela furono ampliati i piccoli locali dalla clientela
operaia e locale: nacquero così luoghi indimenticabili come il “Café du Dȏme”, “La Coupole”, il
“Café la Rotonde” ai cui tavolini non era insolito vedere personaggi come Scott Fitzgerald, Ernest
Hemingway, James Joyce, André Breton, Pablo Picasso.
Negli anni Venti Parigi era davvero il centro del mondo: fu vicino a Parigi che atterrò Charles
Lindbergh nel 1927, dopo aver compiuto la prima traversata aerea senza scalo dellʼOceano
Atlantico a suggello dei rapporti di scambio tra i due paesi.
4 G , A , Gli anni ruggenti (1919-1929) (trad. it. di Donatella Golini), Firenze, Giunti, 1994, pp.15-16
OLDMANN NNIE
5 Ivi, p.15 3
Nellʼestate 1924 Parigi ospitò lʼottava edizione dei Giochi Olimpici moderni. Questi rispecchiarono
le tensioni politiche dellʼepoca: lʼURSS non partecipò e la Germania, ancora bandita per le vicende
della guerra, non fu invitata.
Nel 1925 si tenne lʼEsposizione internazionale di arti decorative e industriali moderne che vide il
decollo dellʼArt Déco, stile aerodinamico e opulento caratterizzato da motivi esotici e primitivi, il
quale si presentò come reazione allʼausterità della guerra e della crisi.
Anche la fine degli anni folli fu rapida ed esplosiva come lo era stato tutto il periodo.
Lo stile di vita dellʼespatriato è prossimo alla fine. Siamo al crepuscolo degli dei; i
banchieri internazionali stanno chiudendo i sipari sul cielo, o meglio stanno
spiegando le loro cortine di ferro. Niente più credito, i giochi sono finiti, il mondo
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deve tornare al lavoro.
II 29 ottobre 1929, passato alla storia come “giovedì nero”, il crollo della borsa a Wall Street aprì
una delle crisi economiche più terribili della storia che avrebbe condizionato i destini degli Stati
Uniti e dellʼintera Europa. Gli Americani espatriati, senza più soldi, tornarono a casa. La Francia
non restò completamente immune alle derive nazionaliste e razziste che avrebbero caratterizzato i
bui anni Trenta e il cosmopolitismo da vanto divenne insulto. 7
Così finirono les années folles, “dieci piccoli anni, ma dieci anni di unʼintensità inaudita” .
THE LONELINESS OF JAY GATSBY
Lʼatmosfera degli anni folli, troppo superficiale per non nascondere un vuoto profondo fu colta con
grande acutezza da uno scrittore che visse appieno quellʼepoca sfavillante: Francis Scott
Fitzgerald.
Highlights of F. S. Fitzgeraldʼs Biography up to 1925: Princeton and Zelda Sayre
Francis Scott Fitzgerald arrived in Paris with his wife Zelda in 1924 and settled in a large flat on the
Rive droite. He was already a celebrity thanks to the success and the incomes of his first works,
The Side of Paradise (1920) in particular. About one year later he published the novel that would h
made him one of the most significant writers of his time and of the entire Twentieth century: The
Great Gatsby. In order to fully understand every aspect of this masterpiece, it is crucial to consider
the key events of Scott Fitzgeraldʼs life up to 1925.
6 G , J , Memorie di Montparnasse (trad. it. di Paola Bonini), Palermo, Sellerio, 2013, p.293
LASSCO OHN
7 ved. Paris, Années folles de Montmartre à Montparnasse, reg. Fabien Beziat, Francia 2013, 90ʼ. 4
Scott Fitzgerald did not come from the glittering world he described in his books: he was born on
24th of September 1896 in St. Paul, Minnesota, the earth of the Middle West in a catholic family
who, during Scottʼs childhood, had gone through several economic troubles. In spite of not being
such a brilliant student, Scott Fitzgerald was accepted at Princeton university. He never graduated,
he was never allowed to play in the college football team because of his slim size either. At