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Proporrei questa unità didattica in una classe quinta liceo scientifico ad indirizzo PNI e la collocherei dopo aver introdotto le trasformazioni geometriche (e mi riferisco alle isometrie e alle similitudini, che solitamente vengono affrontate in quarta), affrontate con l’utilizzo delle matrici, ed i numeri complessi; per quanto riguarda questi ultimi suppongo di aver introdotto l’esponenziale complesso, di cui si farà un largo uso nel seguito. Ipotizzo inoltre di aver introdotto i numeri complessi senza aver dato troppa importanza all’interpretazione geometrica delle operazioni algebriche (è uno dei miei obiettivi principali da raggiungere), ma solo sulla loro rappresentazione nel piano di Gauss.
Personalmente ritengo molto utile questo argomento perché i ragazzi hanno l’opportunità di constatare come la matematica non sia una disciplina a compartimenti stagni, ma anzi sia tutt’altro: è positivo quindi fare più collegamenti possibili tra gli aspetti algebrici da una parte e quelli geometrici dall’altra.
Troppo spesso, infatti, nelle scuole medie superiori i ragazzi non si appassionano alla Matematica e una delle principali cause può essere ricercata nell’assenza (a volte ingiustificata) di collegamenti tra le diverse aree della disciplina. Una presentazione ”unificata” avrebbe l’effetto non solo di aiutare gli studenti a comprendere meglio ciò che viene loro presentato, ma stimolerebbe forse anche lo stesso insegnante a cercare legami, connessioni tra più temi per analizzare le relazioni che si stabiliscono fra di essi.
Indice
Introduzione pag. 3
Prerequisiti pag. 3
Obiettivi pag. 4
Traslazioni pag. 5
Rotazioni pag. 6
Rotazioni con centro diverso dall’origine pag. 8
Composizione di rotazioni pag. 10
Simmetrie assiali pag. 12
Simmetrie assiali rispetto a rette non passanti per O pag. 15
Simmetria rispetto ad una retta dati due punti pag. 18
Glissoriflessioni pag. 19
Composizione di simmetrie assiali pag. 22
Traslazioni come composizione di due simmetrie assiali pag. 23
Composizione di una rotazione e di una simmetria pag. 25
Isometrie che fanno corrispondere coppie di punti pag. 25
Omotetie pag. 28
Composizione di due omotetie pag. 30
Rotoomotetie di centro O pag. 31
Rotomotetie pag. 33
Similitudini e coppie di punti pag. 34
Affinità e numeri complessi pag. 36
Verifica scritta proposta pag. 38
 Scarica la tesi su Isometrie e similitudini con i numeri complessi
O
tutto ciò corrisponde proprio alla rotazione attorno ad di 90 in senso antiorario.
i,
A questo punto, anziché moltiplicare per il numero moltiplichiamo un generico
iθ
e
z z 0
avente norma uguale a 1 (z = ):
numero complesso per un numero complesso 0 0
iθ iθ iθ +iθ i(θ +θ)
z · z e · ρ e ρ e ρ e .
0 0 0
= = = (6)
0 z z
Si nota che l’immagine di è il numero complesso avente lo stesso modulo di ma
θ z;
con fase ottenuta aumentando di rad la fase di non è difficile capire che si tratta di
0 O
una rotazione in senso antiorario (sempre attorno all’origine come nel caso precedente)
θ
di angolo .
0
Lo stesso risultato può essere raggiunto considerando la moltiplicazione con le coordi-
nate cartesiane:
z · z iy)(cos θ i θ θ x − θ y) i(cos θ y θ x)
= (x + + sin ) = (cos sin + + sin (7)
0 0 0 0 0 0 0
O
infatti, se confrontiamo la (7) con l’equazione della rotazione avente centro in ed angolo
θ
pari a , si trova che rappresentano la stessa trasformazione:
0
θ
θ x
− θ x − θ y
x cos
cos sin sin
0 0 0 0 .
= (8)
=
y
y θ θ y θ x
θ
sin cos + sin
cos
0 0 0 0 iθ
e 0
Osservazione 2. Esiste dunque un’equivalenza tra il moltiplicare per un numero
z x iy y]
complesso = + ed il moltiplicare un vettore [x; per la matrice di rotazione con
θ
angolo :
0 θ − θ x
cos sin
0 0
iθ z ∼
e .
