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Concetti Chiave

  • Padre Cristoforo, protagonista del capitolo, è descritto come un uomo di sessant'anni, con tratti fisici che riflettono il suo carattere impulsivo e il suo percorso di penitenza.
  • Lodovico, nome di battesimo di Padre Cristoforo, proviene da una famiglia benestante ma ha sempre difeso i più deboli, scontrandosi con i nobili del suo tempo.
  • Dopo aver ucciso un nobile in un duello, Lodovico decide di diventare frate per espiare il suo peccato, dimostrando pentimento e desiderio di redenzione.
  • Il "pane del perdono" simbolizza per Padre Cristoforo il ricordo e l'espiazione del suo peccato; viene conservato come un promemoria delle sue esperienze.
  • Il capitolo evidenzia le ingiustizie sociali dell'epoca e il ruolo di Padre Cristoforo come uomo misericordioso e giusto, in contrasto con altri membri del clero.

Indice

  1. Il viaggio di Padre Cristoforo
  2. L'incontro con Lucia
  3. Il passato di Lodovico
  4. Il duello e la fuga
  5. La decisione di diventare frate
  6. Il perdono e il noviziato
  7. La personalità di Padre Cristoforo
  8. Il senso di giustizia di Cristoforo
  9. La maturazione di Cristoforo

Il viaggio di Padre Cristoforo

Appena padre Cristoforo viene a conoscenza della richiesta di Agnese e Lucia, subito si mette in viaggio dal convento, che si trova nella cittadina di Pescarenico. Il cielo è sereno e un vento d’autunno stacca dai rami le foglie appassite degli alberi di gelso; il panorama attorno ai campi è variopinto per via dei fusti dalle chiome rossastre e nei campi vi sono le biancheggianti stoppie lasciate dopo la mietitura. La scena sembra lieta, ma il paesaggio viene in realtà rattristato dalla presenza di mendicanti che chiedono l’elemosina e riveriscono il frate quando lo vedono passare. I contadini spargono semi con parsimonia negli agri e una ragazza porta al pascolo una mucca molto magra, raccogliendo o strappando dalle sue fauci delle erbe che potrebbero servirle da nutrimento, dato il periodo di carestia.

L'incontro con Lucia

Il narratore, divenuto onnisciente, ci fa a questo punto una domanda: come mai il frate cappuccino si è recato con così tanto interesse da Lucia? E chi è costui di preciso?. La risposta viene fornita immediatamente: si tratta di un uomo sulla sessantina di anni, con il capo raso, a parte una piccola corona di capelli che gira attorno alla testa, che si trova poco sopra le orecchie. Il suo viso si alza di tanto in tanto e subito si abbassava, con riflesso d’umiltà. La sua barba bianca, il collo e il viso scarni fanno intuire la sua abitudine al digiuno e all’astinenza. Gli occhi, che nella maggior parte dei casi sono rivolti a terra, talvolta si muovono con improvvisa velocità, come due cavalli imbizzarriti, ma vengono subito fermati dal cocchiere con una buona “tirata di morso”.

Il passato di Lodovico

Padre Cristoforo ha avuto da sempre un carattere impulsivo: il suo nome di battesimo era Lodovico e proveniva dalla famiglia di un ricco mercante, che riuscì a guadagnare una considerevole somma di denaro capace di farlo diventare benestante, si era ritirato anche dalla sua professione, vergognandosi di averla svolta. Dopo la sua morte, aveva lasciato al figlio Lodovico una parte delle sue ricchezze, che gli avevano permesso di vivere in una condizione agiata. Pur facendo parte di una classe sociale abbiente, il ragazzo aveva trovato molta difficoltà nell’integrarsi con i nobili del suo paese, che lo trattavano e guardavano con inferiorità poiché proveniente da una famiglia borghese e più semplice. Lodovico, però, pur desiderando di sentirsi un loro pari, spesso si era scontrato con alcuni di essi, colpevoli di prevaricazioni nei confronti dei più deboli, i deboli che lui sentiva dentro di sé di dover proteggere sempre.

