
In un liceo di Milano, l’Esame di Stato si è trasformato in un curioso gioco di specchi. Tra i maturandi di quest’anno, infatti, c'erano anche tre coppie di gemelli, che si sono sedute fianco a fianco per affrontare la Maturità, dando vita a un effetto ottico che ha messo in difficoltà anche gli insegnanti più attenti. Ecco la loro storia.
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Anita e Beatrice, alleate non copie
Anita e Beatrice sono abituate da sempre a essere scambiate. “Avevamo una sola scrivania per studiare, ci siamo date i turni come in una lavanderia a gettoni”, racconta Anita ironicamente, come riporta 'Milano.corriere.it'. Nonostante la somiglianza, le due sorelle hanno scelto strade diverse per il futuro: Antropologia per Anita, Filosofia per Beatrice. “Non avremmo fatto la strada insieme comunque: Bea è sempre in ritardo”, scherza ancora.
Beatrice, che ha già ricevuto il voto finale, 100 tondo, ci tiene a precisare: “Mai avvertita competizione. Anzi: faccio sempre il tifo per lei. Orgogliosa”. Due alleate, non due copie. “La somiglianza è un caso, non un destino”, sottolineano.
Cesare e Vittorio, fratellanza speculare
Cesare e Vittorio, identici e diversi in egual misura. Anche in casa la confusione è doppia: i genitori hanno ben due coppie di gemelli. Cresciuti in simbiosi, si trovano ora ad affrontare l’orale finale con punti di vista opposti su quasi tutto.
“Quando giochiamo a calcetto vorremmo stare nella stessa squadra. Ma non c’è verso: per l’effetto clone ci mettono avversari”. Rossonero l'uno, cuore nerazzurro l’altro. Uno ha scelto Pasolini alla prima prova, l’altro Roosevelt. Uno guarda alla Statale, l’altro alla Bicocca. Eppure, la connessione resta: “Se manca lui mi sembra di essere senza maglietta”, dice Vittorio. “Siamo la stessa persona in due emisferi”, aggiunge Cesare.
Bianca e Olimpia, sorelle complementari
Bianca e Olimpia chiudono il trittico. Anche loro identiche, ma su coordinate completamente diverse. “Io sono più scientifica, farò Medicina, lei Architettura”, racconta Bianca. Lo studio è stato condiviso, tra casa e biblioteca, tra scambi di appunti e aiuti all’ultimo secondo: “Io l’ho salvata in scienze spiegandole tutto il programma due giorni prima dell’orale, lei mi ha fatto le flash card di storia dell’arte”, spiega.
Un rapporto serrato e complice, che ha resistito alle domande più improbabili ricevute da bambine: “Chiudete gli occhi, pensate lo stesso colore”, oppure “Se una si fa male, l’altra lo sente?”.
Anche il loro tempo libero ha seguito traiettorie parallele: danza moderna per una, classica per l’altra. Poi violino e pianoforte. Infine la pallavolo, insieme. “Abbiamo vissuto ogni fase dell’adolescenza all’unisono, mantenendo ciascuna il proprio ritmo”, raccontano. Un modo per crescere insieme, ma anche per conoscersi meglio individualmente.
L'esame per i professori
Anche i professori e i commissari, però, sono stati messi sotto esame: chiamati a identificare gli studenti ma soprattutto a non farsi trarre in inganno da quei volti speculari.
Tra complicità e differenze, le sei storie si sono intrecciate nel corridoio del liceo, davanti all’aula dove si tengono gli orali. E se per gli insegnanti distinguere tra nomi e facce può essere stato complicato, per i genitori, divisi tra ansia e orgoglio, l'emozione è stata doppia.