0 θ θ y
sin cos
0 0
θ in senso orario è sufficiente considera-
Osservazione 3. Se vogliamo una rotazione di 0
−iθ
e 0
re la moltiplicazione per (perché la matrice da considerare deve avere proprio quel-
l’angolo): −iθ −iθ iθ i(θ−θ )
e · z e · ρe ρe
0 0 0
= = ; (9)
θ π
se = si ottiene la rotazione
0 iθ iπ
z −→ e z e z −z
0 = = (−1)z = ; (10)
7 O
la trasformazione (10) ci ribadisce che la simmetria centrale rispetto ad coincide
O.
con la rotazione di un angolo piatto attorno ad Può essere opportuno rivedere
questo risultato, pur essendo già noto agli allievi, in quanto molto spesso capita di sentire
affermazioni del tipo ”la simmetria centrale è una simmetria”: la terminologia in uso non
aiuta di certo a capire come stanno davvero le cose.
Rotazioni con centro diverso dall’origine
θ C y
Una rotazione di angolo e di centro = (x ; ) si rappresenta cosı̀:
0 0 0
x θ x − x x
− θ
cos sin
0 0 0 0 .
= + (11)
y θ θ y − y y
sin cos
0 0 0 0
Dalla (11) si osserva che vengono compiute nell’ordine indicato queste tre trasfor-
1 (si veda la figura 3):
mazioni −
→ −(x y
• τ
→
− di vettore w = ; ) ;
Traslazione 0 0
w O ϕ;
• R di centro e angolo
Rotazione ϕ →
−
− y
• τ
−−
→ di vettore w = (x ; ) .
Traslazione 0 0
w z
Figura 3: Rotazione con centro diverso dall’origine
0
1 gli studenti devono sapere che l’ordine di composizione è importantissimo perché, in generale, due
trasformazioni qualsiasi non commutano 8
La rotazione risulta quindi essere data dalla composizione
◦ R ◦ τ
R τ
−−
→ →
− ; (12)
= ϕ w
w
vediamo ora di ”interpretare” la (12) nel piano complesso: la prima trasformazione assume
la forma z − z
z = ; (13)
0
la seconda trasformazione, come visto dalla (6), risulta essere:
iθ
e z
z 0
= ; (14)
è importante far notare alla classe che bisogna operare sul risultato della prima trasfor-
z;
z , e non su infine per la terza trasformazione si ha:
mazione, ovvero su
z z z .
= + (15)
0
Mettendo assieme le (13), (14) e (15) si ottiene la formula seguente:
iθ − z z .
z −→ e 0 (z ) + (16)
0 0 z z
Osservazione 4. Non è superfluo far notare che, sostituendo al posto di il numero 0
si ottiene: iθ iθ
−→ e − z z e · z z
z 0 0
(z ) + = 0 + = (17)
0 0 0 0 0 0
z
cioè è un punto fisso per la trasformazione (16); ma non poteva che essere cosı̀, visto
0
che si tratta del centro della rotazione. Quindi la (17) non ne rappresenta altro che la
verifica algebrica.
Assegnata l’equazione della trasformazione
iϕ z b ϕ
z −→ e + (con = 2kπ) (18)
ϕ
si vuol dimostrare che si tratta di una rotazione di angolo attorno ad un opportuno
centro.
Per far ciò possiamo confrontare le equazioni (18) e (16); si osserva che, per poter
operare il confronto, è conveniente scrivere la rotazione (16) nella forma seguente:
iϕ iϕ iϕ
− z z e z z − e z
z −→ e (z ) + = + ; (19)
0 0 0 0
iϕ z;
e uguagliando i termini noti
le equazioni (18) e (19) hanno in comune il termine
iϕ
− e z b
) e si ottiene:
(z
0 0 b
iϕ iϕ
− e z b ⇒ z − e b ⇒ z
z = (1 ) = = ; (20)
0 0 0 0 − e
iϕ
1 b
ϕ z = .
la (18) rappresenta dunque una rotazione di angolo avente centro 0 − e
iϕ
1
9
Esempio 5. Come applicazione di quanto esposto, proporrei ai ragazzi di trovare il centro
della seguente rotazione:
3 4
z −→ − i z − .
+ 2i 3
5 5 iϕ
e e dall’altra
Gli allievi possono essere un po’ disorientati perché da una parte vedono
3 4
− i : sarà allora necessario verificare che si tratta di un numero complesso avente
5 5 iϕ ϕ
e (cioè esiste un numero reale
norma unitaria e che quindi può essere espresso come
3 4 43
iϕ
− i e ϕ −
tale che = ; basta considerare = arctan( )). Ma tale rappresentazione
5 5 z di questa rotazione, che può essere
non ci interessa se vogliamo calcolare il centro 0
ricavato risolvendo la seguente equazione:
3 4
− i z − z
+ 2i 3 =
0 0
5 5
oppure riprendendo direttamente la (20):
−
2i 3 1
z i.
+ 4
= =
0 3 4 2
− − i
1 5 5
E’ interessante verificare tutto ciò dal punto di vista geometrico, considerando l’im-
magine di qualche punto, scelto opportunamente: tutti i punti ruotano attorno al centro
12
z i.
