Concetti Chiave
- Il dialogo tra il cardinale Borromeo e don Abbondio rivela la tensione tra dovere religioso e paura personale, con il cardinale che invita don Abbondio ad amare e fare il suo dovere.
- Lucia e Agnese si separano emotivamente quando Lucia viene portata a Milano, mentre Agnese riceve cento scudi d'oro dall'innominato come risarcimento.
- Lucia confida alla madre il voto di castità, decidendo di non pensare più a Renzo e chiedendo di inviargli metà del denaro ricevuto.
- Il narratore sottolinea le false notizie su Renzo, mentre il governatore di Milano si lamenta con Venezia per aver ospitato il fuggitivo.
- Renzo adotta una falsa identità per sfuggire alla cattura, trovando lavoro sotto il nome di Antonio Rivolta e mantenendo segreta la sua ubicazione.
Indice
Il Confronto tra Don Abbondio e il Cardinale
Il dialogo tra il cardinale e don Abbondio prosegue. Don Abbondio resta in silenzio di fronte alle domande del cardinale. Quest’ultimo interpreta tale silenzio come un segno di colpevolezza. Don Abbondio chiede che cosa avrebbe dovuto fare e il cardinale ribatte prontamente dicendo che avrebbe dovuto amare, pregare e fare il suo dovere. Inoltre, il cardinale ricorda a don Abbondio che, se fosse stato informato delle prepotenze di don Rodrigo, egli gli avrebbe potuto offrire aiuto e protezione. Il parroco allora si difende dicendo che era stato lui a ricevere le minacce e non certo il cardinale. Immediatamente don Abbondio si pente di quanto ha detto, ma il cardinale non lo rimprovera e capisce lo stato d’animo del parroco.
Don Abbondio dal colloquio con il cardinale ne esce commosso. Egli riconosce di aver mancato agli insegnamenti del Vangelo. Prova anche rimorso che viene, però, subito attenuato dalla paura per don Rodrigo.
La Partenza di Lucia per Milano
La mattina seguente, donna Prassede giunge a casa del sarto dove alloggiava Lucia per prendere la ragazza e portarla a Milano. Lucia e Agnese piangono al momento della separazione. Tuttavia, Agnese potrà rivedere la figlia per rivolgerle un ultimo saluto prima della partenza per Milano.
Il Dono dell'Innominato ad Agnese
Intanto il curato del paese del sarto giunge dal cardinale Borromeo e gli consegna un involto contenente cento scudi d’oro e una lettera dove l’innominato spiega che quei soldi sono destinati ad Agnese come risarcimento di quanto è accaduto alla figlia. La donna passa la giornata intera a fantasticare su quanto lei e Lucia potranno fare con quella somma.
La Decisione di Lucia e il Voto di Castità
Il giorno successivo, Agnese si reca nella villa di donna Prassede. Felicissima, informa la figlia dei soldi ricevuti dall’innominato. Però Lucia non reagisce con entusiasmo per via della storia del voto di castità che finalmente decide di raccontare alla madre. Lucia dichiara di non voler più pensare a Renzo e chiede, perciò, ad Agnese di informare il ragazzo, attraverso una lettera, di questa sua scelta. Chiede, inoltre, ad Agnese di inviare metà della somma ricevuta dall’innominato a Renzo. Le due donne, a questo punto, si salutano affettuosamente e si abbracciano con commozione.
Le Voci su Renzo e la Reazione di Agnese
Nei giorni seguenti Agnese cerca di informarsi su Renzo, ma non riesce ad avere sue notizie. Anche il cardinale è in cerca di informazioni sul ragazzo. Egli scopre che si era rifugiato nel bergamasco, dal cugino Bortolo, e che poi da lì era sparito. Secondo Bortolo, Renzo forse si è arruolato per combattere in Oriente oppure forse si è trasferito in Germania. Intanto nel territorio di Lecco si sono sparse altre voci che giungono alle orecchie di Agnese. La donna cerca di scoprire quale sia la verità dei fatti in mezzo a tutte queste notizie contrastanti.
La Protezione di Renzo da Parte di Venezia
Il narratore afferma che tutte queste notizie che girano su Renzo sono false. Il governatore di Milano, don Gonzalo di Cordova, convoca l’ambasciatore di Venezia e si lamenta del fatto che il territorio veneto abbia offerto a un fuggitivo ricercato dalla giustizia milanese, Renzo, protezione ed ospitalità. L’ambasciatore promette di informare al più presto il governatore di Venezia. In realtà, così dice il narratore, la Repubblica di Venezia aveva nella sua politica economica tutto l’interesse ad attrarre ed offrire accoglienza agli operai tessili del Milanese.
La Nuova Identità di Renzo
Nel frattempo, un emissario del governo giunge nel paese di Bortolo e lo avverte del pericolo che sta correndo Renzo. Bortolo convince il cugino ad assumere una falsa identità. Dopo di che Renzo riesce a trovare lavoro, sotto il falso nome di Antonio Rivolta, nel filatoio di un paese vicino.
Chiunque gli chieda dove sia Renzo, Bortolo risponde che è fuggito. Anche quando è un emissario del cardinale Borromeo a chiederglielo, lui risponde allo stesso modo e aggiunge alcune delle varie fantasie da lui inventate su dove possa trovarsi Renzo.
Domande da interrogazione
- Qual è stato il risultato del confronto tra Don Abbondio e il cardinale?
- Come reagisce Lucia alla notizia del dono dell'innominato?
- Quali sono le voci che circolano su Renzo e come reagisce Agnese?
- Come viene protetto Renzo dalla Repubblica di Venezia?
- Qual è la nuova identità di Renzo e come viene mantenuta segreta?
Don Abbondio esce commosso dal colloquio, riconoscendo di aver mancato agli insegnamenti del Vangelo, ma il suo rimorso è attenuato dalla paura per don Rodrigo.
Lucia non reagisce con entusiasmo al dono dell'innominato a causa del suo voto di castità, che decide di raccontare alla madre, e chiede di informare Renzo della sua decisione.
Si dice che Renzo si sia rifugiato nel bergamasco o che si sia trasferito in Germania. Agnese cerca di scoprire la verità tra queste notizie contrastanti.
La Repubblica di Venezia offre protezione e ospitalità a Renzo, un fuggitivo ricercato dalla giustizia milanese, per attrarre operai tessili del Milanese.
Renzo assume la falsa identità di Antonio Rivolta e trova lavoro in un filatoio, mentre Bortolo diffonde false informazioni sul suo destino per mantenere il segreto.