
è una figura di rilievo nel panorama letterario contemporaneo. Nato a Reggio-Emilia il 9 ottobre 1954, è uno scrittore, giornalista, critico e italianista.
È un punto di riferimento per il mondo accademico e ha spesso tenuto e partecipato a dibattiti e seminari sulla letteratura, per la quale nutre un’accesa passione sin dalla tenera età. Docente di Sociologia della letteratura, Letteratura italiana e arti visive presso l’Università di Bergamo, Marco Belpoliti, ha collaborato con importanti testate giornalistiche e riviste.
Chi è Marco Belpoliti
Nel corso della sua vita ha pubblicato diversi saggi sulle opere di Italo Calvino e Primo Levi, due autori che hanno segnato profondamente la letteratura italiana del secolo scorso. Le sue opere inducono riflessioni interessanti su temi delicati e significativi come l’Olocausto e il terrorismo politico, argomenti ed eventi storici sui quali è necessario soffermarsi.
Elogio dell’attesa nell’era di WhatsApp
Il 30 gennaio 2018, ha pubblicato sul quotidiano Repubblica, con cui collabora ormai dal 2016, un articolo intitolato “Elogio dell’attesa nell’era di WhatsApp”. Nello scritto Belpoliti riflette su uno degli stati d’animo meno diffuso nell’era dei social, caratterizzata dall’immediatezza e dall’istantaneità. La velocità delle comunicazioni odierne non lascia spazio alle attese, che non solo non sono più contemplate, ma capaci di far piombare gli individui in uno stato di ansia e malessere. Assieme all’attesa, l’altra emozione che non trova spazio nell’era dei social è la noia. Al giorno d’oggi siamo perennemente connessi e attivi all’interno del mondo virtuale, e questa condizione ci pone nella posizione di essere costantemente esposti a molteplici stimoli, che ci impediscono di annoiarci. L’articolo di Belpoliti vuole ribadire l'importanza di questi due stati d’animo che secondo lui sono ”le poche vere virtù filosofiche che ci restano”.