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RILEVAZIONE CLASSIFICAZIONE DATI
La rilevazione viene eseguita attraverso le due fasi:
· determinazione del piano di rilevazione;
· raccolta dei dati.
Le fonti statistiche
L’Istituto Nazionale di Statistica (ISTAT) è un Ente, dipendente dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, che istituzionalmente accentra gran parte della rilevazione statistica ufficiale italiana e provvede alla diffusione del materiale raccolto, sotto forma di tabelle, in pubblicazioni periodiche.
Alle fonti ISTAT vanno affiancate quelle curate da altre organizzazioni pubbliche e private.

Si segnalano per la loro importanza la Relazione sulla situazione economica del Paese presentata al Parlamento entro marzo dai Ministri del Bilancio e del Tesoro, il Bilancio di previsione dello Stato e la relativa Nota introduttiva del Ministero del Tesoro.
Il discorso fatto per l’Italia può essere ripetuto per gli altri paesi. che cos'è la rilevazione dei dati in statistica
Fonti statistiche internazionali. Le statistiche più importanti dell’ONU sono contenute nelle pubblicazioni Statistical yearbook.
L’Istituto statistico delle Comunità europee (EUROSTAT) produce un’ampia gamma di pubblicazioni periodiche, in genere a cadenza annuale o mensile, contenenti le statistiche (rese comparabili) dei paesi aderenti all’Unione Europea con riferimento a numerosi fenomeni della vita economico – sociale dei paesi stessi.
Piano della rilevazione
Il soggetto che deve pianificare o dirigere una rilevazione di dati, deve anzitutto conoscere lo scopo a cui mira la rilevazione e i mezzi finanziari e umani di cui dispone. Egli deve predisporre la rilevazione fino nei minimi dettagli, in modo che non vi siano ambiguità.
Occorre tener presente i seguenti punti:
1. definire con precisione l’unità statistica e l’unità di rilevazione;
2. stabilire i caratteri quantitativi e qualitativi che interessa rilevare per ciascuna unità;
3. indicare i mezzi tecnici per raccogliere le informazioni su detti caratteri;
4. fissare l’estensione della rilevazione in ordine al territorio, all’epoca, alle disponibilità finanziarie.
Rilevazioni parziali o campionarie
Nel passato, per rimediare alle insufficienze delle statistiche ufficiali, si procedeva, a volte, a fare delle rilevazioni parziali delle unità costituenti il collettivo, allo scopo di stimare, sia pure approssimativamente, i fenomeni che interessavano.
Il campione statistico è una parte di tutte le unità statistiche costituenti il collettivo o popolazione, con la caratteristica di dare un’immagine ridotta ma fedele delle caratteristiche del collettivo stesso. Si suole indicare con N la numerosità dell’intero collettivo e con n quella del campione.
Le rilevazioni campionarie soddisfano due importanti requisiti:
1. consentono di ridurre sensibilmente il tempo ed il lavoro necessario per la raccolta e la elaborazione statistica dei dati;
2. consentono una notevole riduzione dei costi per i motivi sopra indicati.
Le rilevazioni parziali si distinguono in rappresentative e non rappresentative. Tra queste ultime sono da ricordare, ad esempio, quelle che escludono dal collettivo le unità di osservazione che presentano il carattere con intensità inferiore a determinati limiti, o che appartengono a determinate zone.
Diconsi, invece, rappresentative o campionarie quelle rilevazioni parziali che presentano il fenomeno collettivo in scala ridotta o proporzionale.
I modi di formazione dei campioni possono ridursi a due:
· scelta casuale delle unità statistiche (caratteristica fondamentale per la scelta casuale è che gli elementi costituenti il collettivo o popolazione totale abbiano tutti la stessa probabilità di essere inclusi nel campione).
· scelta ragionata delle unità statistiche (nella scelta ragionata le unità campionate vengono individuate con procedimento pure razionale ma non del tutto casuale).
Dicesi frazione di campionamento, (n/N)*100, il rapporto tra le unità incluse nel campione e le unità del collettivo totale; il suo reciproco (N/n) dicesi intervallo di campionamento, perché indica l’intervallo tra ogni unità prescelta e quella successiva nell’insieme ordinato di tutte le unità formanti la popolazione.
Campioni ottenuti mediante scelta casuale
Per formare questi campioni è necessario conoscere la base, cioè la documentazione, sotto forma di elenchi, delle unità statistiche costituenti il collettivo totale da utilizzare per la scelta delle unità che devono formare il campione. In mancanza di un elenco, si può ricorrere al campione casuale per area, limitato ai centri urbani.Se le unità sono numerabili e non molto numerose, si può fare l’estrazione come nel gioco della tombola. Se, invece, la base è molto numerosa, si può stabilire una scelta, ad intervallo prestabilito di separazione tra un’unità e l’altra (campionamento sistematico).
