La parola geometria deriva dal greco e significa misura della terra. Fu introdotta in Grecia dagli egiziani e dai babilonesi, soprattutto da Talete, Pitagora ed Euclide.
Nello studio della geometria di parte da concetti e da enti primitivi, cioè che non si possono definire con idee più elementari di come dono definite.
I concetti primitivi sono quelli di: movimento rigido (concetto per cui una figura può muoversi nel piano e nello spazio senza deformarsi) e appartenenza.
Sono enti geometrici fondamentali: il punto, la retta, il piano e lo spazio.
Quando si parla di punto, si pensa a un piccolo segno fatto sopra un foglio, ma privo di qualsiasi estensione e lo si indica con le lettere maiuscole dell’alfabeto.
La retta viene immaginata come una linea dritta infinita e la si indica con le lettere minuscole dell’alfabeto.
Il piano è una qualsiasi forma priva di spessore e solitamente la si indica con la lettera greca α.
Abbiamo anche i postulati o assiomi, che sono delle affermazioni che esprimono delle proprietà evidenti; si dividono in: postulati fondamentali, di appartenenza e d’ordine.
I postulati fondamentali sono tre:
Un piano contiene infiniti punti e infinite rette
Poi abbiamo i postulati di appartenenza, che sono tre:
E infine abbiamo il postulato d’ordine, che dice:
Poi abbiamo i teoremi, che sono le proposizioni che enunciano delle proprietà che devono essere dimostrate. Nel teorema distinguiamo:
Si dicono corollari quelle proposizioni che sono conseguenze immediate di un teorema.