
Dopo tre anni di prove contraddistinte da diverse variazioni rispetto alla prassi e vari gradi di semplificazione, Valditara ricorda che “si torna a un esame come previsto dalla legge del 2017”. Ai maturandi spaventati da questo ritorno al passato, il ministro manda però un messaggio di incoraggiamento, soprattutto per quanto riguarda l’esame orale “che è un colloquio e non una interrogazione disciplinare, quindi non si troveranno di fronte degli inquisitori ma commissari d’esame che cercheranno di capire quanto si è assimilato in termini di contenuti, con particolare riguardo all’ultimo anno scolastico”.
Una precisazione importante, visto che quest’anno le commissioni d’esame tornano a contemplare tre membri esterni oltre al presidente, l’unico che, in tempo di pandemia, è rimasto esterno. Si valuterà, dunque, soprattutto “il metodo acquisito, non tanto la conoscenza di una data o di quella specifica regoletta da imparare a memoria; se si è appreso il significato di quello che si è studiato”.
Non mancano i consigli, sia agli studenti che ai commissari. Ai primi suggerisce di “abituarsi a fare i collegamenti, la cosiddetta interdisciplinarietà, cercando di collegare le nozioni e le materie”. Ai secondi raccomanda “di affrontare l’esame con serenità in modo che sia un colloquio”.
Una serenità che il Ministro chiede di mantenere anche ai ragazzi, invitandoli a “non perdere il sonno, anche perché le tracce di maturità sono già state scelte e non si possono trovare online”. Valditara è infatti l’unico a conoscere il contenuto del plico telematico che verrà decifrato a partire dalle 8.30 del 21 giugno, ma non si sbilancia sul gradimento che gli studenti mostreranno rispetto alle sue decisioni: “saranno gli studenti a decidere se saranno soddisfatti delle tracce”.