Altro metodo è quello dell’utilizzazione delle tavole dei numeri casuali o aleatori, che richiede, la preventiva numerazione di tutte le unità che costituiscono il collettivo totale.
Poiché i singoli elementi della popolazione sono stati preventivamente numerati, a ciascun numero estratto corrisponderà un dato elemento. In genere, nel caso di numeri uguali si suole considerare una sola volta l’unità statistica (rilevazione senza ripetizione).
L’uso delle tavole dei numeri aleatori evita il pericolo che, a causa dell’imperfezione del sorteggio delle unità del campione o a causa di prestabiliti criteri di ordinamento delle single unità nei comuni schedari, possa essere intaccato il principio della casualità della scelta.
Campioni stratificati
La bontà dei risultati che le rilevazioni campionarie forniscono dipende da due fattori: da un lato la dimensione del campione, dall’altro l’eterogeneità o variabilità del fenomeno in esame.
L’unica possibilità che si offre al ricercatore, per aumentare la significatività dei risultati della rilevazione, è quella di realizzare un’opportuna procedura di campionamento, suddividendo la popolazione o collettivo di partenza in k classi, ciascuna con elementi il più possibile omogenei tra loro, ed estraendo quindi un campione casuale di opportune dimensioni da ciascuna classe.
I gruppi o le classi in cui si suddivide la popolazione si chiamano strati ed il procedimento di ripartizione in gruppi si chiama stratificazione.
In conclusione, il procedimento di stratificazione permette di formare dei sottogruppi più omogenei del collettivo considerato come un tutto unico ed il campionamento consente di conseguire due vantaggi:
· viene eliminata la possibilità di formazione di alcuni campioni nei quali alcuni strati o non sono rappresentati o sono sottorappresentati o sovrarappresentati;
· è possibile distribuire la dimensione complessiva del campione nei vari strati in maniera da ridurre la eterogeneità complessiva del campione stesso. In questo caso occorrerà riequilibrare il campione restituendo alle unità di ciascuno strato il giusto peso n/N, attraverso i coefficienti di espansione (n * Nk)/(N * nk).
Campioni a due stadi
Allo scopo di ridurre i costi di un’indagine campionaria si ricorre ad uno schema che comporta l’individuazione di unità primarie di rilevazione e di unità secondarie o di ordine superiore. Per un campione a due stadi occorre sorteggiare una frazione di unità di primo e di secondo stadio superiore alla frazione di campionamento desiderata. Occorre mettere in evidenza che eventuali distorsioni od imprecisioni nell’estrazione delle unità del primo ordine non possono più essere corrette negli stadi successivi.
Campioni mediante scelta ragionata
I campioni con scelta ragionata raggiungono la rappresentatività nella misura in cui le informazioni sulle quali la scelta si basa sono esaurienti e veritiere e l’operatore sia obiettivo.
Un campione con scelta ragionata può comprendere la determinazione di tutte le unità su cui si svolgerà la rilevazione, già nella fase di impostazione dello studio, oppure potranno essere indicati i criteri che guideranno la selezione, di natura non casuale.
Spoglio o classificazione dei dati rilevati. Tabelle di spoglio
Lo spoglio o classificazione dei dati è la prima fase dell’elaborazione, questa fase consiste nel raggruppare ed enumerare le unità statistiche omogenee secondo le modalità di uno o più caratteri.
Lo spoglio dei dati equivale a cercare le caratteristiche comuni alle varie unità per poter formare tante classi o gruppi con unità omogenee rispetto a determinati caratteri. Occorre fare attenzione che le classi siano tali che ogni unità statistica non possa essere classificata contemporaneamente in due di esse. Dopo aver stabilito le modalità dei caratteri rilevati per enumerare i casi singoli che costituiscono i collettivi specifici occorre trasportare i dati dei questionari o delle schede o dei registri in apposite tabelle provvisorie o di spoglio, dalle quali si ricavano poi tabelle definitive.
Per agevolare il conteggio finale in genere le lineette si dispongono a gruppi di cinque delle quali le prime quattro sono verticali ed affiancate, la quinta è orizzontale e taglia le precedenti in quattro.
Sistemazione dei dati in tabelle
La sistemazione dei dati consiste nell’esporre in forma chiara ed intelligibile i risultati della classificazione, ottenuti con lo spoglio con diretta trascrizione della numerazione delle unità dei singoli sotto-gruppi che si riferiscono alle varie modalità. Si perviene così alle tavole o tabelle statistiche. Importante è il titolo o intestazione della tavola che deve richiamare al lettore, in forma chiara e completa, il fenomeno rappresentato. Ogni tavola è formata generalmente da più colonne. Quella a sinistra si chiama colonna madre ed in essa vengono indicate le varie modalità del fenomeno. La parte superiore delle colonne costituisce la testata. In essa vanno scritte le indicazioni che riguardano i dati rappresentati nelle singole colonne. È opportuno indicare sempre la fonte dei dati presenti in tabella.

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