Il duello e la fuga

Proprio perché aveva molti nemici, si era dovuto circondare di bravi e scagnozzi, ma questi suoi continui scontri spesso gli avevano fatto avere dei ripensamenti e, nella sua mente, era più volte “balzata” l’idea di farsi frate. Un giorno il giovane sta camminando per strada insieme a due dei suoi sottoposti e un servitore di nome Cristoforo, che lo aveva cresciuto fin da quando era piccolo ed aveva circa 50 anni. Mentre stanno passeggiando incontrano un nobile, anche lui in compagnia di bravi, che lo invita a lasciargli il suo lato della strada poiché egli è di origine aristocratica e ne avrebbe il diritto; anche Lodovico chiede la stessa cosa, dato che lui sta rasentando il muro con il fianco destro: il codice cavalleresco del tempo, in questo caso, dà ragione a tutti e due. Nessuno dei due è intenzionato a cedere, quindi inizia un duello verbale, durante il quale i due si scambiano degli insulti a vicenda: in particolare il nobile chiama Lodovico “meccanico” e in risposta egli lo accusa di essere un vile. A questo punto i due iniziano a lottare: il figlio di mercante viene ferito e Cristoforo, per evitare la sua uccisione, si intromette nella battaglia, venendo trafitto a morte. Lodovico per la rabbia uccide l’avversario: gli scagnozzi di entrambi fuggono, lasciando il giovane per strada da solo. Attorno a lui si raduna una folla di cittadini, che “lodano” Lodovico per aver aver ucciso l’aristocratico, conosciuto da tutti come un prepotente: per evitare che il ragazzo venga arrestato o perseguitato dai parenti del defunto lo conducono in un convento limitrofo, dove egli verrà protetto e curato.

La decisione di diventare frate

Lodovico è estremamente dispiaciuto per la morte del suo fidato servo e a turbarlo ancora di più è la notizia che, dopo il suo risveglio, gli fornisce un cappuccino: il nobile prima di perire lo ha perdonato e a sua volta ha chiesto venia per il gesto compiuto. Intanto giungono fuori dal convento i familiari dell’assassinato, i quali, armati di tutto punto, vorrebbero vendicarsi per riportare in auge il nome della famiglia. Lodovico decide quindi di divenire un frate per espiare il suo peccato, non ascoltando le ammonizioni che il padre guardiano gli fa; inoltre chiede di comunicare alla vedova di Cristoforo che donerà tutti i suoi averi a lei e ai figli. Il padre del convento annuncia poi al fratello dell’aristocratico che l’uccisore ha scelto di indossare la tonaca e che questa sarà sicuramente un’espiazione sufficiente per l’atto compiuto: egli quindi accetta la decisione e se ne va (non senza sdegno) assieme ai parenti, pone però una condizione, ovvero che il novizio lasci al più presto la città. Il padre accetta, dato che aveva già preso in considerazione questa opzione, per cui la vicenda si conclude nel migliore dei modi.

Il perdono e il noviziato

Lodovico quindi diventa ufficialmente frate e prende il nome di Cristoforo: questo gli ricorderà la pena che deve espiare. Prima di iniziare il noviziato Cristoforo decide di recarsi a casa del padre del nobile per chiedere umilmente perdono: il padre del convento accetta la proposta e si reca dal gentiluomo per ricevere l’approvazione della richiesta; quest’ultimo accetta subito, poiché pensa che in questo modo potrà riscattarsi davanti a tutti gli altri parenti. Il giorno successivo quindi, tutti si recano nella reggia del padre dell’ucciso vestiti secondo la pomposità dell’epoca. Appena Cristoforo giunge nell’ora stabilita e si trova davanti una tale quantità di persone si sente profondamente in imbarazzo, ma poi si fa coraggio pensando che questa costituirà una parte dell’espiazione del suo peccato. Dopo aver attraversato il salone principale si inginocchia davanti al fratello e chiede disperatamente perdono per l’azione svolta: suscita così approvazione da parte degli invitati. Anche il padre dell’ucciso è colpito dalle sue parole, quindi lo invita ad alzarsi in piedi: ammette che il figlio era un soggetto particolare che amava incominciare scontri e lotte, perciò perdona il frate. Cristoforo si sente sollevato e getta le braccia al collo del padrone di casa, che gli dà un bacio in segno di pace. Inizia successivamente una serie di festeggiamenti e al religioso vengono offerte diverse vivande, che però vengono gentilmente rifiutate: egli si limita a chiedere un pò di pane da consumare durante il suo periodo di noviziato; il nobile lo accontenta porgendoglielo su un piatto d’argento. Il frate conserverà un pezzo della pagnotta come ricordo dell’accaduto, per lui essa rappresenta il cosiddetto “pane del perdono”. Dopo che Cristoforo ha lasciato la casa, il fratello del defunto, affascinato dalla sua bontà, diverrà meno altero e più disponibile.

