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La rete delle reti ha, a distanza di qualche anno, quasi del tutto soppiantato i supporti “locali”, andando a costituire il mezzo di maggiore impiego alla somministrazione della formazione in formato digitale.
A questa realtà, ormai affermata, si è affiancata la naturale evoluzione di Internet. Si è passati dall’internet statico, all’internet dinamico. Dal Web 1.0 al Web 2.0. In altre parole, si è passati dalla centralizzazione delle informazioni alla decentralizzazione e dilocazione delle conoscenze, non sono più distribuite dall’alto, ma create e fruite dal basso, in modo orizzontale. Sono sotto gli occhi di tutti i siti che propongono le “live news”, informazioni in tempo reale, ai quali si aggiungono la miriade di blog (stimato ad oggi in circa 71 milioni) che sono sparsi nell’universo di bit che formano il World Wide Web. I blog hanno fatto da testa di ponte per la diffusione capillare del Web 2.0, l’internet creato dagli utenti stessi.
L’e-learning non poteva certo essere immune al nuovo fenomeno Web 2.0 e ne ha tratto gli aspetti migliori, a nostro avviso, consentendo agli studenti di abbandonare la vecchia veste di utenti ai quali venivano impartite, calate dall’alto, informazioni, per assumere la nuova posizione di conversatori, di persone che interagiscono fra loro, creando cultura, scambiando cultura. Il tutto utilizzando i nuovi strumenti che il Web 2.0 mette a disposizione: blog, podcast, social bookmarking, media sharing aggiunti e integrati alle chat, ai forum, all’e- mail preesistenti.
Si sta assistendo, in sintesi, ad una graduale e inesorabile migrazione dalla formazione di tipo statico a quella con caratteristiche dinamiche, dagli spazi virtuali “chiusi” di apprendimento a quelli comuni. In altri termini, si stanno abbandonando le soluzioni software (piattaforme) tipiche dell’elearning di prima generazione per abbracciare la filosofia degli spazi personali di apprendimento, i quali non si limitano alla durata di un corso, ma si propongono di accompagnare lo studente anche dopo la fase formale e circoscritta di apprendimento, nell’ottica tanto auspicata di lifelong learning.
Questo lavoro mira proprio ad analizzare questo fenomeno di transizione, partendo da una precisa analisi della storia che l’e-learning ha vissuto in questi anni con brevi cenni all’evoluzione delle teorie sull’apprendimento, fino a descrivere il successo del fenomeno mediatico del Web 2.0 e di come esso abbia fortemente influenzato l’e-learning degli ultimi anni. Dopo la prima fase descrittiva, verrà proposto un case study, prendendo in esame il progetto nato da un anno nell’ambito del Laboratorio di Tecnologie dell’Educazione dell’Università degli Studi di Firenze: “LTEver”, l’ambiente di apprendimento personale o learning landscape della community LTE. Ne illustreremo la nascita, l’evoluzione, i pregi e l’utilità che tale strumento ha assunto nell’ambito della comunità virtuale che si è creata intorno ad esso.
Indice generale
Introduzione
Capitolo 1 L’E-learning incontra il Web 2.0
1- E-learning: l’approccio formale
1.1 Storia della formazione a distanza
1.2 – Le teorie di base dell’apprendimento
1.3 – E-learning: le soluzioni principali
1.4 – Le modalità erogative: cosa ha offerto finora la tecnologia
2. Il Web 2.0, internet degli utenti
2.1 – Web 2.0, nascita di una rivoluzione
2.2 – Web 2.0, a che punto siamo?
3 - E-learning: l’approccio informale
3.1 – E-learning 2.0 – Il volto informale dell’apprendimento
Capitolo 2 Dal Virtual learning environment al Personal learning environment
1. VLE, le proprietà del paradigma dominante
1.1 Limitazioni dei VLE
1.2 - I punti di forza
2. PLE, un modello alternativo
2.1 Verso una definizione
2.2 - E-learning: due visioni a confronto
2.3 - PLE, tanti strumenti, unico fine: collaborare
2 – I motivi di una lenta transizione
2.1 - PLE, l’apprendimento del futuro?
