Giulia.Onofri
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Maturità 2021: vita e opere di Guido Gozzano
Fonte Foto: Biografieonline.it

A cavallo tra la fine dell’Ottocento e il primo decennio del Novecento si situa la figura di Guido Gozzano, poeta e scrittore italiano studiato per essere uno degli esponenti principali della corrente decadente del crepuscolarismo.
La carriera letteraria di Gozzano non è stata molto lunga a causa della morte prematura del poeta, a soli 32 anni, a causa di una tubercolosi polmonare; tuttavia, nonostante la giovane età, Gozzano si è subito distinto nel panorama letterario italiano per le sue opere dai molti richiami alla poesia contemporanea tra cui quella estetica dannunziana e quella di Pascoli.

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La vita di Guido Gozzano (Torino 1883 – Torino 1916)

Guido Gozzano nacque a Torino nel 1883 da una famiglia borghese benestante. Dopo le scuole superiori si iscrisse alla Facoltà di Legge senza però mai laurearsi per dedicarsi invece alla sua vera passione, ovvero la Letteratura. Sempre a Torino seguì i corsi universitari tenuti dal poeta e scrittore italiano Arturo Graf e insieme ad altri intellettuali fondò il gruppo dei crepuscolari torinesi.
Dopo essersi cimentato nello studio della filosofia di Nietzsche e di Schopenhauer ed essersi accostato alla poesia di D’Annunzio, nel 1907 pubblicò il primo volumetto di poesie intitolato “La via del rifugio” che rimanda appunto all'impegno di rintracciare nella poesia un “rifugio, lontano dai problemi della vita mondana e cittadina. Nel 1907 inoltre iniziò una relazione con la scrittrice torinese Amalia Guglielminetti mentre la tubercolosi che già da tempo lo affliggeva, si aggravò costringendolo a soggiorni di cura lontano da Torino.
Nel 1911 pubblicò la sua opera più importante intitolata “I colloqui”, mentre un anno dopo, nel 1912, intraprese un viaggio in India in cerca di climi più favorevoli alla sua precaria salute. Gli scritti in prosa di questo viaggio in India vennero raccolti nel 1917 nel volume intitolato “Verso la cuna del mondo”, uscito postumo.
Durante tutto l’arco della sua vita, Gozzano collaborò con riviste e giornali pubblicando su di esse molte prose, tra cui anche quelle riguardanti il viaggio in India.
Poco prima della morte, il poeta stava lavorando a "Farfalle”, un poema in endecasillabi sciolti rimasto incompiuto.
Morì a Torino nel 1916.

I colloqui (1911)

I colloqui” rappresentano l’opera più importante di Gozzano. Si tratta di una raccolta poetica che contiene ventiquattro liriche di metro diverso suddivise in tre sezioni: “Il giovenile errore”, “Alle soglie” e “Il reduce”.
Il modello dannnunziano da cui la sua formazione letteraria era fortemente influenzata, in questa raccolta poetica viene in parte accantonato per lasciare il posto a temi meno artificiosi e vitali, lontani dal gusto estetizzante.
Nelle poesie di Gozzano trovano infatti spazio temi come la malattia, la delusione, il dolore che attraversano un’esistenza che mostra la sua precarietà e fragilità. Le grandi atmosfere di D’Annunzio vengono qui rovesciate per lasciare il posto agli elementi dell’umile quotidianità.
Di conseguenza, l’idea del poeta vate dannunziano, influenzato dal concetto di superuomo, viene sostituita dalla concezione di un poeta inteso come soggetto umano dotato di una sua fragilità; nonostante questo però, la figura di Gozzano rimarrà sempre indefinita, in balìa del flusso degli eventi dell’esistenza senza mai appartenere davvero a nessun ideale.

Farfalle (1916)

Si tratta di un poema in endecasillabi sciolti, composto in uno stile molto pomposo e artificioso, iniziato nel 1916 e rimasto incompiuto a causa della morte prematura del poeta.
Protagonisti sono gli insetti che animano il titolo, considerati proprio in quanto creature marginali e dimenticate che diventano simbolo della vitalità della poesia, minacciata dalla storia e dall’era della società di massa moderna.

Verso la cuna del mondo (1917)

È un’opera di prosa che raccoglie scritti del viaggio intrapreso dal poeta in India per aiutare la sua cagionevole salute.
Queste testimonianze vennero pubblicate nel 1914 su “La Stampa per poi essere riunite in un’opera postuma del 1917 intitolata “Verso la cuna del mondo”.
L’opera si divide in 15 capitoli che rappresentano 15 tappe di questo esotico viaggio. All’interno di queste pagine che ricalcano l’itinerario di viaggio del poeta, si trovano aneddoti sulla vita degli Indiani, racconti sulle tradizioni locali e sulla cultura, testimonianze di un Paese arretrato che, a distanza di più di un secolo, presenta ancora molte analogie e aspetti comuni con l’India contemporanea.
La “cuna” che risalta nel titolo è metafora del fondo dell’io, che all’uomo moderno occidentale rimane nascosto ed oscuro. Dal contatto con le terre dell’India e con i suoi abitanti emerge un contrasto insanabile con la vita condotta nell’Occidente più progredito, in cui appare impossibile raggiungere la vera essenza dell’esistenza umana.
Data pubblicazione 24 Giugno 2021, Ore 10:20 Data aggiornamento 24 Giugno 2021, Ore 10:44
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