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Sintesi

Collegamenti Apparenza e realtà percorso



Italiano- Luigi Pirandello: Uno, nessuno, centomila.
Latino- Apuleio: Apologia.
Storia- La propaganda fascista.
Filosofia- Arthur Schopenhauer e la sua ideologia di pensiero.
Inglese- The Victorian Age and Oscar Wilde.
Matematica- Il limite di una funzione.
Fisica- Le linee di campo.
Scienze della terra- Magnitudine Apparente e Assoluta.
Storia dell'Arte- Impressionismo ed espressionismo.
Estratto del documento

Tesina di Giada Ferraro

Anno scolastico 2013-2014 Liceo scientifico Tommaso Campanella

Apparenza e realtà: Il distacco da ciò che appare è sempre possibile?

Nel corso dei secoli, l'uomo ha cercato di distinguere un'illusione da una realtà concreta. Ma la maggior

parte delle volte i risultati non sono positivi. Le apparenze molto spesso ingannano. Osservando il cielo

sembra che gli astri siano posti su una stessa volta celeste ma alcune appaiono più luminose di altre. Il

motivo principale è la grande distanza della posizione in cui sono collocate. Essa si misura in diversi

modi: l'unità astronomica che corrisponde alla distanza media tra Terra e Sole, l'anno luce che è la

distanza percorsa in un anno della radiazione luminosa e il parsec che è la distanza di un punto dal quale

un osservatore vedrebbe il semiasse maggiore dell'orbita terrestre, perpendicolarmente, sotto l'angolo di

1”. L'angolo che si verrà a formare nel punto in cui è posizionata la stella si definisce angolo di

parallasse. La luminosità della stelle veniva classificata da Ipparco in sei ordini di grandezza in cui nel

primo ordine venivano inserite le stelle più luminose mentre nel sesto ordine venivano inserite quelle

meno luminose. Oggi è stato introdotto un nuovo concetto per definire la luminosità: la magnitudine

apparente che corrisponde alla luminosità non reale e la magnitudine assoluta che corrisponde alla

luminosità che le singole stelle mostrerebbero se fossero poste a una distanza standard da noi pari a 10

parsec. Se si conosce la distanza della posizione di una stella si può ricavare la magnitudine assoluta

attraverso la formula M= m+5-5logd. Non tutte le stelle però hanno una magnitudine costante perchè ci

sono alcune che la loro luminosità si indebolisce e cresce a intervalli regolari. Questa tipologia di stella

si chiama variabile pulsante. Nei calcoli matematici, quando si studia una funzione e si trova un punto

che non appartiene al dominio per capire l'andamento della funzione si ricorre a un nuovo strumento,

ovvero il limite. Il limite ha codesta formula: il limite di X che tende a Xo di f(x) è uguale al l. Per ogni

epslon arbitrariamente piccolo e positivo esiste un intorno di Xo tale che ogni X

appartiene a tale intorno, si ha che il valore assoluto della funzione meno il limite sia minore si epslon.

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l- <f(x)< l+ Nella prima risoluzione dei limiti si possono ottenere delle forme indeterminate che

verranno risolte quando è possibile dagli asintoti. Ci sono tre tipologie di asintoti: quelli verticali se si è

difronte a una discontinuità di seconda specie e il limite ha come risultato infinito, quelli orizzontali se il

limite da come risultato un numero e quelli obliqui se danno come risultato infinito e allora esiste la

retta y=mx+q. Invece per comprendere il comportamento di un flusso generato da un campo elettrico in

una determinata zona di spazio, occorre l'utilizzo di linee ideali che non esistono nella realtà poiché

sono un'invenzione grafica. L'idea delle linee di campo si deve a Michael Faraday che le utilizzò per

rappresentare il campo magnetico cioè la deformazione dello spazio fisico intorno ad un magnete; oggi

è possibile utilizzare la sua idea per rappresentare qualsiasi tipo di campo vettoriale. Esse hanno diverse

proprietà: in ogni punto sono tangenti al vettore campo elettrico, sono orientate nel verso del vettore

campo elettrico, non sono dei vettori ma delle linee contigue orientate che escono dalle cariche positive

ed entrano in quelle negative, la loro densità è direttamente proporzionale all'intensità del campo

elettrico, sono orientate e determinano il verso del vettore campo elettrico e indicano la direzione del

vettore campo elettrico in un punto perchè essa è data dalla tangente alla linee di forza che passa in quel

punto. In una carica puntiforme positiva tendono a uscire mentre in una carica negativa tendono a

entrare. Dal punto di vista umanistico, Luigi Pirandello ha affrontato la tematica dell'apparenza e

attraverso un attenta analisi è arrivato a definire la frantumazione dell'io. La realtà in cui siamo immensi

è considerata un eterno divenire ovvero un flusso continuo. Quando l'uomo vorrebbe cristallizzare parte

di questa realtà la conseguenza sarà la morte di se stesso. Egli tende a volersi stabilire in una personalità

uniforme ma essa è pura illusione. Si crea cosi il contrasto tra ciò che appare ovvero la forma e ciò che è

reale ovvero la vita. Questo tipo di contrasto avviene nella coscienza dell'uomo tra ciò che siamo e ciò

che vorremmo essere e tra ciò che siamo e ciò che appariamo agli occhi degli altri. L'uomo si ritrova

imprigionato in una sovrapposizione di maschere recitando costantemente e nel corso degli anni

imparerà a utilizzare quella giusta al momento giusto. Ecco che nel romanzo uno, nessuno, centomila si

riscopre che l'uomo è uno nel momento in cui viene messo in evidenza la forma che egli si stabilisce,

centomila quando viene messo in evidenza la forma che gli altri gli danno e comprende di essere

nessuno quando la forma che si è stabilito e quella che gli altri gli hanno dato non coincide. Si crea cosi

una incomunicabilità dettata dal fatto che la realtà vista da un singolo individuo non è la stessa di quella

vista dagli altri e ne scaturisce che l'uomo non avrà mai una visione profonda della sua esistenza. Si

giunge cosi alla frantumazione dell'io poiché esso non è più forte, si indebolisce e si smarrisce. L'uomo

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