2.2 – I vantaggi dell’uso dei PLE
3. PLE, estensione dell’e-portfolio
3.1 – Definizioni a confronto
3.2 – L’impatto dell’e-portfolio sull’apprendimento
Capitolo 3 Un case history paradigmatico: LTEver
1 – LTEver, apprendere “per sempre"
1.1 introduzione
1.2 LTEver, apprendere “per sempre
1.3 Elgg, creare, collegare, scoprire
1.4 Gli strumenti di LTEver
2 – LTEver, analisi di utilizzo
2.1 Introduzione
2.2 Il questionario
2.3 Commento sui risultati
3 - Prospettive di sviluppo: dove sta andando LTEver
4 - Conclusioni
Bibliografia
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Il sito dell'autore: http://www.giulianoromano.it/
L’
tipi di corsi. Generalmente più diffusi sono, infatti, i sistemi
che gestiscono i corsi self-paced, in quanto richiedono l’utiliz-
zo di logiche meno complesse. Anche in questo caso la com-
AICC e
patibilità con gli standard di descrizione quali
SCROM risulta di fondamentale importanza.
Per gestire invece la verifica della preparazione deve essere
data al sistema la possibilità di poter creare domande sugli ar-
gomenti del corso, creare dei test o quiz di verifica, formulare
degli esercizi, assegnare dei punteggi e tenere traccia dei risul-
tati raggiunti. LMS 7
è Moodle , piattaforma open
Un esempio tipico di
8
source di e-learning (fig. 1.2).
A questo punto ci sembra opportuno trattare, in maniera
molto sintetica alcuni servizi che le piattaforme per la forma-
7 http://moodle.org/
8
Da Wikipedia riportiamo la definizione di Open Source: in informatica, open source (termi-
ne inglese che significa sorgente aperto) indica un software rilasciato con un tipo di licenza
per la quale il codice sorgente è lasciato alla disponibilità di eventuali sviluppatori, in modo
che con la collaborazione (in genere libera e spontanea) il prodotto finale possa raggiunge-
re una complessità maggiore di quanto potrebbe ottenere un singolo gruppo di program-
mazione. L'open source ha ovviamente tratto grande beneficio da internet. Alla filosofia del
movimento Open Source si ispira il movimento Open content: in questo caso ad essere libe-
ramente disponibile non è il codice sorgente di un programma ma contenuti editoriali quali
testi, immagini, video e musica. - 23 -
E-learning 2.0 - Oltre i confini dell’apprendimento
zione on line integrano.
La Virtual Classroom (o classe virtuale) offre la distribu-
zione dei corsi in modalità sincrona e dal vivo. Questo servi-
zio ha lo proprietà di riprodurre on line una normale classe
in presenza, con gli stessi meccanismi che ne regolano le fun-
zioni. Viene utilizzata durante lezioni live, con le seguenti
funzionalità: audio/video conferenza, whiteboard (lavagna in-
terattiva), condivisione delle applicazioni, test, chat testuale
Virtual Classroom con troppi studenti presenta
e/o vocale. La
un grado di interattività molto basso, proprio a causa dell’ele-
vato numero di partecipanti.
Fig. 1.2 La home page di un sito che utilizza Moodle
Servizio di Videoconferenza - La diffusione della banda
larga ha permesso la crescita e l’affermarsi dei servizi di Vi-
- 24 -
E-learning 2.0 - Oltre i confini dell’apprendimento
deoconferenza. Nuovi e sofisticati algoritmi di compressione
audio/video permettono di trasmettere e ricevere flussi
audio/video di qualità sempre più elevata. I tools per Video-
conferenza consentono la visualizzazione ed il colloquio in
real time tra vari membri presenti su postazioni pc remote.
