Concetti Chiave
- L'oste, rappresentante dei furbi osti del romanzo, denuncia Renzo alla polizia per evitare che la sua trattoria diventi un luogo pericoloso.
- Renzo, descritto come una testa calda, viene tradito da un falso spadaio che ha precedentemente eletto a confidente.
- Al mattino, Renzo viene arrestato e ammanettato da un commissario di polizia e diversi birri.
- Durante il trasferimento in carcere, Renzo attira l'attenzione della folla che, simpatizzando con lui, interviene e lo libera.
- Una volta libero, Renzo cerca disperatamente qualcuno che lo guidi verso Bergamo, dove intende recarsi per trovare rifugio dal cugino Bortolo.
L'oste e la denuncia
L'oste, uno dei tanti osti del romanzo, quasi tutti furbi e portati alla difesa dei potenti e della Polizia, messo con fatica Renzo a letto, evitato quindi il pericolo che la sua trattoria diventi un covo di rivoltosi, si reca dalla polizia a fare denuncia di ciò che era successo da lui e della presenza di Renzo, descritto come una delle teste più calde, da controllare quindi ed arrestare.
La polizia di Renzo aveva già nome e cognome, forniti da un finto spadaio che Renzo nella sua ingenuità aveva eletto a suo confidente.
L'arresto di Renzo
La mattina Renzo destato dal sonno profondo cagionatogli dal vino e dalle fatiche della tumultuosa giornata da un notaio criminale, da una sorta di commissario di polizia, che ha accanto alcuni birri. Arrestato e ammanettato viene avviato verso il carcere.
La fuga e la libertà
Ma per la strada incontra gruppi di persone che lo guardano con una certa Partecipazione. Furbescamente attira su di sé l'attenzione della gente, che si fa sotto il gruppo, e libera il prigioniero. Gli sbirri davanti al pericolo di essere linciati non oppongono resistenza e se la squagliano. Renzo ormai libero gira a vuoto per la città cercando la persona adatta che gli indichi la strada per Bergamo, dove vorrebbe avviarsi: lì c'è il cugino Bortolo e Bergamo inoltre non fa parte dello Stato di Milano.