Concetti Chiave
- Il vicario di Provvisione si nasconde in soffitta mentre una folla inferocita circonda la sua casa, con Renzo Tramaglino che si ritrova coinvolto nella rivolta.
- I soldati arrivano dopo che i magistrati di Milano li hanno avvisati, ma il comandante esita a intervenire, suscitando derisione e disattenzione tra i rivoltosi.
- Un vecchio dall'aspetto trasandato propone di uccidere il vicario, ma Renzo tenta di dissuadere i rivoltosi, venendo accusato di essere una spia.
- L'arrivo di Ferrer, un funzionario spagnolo, porta calma tra la folla, promettendo ribasso del prezzo del pane e giustizia, convincendo il vicario a seguirlo.
- La carrozza di Ferrer si allontana dalla folla mentre rassicura il vicario in spagnolo, concludendo il tumulto e lasciando incerto il destino del vicario.
L'assedio del vicario
Il vicario di Provvisione si trovava a casa quando venne avvisato che una folla inferocita stava per raggiungerlo per aggredirlo. Ormai impossibile scappare, le porte e le finestre furono barricate e il vicario si nascose terrorizzato in soffitta.
La folla e Renzo
Nel frattempo, la folla arrivò alla casa e anche Renzo Tramaglino si ritrovò coinvolto nella rivolta.
Pur considerando il vicario responsabile della carestia, Renzo non era d'accordo sull'ucciderlo.
I magistrati di Milano informarono il comandante della guarnigione del Castello Sforzesco della situazione, e questi inviò dei soldati. All'arrivo, i soldati trovarono la casa circondata dai rivoltosi. Il comandante esitò nel prendere una decisione immediata, timoroso di fare mosse azzardate, e la folla interpretò questa esitazione come paura. Alcuni iniziarono a deridere i soldati, mentre altri non si accorsero neanche della loro presenza.
Tra i rivoltosi si trovava un vecchio dall’aspetto trasandato, che brandiva un martello, una corda e dei chiodi, dicendo di voler attaccare il corpo del vicario a un battente della porta dopo averlo ucciso. Renzo, non d'accordo con tale violenza, cercò di dissuadere i rivoltosi ricordando loro la volontà di Dio. Tuttavia, uno dei presenti lo accusò di essere una spia o un servitore del vicario. Renzo fu salvato da alcuni rivoltosi vicini a lui, mentre altri urlarono di fare spazio.
L'intervento di Ferrer
Alcuni rivoltosi tentarono di entrare nella casa del vicario con una scala a pioli, ma la confusione tra i presenti rallentò l'operazione. Nel frattempo, si diffuse la voce che stava arrivando Ferrer, un funzionario spagnolo, per risolvere la situazione grazie al ribasso del prezzo del pane. Molti nella folla pensavano che Ferrer volesse portare il vicario in prigione, ma altri volevano farsi giustizia da soli.
L’autore riflette su come nelle rivolte popolari ci siano sempre persone esagitate che cercano di aggravare la situazione, e altre che invece cercano di placare gli animi. In queste situazioni, la folla è facilmente influenzabile, pronta a seguire chi riesce a manipolarne le emozioni, che siano speranze, paure o sentimenti contrastanti. Ferrer venne acclamato dalla folla come un benefattore, e la sua presenza rafforzò quelli che cercavano di evitare la violenza.
La risoluzione della crisi
Quando la carrozza di Ferrer avanzò tra la folla, Ferrer si affacciò più volte alla finestra salutando la folla, promettendo pane e giustizia e chiedendo che gli facessero spazio. Disse di voler portare il vicario in prigione, per calmare la folla, e aggiunse in spagnolo "se è colpevole". Quando Ferrer arrivò vicino alla casa, uscì dalla carrozza, acclamato dai presenti, e si affrettò a entrare nell'abitazione.
Una volta dentro, rassicurò il vicario spaventato e lo convinse a seguirlo. Ferrer e il vicario uscirono insieme e si rifugiarono nella carrozza, accolti dagli applausi della folla per Ferrer e dalle maledizioni contro il vicario.
La carrozza, avanzando lentamente, si allontanò tra la folla, con Ferrer che continuava a salutare e promettere giustizia. Parlando al vicario in spagnolo, lo rassicurò sul fatto che stavano uscendo dalla situazione pericolosa. Quando la carrozza raggiunse i soldati spagnoli, Ferrer disse al vicario che poteva finalmente rilassarsi. Il vicario, ormai salvo, espresse il desiderio di dimettersi, ma Ferrer gli rispose che avrebbe dovuto fare ciò che era meglio per il servizio del re. La carrozza raggiunse il Castello Sforzesco, ma il destino del vicario rimase incerto.
Domande da interrogazione
- Qual era la situazione del vicario di Provvisione durante l'assedio?
- Qual era il ruolo di Renzo Tramaglino nella rivolta?
- Come reagì la folla all'arrivo dei soldati inviati dai magistrati di Milano?
- Quale fu l'intervento di Ferrer nella crisi?
- Quale fu l'esito finale per il vicario dopo l'intervento di Ferrer?
Il vicario di Provvisione si trovava a casa quando una folla inferocita si avvicinò per aggredirlo. Barricò porte e finestre e si nascose terrorizzato in soffitta.
Renzo Tramaglino si trovò coinvolto nella rivolta, ma pur considerando il vicario responsabile della carestia, non era d'accordo sull'ucciderlo e cercò di dissuadere i rivoltosi dalla violenza.
La folla interpretò l'esitazione del comandante dei soldati come paura, alcuni iniziarono a deridere i soldati, mentre altri non si accorsero neanche della loro presenza.
Ferrer, un funzionario spagnolo, arrivò per risolvere la situazione promettendo pane e giustizia. Fu acclamato dalla folla e riuscì a calmare gli animi, convincendo il vicario a seguirlo fuori dalla casa.
Ferrer e il vicario uscirono insieme e si rifugiarono nella carrozza, accolti dagli applausi per Ferrer e dalle maledizioni contro il vicario. La carrozza raggiunse il Castello Sforzesco, ma il destino del vicario rimase incerto.