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Concetti Chiave

  • Nel capitolo 16, Renzo sfugge all'arresto a Milano e decide di uscire dallo Stato per evitare problemi con la giustizia, pianificando di rifugiarsi nel Bergamasco.
  • Durante il viaggio, Renzo è indeciso su chi chiedere indicazioni per evitare di destare sospetti, infine si affida a un passante per sapere come uscire dalla città.
  • Raggiunta Porta Orientale, Renzo evita di attirare l'attenzione dei soldati e riesce ad uscire da Milano, dirigendosi verso strade secondarie per sfuggire a eventuali inseguitori.
  • Renzo si ferma in diverse osterie lungo il cammino per ottenere informazioni, mantenendo un basso profilo per non destare sospetti sulla sua fuga.
  • In un'osteria, ascolta un mercante discutere dei disordini di Milano e della sua stessa fuga, rimanendo in ascolto senza rivelare la propria identità.

Riassunto del capitolo 16 dei Promessi Sposi

Indice

  1. La Fuga di Renzo
  2. In Cerca di Indicazioni
  3. Attraverso le Strade Secondarie
  4. L'Incontro con il Mercante
  5. Il Racconto del Mercante

La Fuga di Renzo

Nel sedicesimo capitolo, che mantiene come data l’12 Novembre 1628, Renzo riesce ad evitare l’arresto e ad abbandonare la città di Milano, si mette quindi in viaggio per l’Adda e fermandosi tra un osteria e l’altra, a Gorgonzola, ascolta un mercante di Milano che discute dei disordini in città e della sua fuga, al che abbandona l’osteria per rimettersi in marcia. Ai personaggi che prevalgono nelle vicende si aggiungono l’oste di Gorgonzola e gli avventori.

Renzo ne approfitta della confusione creatosi per allontanarsi e mettersi in disparte, mentre le folla gli consiglia di rifugiarsi in una chiesa o in un convento nelle vicinanze: il giovane prende invece la decisione di lasciare Milano e di uscire addirittura dallo Stato, dal momento che la giustizia è nelle condizioni di arrestarlo in qualunque momento. Renzo progetta di trovare alloggio nel Bergamasco, dove il cugino Bortolo l’ha spesso invitato a trasferirsi, anche se ignora da quale porta della città si esca per dirigersi a destinazione. In un primo momento riflette sul chiedere indicazioni a qualcuno dei suoi liberatori, ma ripensa subito al poliziotto travestito che lo ha beffato e che lo induce ad una maggiore prudenza, congedandosi così dai popolani che l’hanno aiutato e allontanandosi in fretta, deciso a chiedere una mano a chi non è a conoscenza della sua situazione. Il giovane corre via senza avere in mente un posto o una località da raggiungere, finché, quando si rende conto di essersi allontanato abbastanza, rallenta il passo ed inizia a osservare i visi delle persone che popolano le strade, per decidere a chi sia meglio cercare indicazioni sulla via da percorrere, pressato dal pensiero che i birri sono già nel frattempo sulle sue tracce.

In Cerca di Indicazioni

Renzo cerca di comprendere chi sia la persona più adatta a cui rivolgere la domanda: sulla porta di una bottega, c’è il proprietario, un uomo grassoccio con l’aria curiosa che farebbe molte delle fatidiche domande; lungo la via procede un passante guardando fisso mostrando di sapere a malapena la propria strada; un ragazzo che ha l’aria furba e maliziosa che si divertirebbe a dare indicazioni sbagliate per condurre un forestiero fuori strada. Alla fine, individua un passante che cammina svelto, come pressato da qualcosa di urgente, al che pensa quindi che risponderà con fare serio senza fare storie. Gli si avvicina quindi, e con cortesia gli chiede di indicargli da quale porta di Milano si esca per dirigersi a Bergamo, al che l’altro esclama che si dovrebbe passare per Porta Orientale, aggiungendo delle indicazioni per raggiungere anche piazza del duomo. Renzo lo ringrazia e si rimette in marcia con passo decisamente svelto, cosa che induce il passante a pensare che il giovane abbia subito qualche brutto tiro.

