__.Alessia__.
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Concetti Chiave

  • Padre Cristoforo esce all'alba dal convento per andare da Lucia, in un paesaggio tranquillo ma minacciato dalla carestia.
  • Manzoni descrive Padre Cristoforo come un uomo anziano, ex mercante, che vive un dramma interiore e ha un passato di conflitti con la nobiltà.
  • Lodovico, il nome originale di Padre Cristoforo, uccide un nobile in un duello e trova rifugio in un convento, dove decide di diventare frate.
  • Il gesto di chiedere perdono alla famiglia della sua vittima simboleggia l'umiltà e il desiderio di redenzione di Padre Cristoforo.
  • La conversione di Padre Cristoforo è presentata come autentica e simbolica, non solo un modo per sfuggire alla vendetta.

Ambientazione: strada del convento di Pescarenico

Data: nove novembre 1628.

Protagonisti: padre Cristoforo.

Indice

  1. L'alba di Padre Cristoforo
  2. Il passato di Lodovico
  3. Il duello fatale
  4. La conversione di fra Cristoforo
  5. Il significato del perdono

L'alba di Padre Cristoforo

Il sole non era ancora sorto quando Padre Cristoforo usciva dal convento per raggiungere la casa di Lucia. Il paesaggio era molto tranquillo ma in città stava per giungere una carestia e ogni presenza umana rovinava la quiete.

Qui Manzoni inizia la descrizione di Padre Cristoforo, altero e quindi orgoglioso di sé, ma inquieto, con un perseverante dramma interno. Egli ha due occhi incavati che stanno ad indicare la su età, la sua vita difficile, ma vivaci come due cavalli bizzarri, dato che conserva il suo carattere giovanile.

Il passato di Lodovico

Il frate era un uomo vicino ai sessant’anni che non s’era sempre chiamato così: un tempo era Lodovico. Era figlio di un ricco mercante che, arricchitosi con il commercio, iniziò ad essere turbato dalla sua origine da mercante. La parola mercante per lui era motivo di turbamento. Qui influisce la mentalità secentesca molto chiusa: un trattato del 1586 diceva che la vita da mercante era totalmente ignobile, il mercante stesso poteva essere definito un comune servo. Poiché il padre di Lodovico, era diventato ricco grazie a questa vita, doveva fare il possibile affinché ciò fosse dimenticato. Egli aveva un solo figlio e affidò la sua educazione agli aristocratici. Lodovico, però, non si trovò bene nel mondo della nobiltà e decise di dedicarsi alla difesa dei più deboli e al contrasto dei più forti, ma per far ciò gli serviva conoscere il “mondo cattivo” per cui Manzoni ci dice che “viveva con i birboni per amor della giustizia”.

Il duello fatale

Un giorno egli camminava con un suo servo, Cristoforo, quando si imbatté in un nobile seguito a sua volta da quattro bravi. I due non si conoscevano ma nell’aria c’era un senso di antipatia reciproca dato che, come afferma Manzoni, In quel mondo era lecito odiarsi senza conoscersi. Entrambi pretendevano la precedenza e nessuno voleva cederla. Qui subentra il fatidico “fate luogo“ ovvero la disputa su chi fosse in diritto di continuare il suo percorso senza scostarsi dal muro. Ciò avveniva abbastanza spesso dato che in palio c’era il diritto della nobiltà di far prevalere i suoi diritti su tutti gli altri diritti della società. Così dalle parole si passa ai fatti: Lodovico badava solo a difendersi e stava per ricevere una coltellata quando Cristoforo, molto devoto al suo padrone, gli si mise davanti. Così tutta la rabbia del nobile si rivolse sul povero schiavo. Lodovico, allora, accecato dalla rabbia, uccise con la sua spada l’assassino dello schiavo. Tutti i bravi decisero di scappare.

La conversione di fra Cristoforo

Nella piccola folla creatasi intorno al luogo del delitto si era sparsa una confusione generale e Ludovico decise di trovare rifugio in un convento vicino, luogo per quei tempi impenetrabile alla giustizia. Qui gli fu detto che il suo nemico era morto. In questo periodo il giovane si affeziona alla vita da sacerdote e così decide di cambiare. Egli, infatti, a trent’anni, prende i voti con il nome di fra Cristoforo. Prima di partire per il noviziato però decide di recarsi dai parenti della sua vittima e ottiene il perdono del fratello. Durante il banchetto egli accetta solo un po’ di pane in segno di carità e di perdono. Da quel momento la sua vita è dedicata alla difesa degli oppressi. Proprio per questo fra Cristoforo accoglie immediatamente Lucia: sente un’indignazione santa per quell’atto di persecuzione.

Il significato del perdono

Conversione: In senso teologico è il passaggio da un credo religioso all’altro o dall’ateismo all’accettazione di una fede. Esiste anche la conversione di tipo morale che comporta un cambiamento nei comportamenti, come avviene a fra Cristoforo. Risulta dunque credibile e ha la potenzialità simbolica ed educativa al fine di non far pensare che l’idea di fra Cristoforo di diventare frate fosse un ripiego per sfuggire alla vendetta della famiglia della vittima. Proprio per questo Manzoni presenta anche delle contraddizioni: egli fugge dalla violenza ma la usa per difendere i deboli.

Perdono: in questo capitolo viene interpretato come il gesto che nasce da un’esigenza interiore di fra Cristoforo di umiliarsi e chiedere perdono pubblicamente per placare il suo rimorso. Padre Cristoforo chiede e riceve il pane come simbolo del cibo (del perdono) di cui ogni animo deve nutrirsi sempre.

Domande da interrogazione

  1. Chi è il protagonista del capitolo 4 dei Promessi Sposi?
  2. Il protagonista del capitolo 4 dei Promessi Sposi è padre Cristoforo.

  3. Qual è l'ambientazione del capitolo 4 dei Promessi Sposi?
  4. L'ambientazione del capitolo 4 dei Promessi Sposi è la strada del convento di Pescarenico.

  5. Qual è la data in cui si svolge il capitolo 4 dei Promessi Sposi?
  6. Il capitolo 4 dei Promessi Sposi si svolge il nove novembre 1628.

  7. Perché padre Cristoforo decide di diventare frate?
  8. Padre Cristoforo decide di diventare frate perché si affeziona alla vita da sacerdote e sente un'indignazione santa per gli atti di persecuzione.

  9. Cosa simboleggia il gesto del perdono di padre Cristoforo?
  10. Il gesto del perdono di padre Cristoforo simboleggia l'umiliazione e la richiesta di perdono pubblica per placare il suo rimorso.

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