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L’idea di proporre tale argomento è scaturita, dopo un’attenta attività di osservazione della classe, dalla programmazione curriculare, dal contesto scolastico ed anche da un giusto confronto con l’insegnante accogliente grazie alla splendida esperienza di grande collaborazione dovuta alla sua disponibilità e in particolare al suo metodo di insegnamento: dialogico comunicativo attraverso il quale discutere e proporre problemi da risolvere come casi di studio, metodologia che ho adottato durante il mio intervento attivo.
L’argomento è stato poi realmente preso in considerazione insieme all’insegnante accogliente a seguito dell’indagine sulla tendenza rispetto alla scelta universitaria: Economia e Commercio, Scienze della Comunicazione, e in generale facoltà che prevedono un corso introduttivo al Calcolo delle Probabilità già al I anno, al fine di fornire un’adeguata panoramica dell’argomento che spesso, per mancanza di tempo, viene un po’ trascurato nel programma curriculare, stimolando anche la curiosità degli allievi in proposito.
Lo sviluppo del progetto è stato articolato in 5 ore di incontri durante i quali sono stati affrontati anche degli esempi proposti come esercizi/problemi da risolvere inerenti agli argomenti trattati durante la lezione. Al termine della prima lezione ho fornito agli studenti gli appunti della stessa con i relativi esercizi e l’analogo per la lezione successiva.
Dalla seconda lezione in poi ho fornito alla fine di ogni intervento le dispense relative alla successiva lezione. Abbiamo adottato questa strategia per verificare il livello di attenzione alla prima lezione e per fornire, a più volenterosi, la possibilità di effettuare una lettura individuale prima della spiegazione in modo che gli studenti potessero testare la propria capacità di comprensione di un testo scritto.
Questa metodologia ha stimolato, in quasi tutti gli allievi, la curiosità di effettuare questa pre-lettura. Le lezioni sono, quindi, state sempre più partecipate e più scorrevoli. Alla fine, per verificare l’apprendimento dei concetti fondamentali (calcolo combinatorio, probabilità condizionata ed indipendenza e legge dei grandi numeri), è stata somministrata una prova sotto forma di test a risposta multipla (tempo concesso un’ora di lezione). La verifica ha dato risultati mediamente discreti.
SOMMARIO
Introduzione
Presentazione del contesto e analisi dell’esperienza di tirocinio
Prerequisiti
Contenuti: presentazione delle lezioni
Impariamo a contare
Probabilità di eventi
Calcolo combinatorio
Modelli probabilistici
Probabilità condizionata e indipendenza
Variabili aleatorie discrete e loro distribuzione
Valore atteso
Probabilità e giochi
Calcolo di probabilità nei giochi: lotto, superenalotto, dadi, roulette
Quote e guadagno probabile
Giochi equi/iniqui
Sistemi/strategia di gioco
Legge dei grandi numeri e giochi
Verifica dell’apprendimento
Conclusioni e analisi critica dell’esperienza
Appendici
Bibliografia
 Scarica la tesina SSIS Analisi probabilistica dei giochi
P
eventi possibili (attenzione! Elementari e non) sono elementi dell’insieme delle parti di , ( )
Ω
(l’insieme che ha per elementi i sottoinsiemi di ). Ω
Dunque un ruolo importante avranno i sottoinsiemi di : vediamo come certi sottoinsiemi abbiano
specifici significati dal punto di vista degli eventi (con la loro rappresentazione grafica attraverso i
diagrammi di Eulero-Venn): ω
• Ω ∈ Ω
evento certo (sicuramente si verifica uno degli eventi ).
• ∅ φ
evento impossibile
(vuoto) (non si verifica nessun elemento di !).
ω
• ⊆ Ω ∈
A ”si verifica A” (cioè A).
• c
A (complementare da A) “non si verifica A”.
• ∩
A B “si verifica A o B (o entrambi)”.
• ∪
A B “si verificano A e B” (simultaneamente).
• ∩ ∅
Se A B= allora “A e B sono incompatibili” (non possono verificarsi contemporaneamente).
• ⊆
Se B A allora “B implica A” (se si verifica B, si verifica anche A). ∩ ∪ c
Prima di passare alla probabilità degli eventi è utile richiamare le proprietà delle operazioni ( , , )
sugli insiemi.
