
Non si tratta di una novità legata al ritorno delle prove scritte dopo due anni di assenza: il dato, come rileva il portale specializzato Skuola.net, è assolutamente identico a quanto registrato nel 2021 quando l’esame era composto dal solo maxi-orale. E anche prima della pandemia, tutto sommato la situazione era simile: il 3,9 % di non ammessi nel 2019, il 4,0% nel 2018, il 3,9% di nuovo nel 2017.
Maturità 2022: in Sardegna e Liguria le percentuali più alte di non ammessi
Tuttavia la situazione non è uguale in tutto lo Stivale. Analizzando le performance delle singole regioni, emerge un caso eclatante su tutti: la Sardegna, dove i non ammessi sono stati addirittura l’8,3% del totale, praticamente il doppio rispetto alla media nazionale. A conti fatti, 1 su 12 non ce l’ha fatta a superare lo sbarramento. Un primato, poco ambito peraltro, confermato dopo un analogo exploit nel 2021.Brutte sorprese per molti ragazzi anche in Liguria dove i bocciati prima dell’esame sono stati ben il 5,5% dei candidati. Seguono poi Puglia (4,5%) in ex-aequo con la Sicilia. Tra i migliori, invece, spiccano gli studenti di Veneto (solo il 2,4% di bocciati), Basilicata e Molise (in entrambi i casi respinto il 2,9% dei ragazzi).
E ora? Cosa accadrà da qui in avanti? Da questo punto di vista il trend è abbastanza consolidato. Negli ultimi anni la percentuale di studenti ammessi all’esame ma poi fermati a un passo dal traguardo è stata a dir poco simbolica: 0,2% nel 2021, lo 0,5% nel 2020 (quando però furono tutti ammessi alla prova finale), lo 0,3% nel 2019, lo 0,4% nel 2018 e lo 0,5% del 2017.
“Ci sono le stesse possibilità di fare un ambo al lotto e di essere bocciati alla Maturità: stiamo parlando di una percentuale dello zero virgola qualcosa in entrambi i casi. Tuttavia uno scoglio tra il diploma e i candidati c’è, ed è l’ammissione all’Esame di Stato. Quest’anno uno 1 su 26 dovrà rinunciare al sogno del diploma prima ancora di sedersi sul banco per sostenere la prima prova: si potrebbe pensare che la pandemia abbia inciso negativamente, ma in realtà è dal 2017 che il dato è pressoché costante”. Così commenta Daniele Grassucci, direttore del portale Skuola.net.