
Il dominio di una funzione è il più grande sottoinsieme di
nel quale l'espressione analitica della fuzione non perde di significato.
dominio
e0[/math]
n pari, dominio
dominio
dominio
e \pi/2+k \cdot \pi, k in ZZ[/math]
dominio
e k \cdot \pi, k in ZZ[/math]
dominio
dominio
Esempi
il dominio massimale della funzione
è
,
è
e 0}[/math]
.
.
2. Simmetrie
Una funzione
, definita su un dominio simmetrico rispetto all'origine, si dice pari se e solo se risulta
per ogni
. Una funzione
, definita su un dominio simmetrico rispetto all'origine, si dice dispari se e solo se risulta
per ogni
.
Il grafico di una funzione pari è simmetrico rispetto all'asse
, mentre il grafico di una funzione dispari è simmetrico rispetto all'origine. Questo vuol dire che per tracciare il grafico di una funzione a simmetria pari, o dispari, è sufficiente studiarlo per le
positive del dominio, estendendolo poi per simmetria alle
negative del dominio.
Ovviamente non è detto che ogni funzione sia pari o dispari, ci sono funzioni che non sono né pari né dispari. Ad esempio una funzione con un dominio non simmetrico rispetto all'origine non può essere né pari né dispari.
Proprietà
- il prodotto, o il rapporto, di due funzioni pari è una funzione pari
- il prodotto, o il rapporto, di due funzioni dispari è una funzione pari
- il prodotto, o il rapporto, di una funzione pari con una funzione dispari è una funzione dispari
- la somma di due funzioni pari è una funzione pari
- la somma di due funzioni dispari è una funzione dispari
- la somma di una funzione pari con una dispari è una funzione, in generale, né pari né dispari
Esempio
è una funzione pari,
è una funzione dispari,
è pari
è dispari,
non è né pari né dispari.
.
3. Periodicità
Una funzione è periodica di periodo T se
. Sono periodiche le funzioni goniometriche e alcune funzioni composte da funzioni goniometriche.
Esempio
è periodica di periodo
.
4. Intersezione con gli assi
Data una funzione
, se
appartiene al dominio allora il grafico di
interseca l'asse
nel punto
. Le intersezioni con l'asse
possono essere al massimo una.
Per determinare le (eventuali) intersezioni con l'asse
è sufficiente risovlere l'equazione
. Se
sono le soluzioni dell'equazione, allora i punti di intersezione fra l'asse
e il grafico di
sono
Esempio
la funzione
interseca l'asse
in
, cioè
, e interseca l'asse
nei punti
, con
. Infatti le soluzioni di
sono date da
.
.
5. Studio del segno
Studiare il segno di una funzione
significa risolvere la disequazione
. In questo modo negli intervalli in cui la disequazione è soddisfatta la funzione è positiva, ossia il grafico si trova nel semipiano
, mentre negli intervalli (contenuti nel dominio) in cui la disequazione non è soddisfatta la funzione è negativa, ed il grafico si trova nel semipiano
.
Esempio
La funzione
è positiva (o meglio, non negativa) per
, mentre è negativa per
.
.
Asintoti verticali
Quando una funzione ammette limite
o
in un punto
, si dice che essa ha come asintoto verticale la retta
.
Più precisamente, data una funzione
,
se
(o
, allora la retta
è un asintoto verticale sinistro;
se
(o
, allora la retta
è un asintoto verticale destro;
se
(o
, allora la retta
è un asintoto verticale (sia destro che sinistro).
In sostanza si determina l'esistenza di asintoti verticali calcolando i limiti (della funzione) per i punti appartenenti alla frontiera del dominio.
Notare che il grafico di una funzione non può intersecare in nessun punto gli asintoti verticali.
Esempio
Data la funzione
, la retta
è un asintoto verticale destro, infatti
.
Data la funzione
, la retta
è un asintoto verticale (destro e sinistro), infatti
.
Asintoti orizzontali
Per determinare l'esistenza di eventuali asintoti orizzontali di una funzione
è necessario calcolare i limiti per
o
(ovviamente se il dominio è superiormente o inferiormente illimitato, rispettivamente, altrimenti tali limiti non esisterebbero).
Se
esiste finito, e il risultato è
, allora la retta
è un asintoto orizzontale destro per il grafico di
.
Analogamente se
esiste finito, e il risultato è
, allora la retta
è un asintoto orizzontale sinistro per il grafico di
.
Dopo aver trovato eventuali asintoti orizzontali, è utile calcolare le (eventuali) intersezioni del grafico della funzione con tali asintoti.
Se
non esistono, o sono infiniti, allora la funzione non ammette asintoti orizzontali.
Esempio
La retta
è un asintoto orizzontale sinistro per la funzione
, infatti
.
Asintoti obliqui
Data una funzione
, se il limite per
(rispettivamente
) esiste ma non è finito, ci si può chiedere se per
(rispettivamente
) la funzione ammetta un asintoto obliquo.
Se
esiste finito e non nullo, e se
esiste finito, allora la funzione
ammette per
un asintoto obliquo di equazione
.
Per
la situazione è analoga.
Anche in questo caso, dopo aver determinato gli eventuali asintoti obliqui, può essere utile cercare (eventuali) intersezioni fra il grafico di
e tali asintoti.
Esempio
L funzione
ammette come asintoto obliquo la retta
, infatti
, e
.
Derivata prima
Una volta calcolata la derivata prima
, è utile classificare i punti di non derivabilità in cui la funzione è continua (punti angolosi, flessi a tangente verticale, cuspidi).
Punto angoloso
se
e
esistono finiti ma diversi, allora
è un punto angoloso.
Flesso a tangente verticale
se
e
esistono, sono infiniti, e sono uguali, allora
è un punto di flesso a tangente verticale e
è una retta tangente al grafico di
che attraversa il grafico stesso.
Cuspide
se
e
esistono, entrambi infiniti, ma diversi, allora
è un punto di cuspide.
Fatto questo si risolve l'equazione
, trovando così i punti critici, e si studia il segno di
. Un punto critico
, in base al segno di
, si può classificare nel seguente modo
- se la derivata prima è negativa in un intorno sinistro di
e positiva in un intorno destro di
, allora
è un punto di minimo relativo
- se la derivata prima è positiva in un intorno sinistro di
e negativa in un intorno destro di
, allora
è un punto di massimo relativo
- se la derivata prima assume lo stesso segno in un intorno completo di
, allora
è un punto di flesso a tangente orizzontale
Derivata seconda
Se la funzione considerata è sufficientemente regolare, è possibile calcolarne la derivata seconda, avendo così informazioni su flessi, concavità e convessità. Risolvendo l'equazione
si trovano i punti di flesso a tangente obliqua.
Fatto questo può essere utile studiare il segno della derivata seconda; negli intervalli in cui risulta
la funzione è convessa, invece negli intervalli in cui risulta
la funzione è concava.