Il padre negli anni successivi svolgerà correttamente il suo dovere, occupandosi sempre dei più bisognosi. L’impulsività è ancora una caratteristica del frate: questa lo ha effettivamente portato ad agire così in fretta per aiutare Lucia. Quando il frate arriva a casa della ragazza, Agnese lo accoglie benedicendolo.

La personalità di Padre Cristoforo

Padre Cristoforo è il protagonista del capitolo; la sua personalità traspare dalle sue caratteristiche fisiche, in particolare dalla similitudine utilizzata da Manzoni per descrivere i suoi occhi, paragonati a dei cavalli imbizzarriti che ogni tanto si agitavano, ma venivano subito ricondotti al freno, grazie ad una buona tirata di morso del cocchiere: questo ci ricorda il vigore e la vivacità che avevano caratterizzato l’uomo durante gli anni giovanili; contrariamente a quel tempo passato però, adesso fra Cristoforo riusciva a tenere a bada la sua impulsività grazie alla sopraggiunta maturità ed esperienza.

Il senso di giustizia di Cristoforo

Egli fin da giovane (addirittura prima di entrare nel convento) aveva sempre preso, durante i conflitti, le parti delle persone più deboli e, tutte le volte che si trattava di proteggere un innocente, egli si animava e lottava con tutte le forze per la sua causa. Sebbene purtroppo avesse in giovane età ucciso un nobiluomo, egli era in realtà di natura docile: si era infatti subito pentito del brutale gesto (soprattutto perché la sua vittima lo aveva perdonato) e, da quel momento in poi, scegliendo di dedicare la sua esistenza a Dio e diventando frate, aveva sempre svolto i suoi compiti con carità e devozione, per cercare di espiare il suo peccato. Il suo senso di giustizia traspare anche quando cammina per arrivare a casa di Lucia: egli, infatti, osserva con pietà la povera gente che fa l’elemosina, quasi come a condannare con lo sguardo le ingiustizie della società del tempo; inoltre la velocità con cui egli si reca dalla fanciulla è chiaramente indice di una forte preoccupazione per il suo caso, sebbene ancora non ne conosca i dettagli;

La maturazione di Cristoforo

Fra Cristoforo fa parte della fascia di clero che Manzoni definisce come non-corrotta (al contrario di don Abbondio e Gertrude); inoltre è stato “vittima” di una “provvida-sventura”: l’uccisione del nobile è stata indubbiamente un’azione negativa, ma questa ha permesso al religioso, dopo che è entrato in convento, di maturare e divenire un uomo buono e misericordioso;

Nel capitolo appare per la prima volta la “folla”, un gruppo di persone anonime che partecipano molto spesso alle vicende all’interno dell’opera e spesso giudicano ciò che accade;

Il “pane del perdono” verrà donato nel capitolo XXXVI da Cristoforo a Renzo e Lucia, come suo ricordo e come promemoria di tutto ciò che hanno passato.

Domande da interrogazione

  1. Chi è il protagonista del capitolo 4 dei Promessi Sposi?
  2. Il protagonista del capitolo 4 dei Promessi Sposi è padre Cristoforo.

  3. Quali sono le caratteristiche fisiche di padre Cristoforo?
  4. Padre Cristoforo è un uomo sulla sessantina di anni, con il capo raso, una piccola corona di capelli che gira attorno alla testa e una barba bianca. Ha il collo e il viso scarni a causa delle sue abitudini di digiuno e astinenza.

  5. Perché padre Cristoforo si è recato da Lucia con tanto interesse?
  6. Padre Cristoforo si è recato da Lucia con tanto interesse perché ha sentito parlare della sua richiesta di aiuto e desidera aiutarla.

  7. Qual è il gesto che ha portato padre Cristoforo a diventare frate?
  8. Il gesto che ha portato padre Cristoforo a diventare frate è l'uccisione di un nobiluomo durante un duello. Questo gesto lo ha fatto riflettere sulla sua vita e lo ha spinto a cercare la redenzione attraverso la vita religiosa.

  9. Cosa rappresenta il "pane del perdono" per padre Cristoforo?
  10. Il "pane del perdono" rappresenta per padre Cristoforo un ricordo dell'accaduto e un simbolo della sua espiazione. Conserva un pezzo di questo pane come promemoria di tutto ciò che ha passato.

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