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Concetti Chiave

  • Il castello dell'innominato è situato in una valle tra Milano e Bergamo, su un colle accessibile solo da un lato, circondato da leggende che ne scoraggiano l'accesso.
  • Don Rodrigo arriva all'osteria "Malanotte" e, dopo aver disarmato, è accompagnato al castello dall'innominato per discutere un aiuto richiesto.
  • L'innominato, descritto come un uomo imponente e temuto, ascolta la richiesta di don Rodrigo riguardo al rapimento di Lucia, accettando infine l'incarico con riluttanza.
  • L'innominato è tormentato dal peso dei suoi crimini passati e dalla consapevolezza della sua mortalità, manifestando un crescente disagio interiore e riflessione morale.
  • Nonostante i dubbi, decide di procedere con il piano di don Rodrigo, incaricando il suo luogotenente Nibbio di contattare Egidio per il rapimento di Lucia.

Indice

  1. Il Castello dell'Innominato
  2. L'Incontro con Don Rodrigo
  3. L'Innominato e i Suoi Dubbi
  4. Riflessioni e Rimorsi

Il Castello dell'Innominato

Il castello dell'innominato sorge in una valle posta sul confine dello Stato di Milano e del Bergamasco, in cima a un colle accessibile solo da un lato e che dall'altro presenta dirupi impervi e scoscesi; sulle falde ci sono alcune casupole sparse, mentre in basso scorre un torrente che fa da confine naturale tra i due territori.

Nella sua imprendibile fortezza il signore domina dall'alto l'intera valle. Del resto, precisa l'autore, nessuno che non sia amico o alleato del bandito si azzarda a mettere piede in quel luogo e men che meno i birri, dopo che si sono sparse truci leggende sulla fine fatta dai pochi che hanno tentato una simile impresa. L'anonimo non fornisce alcuna notizia che consenta di identificare con precisione il luogo e don Rodrigo arriva presto ai piedi della valle, all'imbocco del tortuoso sentiero che conduce in alto e dove c'è un'osteria viene chiamata la "Malanotte".

L'Incontro con Don Rodrigo

Non appena il cavallo di don Rodrigo si avvicina alla Malanotte, ne esce un ragazzaccio armato, che rientra e chiama uno dei tre bravi, che stavano giocando a carte. Uno di loro si affaccia alla porta dell'osteria e riconosce il signorotto come amico del suo padrone e questi, dopo aver risposto a un cenno di saluto, gli chiede se l'innominato si trovi al castello. Il bravo risponde di sì, quindi don Rodrigo si toglie da dosso tutte le armature poichè nessuno può salire al castello armato e le affida ad un'altro bravo che gli ordina di attenderlo all'osteria, poi si incammina in compagnia del Griso, anch'egli disarmato.

I due sono ben presto raggiunti da un bravo dell'innominato, che li riconosce e li accompagna alla fortezza, e una volta arrivati lì il Griso rimane alla porta e il signorotto viene introdotto nel castello. Don Rodrigo viene fatto entrare in una sala dove lo attende l'innominato.

L'Innominato e i Suoi Dubbi

L'innominato guarda il viso e le mani di don Rodrigo, cosa che fa per prudente abitudine con chiunque incontri: si presenta come un uomo alto, calvo, con pochi capelli bianchi, il volto rugoso che dimostra più dei suoi sessant'anni, anche se la durezza dei lineamenti, lo sguardo vivo e la vigoria fisica sarebbero straordinari anche in un giovane. Il signorotto dice di aver bisogno del suo aiuto, poichè si trova in una situazione che non riesce a risolvere da solo. L'innominato ascolta con interesse, anche perché nella vicenda è coinvolto padre Cristoforo che egli conosce come nemico dei tiranni e perciò odia a morte: don Rodrigo accentua le difficoltà dell'impresa di rapire Lucia, poiché la ragazza è protetta nel convento di Monza da Gertrude, e a un certo punto l'innominato interrompe bruscamente il colloquio e si dichiara disposto ad assumersi l'onere dell'impresa. Il bandito appunta su un taccuino il nome di Lucia e congeda frettolosamente don Rodrigo, dicendogli che di lì a poco lo avviserà di quel che dovrà fare. L'innominato ha come complice Egidio, il quale, come narrato in precedenza, abita accanto al monastero di Gertrude. Appena rimasto solo, egli si sente indispettito, se non proprio pentito di essersi addossato quell'infame incarico.

