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Pedagogia - La descolarizzazione in Ivan Illich
Italiano - "Meriggiare pallido e assorto" di Eugenio Montale
Filosofia - Il concetto di alienazione in Karl Marx
Storia - Il crollo del muro di Berlino
Tesina di Caterina Angeluzzi
Pink Floyd - The Wall: Oltre il muro
INTRODUZIONE: “Da soli o in coppia quelli che davvero ti amano camminano
su e giù al di là del muro. Alcuni mano nella mano, alcuni in gruppo. I cuori
sanguinanti e gli artisti resistono, e quando t'avran dato il meglio di loro stessi
qualcuno barcollerà e cadrà. Non è facile dopotutto picchiare il tuo cuore
contro un dannato muro.” - Outside the wall, Pink Floyd
The Wall é innanzitutto uno degli album più significativi nella carriera del gruppo rock
britannico Pink Floyd, sia da un punto di vista musicale che da un punto di vista
strettamente concettuale.
Pubblicato nel 1979, tre anni dopo viene riproposto in ambito cinematografico con un
maggiore approfondimento dei temi già presenti nei brani dell’album. Pertanto l’intera
vicenda ha inizio nel momento in cui il protagonista Pink, una giovane rockstar,
attraverso la visione di un film di guerra ripercorre la sua intera vita.
E’ un momento estremamente introspettivo: egli ripensa alla morte di suo padre
deceduto in guerra quando lui era soltanto un bambino, riflette in merito al ruolo
estremamente protettivo che sua madre ha assunto nel corso della sua vita, ricorda il
modo in cui le esperienze vissute a scuola hanno segnato in maniera negativa la sua
crescita, comprende il rapporto di profonda incomunicabilità tra lui e la sua attuale
moglie, realizza il vuoto che lo separa dal pubblico e dalle corteggiatrici che
accompagnano i suoi tour.
Il muro in cui egli arbitrariamente si rinchiude è costituito così, mattone per mattone,
da una serie di circostanze nel corso della sua esistenza che lo hanno portato a
provare un senso di alienazione, di isolamento e di insofferenza nei confronti
dell’intera società. Il muro psicologico che costruisce, non è per lui una pena quanto
piuttosto una protezione, è concepito come l’unica salvezza possibile.
Tuttavia, è proprio ponendo simbolicamente l’ultimo mattone nel muro, che il
protagonista giunge a una fase di follia che si manifesta con atti di rabbia e di
violenza nei confronti delle persone che tentano di avvicinarsi a lui.
E’ giunto così il momento in cui egli realizza un vero e proprio processo immaginario,
con giudice e testimoni, attraverso il quale condannare l’imputato (cioè lui stesso)
alla distruzione del muro: elimina le proprie difese, si espone a nudo nella sua
fragilità e decide di tornare a far parte di quella realtà che tanto lo spaventava.
Oltre il muro
“ ” è l’espressione con cui indicare la situazione di incomprensione e
divisione che caratterizza sia chi è dentro il muro, sia tutti coloro che ne sono lasciati
fuori.
INGLESE: “Mother’s gonna keep you right here under wings, she won’t let you
fly but she might let you sing. Mama will keep baby cozy and warm, of course
mama’s gonna help to build the wall.” - Mother from Pink Floyd’s The Wall
“They thought they had only a girl to deal with and that therefore, they could
ride roughshod over her. But she [the mother] would show them their mistake.
They wouldn't have dared to have treated her like that, if she had been a man.
But she would see that her daughter got her rights: she wouldn't be fooled.”
- A Mother from James Joyce’s Dubliners
James Joyce
In my opinion we can consider Pink as a ’s Dubliner. Infact, Pink is
totally paralyzed by his situation and his relationships, but he knows that he cannot
change its destiny because every attempt would be doomed to failure.
Pink becomes aware of his condition through a moment that can be compared to
James Joyce’s epiphanies. Infact an epiphany is a sudden spiritual manifestation
caused by a banal object or fact through which the character gets a sudden self-
realisation about himself (or herself) and the reality that surrounds him (or her). In the
case of Pink, the epiphany happens when he watches the war film and he starts
thinking about the bricks in the wall of his life that he has built.