Il giovane allora si incammina velocemente per raggiungere il prima possibile piazza del duomo, dove nota che sono ancora presenti gli avanzi del falò del giorno prima, passa anche davanti al forno delle Grucce e vede quindi il convento dei cappuccini e il luogo dove gli era stato suggerito di attendere, e dove ora rimpiange di non essere andato. Arrivato finalmente a Porta Orientale, che vede essere sorvegliata da diversi soldati, pensa che sia rischioso attraversala, mentre potrebbe cercare di ottenere asilo nel convento in quanto è ancora in possesso della lettera consegnatosi da Padre Cristoforo. Riflette poi sul fatto che nessuno lo conosce e che i birri possono attenderlo ovunque; pertanto, si fa coraggio e si avvicina indifferente alla porta, dove invece i soldati e i gabellieri sono intenti a non fare entrare nessuno dall’esterno, e danno poca retta a quelli che lasciano la città. Renzo esce dalla porta senza dare troppo nell’occhio e, una volta lasciata la città, si imbocca in una strada secondaria per sfuggire a quella principale, evitando di voltarsi indietro per un po' di tempo.

Attraverso le Strade Secondarie

Renzo avanza nel suo cammino e, procede per molte ore, passando dinanzi a villaggi e cascine, controllando che nessuno lo segua. Il giovane ha tuttavia ancora l’animo turbato per le recenti vicende, e riflettendo riguardo la sera prima, rammenta in modo confuso di aver comunicato il proprio nome al sedicente Ambrogio Fusella, quasi certo che fosse un poliziotto travestito, mentre non ricorda nulla dei discorsi intrapresi con gli altri. È perfino incerto e preoccupato sull’avvenire, rispetto al quale manifesta diversi dubbi. Dopo un po' di tempo percorrendo qua e là, si rende conto che non è in grado di trovare da solo la strada verso Bergamo, così, decide di chiedere indicazioni a un viandante: questi lo informa che è fuori strada, indicandogli come tornare su quella corretta, al che Renzo lo ringrazia ma con l’intento di non avvicinarsi troppo alla via principale, al fine di evitare brutti incontri. La questione è in realtà abbastanza più complessa, perché Renzo, camminando a zig-zag per restare su sentieri secondari, percorre diverse miglia senza allontanandosi troppo da Milano, e senza nemmeno toccare il confine bergamasco. Alla fine, decide di chiedere nuovamente indicazioni, questa volta però per raggiungere un paesino posto al confine, raggiungibile solo tramite strade “seconde” e senza chiedere dunque di Bergamo dando l’impressione di essere un fuggiasco. A un tratto vede una frasca, che indica un’osteria, decide dunque di entrare e ristorare qualcosa, chiedendo anche contemporaneamente le informazioni che gli servono. Nel locale c’è solo un’anziana signora intenta a filare, di cui Renzo accetta solo dello stracchino offerto e rifiuta il vino, rammentandosi della sera prima. La donna inizia a domandargli molte cose riguardo Milano e riguardo il tumulto, alle quale il giovane preferisce sottrarsi e concentrarsi sulle indicazioni per il paese da raggiungere, di cui finge non ricordarne il nome. La vecchia indica Gorgonzola, e Renzo le domanda se si possa raggiungere per delle vie diverse, con il pretesto sempre di voler evitare la principale, al che la donna le dà la maggior parte delle informazioni necessarie fin quando il giovane si congeda lasciando il locale e portando con sé un pezzo di pane, abbastanza diverso da quelli raccolti il giorno prima.

