
"E' la stessa cosa il vivo ed il morto, il desto e il dormiente, il giovane ed il vecchio: giacchè ognuno di questi opposti mutandosi è l'altro e a sua volta l'altro mutandosi è l'uno" (fr.88).
"Gli uomini non sanno come ciò che è discorde è in accordo con se: armonia di tensioni opposte, come quelle dell'arco e della lira" (fr.51).
Ciò che bilancia la mutevole natura del mondo è il logos (pensiero o ragione), talvolta erroneamente equiparato al tao di Lao Tsu. E' però interessante osservare che attorno al 500 a.C.

In tempi moderni Hegel vide in Eraclito il fondatore della dialettica, ma aveva interpretato la dottrina eraclitea della tensione tra gli opposti come conciliazione o armonia.
Per Eraclito invece gli opposti sono uniti, ma mai conciliati: il loro stato permanente è la guerra.
Più calzante è il rifarsi ad Eraclito del matematico dello scorso secolo Renè Thom, che con la sua teoria delle catastrofi ha ben descritto i processi di biforcazione improvvisi che si osservano nelle strutture naturali e in quelle sociali (qualcuno ha forse visto il film Sliding doors).
Nelle aziende il cambiamento (impulsivo o incrementale) è sempre stato, da un lato un modo per affrontare le stuazioni problematiche, dall'altro lato è stato fonte di nuovi problemi. Il Vertice della organizzazione lancia progetti di Change management, i consulenti riferiscono sulla resistenza al cambiamento di dirigenti e quadri; i dipendenti, ironicamente, ribattezzano il tutto: "Cambiate il management!".
Un tipico dialogo svoltosi in una grande azienda piemontese (A. Aparo, Next, N° 16, 2003) tra un innovatore entusiasta e un dirigente conservatore è il seguente:
- Ma perchè va bin parej? (va bene così?)
- Perchè l'uma sempre fait parej (perché abbiamo sempre fatto così)
- Ma perché l'uma sempre fait parej?
- Perché va bin parej!.