Allo scopo, si utilizzano delle semplici interfacce software, le
quali presentano una finestra nella quale viene visualizzato il
video catturato da una videocamera. Sistemi più complessi
permettono di gestire anche la prenotazione agli interventi
con alzata di mano “virtuale”.
Le Chat sono servizi di comunicazione asincrona. Esse con-
sentono di dialogare sotto forma testuale con altri utenti in
modo pubblico (tutti vedono tutto) o privato (comunicazione
fra due soli utenti). Le chat presentano molteplici vantaggi
(comunicazione immediata e veloce) ma anche aspetti sfavore-
voli, fra i quali la possibile distrazione e l’obbligo da parte del
docente di monitorare continuamente le sessioni di chat fra
gli studenti. Le chat di ultima generazione possono includere
VoIP 9
e le modalità video.
anche servizi aggiuntivi quali il
La Witheboard è uno dei servizi più antichi messi a dispo-
sizione dalle piattaforme e-learning. Tale servizio consiste nel
mettere in condivisione tra docenti e discenti uno spazio vir-
tuale sul quale posso interagire e operare sia gli uni che gli al-
tri in virtù di diritti di controllo. Questo tool consente di
scrivere e disegnare su di una lavagna virtuale e permette,
inoltre, di visualizzare ed interagire su presentazioni sullo sti-
Power Point .
le di quelle preparate con
9 Voice over IP (Voce tramite protocollo Internet), acronimo VoIP, è una tecnologia che rende
possibile effettuare una conversazione telefonica sfruttando una connessione Internet o
un'altra rete dedicata che utilizza il protocollo IP, anziché passare attraverso la rete telefonica
tradizionale (PSTN). Ciò consente di eliminare le relative centrali di commutazione e di eco-
nomizzare sulla larghezza di banda occupata. Vengono instradati sulla rete pacchetti di dati
contenenti le informazioni vocali, codificati in forma digitale, e ciò solo nel momento in cui è
necessario, cioè quando uno degli utenti collegati sta parlando.
- 25 -
E-learning 2.0 - Oltre i confini dell’apprendimento
Anche la Condivisione delle applicazioni è un servizio sin-
crono. Esso consente di condividere a distanza determinate
applicazioni. Un esempio fra i tanti è la condivisione a distan-
Word : gli utenti abilitati possono apportare
za del text editor
modifiche ad un documento e registrare tale modifiche.
Per Condivisione contenuti si intende, invece, un’area con-
divisa in cui un docente può caricare un documento multime-
diale e mostrarlo a tutti gli studenti in quel momento presenti
nella classe. Una condivisione asincrona invece si basa sul
Shared Information Space (SIS)
, cioè un’area di
concetto di
lavoro comune. I files archiviati in quest’area possono essere
letti ed utilizzati come materiale per il dibattito di gruppo o
possono essere modificati da qualsiasi utente.
Frequently Asked Question
) è un si-
Il sistema delle FAQ (
stema di comunicazione asincrona. Il docente compila una li-
sta di domante e relative risposte di maggiore interesse e le
mette a disposizione degli studenti su un server. Gli studenti
avranno quindi la possibilità di consultare questi elenchi per
trovare risposte alle loro domande.
L’E-mail presenta una comunicazione asincrona. Questo
tool è senz’altro il più usato e il più longevo, anche in campo
e-learning. Studenti e docenti possono comunicare tramite dei
messaggi di posta, opportunamente redatti e spediti agli indi-
rizzi di posta. Alcune piattaforme di e-learning incorporano
un sistema di posta opportunamente configurato, il quale per-
mette di scambiare posta elettronica. Più in generale, si utiliz-
zano appositi applicativi (client di posta) più specializzati allo
scopo, tra i quali Outlook Express, Eudora, Mozilla Thunder-
bird, ecc.
I Gruppi di discussione presentano una comunicazione
asincrona. Diversamente dall’e-mail, il messaggio inviato al
- 26 -
E-learning 2.0 - Oltre i confini dell’apprendimento
gruppo di discussione non giunge direttamente nella casella di
posta dei singoli utenti, ma viene memorizzato su un server.
