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Concetti Chiave

  • Il romanzo si apre con una dettagliata descrizione del paesino sul lago di Como, evidenziando il paesaggio naturale e rurale.
  • Don Abbondio, il curato del villaggio, viene fermato da due bravi mentre ritorna a casa con il suo breviario.
  • I bravi informano Don Abbondio del matrimonio imminente tra Renzo e Lucia, ordinandogli di impedirlo per conto di Don Rodrigo.
  • Spaventato dalla menzione di Don Rodrigo, Don Abbondio promette di obbedire e cerca un modo per ritardare il matrimonio.
  • Don Abbondio discute l'accaduto con la sua domestica Perpetua, ma rifiuta il suo consiglio di chiedere aiuto all'arcivescovo.

Indice

  1. Descrizione del Paesino
  2. Incontro con i Bravi
  3. Confessioni a Perpetua

Descrizione del Paesino

Il romanzo inizia con un'accurata descrizione del paesino sul lago di Como, dove si svolge la vicenda stessa; qui Manzoni descrive sia il lago, sia i boschi, i vigneti e i campi coltivati.

Incontro con i Bravi

Per una piccola stradina del paesino cammina Don Abbondio, diretto verso casa col suo breviario in mano, che talvolta apriva e leggeva.

Al centro di una biforcazione della stradina era presente un piccolo altare, con dipinta un'immagine del purgatorio. Quando Don Abbondio giunge all'altare, vi trova due bravi ad attenderlo. Il curato si guarda intorno, e capendo di non avere vie di fuga, continua ad avanzare recitando a voce alta alcune preghiere. Arrivato davanti ai bravi, egli alza lo sguardo, e uno dei due bravi annuncia di essere a conoscenza del fatto che a breve il curato celebrerà il matrimonio tra Renzo e Lucia. Il curato afferma di non avere responsabilità a riguardo, e di non poter impedire il matrimonio; tuttavia, quando egli sente nominare Don Rodrigo, signorotto del paese, spaventato promette ai bravi di obbedire al loro ordine, e di far in modo che il matrimonio tra i due giovani, Renzo e Lucia, non avvenisse.

Confessioni a Perpetua

Nel tornare a casa, Don Abbondio medita su come fare a convincere il giovane Renzo a far rinviare il matrimonio, insultando dentro di se don Rodrigo. Giunto a casa, il curato racconta la vicenda alla fidata domestica, Perpetua, che gli consiglia di scrivere una lettera chiedendo aiuto all'arcivescovo. Don Abbondio rifiuta tale consiglio, e bevendo un sorso di vino si dirige in camera sua, intimando alla donna di fare silenzio riguardo la vicenda da lui raccontata.

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