In the same way in “Dubliners”, that is a collection of short stories written by Joyce
and published in 1914, every character is condemned to a physical and
psychological paralysis. They try to change their social, economical, religious or
political situation but they always fail.
In particular I also found a connection between a short story in the book called “A
Mother” and the relation between Pink and his mother. Pink and Kathleen, the son
and the daughter of these two stories, are oppressed and totally controlled by their
mothers. Kathleen’s mother wants her daughter to become a singer but at the same
time she introduces too violently in every working chance that Kathleen gets because
she’s too ambitious.
PEDAGOGIA: “Non abbiamo bisogno dell’istruzione, non abbiamo bisogno di
controllo mentale, nessun cupo sarcasmo in classe. Maestri, lasciate in pace i
ragazzi, dopo tutto siete soltanto un altro mattone nel muro…”
- Another brick in the wall, Pink Floyd
“La scuola pretende […] di costruire presso l’allievo un programma fatto di
blocchi prefabbricati e di giudicare il risultato secondo una scala
internazionale. […] L’uomo si inserisce da se stesso nel posto angusto che gli
è stato assegnato, si rannicchia nel luogo che gli è stato insegnato a ricercare
e, attraverso questo stesso processo, mette i suoi coetanei anch’essi ai loro
posti, affinchè tutto, ciascuno e ogni cosa siano in ordine.”
- Distruggere la scuola, Ivan Illich
Come ho detto precedentemente, la soffocante presenza materna è dunque uno dei
tanti mattoni nel muro, ma nell’infanzia del protagonista un altro blocco fondamentale
è costituito dall’influenza negativa dell’istituzione scolastica. Nel celebre brano
“Another brick in the wall” (“un altro mattone nel muro”) Pink descrive la condizione
degli alunni concepiti non nella loro umanità e singolarità, ma come oggetti da
inserire nel progetto prefabbricato di una scuola interessata solo a seguire
pedissequamente un programma scolastico imposto dallo stato. L’insegnante
punisce ogni espressione di creatività e individualità, come nel momento in cui deride
di fronte all’intera classe le poesie che il bambino Pink scrive nel suo diario. Ivan
La canzone dei Pink Floyd sembra così dar voce alle teorie pedagogiche di
Illich riguardo il concetto di descolarizzazione portato avanti intorno agli anni ’70 del
ventesimo secolo, tra le proposte pedagogiche alternative. L’autore in questione si
pone in maniera totalmente critica e polemica nei confronti della cosiddetta “era della
scolarizzazione”, denunciandone in particolare la discrepanza tra il mito
dell’uguaglianza enfatizzato e la diseguaglianza che alimenta nei fatti. Il ruolo
dell’insegnante viene concepito come distributore mentre l’allievo come consumatore
poiché la scuola stessa è il riflesso di una società malata: vende programmi educativi
prodotti e confezionati da esperti come fossero merce qualsiasi con cui condizionare
ed indottrinare gli alunni, i quali a loro volta sono condotti all’apprendimento
attraverso un atteggiamento passivo. La scuola riproduce così l’ideologia sociale e
politica di un potere oppressivo, ed è pertanto un’istituzione che per Illich non può
essere riformata ma dev’essere necessariamente abolita.
ITALIANO: “Ma era soltanto una fantasia, il muro era troppo alto come vedi e
per quanto ci provasse, non poteva evadere.” - Hey you, Pink Floyd
“E andando nel sole che abbaglia / sentire con triste meraviglia / com’è tutta la
vita e il suo travaglio / in questo seguitare una muraglia / che ha in cima cocci
aguzzi di bottiglia.”
- Meriggiare pallido e assorto da “Ossi di seppia” di Eugenio Montale
Il muro in Pink è parte integrante della vita stessa, assume ormai un ruolo universale
che non riguarda soltanto i suoi rapporti privati e familiari ma che altera totalmente la
percezione che egli ha del mondo intero. E’ resa quindi evidente un’incomunicabilità
e un’incomprensione di fondo che non solo divide gli uomini tra loro, ma li rende
anche distanti dall’effettiva realtà delle cose.