Riflessioni e Rimorsi

Già da qualche tempo, infatti, l'innominato prova un certo fastidio per le sue malefatte e ripensa spesso ai tanti, troppi delitti commessi in passato, che formano un peso sempre più gravoso nella sua memoria; un certo orrore provato nei primi omicidi, e in seguito assopito nella sua coscienza, torna ora a farsi sentire di nuovo, inasprito dal pensiero della vecchiaia e della morte vicina. Il pericolo della morte non l'ha mai fermato nell'affrontare i nemici a viso aperto, ma ora, nella solitudine del suo castello, il pensiero di essere alla fine della sua vita lo riempie di inquietudine ed essa è aggravata dalla consapevolezza di non poter sfuggire a tale destino quando esso verrà. In passato l'abitudine alla ferocia e alla violenza lo aveva aiutato a placare le voci della coscienza, mentre ora rinasce in lui l'idea di un futuro giudizio individuale, e gli sembra di sentire la voce imperiosa di quel Dio che non si è mai preoccupato di negare o di riconoscere, quel Dio che adesso, invece, inizia a manifestarsi dentro di lui. Da giovane ha sempre respinto ogni legge morale come odiosa, mentre ora inizia a credere che essa prima o poi finirà per adempiersi; non ha rivelato a nessuno questo suo nuovo stato d'animo, ha anzi cercato quanto più possibile di nasconderlo, anche se in fin dei conti ha mentito soprattutto a se stesso. Negli ultimi tempi ha cercato di respingere questi pensieri ritrovando la gagliardia e la spensieratezza di un tempo ed è il motivo che lo ha spinto ad accettare tanto risolutamente la proposta di don Rodrigo, anche se ora è quasi tentato di venir meno alla parola data e rinunciare; per chiudere la questione decide di chiamare il Nibbio, il suo luogotenente cui affida le imprese più rischiose, e lo manda subito a Monza per riferire ad Egidio la trama che si sta delineando e chiedere il suo aiuto.

Domande da interrogazione

  1. Qual è la posizione e la descrizione del castello dell'Innominato?
  2. Il castello dell'Innominato si trova in una valle al confine tra lo Stato di Milano e il Bergamasco, su un colle accessibile solo da un lato, con dirupi impervi dall'altro. È una fortezza imprendibile da cui il signore domina l'intera valle.

  3. Come avviene l'incontro tra Don Rodrigo e l'Innominato?
  4. Don Rodrigo arriva alla Malanotte, dove viene riconosciuto come amico dell'Innominato. Dopo essersi disarmato, viene accompagnato alla fortezza e introdotto in una sala dove l'Innominato lo attende.

  5. Quali sono i dubbi e i rimorsi dell'Innominato?
  6. L'Innominato prova fastidio per le sue malefatte passate e riflette sui delitti commessi. È tormentato dal pensiero della vecchiaia e della morte, e inizia a sentire la voce di Dio, che non aveva mai riconosciuto prima.

  7. Perché l'Innominato accetta di aiutare Don Rodrigo?
  8. L'Innominato accetta di aiutare Don Rodrigo per ritrovare la spensieratezza di un tempo, nonostante i suoi dubbi e rimorsi. Tuttavia, è tentato di rinunciare all'impresa.

  9. Qual è il ruolo di Egidio nella trama dell'Innominato?
  10. Egidio è un complice dell'Innominato, abita accanto al monastero di Gertrude e viene coinvolto nella trama per rapire Lucia. L'Innominato manda il suo luogotenente, il Nibbio, a Monza per chiedere l'aiuto di Egidio.

Domande e risposte

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