= + 4
0 Composizione di rotazioni
O
Se componiamo due rotazioni aventi centro in
iϕ
z e z
1
=
iϕ
e z
z 2
=
si trova che iϕ iϕ i(ϕ +ϕ )
z e e z e z
2 1 2 1
= = (21)
cioè si trova che la composizione è uguale alla rotazione avente lo stesso centro e angolo
pari alla somma dei due angoli (si veda la figura 4).
Osservazione 6. E’ interessante ritrovare le formule di addizione del seno e del coseno;
riscriviamo la (21):
iϕ iϕ
e e z ϕ i ϕ ϕ i ϕ
z 2 1
= = (cos + sin )(cos + sin )z =
2 2 1 1
ϕ − ϕ ϕ i(cos ϕ ϕ ϕ ϕ z
ϕ cos sin sin ) + sin + cos sin )] =
= [(cos 1 2 1 2 2 1 1 2
ϕ i ϕ z.
= [cos(ϕ + ) + sin(ϕ + )] (22)
1 2 1 2
10 O
Figura 4: Composizione di due rotazioni aventi centro in
Osservazione 7. L’ordine in questo caso non muta il risultato finale, in quanto la molti-
plicazione tra numeri complessi è un’operazione commutativa. Da una proprietà algebri-
ca discende una proprietà geometrica e viceversa: è molto importante far leva su questi
aspetti. θ θ
Se componiamo una rotazione di rad in senso antiorario con una di rad in senso
0 0
orario, siamo di fronte alla trasformazione identica, in quanto
iθ
e z
z 0
= −iθ iθ i·0
⇒ z e · e z e z z .
0 0
= = = (23)
−iθ
e z
z 0
= z
Se componiamo due rotazioni aventi lo stesso centro si trova:
0
iϕ
e − z z
z 1
= (z ) +
0 0 iϕ iϕ
⇒ z e − z z − z z ⇒
2 1
= (e (z ) + ) +
0 0 0 0
iϕ
z e − z z
2
= (z ) +
0 0
iϕ iϕ i(ϕ +ϕ )
e − z z e − z z
⇒ z 2 1 2 1
= (e (z )) + = (z ) + ; (24)
0 0 0 0
z e angolo pari alla somma
la trasformazione risultante è la rotazione avente centro in 0
dei due angoli. La (24) è in sostanza una generalizzazione della (21). Anche in questo
caso le due trasformazioni commutano. z z
Considerando invece due rotazioni aventi centri diversi = ,
1 2
iϕ
z e − z z
1
= (z ) +
1 1 (25)
iϕ
z e − z z
2
= (z ) +
2 2
la situazione cambia:
iϕ iϕ
z e − z z − z z
2 1
= (e (z ) + ) + =
1 1 2 2
i(ϕ +ϕ ) iϕ i(ϕ +ϕ )
z z e − z − e z
e 2 1 2 2 1 ; (26)
+ + (z )
= 2 1 2 1
11
scambiando l’ordine di composizione nella (25) si arriva alla trasformazione
i(ϕ +ϕ ) iϕ i(ϕ +ϕ )
z e z z e − z − e z .
1 2 1 1 2
= + + (z ) (27)
1 2 1 2
ϕ ϕ ϕ
ϕ + = 2kπ) aventi lo stesso angolo + ma con
Si ottengono due rotazioni (se 1 2 1 2
centri in generale diversi: per verificarlo basta vedere quando i termini noti delle (26) e
(27) sono uguali:
iϕ i(ϕ +ϕ ) iϕ i(ϕ +ϕ )
e − z − e z z e − z − e z ⇒
z 2 2 1 1 1 2
+ (z ) = + (z )
2 1 2 1 1 2 1 2
iϕ iϕ i(ϕ +ϕ )
− z − e − e e
⇒ 1 2 1 2 = 0
) 1 +
(z
2 1
z z
poiché = (i due centri di rotazione sono distinti) deve risultare:
2 1
iϕ iϕ i(ϕ +ϕ ) iϕ iϕ iϕ
e
− e − e e ⇒ e − − e
1 2 1 2 1 2 2 = 0
1 + = 0 1 + 1
iϕ iϕ
⇒ − e − e
2 1
1 1 = 0 ; (28)
se entrambe le rotazioni sono diverse dall’identità (cioè se nella (28) le quantità tra
parentesi sono diverse da zero) non commutano.
Osservazione 8. Proporrei agli studenti di analizzare le due rotazioni:
z −→ iz − z −→ −iz −
2 e + 3 4i
e di verificare che le loro due composizioni sono sı̀ diverse (dalla (28)), ma sono in realtà
−
delle traslazioni (r