Proposizione Ω
Se A, B, C sono sottoinsiemi di , allora:
• ∩∅ ∅ ∪∅
A = A = A
• ∩Ω ∪Ω Ω
A = A A =
• ∩ ∅ ∪ Ω
c c
A A = A A =
• c c
(A ) =A
• ∩ ∪
A A=A A A=A prop. di idempotenza
• ∩ ∩ ∪ ∪
A B=B A A B=B A prop. commutativa
• ∩ ∩ ∩ ∩ ∪ ∪ ∪ ∪
A (B C)=(A B) C A (B C)=(A B) C prop. associativa
• ∩ ∪ ∩ ∪ ∩ ∪ ∩ ∪ ∩ ∪
A (B C)=(A B) (A C) A (B C)=(A B) (A C) prop. distributiva
• ∩ ∪ ∪ ∩
A (A B)=A A (A B)=A prop. assorbimento
• ∩ ∪ ∪ ∩
c c c c c c
(A B) = A B (A B) = A B leggi di De Morgan
Probabilità di eventi
probabilità
La di un evento è un numero reale dell’intervallo [0,1], che esprime, misura, quanto
riteniamo probabile il verificarsi di quell’evento. Ad esempio, se lanciamo una moneta, stimiamo
che la probabilità che esca testa sia 0.5 = 1/2 (nel linguaggio comune si usa dirlo in percentuale: “la
⋅ p%).
probabilità del 50%”, cioè probabilità p = probabilità 100
calcolo delle probabilità
Il è la branca della matematica che ci dice come si calcolano le
probabilità di eventi “complessi” (nel caso discreto si tratta degli eventi in generale), conoscendo
già la probabilità di altri eventi “più semplici” (nel caso, discreto, spesso gli eventi elementari).
Ci sono due questioni:
1. come conoscere le probabilità degli eventi “più semplici”?
con quali regole si passa dalla probabilità di alcuni eventi a quella di altri? Che proprietà deve
2. avere cioè la probabilità che assegno agli eventi?
Vediamo prima di rispondere alla seconda domanda. Facciamo alcune considerazioni: 18
• Ω Ω
la probabilità di deve essere pari a 1, cioè P( ) = 1;
• ∅ ∅
la probabilità dell’insieme vuoto, , deve essere zero, cioè P( ) = 0;
• −
c c
se conosciamo la probabilità di A, P(A), possiamo ricavare quella di A : P(A ) = 1 P(A);
• ∩ ∅ ∪
se A e B sono disgiunti, A B= , conoscendo P(A) e P(B), ricaviamo P(A B) = P(A) + P(B);
• e così possiamo andare avanti …
Il matematico russo Kolmogorov studiò negli anni ’30 le proprietà delle probabilità, scoprendo che
5
da pochi assiomi si potevano ricavare tutte le altre proprietà. Questi assiomi vennero scelti per
definire le probabilità, nel senso che ogni funzione che abbia le proprietà enunciate dagli assiomi
viene detta probabilità (che poi serve per misurare la probabilità di eventi in casi concreti, è un altro
problema!)
Definizione assiomatica di probabilità
( )
Ω Ω
probabilità su
Sia uno spazio campionario discreto. Si chiama una qualsiasi funzione P:
Ω →
P ( ) [0,1] , con le seguenti proprietà:
Ω
(i) P( ) = 1; ∩ ∅ ≠
(ii) se {A } è una successione di eventi a due a due disgiunti (cioè A A = con i j) allora
n n∈ℵ i j
∞ ∞
( )
∑
=
∪
P A P A (addittività numerabile).
n n
=
= 1
n
1
n
Ω spazio di probabilità discreto
La coppia ( , P) si chiama ( ).
Attenzione!
• funzione
La probabilità è una .
• insiemi
Gli eventi sono e se ne può fare unione, intersezione, complementare, …
• numero reale
La probabilità di un evento è un (fra 0 e 1), dunque le probabilità di eventi si
possono sommare, sottrarre, …
Proposizione proprietà delle probabilità
( )
Ω
Sia P una probabilità su . Allora:
∅
(i) P( )=0; −
c
(ii) P(A ) = 1 P(A); ∩ ∅ ≠
(iii) se A , …, A sono eventi a due a due disgiunti (cioè A A = con i j), allora
1 n i j
( ) ( ) ( ) ( )
= + + +
∪ ∪…∪ …
P A A A P A P A P A (addittività finita);
1 2 1 2
n n
( ) ( ) ( ) ( )
= + −
∪ ∩
P A B P A P B P A B
(iv) qualsiasi siano A e B.
Esercizio
Supponiamo che un consumatore, entrato in un supermercato, abbia:
• probabilità pari a 0.7 di acquistare il prodotto a;
• probabilità pari a 0.2 di non acquistare il prodotto b;
• probabilità pari a 0.1 di non acquistare né il prodotto a né il prodotto b.
Qual è la probabilità che acquisti sia a che b?
Risposta
Sia A l’evento {acquista a}, B l’evento {acquista b}.
∪ ∪
c c c
Allora P(A)=0.7, P(B )=0.2, P(A B )=0.1, e chiediamo P(A B)=?