Successivamente, attraversati molti paesi, Renzo giunge finalmente nella località indicatogli, molto prima di sera, e qui decide di cenare in un'altra osteria, per cercare di ricavare qualche informazione relativa all’Adda e le indicazioni per arrivarvi. Il suo intento è infatti attraversarlo in qualche modo, e arrivarci entro il mattino seguente dopo aver pernottato in qualsiasi posto che non sia un’altra osteria. Addentrandosi nel paese, nota l’insegna di osteria, e vi entra cercando all’oste un boccone di poco vino e pregandolo di fare in fretta, al fine di sottrarsi a domande scomode e inopportune per non dare l’impressione di fermarsi a dormire. Il giovane si siede vicino alla porta, mentre gli altri avventori discutono lamentandosi dei fatti avvenuti a Milano il giorno prima, al che Renzo interviene premettendo di non sapere molto di quella città e di provenire da Liscate. Tronca subito però la discussione riavvicinandosi all’oste e domandando con indifferenza quanto manchi per raggiungere l’Adda: l’oste qui gli chiede se intende attraversare il fiume nei punti frequentati dai galantuomini aggiungendo che si tratta di circa sei miglia, cosa che lascia il giovane abbastanza stupito. Questi avrebbe l’intenzione di rivolgere altre richieste ma, temendo che l’uomo diventi troppo curioso a riguardo, si promette di non insistere maledicendo gli osti come portatori di guai, cominciando a sgranocchiare qualcosa simulando il più totale disinteressamento per le chiacchiere degli avventori, anche se gli rivolge abbastanza attenzione.

L'Incontro con il Mercante

Gli avventori dell’osteria discutono del tumulto tenutosi a Milano, rammaricandosi di non avervi partecipato e augurandosi tra di loro che i rivoltosi ottengano concessioni anche per le popolazioni rurali, che temono la fame quanto quelli della città. Uno di loro comincia a discutere del grano nascosto, quando si sente avvicinarsi un cavallo e tutti escono dal locale, andando incontro ad un uomo: si tratta di un mercante milanese, che è solito pernottare in quella locanda quando si reca a Bergamo per i suoi commerci e che conosce tutti gli avventori abituali. Questi lo salutano con calore chiedendogli come prima domanda quanto accaduto a Milano, al che l’uomo si addentra nel locale dimostrandosi pronto a informare gli altri delle novità della giornata. L’uomo ordina qualcosa da mangiare e chiede il suo solito letto; quindi, si siede accanto agli avventori che nel frattempo insistono sulle notizie della rivolta di Milano, poiché non è passato da lì nessuno che abbia potuto sapere qualcosa. Il mercante beve un sorso di vino e si accinge in fretta a riassumere ciò che sa ottenendo l’attenzione di tutti i presento, incluso Renzo che ascolta ogni cosa mentre cerca di mostrarsi indifferente.

Il Racconto del Mercante

Il mercante inizia spiegando che quel giorno ha rischiato di essere uno dei più peggiori, tanto che lui aveva deciso di non lasciare Milano per sorvegliare la sua bottega: i rivoltosi del giorno prima, infatti, che si sono dimostrati intenzionati a compiere nuovi disordini, si sono diretti alla casa del Vicario di Provvisione raccogliendo altri facinorosi lungo la via, per tentare un assalto. Il mercante sottolinea addirittura l’innocenza del vicario, e spiega dunque che i rivoltosi hanno trovato la strada sbarrata da carri e soldati, e che si sono trovati costretti a tornare indietro. Ma, poiché erano decisi nel da farsi, si sono diretti vero il forno del Cordusio, a cui non si erano potuti avvicinare il giorno precedente, “rubando” in gran massa il pane che alcuni nobili stavano distribuendo al popolo. La folla ha asportato anche molti arredamenti dal forno, facendone falò nella piazza del duomo, proponendo anche di dare fuoco al forno, cosa che ovviamente non è avvenuta. Poco dopo i monsignori del duomo hanno sfilato in processione, invitando i facinorosi ad andarsene e comunicando alla folla che il pane è di nuovo a buon mercato, come dimostrano le gride. Infatti, il costo del pane costa nuovamente un soldo ogni otto once e gli avventori dell’osteria si domandano se sia stato emanato qualche altro provvedimento per il contado, al che il mercante informa che riguarda solo la città di Milano.

