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Maturità 2018:  seconda prova, come superarla al meglio articolo

La Maturità 2018 si avvicina e gli studenti dello scientifico iniziano a temere la prova di Matematica, lo scritto che più li preoccupa. Per aiutare i maturandi a prepararsi al compito nel migliore dei modi, Skuola.net ha intervistato la professoressa Cristina Arienti del liceo Einaudi di Dalmine, in provincia di Bergamo.

Con lei abbiamo affrontato anche il tema delle calcolatrici ammesse e come valorizzarne l’utilizzo. Ecco i suoi consigli.

La maturità di avvicina: come prepararsi al meglio per il compito di Matematica?

Innanzitutto non bisogna farsi prendere dal panico. Diamo il giusto peso all’esperienza.
Dal punto di vista psicologico la cosa migliore è guardare avanti: il pensiero che dopo ci sarà l’università e che si faranno altre cose, apre gli orizzonti. La maturità è un momento conclusivo che spiana la strada verso altro. Guardare avanti, secondo me, può essere di grandissimo aiuto per i ragazzi
”.

Per il compito di Matematica, nello specifico, tanti esercizi e il ripasso dei procedimenti sono importantissimi. Il compito di Maturità, però, è cambiato dal 2015, da quando ci fu il famoso esercizio sulla compagnia telefonica. Le richieste sono diverse rispetto a quelle di qualche anno fa. Prima veniva proposta una matematica un po’ più rigida, maggiormente fatta di conoscenze. Adesso, invece, viene chiesto non tanto di studiare la funzione, quanto di rappresentarla.”.

Arriva il giorno della seconda prova: come affrontare il problema? Che passaggi mentali si devono fare?

I ragazzi devono pensare che non è importante tanto come fanno una cosa, ma giustificare il perché l’hanno fatta. In questo senso, sono utili esercizi come problemi sulle competenze e simili. Bisogna avere le conoscenze, ma l’importante è riuscire a svolgere quegli esercizi dove viene chiesto “spiega, giustifica, perché hai fatto queste scelte”. Questa cosa deve rimanere sempre ben impressa nella mente dei ragazzi: non devono fare semplicemente un esercizio di Matematica, ma fare un esercizio dove la Matematica serve per leggere la realtà. Sicuramente, poi, esercizi e procedimenti vanno imparati bene, perché sono la base da cui partire. Non conoscere quelle quattro regole fondamentali impedisce anche solo di capire da che parte muoversi”.

Come riconoscere subito cosa viene chiesto di fare? Ci sono dei trucchi?

Leggere con attenzione il testo. È qualcosa che gli studenti, spesso presi da ansia, fretta e panico, saltano. Anche durante le verifiche nel corso dell’anno scolastico, tante volte i ragazzi si rendono conto di cosa ci fosse effettivamente scritto nella consegna solo dopo aver consegnato. Invece è fondamentale leggere il testo con estrema attenzione. Può essere utile, a questo scopo, utilizzare un pennarello colorato per sottolineare le parole chiave. Dimostra, indica: sono questi i termini che vanno ricercati”.

Meglio affrontare prima il problema o i quesiti?

Assolutamente il problema. Bisogna darsi dei tempi adeguati, valutare bene in base alle sei ore a disposizione. È necessario, inoltre, prendersi anche mezz’ora per scegliere con accortezza quale dei due problemi risolvere. I veri disastri accadono quando si comincia a fare un problema, e dopo qualche ora si decide di interrompere e di iniziare con l’altra traccia. I ragazzi si prendano quindi il tempo che serve. Quando poi sono soddisfatti del lavoro, potranno passare ai quesiti”.

Se ci si blocca durante il procedimento, meglio cambiare strada o insistere? Cosa conviene fare, anche in relazione al tempo?

Siccome, tutto sommato, i punti non sono vincolati uno all’altro, si può saltare il punto B e passare al punto C. Bisogna andare avanti, quindi. Fare anche un punto in più, un esercizio in più. Questo serve anche psicologicamente per rassicurarsi, e tornare con maggiore serenità al punto non svolto, affrontandolo senza l’ansia del “devo farlo assolutamente”. Incaponirsi, secondo me, non serve. È meglio piuttosto spostare la mente da un’altra parte per poi tornare e, magari, notare qualcosa che prima non si era visto”.

Dall’anno scorso sono ammesse anche le calcolatrici grafiche: quale spinta possono dare ai maturandi?

Sono veramente utilissime, sempre alla luce di ciò che dicevo all’inizio. Il compito è cambiato: non viene più richiesto di fare studi dettagliati ma di interpretare la realtà. Avere quindi la rappresentazione di ciò che si sta facendo rassicura, conferma se si sta procedendo bene. La calcolatrice grafica, nello specifico, aiuta e valutare subito quale fenomeno segue quale andamento. I miei ragazzi la stanno usando dall’anno scorso, e quest’anno, in particolare, l’hanno utilizzata moltissimo. Può servire per risparmiare un po’ di tempo sui calcoli, per esempio per capire in che zona cade lo zero di una funzione. Vedendo l’andamento con la calcolatrice, si ha giù un’idea globale di quello che accade. La calcolatrice torna utile rispetto alla visione della matematica, interpretata come qualcosa che permette di leggere e interpretare la realtà. Non mi interessa in che modo ho trovato il punto di flesso. Voglio sapere se c’è, dov’è e cosa significa”.