Concetti Chiave
- Manzoni's novel "I Promessi Sposi" innovatively focuses on humble protagonists, contrasting with the era's typical emphasis on famous, heroic figures.
- The choice to center on humble characters reflects a religious motive, echoing the biblical message that "the last shall be first," highlighting the divine favor towards the oppressed.
- Manzoni critiques the noble class of the time, portraying the oppressive relationships between them and the common people, aligning with his views on historical significance.
- The novel's setting in the 17th century allows Manzoni to critique the period's social inequalities and institutional corruption, labeling it as a "squalid and lavish age."
- Providence in the novel symbolizes a divine plan that doesn't eradicate worldly evils but rather softens and renders them meaningful for a better life, despite not preventing suffering.
Gli umili protagonisti
La scelta degli umili come protagonisti è una scelta innovativa per la letteratura italiana del tempo, che si incentrava sempre e solo su personaggi famosi e sulle loro gesta eroiche, e il Manzoni si fa, con questo romanzo, portavoce dei poveri e degli umili.
Le ragioni di questa scelta sono varie;
Innanzitutto vi è una ragione di natura religiosa,che consiste nel portare nella letteratura il messaggio evangelico in cui "gli ultimi saranno i primi", e questi ultimi chi sono? Gli umili, i poveri, gli oppressi,a cui verrà rivolta la benevolenza divina e a loro appartiene il Regno dei Cieli.
A questa visione sacra coincide l' opinione di Manzoni descritta nel suo "Discorso sopra alcuni punti della storia longobardica in Italia", in cui dice che non sono solo i personaggi a noi famosi a fare la storia, ma ogni singolo individuo che ha fatto parte di essa,ed elabora questa teoria inserendo come protagonisti della vicenda due semplici lavoratori della filanda appartenenti al ceto sociale medio-basso.
Un' altra cosa che il Manzoni comprenderà in questo tema sarà la sua opinione sui nobili dell'epoca, rispecchiandoli con quelli della vicenda, parlando di rapporto oppressi-oppressori.
Critica al Seicento
Una grande rilevanza è assunta anche dall'epoca che l' Autore ha voluto descrivere. Di fatti, il '600 è stata un' epoca di enormi squilibri sociali, ipocrisie e contrasti e definita, dall' Autore stesso, un' "età sudicia e sfarzosa".
La scelta del '600 da parte di Manzoni è stata fatta per sottoporre ad una feroce critica le istituzioni culturali e politiche del suo secolo.
Il '600 è stato un tempo di oppressione molto aggressiva dei nobili sul popolo, di giustizia a favore del più influente e/o ricco, di gente semplice che girava armata, ecc.
Oltre alla violenza tra singoli individui si aggiungeva anche quella tra Stati: esempio che si denota immediatamente sul romanzo è la dominazione spagnola nell' area del Milanese, collegata alle guerre inutili e alla "ragion di Stato" che giustifica orribili crimini avvenuti nei confronti della popolazione.
Ma la condanna manzoniana si concentra anche su un altro particolare importante del Seicento: il vuoto culturale.
Nel '600 infatti, gli scrittori, secondo la critica manzoniana, usavano linguaggi elaborati e riciclati dagli scrittori dei secoli precedenti.
Il ruolo della Provvidenza
La Provvidenza è ciò che lega tutte le vicende appartenenti al romanzo. Descrivere la Provvidenza manzoniana non è qualcosa di facile, nè ottimista. Infatti, nonostante il lieto fine del romanzo, il Manzoni specifica che non termineranno le guerre, le carestie, le violenze e il peccato, pensando a Dio come un' entità il cui intervento non può definitivamente cancellare il male presente nel nostro mondo.
La fiducia nella Provvidenza equivale ad una fiducia di un progetto di vita che si realizzerà durante il dono della vita eterna e,inoltre, non elimina i mali e i guai ma,come dice l'Autore stesso, "li raddolcisce e li rende utili per una vita migliore".
A essa è collegata la Provvida Sventura, concezione che i personaggi all' interno del romanzo spesso penseranno quando subiranno dei torti, ma non è così per tutti: per i due protagonisti sarà così, viceversa per gli innocenti affetti dalle calamità o, più specificatamente, per Cecilia e sua madre.
Per il Manzoni, e di conseguenza per i personaggi da lui creati, la Provvidenza non significa farsi suggestionare del tutto dagli eventi, significa bensì essere consapevoli di essi e della necessarietà di essi per la creazione di un progetto ultraterreno.
Domande da interrogazione
- Qual è l'innovazione principale nella scelta dei protagonisti ne "I Promessi Sposi"?
- Qual è la critica di Manzoni al Seicento?
- Come viene rappresentata la Provvidenza nel romanzo?
- Qual è il messaggio religioso che Manzoni vuole trasmettere attraverso i suoi protagonisti?
- In che modo Manzoni critica le istituzioni culturali e politiche del suo tempo?
L'innovazione principale è la scelta di protagonisti umili, che rappresentano i poveri e gli oppressi, in contrasto con la tradizione letteraria dell'epoca che si concentrava su personaggi famosi e gesta eroiche.
Manzoni critica il Seicento per i suoi squilibri sociali, ipocrisie, oppressione dei nobili sul popolo, e il vuoto culturale, definendolo un'epoca "sudicia e sfarzosa".
La Provvidenza è vista come un legame tra le vicende del romanzo, non elimina i mali ma li rende utili per una vita migliore, e rappresenta un progetto di vita che si realizza nell'eternità.
Manzoni vuole trasmettere il messaggio evangelico che "gli ultimi saranno i primi", sottolineando la benevolenza divina verso gli umili e i poveri.
Manzoni critica le istituzioni culturali e politiche del Seicento attraverso la rappresentazione di un'epoca di oppressione, giustizia a favore dei potenti, e un vuoto culturale, evidenziando le ingiustizie e i crimini giustificati dalla "ragion di Stato".