5 Gli assiomi della matematica sono proprietà che non si dimostrano, ma si assumono vere, da essi si fanno discendere
tutte le altre tramite dimostrazioni (esempio assiomi della geometria euclidea). 19
∪ ∩ ∩ − ∪ − −
c c c c c c c c c
Poiché A B=(A B ) e P(A B )=P(A )+P(B ) P(A B )=1 P(A)+0.2 0.1=0.3+0.1=0.4
∪ − ∩
c c
B)=1 P(A B )=0.6.
Allora P(A
Osservazione
Ω
Se è discreto, basta conoscere la probabilità degli eventi elementari per essere in grado di
calcolare la probabilità di qualsiasi evento.
{ } { }
ω ω
Ω =
Ω Ω = ⊆ Ω
n
Infatti, se è discreto si può scrivere (nel caso finito ) e se A , allora
∈ =
k k
ℕ
k k 1
( )
( ) { } { }
∑
ω ω
= =
∪
P A P P .
k k
ω
ω ∈
∈ A
A k
k
( )
{ }
ω = = …
P p k 1, 2,
Perciò basta conoscere , cioè le probabilità degli eventi elementari.
k k
Come assegnare le probabilità
Abbiamo visto come si possono ricavare probabilità di eventi “più complicati” dalla conoscenza
della probabilità di eventi “semplici”.
Adesso torniamo alla questione del come vanno attribuite le probabilità degli eventi “semplici”.
Ribadiamo che la scelta di queste probabilità dovrà soddisfare le proprietà matematiche che
abbiamo visto, ma è un qualcosa che esula dalla matematica, coinvolgendo piuttosto le nostre
valutazioni.
Ad esempio, se lancio un dado, siccome noi riteniamo a priori che ogni faccia abbia la stessa
probabilità di uscire, allora attribuiamo probabilità pari a 1/6 all’uscita di un 6. Se però lanciassimo
un dado 1000 volte e il 6 comparisse 250 volte, saremmo portati a pensare che il dado non è ben
bilanciato e la probabilità che esca 6 è (vicina a) 1/4.
Queste due idee appena descritte (considerazioni di equiprobabilità oppure calcolo di una
frequenza) sono alla base di due approcci: la definizione classica di probabilità e la definizione
frequentista.
Definizione classica
( )
Se si ha che:
Ω Ω ω
(i) finito: = {ω , …, };
1 n
(ii) valutiamo che tutti gli eventi elementari {ω }, …, {ω } hanno la stessa probabilità;
1 n
allora ( ) 1
{ }
ω
• = ∀ = …
P i 1, , n ;
i n A
1
( )
• = ⋅ = 6
P A A ;
Ω
n n° casi favorevoli
=
dunque probabilità .
n° casi possibili
Attenzione!
Bisogna stare molto attenti all’ipotesi di equiprobabilità, infatti non sempre è vero che tutti gli
eventi elementari hanno la stessa probabilità.
Ad esempio, lanciando due dadi: qual è la probabilità che la somma dia 7?
La somma è un numero fra 2 e 12 (undici numeri in tutto), ma ad esempio 2 è meno probabile di 7,
poiché 2 esce solo se entrambi i dadi danno 1, mentre 7 esce come 1+6, 2+5, 3+4, … . E’ utile
Ω
osservare che se scegliamo = {coppie (i, j) con i e j interi fra 1 e 6} (ogni coppia rappresenta un
lancio, ad esempio (2,3) significa che il primo dado ha dato 2 mentre il secondo ha dato 3), allora
Ω.
6 Dove | A | è il numero degli elementi di A e |Ω | è il numero degli elementi di 20
gli eventi elementari sono equiprobabili. Quindi |Ω| = n° coppie = 6×6 = 36. I casi che danno
somma 7 sono: (1,6), (2,5), (3,4), (4,3), (5,2), (6,1), in tutto 6 (e non 1/11 come ci si sarebbe
aspettati dall’equiprobabilità).
Osservazioni
• Definizione a carattere tautologico! Limitata a numero finito di casi possibili, anche se
estendibile con passaggi al limite.
• Regola utile per calcolare probabilità in certe situazioni in cui ci sia un numero finito di
alternative, che possono essere considerate, ad es. per motivi di simmetria, ugualmente
probabili.
• Definizione operativa che implica alcune regole per elaborazione matematica della
probabilità.
• Tipico campo di applicazione della definizione classica: giochi di dadi, carte, ecc. (se si può
assumere che non ci sia trucco!)
Esercizio
Calcolare la probabilità che la somma dei due dadi sia 2 oppure 3, 4, 5, 6, 8, 9, 10, 11, 12.
Definizione frequentista
( )
Dalla