E’ ciò che viene espresso anche in letteratura nel componimento del 1916
Eugenio Montale
“Meriggiare pallido e assorto” di , tratto dalla sua più celebre
raccolta di poesie “Ossi di seppia”. In questi versi, il poeta introduce la tematica
generale dell’esistenza umana, partendo dal trascorrere di un pomeriggio estivo da
parte di un io lirico che passeggia accanto a un muro, contemplando il paesaggio, la
natura, gli odori a lui circostanti.
Tuttavia la quarta ed ultima strofa si distingue dalle altre, sia da un punto di vista
stilistico che da un punto di vista tematico, per il carattere profondamente
introspettivo e riflessivo. Attraverso la tecnica del correlativo oggettivo (che sarebbe
la rappresentazione di oggetti della realtà concreta non secondo scopi simbolici ma
come emblemi del destino dell’uomo e della sua condizione esistenziale), Montale
espone la visione di una vita concepita proprio come una “muraglia”, definendo così
l’insensatezza dell’esistenza e l’impossibilità da parte dell’uomo nel poter
comprendere ciò che si cela metaforicamente dietro il muro. Il tentativo di
oltrepassare questo limite non risulta soltanto essere vano ed illusorio ma è tra l’altro
anche doloroso: in cima al muro infatti sono posti “cocci aguzzi di bottiglia” che
rendono l’ostacolo insormontabile.
L’individuo che è oppresso da questa situazione, è condannato in conclusione al
male di vivere che viene accettato in maniera profonda e disincantata.
FILOSOFIA: “Riesci a sentirmi? Ehi tu, non aiutarli a seppellire la luce, non
arrenderti senza lottare. […] Vorresti aiutarmi a trasportare la pietra? Apri il tuo
cuore, sto tornando a casa. […] Non dirmi che non c'è proprio più speranza,
insieme ce la faremo, divisi cadremo.” - Hey you, Pink Floyd
“I proletari non hanno nulla da perdere, all’infuori delle loro catene: essi hanno
un mondo da guadagnare. Proletari di tutti i paesi, unitevi!”
- Manifesto del partito Comunista, Karl Marx
Risulta dunque evidente come la società, anche nel caso di Pink, abbia influenzato il
singolo individuo fino ad opprimerlo nella sua totalità. La critica alla società
consumistica e massificata si esprime in maniera evidente nei brani “Empty spaces”
e “What shall we do now?”, canzoni che nel film acquisiscono una denuncia ancora
più profonda, in particolare nella scena dove si vede la costruzione di un muro
composto da oggetti di consumo quali automobili, elettrodomestici, radio e televisioni.
Il posizionamento dell’ultimo mattone sul muro coincide così con il culmine
dell’estraniazione e dell’alienazione, condizione che si esprime al meglio nel brano
“Hey you”. L’alienazione assume pertanto un ruolo assolutamente negativo ma che
al tempo stesso rende l’uomo cosciente della sua necessità di liberarsi da ciò che lo
affligge. Pink comprende il bisogno di instaurare un nuovo legame con coloro che
sono aldilà del muro, è isolato ma cerca di avvicinarsi al confine di mattoni e
richiedere un ultimo disperato aiuto, sperando di poter essere sentito da qualcuno.
Il concetto di alienazione come conseguenza a una società capitalista, fondata
proprio sul guadagno economico del capitalista, è alla base in filosofia del pensiero di
Karl Marx . Dissociandosi dal duplice significato hegeliano di alienazione come
fattore sia positivo che negativo, Marx compie una critica all’alienazione percepita
innanzitutto come fatto reale, di natura socio-economica, che si identifica nel ruolo
dell’operaio sfruttato dal capitalista stesso. Innanzitutto il lavoro è per il filosofo un
processo nel quale l’uomo trasforma la natura in relazione a scopi prefissati, quindi
l’uomo la umanizza e la rende parte fondamentale della propria vita attribuendole un
significato umano; ma al tempo stesso attraverso il lavoro è anche la natura a
modificare l’uomo, il quale perfeziona le sue conoscenze tecnico-scientifiche e si