Il mercante specifica che i disordini nella città sono ormai terminati e che la giustizia si è già occupata di molti rivoltosi, alcuni arrestandoli ed altri impiccandoli presto, affermando che la cosa sia giusta, poiché molti popolani avevano appreso l’abitudine di rubare nelle botteghe e la giustizia è stata necessaria per cercare di ristabilire l’ordine in città, specie per proteggere i commercianti. L’uomo spiega poi che il tumulto è nato dalle trame del cardinal Richelieu, per dar briga al re di Spagna nell’ambito della guerra, cosa dimostrata anche dal fatto che tra i rivoltosi c’erano molti forestieri mai visti prima. Tra questi, prosegue, ne era stato arrestato uno in un’osteria, che era sicuro uno dei capi della sommossa: al che Renzo, che comprende subito che si sta discutendo di lui, ha un fremito ed, anche se riesce a controllarsi, non fa capire che il protagonista di quel racconto è lui. Il mercante continua raccontando che il fantomatico rivoltoso aveva incitato la folla ad uccidere tutti i signori ed era poi stato arrestato dalla giustizia che lo aveva trovato in possesso di alcune lettere, ma il giovane è riuscito a scamparsela senza lasciar tracce di lui. Le lettere, secondo l’uomo, sono nelle mani della giustizia e in esse è descritta perfettamente tutta la trama della rivolta, mentre dice che sicuramente i fornai sono i colpevoli di nascondere il grano e bisogna giustiziarli con processi regolari, e le rivolte non possono far altro che portare guai a chi come i commercianti stessi.

Renzo, che ha ascoltato il tutto senza dare nell’occhio, è tentato dall’idea di lasciare immediatamente il locale, anche se poi si trattiene per non far scaturire sospetti: aspetta quindi che il mercante cambi discorso e, non a caso, poco dopo gli avventori iniziano a rallegrarsi di non essere andati a Milano, nonostante prima avessero idee diverse. Il giovane coglie dunque l’occasione per chiamare a sé l’oste, saldare in fretta il conto, senza discutere che i quattrini iniziano a scarseggiare. Si dirige perciò alla porta ed esce dal locale imboccando una strada che conduce nella direzione opposta a quella da cui poco prima è giunto.

Domande da interrogazione

  1. Qual è il contesto temporale e geografico del capitolo 16 dei Promessi Sposi?
  2. Il capitolo 16 si svolge il 12 novembre 1628 e segue Renzo mentre fugge da Milano per evitare l'arresto, dirigendosi verso l'Adda e cercando rifugio nel Bergamasco.

  3. Come riesce Renzo a evitare l'arresto e lasciare Milano?
  4. Renzo approfitta della confusione in città per allontanarsi e decide di lasciare Milano, uscendo dalla Porta Orientale senza attirare l'attenzione dei soldati e dei gabellieri.

  5. Quali difficoltà incontra Renzo nel suo viaggio verso Bergamo?
  6. Renzo si trova a dover chiedere indicazioni per evitare le strade principali e non farsi notare, temendo di essere seguito dai birri. Inoltre, si preoccupa di non avere una chiara direzione verso Bergamo.

  7. Chi incontra Renzo durante il suo viaggio e quale ruolo hanno questi incontri?
  8. Renzo incontra vari personaggi, tra cui un passante che gli dà indicazioni e un mercante in un'osteria che discute dei disordini a Milano, fornendo informazioni che Renzo ascolta con attenzione.

  9. Quali sono le preoccupazioni di Renzo riguardo alla sua situazione e al futuro?
  10. Renzo è turbato dalle recenti vicende, preoccupato di essere riconosciuto e arrestato, e incerto sul suo futuro, manifestando dubbi e riflettendo sulla sua fuga e le sue prossime mosse.

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