Gli utenti, poi, si collegheranno a questo server e vedranno la
lista dei messaggi presenti. Con un semplice click apriranno il
messaggio, lo leggeranno, e, se ne avranno intenzione, potran-
no rispondere ad esso (come si dice in gergo quotando) o po-
tranno a loro volta aprire una nuova discussione. I docenti
possono partecipare a queste discussioni fornendo nuovi
spunti per iniziare le discussioni o rispondendo ad altre.
2. Il Web 2.0, internet degli utenti
2.1 – Web 2.0, nascita di una rivoluzione
Il Web 2.0 può considerarsi una naturale evoluzione, dalla
forte spinta dinamica ed innovativa, dei contenuti presenti in
Internet, dalle pagine di un sito web, ai contributi audio, ai
filmati fino alle raccolte di foto e oltre.
Tecnicamente, Web 2.0 non ha nulla di nuovo, nulla che
giustifichi l’immensa onda di entusiasmo che accompagna
questo fenomeno sociale. Un Web Designer, un Web Master o
html 10
utilizza da anni la tecno-
uno sviluppatore di contenuti
logia che è dietro al Web 2.0 e non trova in essa alcunché di
innovativo. L’innovazione “vera” del Web 2.0 investe il cosid-
detto “grande pubblico”, l’utente medio, il quale ha visto spa-
lancarsi, con l’avvento di queste nuove tecnologie, un mondo
nuovo, fatto di un utilizzo attivo, finora negato alle masse, che
gli ha permesso di diventare protagonista del web.
Con il Web 2.0, l’utente non è più un mero consumatore di
10 HTML (acronimo di Hyper Text Mark-up Language) è il linguaggio utilizzato per descrivere
i documenti ipertestuali disponibili nel Web.
- 27 -
E-learning 2.0 - Oltre i confini dell’apprendimento
informazioni e di intrattenimento, ma diventa soggetto attivo
di una comunità virtuale, nella quale si pubblicano e si condi-
vidono i contenuti, all’insegna del “2.0”, suffisso tipicamente
usato in ambiente software, dove la numerazione progressiva
release di un prodotto.
sta ad indicare una nuova
Fig. 1.3 La copertina del Time, Gennaio 2007
Il riconoscimento maggiore che il Web 2.0 ha ottenuto è
senz’altro la prestigiosa prima pagina del Time (fig. 1.3). L’ul-
tima copertina del 2006 è stata, infatti, assegnata ad ogni
utente del WWW. Su questa copertina campeggiava un enig-
matico ‘You’ al centro di un monitor da computer, per poi
- 28 -
E-learning 2.0 - Oltre i confini dell’apprendimento
proseguire sotto ‘Voi che controllate l’era dell’informazione’
con esplicito riferimento alle nuove modalità di fare e fruire
informazione su Internet.
Negli anni ‘90, fino ai primi anni del 2000, il WWW è sta-
to un insieme di siti internet, formati a loro volta da pagine
‘statiche’, nelle quali le aziende esponevano i loro prodotti
come in una sorta di vetrina on line. Agli utenti era permesso
solo navigare queste pagine, vederne i loro contenuti (foto, te-
sti e qualche sporadica animazione), scambiare informazioni
tramite e-mail o chiacchierare in chat. I mezzi di comunica-
zione di massa (radio, giornali e tv) iniziavano ad affacciarsi
timidamente su questo nuovo mondo, utilizzando internet
advertising place
, come nuovo
quasi esclusivamente come
mezzo dove pubblicizzare le proprie aziende e i propri pro-
dotti.
Nel 1997 in America, e nel 2001 in Italia, si sono affermati i
blog
, i quali hanno determinato l’inizio della svolta. Milioni
di siti personali dove esprimere le proprie idee e, soprattutto,
confrontarle con gli altri, grazie all’ausilio dei commenti. Con
i blog sono nate comunità virtuali che riuniscono e fanno coe-
si